Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

L’ignoranza oggi è una scelta deliberata, per cui ognuno si assuma le sue responsabilità!

Una flotta di candidati eppure il disamore per la politica attiva è  evidente. Cambierà qualcosa? - Riviera Oggi 

intensi lavori parlamentari ...

 


 

di Claudio Martinotti Doria

Temo che il politically correct e il buonismo ipocrita che imperversa da anni abbia “contagiato” chiunque, anche gli scettici e i diffidenti che sospettavano fin dall'inizio fosse una tattica politica e socioculturale per condizionare le masse ai loro scopi occulti (seppur ormai svelati). Lo temo perché, non solo io ma moltissimi amici e conoscenti fino a pochissimo tempo fa (e molti proseguono tuttora), eravamo propensi a essere compassionevoli nei confronti di coloro che manifestavano ignoranza, i quali con arroganza ci tacciavano di essere complottisti e paranoici perché non ci adeguavamo alla massa e non ci uniformavamo ai diktat governativi e alle indicazioni impartite dai mass media. Loro si che si ritenevano bene informati, depositari della verità, sapevano come stavano le cose e quindi si comportavano correttamente perché guardavano la televisione e leggevano i giornali. Noi eravamo strani e indisponenti a non farlo, forse volevamo distinguerci a tutti i costi?

La nostra giustificazione nei loro confronti era quella classica, sono ignoranti perché non sanno quello che fanno, perché li tengono nell’ignoranza, perché non hanno avuto occasione di studiare e acquisire conoscenza e senso critico, perché la televisione spazzatura e propagandistica gli ha fatto il lavaggio del cervello, perché sono cresciuti in famiglie indigenti e/o spiritualmente e intellettualmente aride, l’ambiente e le circostanze avverse hanno loro impedito di evolversi, ecc.. Una sequela di giustificazioni compassionevoli per non volerli giudicare negativamente, considerandoli vittime inconsapevoli e incolpevoli, che si potrebbero ancora recuperare con la forza di volontà reciproca.

Di fronte a quest’atteggiamento prevalente tra gli amici e conoscenti della mia cerchia, mi sono a lungo uniformato anch’io, non dico credendoci, ma evitando di prendere posizioni critiche, se non occasionalmente e con moderazione.

Ora ho deciso di prendere le distanze da questa pericolosa tolleranza buonista, la ritengo perniciosa perché consente a questo stato di cose, che da alcuni mesi definisco “caos demenziale collettivo”, di aggravarsi estendendosi sempre più, non fosse altro che per sfinimento. Per capirci oltre ogni ragionevole dubbio, continuando di questo passo rischiamo il paradosso beffardo che proprio noi che siamo soliti informarci, analizzare, comparare, criticare, verificare, elaborare, ecc. ogni informazione incrociandole da più fonti, per farci un’idea approfondita di quello che succede, e solo in seguito divulgare quanto abbiamo appreso (che sui media mainstream non verrà mai riportato), sperando prima o poi di costituire una massa critica, rischieremo di questo passo di collassare, di crollare per sfinimento di fronte alla pressione fatale di quello che ho sopra definito caos demenziale collettivo, cioè la massa infinita e informe di ignoranti ci assillerà e comprimerà fino all’asfissia con la loro protervia e sicumera che deriva dalla pretesa di sapere come stanno le cose perché gliele hanno riferite la tv, i giornali, quelli che sanno, i notabili, le istituzioni, i filantropi, quelli che parlano bene, gli scienziati, ecc.. 

Ho deciso pertanto che non considererò più l’ignorante una vittima dell’ambiente e delle circostanze esistenziali o dell’assenza di opportunità di acculturamento ma il fautore di una scelta deliberata che non ha alcuna intenzione di cambiare atteggiamento e convinzioni, l’ignoranza è ormai da considerare una scelta di vita. Vi sono numerosi ignoranti anche plurilaureati e accademici, quindi non è questione di studio ma di scelta, spesso ipocrita e pusillanime, comoda e remunerativa. E ogni sforzo nel dissuaderli è destinato a essere vanificato.

