Ora è vietato opporsi alla guerra
di José Javier Esparza
La settimana scorsa è successo qualcosa di unico al Parlamento europeo, una di quelle cose di cui i nostri media non ci parlano mai. Questo perché un eurodeputato polacco di nome Grzegorz Braun ha preso la parola e si è scatenato a denunciare il sostegno di Bruxelles all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, sostegno che ci è costato finora 88 miliardi di euro secondo la stessa Ue. Braun è riuscito a malapena a parlare per qualche secondo: il presidente dell’Assemblea, Esteban González Pons, gli ha subito chiuso il microfono e ha ceduto la parola a un commissario.
In risposta, il commissario ha detto al polacco che la Russia è un paese dove la democrazia e la libertà di parola non sono rispettate. Un argomento particolarmente sorprendente per qualcuno a cui è stato appena tagliato il microfono per aver detto la cosa sbagliata.
È vero che il profilo politico di Grzegorz Braun è piuttosto energico, ma non è questa la cosa più importante. Ciò che conta è la palese contraddizione di un sistema che, in nome della libertà di espressione, priva un deputato del diritto di esprimersi.
Qualcosa di veramente insolito sta accadendo con la guerra in Ucraina, è lo spesso strato di ostilità che cade su tutti coloro che osano non essere d’accordo con la doxa ufficiale, vale a dire con questo discorso di cieco sostegno a Zelenskyj che, in appena due anni, ha guidato l’Europa L’Unione europea è diventata un’appendice della NATO, che ha gettato tutta l’Europa in una crisi energetica e industriale i cui effetti sono già più che visibili, che ha reso tutti noi nemici giurati dell’energia nucleare e che ha aperto un conflitto planetario destinato a continuare nel futuro in varie forme per anni.
Le
conseguenze di questa posizione sono abbastanza gravi da richiedere
almeno un dibattito minimo, ma no: la doxa è implacabile e richiede
un’adesione irrazionale che non era conosciuta, nemmeno nei periodi più
tesi della precedente guerra fredda. Gli interessi in gioco devono
essere numerosi e molto potenti. Il rapporto dell’Oakland
Institute ci dice che il governo di Zelenskyj ha venduto i migliori
terreni agricoli del Paese a grandi aziende straniere.
La stampa economica internazionale ci dice anche che BlackRock e Pimco hanno interessi significativi nel debito ucraino
e che si sono già posizionate per “gestire” la ricostruzione del Paese
una volta finita la guerra. Questa è certamente solo la punta
dell’iceberg. E deve trattarsi di un iceberg molto, molto grande, quando
non esistono media ufficiali che non ripetano ogni giorno i soliti
slogan, anche quando l’evidenza dimostra che sono bugie.
Così grande che la Germania (e non ultima) ha accettato con timida sottomissione che venisse fatto saltare un gasdotto vitale.
La cosa più esasperante, tuttavia, è che la semplice affermazione di essere a favore della pace immediata in Ucraina merita ogni sorta di condanne, a cominciare dalla tanto usata etichetta “putinista”. Per quanto ricordo, questa è la prima volta che ciò accade. Nell’ultimo mezzo secolo abbiamo vissuto conflitti molto sanguinosi in diverse parti del mondo e c’è sempre stato qualcuno che ha alzato lo stendardo della pace. Oggi non è così. Anche un governo cauto come quello spagnolo, sempre pronto a riempirsi la testa di sdolcinate illusioni, obbedisce obbedientemente in questa vicenda ucraina e sostiene Washington e Londra in una guerra nella quale, in linea di principio, la Spagna non era coinvolta in alcun interesse particolare.
Per quello ? L’unico leader occidentale significativo sulla scena mondiale ad impegnarsi nei negoziati di pace in Ucraina è stato Donald Trump, e hanno già tentato di ucciderlo due volte. Certamente non è stato solo a causa della guerra in Ucraina, ma fa parte del pacchetto (ed è la cosa più preoccupante).
Trump ferito da attentatore
Da una posizione esattamente opposta a quella del polacco Braun, il vecchio esponente della sinistra italiana Vincenzo de Luca ha recentemente sottolineato l’ovvio: ieri era avventato espandere all’infinito la NATO verso Est e oggi è irrazionale fare la guerra senza sapere quale sia l’obiettivo. .
La doxa risponde a queste obiezioni dicendo che solo gli estremi politici (destra e sinistra) mettono in dubbio il sostegno all’Ucraina e le molestie organizzate contro la Russia. Ma questo non è vero: innumerevoli voci di tutti gli schieramenti ideologici vedono il quadro e pensano la stessa cosa, come impone il vecchio realismo politico. Ciò che forse è più rilevante è proprio questo: il realismo che ha caratterizzato le cancellerie occidentali per più di mezzo secolo è stato massicciamente sostituito da una retorica irresponsabile di puerile guerrafondaio, così evidentemente puerile che è inevitabile che qualcuno ci nasconda qualcosa. L’iceberg.
Fonte: Noticias Holisticas
Traduzione: Luciano Lago
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