Con le potenzialità che la tecnologia offre nella nostra epoca, L’IGNORANZA E’ UNA SCELTA DI VITA sia per coloro che non hanno potuto conseguire titoli di studio che per i plurilaureati, e siccome ogni ignorante possiede uno smartphone di ultima generazione, se lo utilizza per cazzeggiare ed essere disinformato dai media mainstream la responsabilità è solo sua. E’ vero che i poteri forti, quelli dominanti, le cosiddette élite finanziarie, che tra l'altro possiedono tutti i mass media, la Big Tech, le multinazionali, ecc., stanno facendo di tutto per mettere a tacere ogni fonte di informazione e critica dissonante con il pensiero unico dominante, stanno censurando, oscurando, dileggiando, denigrando, intimidendo, boicottando, ecc., chi non la pensa come loro e non si uniforma alla narrazione mainstream e al gregge di pecore belanti (e questo ovviamente avviene soprattutto in rete e nei social network), ma è anche vero che un minimo sforzo di volontà ci si può ancora informare da fonti indipendenti e qualificate, che hanno il coraggio di comunicare quello che sanno senza autocensure e corruzione. Se non lo fanno e preferiscono guardare la televisione per ore e ore istupidendo, allora la scelta e la responsabilità è esclusivamente loro. Personalmente la tv non la vedo da una quindicina di anni e la qualità della mia vita è migliorata, soprattutto la capacità demistificatoria.

Cercando di sintetizzare questi pochi concetti, che per non dilungarmi ho dovuto circoscrivere, se l’ignoranza è una scelta, di conseguenza è anche una responsabilità civile e morale, cioè rimanere volutamente ignoranti provoca delle ripercussioni sugli altri, perché oltre a essere deleteria e arrecare danni alla società, l’ignoranza è anche contagiosa, più del coronavirus, perché prende per sfinimento e moltiplicazione esponenziale del contagio tra individui già affini, stressando fino al collasso i meno ignoranti (ignoranti lo siamo tutti, inevitabilmente, ma è questione di gradazione) che cercando di persuaderli a uscire dalla loro grave ignoranza ottengono l’effetto opposto di arroccarli ancora di più nell’ignoranza a oltranza, e come se ne fossero fieri reagiscono per ora offendendoti, prossimamente denunciandoti, quando le autorità, come già avvenuto in passato, forniranno una lauta ricompensa per i delatori. Denunciare i dissidenti diverrà un dovere civico.

Spiegare a questa gente che le mascherine chirurgiche e di stoffa, ma anche le FFP2, non servono a fermare il coronavirus, è perfettamente inutile, anche ricorrendo come feci fin dal mese di marzo a una semplice metafora marinara, paragonando il coronavirus a un gommone e un batterio a una portaerei … se le mascherine non riescono a fermare tutti i batteri come potrebbero fermare i virus che sono infinitamente più piccoli? E’ il motivo per cui preferisco definirle museruole, è questo il simbolismo che sottende l’imposizione del loro uso anche all’aperto, che non ha alcun senso se non distopico e dispotico, preludio al Grande Reset.

Stessa cosa si potrebbe dire a proposito dei vaccini, mi limito a dir loro di leggere il bugiardino e il consenso informato e poi di farsi garantire dalle istituzioni che in caso di effetti collaterali qualcuno ne risponda, sapendo benissimo che non lo faranno mai, si lasceranno siringare e basta senza sapere minimamente quali sostanze gli stanno inserendo nell’organismo, così fan tutti e tanto basta loro, almeno finché gli andrà bene, nel caso non fossero tra i fortunati e avessero ripercussioni invalidanti, allora passerebbero dalla parte dei complottisti e dissidenti, così come si diventa ambientalisti quando intendono costruire un deposito di rifiuti vicino a casa.

Questa è l’Italia e questi sono gli italiani, la popolazione più ignorante del mondo occidentale, e non lo dico io ma decine di ricerche internazionali che si sono svolte nel corso degli ultimi anni. Forse è per questo che la gestione della presunta pandemia ha mietuto tante vittime e distrutto l’economia nonostante le contromisure draconiane intraprese per contrastare il virus, facendo peggio di qualsiasi altro paese al mondo. Del resto la nostra è una repubblica (mi rifiuto di definirla una democrazia, semmai oligarchia) rappresentativa, e in Parlamento vi sono appunto i rappresentanti del popolo italiano, non eletti è vero, ma non sono alieni, extraterrestri, bionici o cloni, sono reali e quindi in qualche modo rispecchiano la popolazione, sono ignoranti come loro o più di loro, con l’aggravante della corruzione, del tradimento, dell’inganno, della fraudolenza e recidiva, dell'inettitudine, dell'incompetenza, dell'indegnità, ecc..

Mi spiace per i buonisti ma le cose non andranno affatto bene e la compassione nei loro confronti si è ormai esaurita …

Cronache da un altro mondo, dove la gestione del COVID-19 è sta portata avanti da politici responsabili e non inetti come in Italia

 

Vi racconto la Svezia alle prese con il Covid, non quella mistificata dei media mainstream

Avatar di Adriano Angelini Sut, in In Cold Blood, Rubriche, del

È l’ultimo giorno di permanenza a Stoccolma, dopo due mesi e mezzo di pausa che ho avuto la fortuna di prendermi. Pausa dal delirio mass mediatico della pandemia, dal delirio di cittadini italiani terrorizzati, in giro in mascherina all’aperto come fossimo a Chernobyl dopo l’esplosione nucleare. È il giorno in cui i ragazzi tornano a scuola dopo le vacanze di Natale. È anche il primo giorno in cui, dopo due mesi di grigiore costante, esce un tiepido sole invernale su un paesaggio innevato e freddo. Sull’autobus che mi porta alla metro salgono tanti ragazzi, tutti senza mascherina. Come me, del resto. In Svezia nessuno porta la mascherina a meno che non voglia, perché magari si sente più sicuro. Nessuno glielo impedisce, ma nessuno impedisce a me di non portarla, anche al chiuso. E io non la porto mai. È uno dei motivi per cui mi sono preso una pausa da questo delirio italiano folle e insensato.

In tv lo dicono chiaramente; lo spiegano coi loro medici, con Anders Tegnell, il guru del governo socialdemocratico che ha curato Ebola in Africa: la mascherina non serve a nulla perché la gente non la sa usare e perché bisognerebbe cambiarla almeno 4 o 5 volte al giorno. Serve di più la distanza di sicurezza per difendersi dal possibile contatto col Covid-19. Le mascherine non sono obbligatorie nemmeno sui mezzi pubblici; sono raccomandate nelle ore di punta (dalle 7 alle 9 di mattina e dalle 4 alle 6 di pomeriggio). È bellissimo vedere soprattutto le ragazzine di 15, 16, 17 anni che si abbracciano, si baciano, si siedono una sulle gambe dell’altra; sembra il vecchio mondo, quello che qualcuno ci ha portato via.

Di pomeriggio alcune volte sono andato a passeggiare nel bosco o in riva al mare. Un mare gelido, piatto, immobile come l’aria che mi circondava. Come l’inverno spietato del grande nord che, come diceva Baudelaire nel suo Spleen, ha “un cielo basso e greve”, che “pesa come un coperchio sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni e versa, abbracciando l’intero giro dell’orizzonte, una luce diurna più triste della notte”.

Il governo di Stoccolma, al contrario di quello italiano che minaccia di chiuderci in casa, invita la gente a uscire per stare in contatto con la natura, fare passeggiate, corse, andare in bici. In città tutto è aperto; nessuno si sognerebbe mai di fare il lockdown nazionale; prima di tutto è incostituzionale e poi Tegnell e soci dicono che è più dannoso a livello psicologico del virus.

C’è un’altra cosa, fondamentale e che differenzia un Paese civile come la Svezia da un postaccio da quarto mondo come l’Italia e il suo attuale governo di fuorilegge. Lì, ogni passaggio viene fatto attraverso il Parlamento. Negli ultimi giorni in cui ero lì, il Parlamento ha concesso al governo dei poteri speciali per poter intervenire lì dove necessario per limitare gli ingressi in alcune aeree pubbliche (mai private), per contingentare gli ingressi nei centri commerciali, sanzionare ristoratori che non rispettano il distanziamento. Se un locale viene fatto chiudere (com’è successo a marzo) può riaprire dopo pochi giorni.

Certo, il malcontento fra le categorie è presente anche lì. Ma se paragonate il loro malcontento, per esempio quello dei ristoratori, alle puntuali e continue vessazioni operate dal governo Pd-5S nei confronti dei nostri ristoratori, vi renderete conto che stiamo parlando di pinzillacchere (come direbbe Totò). L’altro ieri, per esempio, leggevo che uno chef stellato di Stoccolma ha inscenato una protesta a suon di pentole nel centro della capitale per protestare contro il ritardo dei “ristori” (e vi ricordo che loro non hanno mai chiuso, anche se il volume d’affari è comunque diminuito perché la gente sta di più a casa). Sapete cos’ha risposto il ministro delle finanze? Si è scusato (almeno quello) adducendo ritardi per via dell’Ue, e della sua diabolica burocrazia.

Nessuno lì a Natale o a Capodanno si è sognato di entrare nelle case delle persone. Hanno raccomandato, certo, un numero limitato di ospiti per casa. Ma nessuno ha imposto divieti. Lì le feste nelle case con più di 8 persone (noi eravamo in 11) si sono fatte. Lì, se gli anziani, che vengono tenuti costantemente sotto osservazione e ai quali vengono consigliati spostamenti limitati, non si sentono di stare a contatto coi giovani, li si va a trovare a casa, a distanza. Noi abbiamo passato il giorno di Natale all’aria aperta (tipo a 0 gradi), sotto una nevicata furiosa, a mangiare Corv (il tipico salsicciotto svedese), perché due coppie di genitori anziani non se la sentiva di passarlo in casa con noi (eravamo almeno una ventina fra 50/40enni e 20enni). Immaginate la mia gioia, vestito come un palombaro, a sognare il mare e il sole delle Canarie o di Ibiza in mezzo a una foresta innevata. E il tepore della casa lì accanto che mi sollecitava… e sulla soglia il pipistrello vampiro Covid che sorvegliava l’ingresso col suo ghigno sino-comunista.

Le palestre private sono aperte (non quelle pubbliche). Io andavo regolarmente. C’è il limite di otto persone per ambiente, per stanza. Chi non lo rispetta viene sanzionato (il gestore). I cinema sono aperti, ma vigendo la regola delle otto persone massime non conveniva tenere aperto. I musei erano chiusi. Lo sport professionistico e dilettantistico praticato. Gli allenamenti giovanili sospesi fino al 24 gennaio. Negozi, bar, ristoranti, tutto aperto. L’alcol era vietato dopo le 20 (lì hanno lo spettro dei ragazzi che si ubriacano di brutto). Il ristorante poteva restare aperto dopo le 20 ma non poteva servire alcol. Qualcuno ha deciso di chiudere, altri, come le pizzerie, sono rimasti aperti; considerate che, come in tutto il nord Europa, la cena è alle 19.

In Italia ha fatto notizia il re, che si sarebbe lamentato della mala-gestione della pandemia. Vediamo però cos’ha realmente detto il re di Svezia. Quel suo “We have failed. We have a large number who have died and that is terrible. It is something we all suffer with” (Abbiamo fallito. Abbiamo un numero enorme di decessi ed è terribile. E tutti ne soffriamo) non è chiaro a chi fosse riferito, se alla Svezia o all’Ue nel suo complesso. Alcuni hanno pensato alla prima, altri alla seconda. Andatevi a risentire il suo discorso su YouTube.

Fatto sta che i mass media, italiani in particolare, che hanno tenuto in piedi questo governo di falliti – che ha fallito su tutta la linea nella gestione del virus e che si è rivelato tirannico a livelli indecenti – hanno tentato in tutti i modi di far sembrare la gestione svedese del virus irresponsabile e incosciente; le masse, indottrinate dagli show di Casalino, ci hanno creduto. Ma ci hanno creduto perché, come si dice a Roma, in fondo in fondo rosicano perché lì si fa ancora una vita quasi normale. Mentre noi siamo agli arresti domiciliari per via di un manipolo di virologi incapaci, di un CTS fatto dalla maggioranza di scienziati col numero di pubblicazioni più basse del mondo, secondo quanto riporta il Giornale.

Una ultima annotazione. La Svezia ha gestito male le sue case di cura, dove c’è stato il maggior numero di morti fra gli anziani e lo hanno riconosciuto. Ed è su quello, non su altro, che a Stoccolma si è avuto un dibattito intenso. Ma all’interno della fascia di popolazione più a rischio il virus è circolato come negli altri Paesi, con la stessa incidenza, grado di letalità e diffusione. Il che dimostra, inequivocabilmente, che i lockdown non funzionano, che le mascherine non funzionano, ma generano “un falso senso di protezione” (come ricordato dall’OMS in tempi non sospetti). E che i danni psicologici delle chiusure sono molto più gravi di quelli del virus. E poi ricordiamolo sempre. L’Italia, con tutte le sue chiusure e con tutta la sua tirannia sanitaria, ha in proporzione il peggior numero di morti di tutta l’Europa. Il governo Conte/Casalino/Pd ha fallito. E in qualsiasi Paese civile dovrebbe andare a casa.

Dichiarazione di Great Barrington: una nuova prospettiva sul Covid-19. A distanza di diversi mesi nessuna autorità l'ha presa in considerazione, domandatevi perché?

 La situazione Covid-19 in Italia oggi in sintesi

Dichiarazione di Great Barrington: una nuova prospettiva sul Covid-19

11.10.2020 - Maria Antonietta Bàlzola

Dichiarazione di Great Barrington: una nuova prospettiva sul Covid-19

Il 4 ottobre a Great Barrington (U.S.A.) tre scienziati, facenti parte di altrettante istituzioni americane di ricerca scientifica sulla salute pubblica, hanno sottoscritto una dichiarazione comune che punta a mettere in luce il possibile nuovo approccio alla pandemia della SARS Cov 2. Stiamo parlando di:

Dott. Martin Kulldorff, professore di medicina all’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo con esperienza nell’individuazione e nel monitoraggio delle epidemie di malattie infettive e nella valutazione della sicurezza dei vaccini.

Dott. Sunetra Gupta, professore all’Università di Oxford, epidemiologo con esperienza in immunologia, sviluppo di vaccini e modellazione matematica delle malattie infettive.

Dott. Jay Bhattacharya, professore alla Stanford University Medical School, medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politica sanitaria pubblica, con particolare attenzione alle malattie infettive e alle popolazioni vulnerabili.

A loro si sono associati fino ad oggi (11.10.2020) più di 8.000 scienziati della salute pubblica, 19.370 medici di medicina generale e 318.800 cittadini, ma le firme sono destinate ad aumentare ogni ora.

La dichiarazione inizia così: “In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di COVID-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione Focalizzata (Focused Protection)”.

Il loro pensiero, fondato su anni di esperienza e di valutazioni statistiche e calcoli matematici su diverse malattie infettive compresa la SARS Cov 2, si incentra sul fatto che il lock down dà una protezione solo momentanea alla diffusione della pandemia mentre causa gravi effetti a lungo termine su tutta la popolazione, soprattutto tra le fasce sociali più deboli, sia a livello sanitario (mancate vaccinazioni infantili fondamentali, meno screening delle malattie tumorali, peggioramento dell’andamento delle malattie cardiovascolari, deterioramento della salute mentale, ecc.) sia a livello economico con ulteriore aggravamento delle condizioni di salute pubblica. Secondo le loro valutazioni, ci sarà un più pesante impatto sulle fasce giovanili e sulla classe operaia. Tutto questo produrrà un aumento della mortalità nella popolazione generale negli anni futuri.

Quello che propongono, conti alla mano, è di focalizzare la protezione sulle fasce deboli (malati e anziani) lasciando che il resto della popolazione svolga la sua vita nella totale normalità alimentando la socialità, il lavoro, il libero scambio, lo studio al fine di mantenere un buon livello di salute pubblica e aumentare l’immunità di gregge che alla fine proteggerà sia i più forti sia i più fragili.

Spiegano infatti: “Con l’aumento dell’immunità nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni diventerà stabile – e che questa immunità può essere aiutata (ma non dipende) da un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge.”

In inglese: https://gbdeclaration.org/#read

Per sottoscrivere: https://gbdeclaration.org/#read

Ottimo video in inglese con intervista agli scienziati: https://www.youtube.com/watch?v=jtiInz1DWuA&feature=emb_logo

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Testo integrale

Dichiarazione di Great Barrington

In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di COVID-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo “Protezione Focalizzata” (Focused Protection).

Provenendo da diverse parti del mondo e sia da destra che da sinistra del panorama politico, come epidemiologi abbiamo dedicato la nostra carriera alla protezione delle persone. Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – con la conseguenza che questo porterà negli anni a venire a un aumento della mortalità, con la classe operaia e i membri più giovani della società che ne soffriranno il peso maggiore. Tenere gli studenti fuori dalle scuole è una grave ingiustizia. Mantenere queste misure fino a quando non sarà disponibile un vaccino causerà danni irreparabili con conseguenze sproporzionate per i meno fortunati.

Con il passare del tempo, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che l’incidenza della mortalità da COVID-19 è più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani. Infatti, per i bambini, COVID-19 è meno pericoloso di molte altre patologie, tra cui l’influenza.

Con l’aumento dell’immunità nella popolazione il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni diventerà stabile – e che questa immunità può essere aiutata (ma non dipende) da un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge.

L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio. Noi chiamiamo questa strategia “Protezione Focalizzata”.

L’adozione di misure per proteggere le persone vulnerabili dovrebbe essere l’obiettivo centrale delle risposte di salute pubblica a COVID-19. A titolo di esempio, le case di cura dovrebbero utilizzare personale con immunità acquisita ed eseguire frequenti test PCR su il resto del personale e su tutti i visitatori. La rotazione del personale dovrebbe essere ridotta al minimo. I pensionati che vivono in casa dovrebbero farsi consegnare a domicilio generi alimentari e altri beni di prima necessità. Quando possibile, dovrebbero incontrare i familiari all’esterno piuttosto che all’interno. Un elenco completo e dettagliato di misure, compresi gli approcci alle famiglie multigenerazionali, può essere implementato ed è alla portata e delle capacità di tutti i professionisti della sanità pubblica.

A coloro che non sono vulnerabili dovrebbe essere immediatamente consentito di riprendere la vita normale. Semplici misure igieniche, come il lavaggio delle mani e la permanenza a casa quando si è malati, dovrebbero essere praticate da tutti per abbassare la soglia di immunità di gregge. Le scuole e le università dovrebbero essere aperte all’insegnamento in presenza. Le attività extrascolastiche, come lo sport, dovrebbero essere riprese. I giovani adulti a basso rischio dovrebbero lavorare normalmente, piuttosto che da casa. Dovrebbero essere aperti i ristoranti e le altre attività commerciali. Arte, musica, sport e tutte le attività culturali dovrebbero riprendere normalmente. Le persone più a rischio possono partecipare se lo desiderano, mentre la società nel suo insieme gode della protezione conferita ai più vulnerabili da coloro che hanno costruito l’immunità di gregge.

Questa dichiarazione è stata redatta e firmata a Great Barrington, negli Stati Uniti d’America il 4 ottobre 2020, da parte di:

Dott. Martin Kulldorff, professore di medicina all’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo con esperienza nell’individuazione e nel monitoraggio delle epidemie di malattie infettive e nella valutazione della sicurezza dei vaccini.

Dott. Sunetra Gupta, professore all’Università di Oxford, epidemiologo con esperienza in immunologia, sviluppo di vaccini e modellazione matematica delle malattie infettive.

Dott. Jay Bhattacharya, professore alla Stanford University Medical School, medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politica sanitaria pubblica, con particolare attenzione alle malattie infettive e alle popolazioni vulnerabili.

Il vaccino anti Covid, potrà mai essere imposto? Risponde l’Avv. Scifo. L'obbligatorietà è impedita da tutte le norme costituzionali e del diritto internazionale

 Covid-19. Dagli Usa arriva Moderna: il vaccino efficace al ...

Il vaccino anti Covid, potrà mai essere imposto? Risponde l’Avv. Scifo

12.01.2021

Di Eliseo Bertolasi  https://it.sputniknews.com/intervista/202101129996564-il-vaccino-anti-covid-potra-mai-essere-imposto-risponde-lavv-scifo/

La campagna vaccinale contro il Covid-19 sta proseguendo speditamente in tutta Italia, ma non mancano le polemiche sia dal punto di vista medico, sui possibili effetti collaterali del vaccino, sia sull’aspetto giuridico, per una sua eventuale forma di obbligatorietà, almeno relativamente ai soggetti di certe categorie professionali.

L’esecutivo sul sito ufficiale del Ministero della Salute nella sezione faq sui vaccini anti Covid-19 riferisce: “Al momento non è intenzione del Governo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Nel corso della campagna sarà valutato il tasso di adesione dei cittadini”. Ciò nonostante il dibattito sulla obbligatorietà, o meno, della vaccinazione sta coinvolgendo sempre più esperti e politici con opinioni spesso divergenti tra di loro.

Ipotizzando che prima o poi si arrivi al tentativo d’imporre l’obbligo vaccinale contro il Covid-19, la legislazione vigente contempla questa possibilità? E in tal caso per imporre tale provvedimento potrà bastare l’ennesimo DPCM?

Sputnik Italia ne ha parlato con l’avvocato Francesco Scifo, esperto di diritto europeo, di diritti umani e patrocinante in Cassazione, nonché davanti alla CEDU e ad altri organi di giustizia europei.

L’Articolo 32 della Costituzione italiana cita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Avvocato con questa premessa il Governo italiano potrà mai decidere di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid?

— Innanzitutto, occorre fare una premessa per inquadrare il problema. Secondo il dott. David Martin e l’avvocato Robert Kennedy Jr. noi non siamo di fronte ad un vaccino, siamo di fronte ad un nuovo dispositivo medico: i prodotti Pfizer e Moderna che oggi chiamano vaccini, in realtà, non lo sono, gli mRNA sono dei piccolissimi, infinitesimali, nano medical device. Con il sistema di chiamarli vaccini hanno sia bypassato il tabù che vietava d’inserire nel corpo umano dispositivi medici senza il consenso dell’interessato, sia aggirato la normativa specifica internazionale più restrittiva. Che si tratti d’introduzione di un medical device e non di vaccini è confermato sempre dal dott. David Martin insieme al collega avv. Robert Kennedy jr., ad esempio, in questo link.

Tali fatti non vengono specificati né indicati nei moduli del consenso informato diffusi in Italia e pertanto deve considerarsi illegale la vaccinazione senza rendere noto tutto ciò ai destinatari cui viene introdotto un vettore meccanico.

Ora, come ha precisato Lei nella domanda, citando la Costituzione Italiana, la legge dello Stato non può in nessun caso (quindi mai) violare i limiti imposti dal rispetto della persona: questo significa che nessun Parlamento, né Governo può imporre alle persone d’inserire nel corpo un dispositivo medico invasivo e potenzialmente dagli effetti a medio e lungo periodo sconosciuti senza il consenso informato dell’interessato.

Basi giuridiche di tutela alla non obbligatorietà

— Quali sono le basi giuridiche che giustificherebbero la non obbligatorietà di un’eventuale imposizione?

— Le basi giuridiche per escludere tale obbligo sono varie ma basta citare la Carta dei diritti fondamentali Europea, art. 1, che recita: “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”. Nella sentenza del 9 ottobre 2001, causa C-377/98, Regno dei Paesi Bassi/Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea (Racc. 2001, pag. I-7079), ai punti 70-77 della motivazione la Corte di giustizia ha confermato che il diritto fondamentale alla dignità umana è parte integrante del diritto dell’Unione.

La dignità umana non può pertanto subire pregiudizio, neanche in caso di limitazione di un diritto. Si deve aggiungere anche che la dignità della persona umana non è soltanto un diritto fondamentale in sé, ma costituisce la base stessa dei diritti fondamentali. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 consacra la dignità umana nel preambolo: “Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” (Fonte: Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea C 303/17 - 14.12.2007).

Ma pure gli artt. 2 e 3 della stessa Carta Europea succitata indirettamente la tutelano, senza dimenticare la Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo art. 3, oltre all’art. 2 della Costituzione Italiana che pone la dignità umana come diritto inviolabile in connessione con l’art. 3 e, infine, l’art.13 ed il secondo comma dell’art. 32 succitato e l’art.117.

— Per introdurre l’obbligatorietà vaccinale, osserva il costituzionalista Michele Ainis:“Non si può procedere attraverso un DPCM. E la decisione finale spetta al Parlamento”. Questa può essere una strada?

— Il prof. Ainis ha anche lui sottolineato, giustamente, che il nocciolo della questione è il rispetto della dignità umana. Tuttavia, nemmeno il Parlamento può obbligare nessuno a introdursi nel corpo dei prodotti seppure piccolissimi, perché tale obbligo lede la dignità umana e viola l’art. 32 e tutte le norme succitate. Figuriamoci l’abnormità di un DPCM sul punto: anche se oggi il Governo ha violato e viola spudoratamente la Costituzione non potrà farlo per sempre.

Il comportamento del datore di lavoro

— Andando nei casi concreti, parlando soprattutto di categorie sensibili: il datore di lavoro può imporlo e, in caso di rifiuto, licenziare o sanzionare il lavoratore?

— Ovviamente no. Il dispositivo medico a mRNA, fraudolentemente denominato vaccino, in base alla normativa vigente, non può essere richiesto dal datore di lavoro ai lavoratori per ragioni di sicurezza sul lavoro ai sensi della legge n. 81/2008 perché trattasi di prodotto di cui non sono sicuri gli effetti a breve, medio e lungo periodo, tali che l’Agenzia Europea dei Medicinali ne ha autorizzato solo “l’immissione in commercio condizionata” (Conditional marketing authorisation), misura questa “specificamente concepita per consentire una autorizzazione il più rapidamente possibile”.

Si rappresenta che è sufficiente ai fini del rispetto dell’art. 2087 c.c. per il datore di lavoro la mera applicazione dei Protocolli ad oggi disponibili e/o delle loro successive modifiche ed integrazioni, ovvero:

  • dover fornire ai lavoratori un’informazione adeguata sulle misure necessarie per arginare il rischio di diffusione del Covid-19, lo stesso deve anche adoperarsi affinché sul luogo di lavoro venga rispettata la distanza interpersonale di un metro; per garantire la corretta areazione dei locali; fornire mascherine e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc..) ai lavoratori che operino in spazi comuni.
  • L’azienda è poi tenuta ad assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago; ad adoperarsi al fine di ridurre il più possibile le occasioni di contatto tra fornitori/visitatori esterni ed il personale, dare disposizioni affinché i lavoratori, prima dell’accesso, vengano sottoposti al controllo della temperatura corporea e vietarne l’accesso qualora la stessa risulti superiore ai 37,5°.

Viceversa, il datore di lavoro NON PUO’ imporre, ad libitum, ulteriori trattamenti sanitari invasivi periodici o saltuari, né può prescriverli alcuna norma avente rango inferiore alla legge, come prevede l’art. 32 della Costituzione.

— Il governatore della Campania de Luca ha già illustrato il progetto di dotare i vaccinati di una card col chip lasciapassare per aver vita sociale. Se questa sarà la soluzione alla non obbligatorietà, non ci sarà poi il rischio di creare forme di discriminazione sociale nei confronti di coloro che vorranno far valere il loro diritto di non vaccinarsi, di fatto relegandoli all’emarginazione?

 

Sono mesi che si sa come curare il virus a domicilio, se non lo si fa è per favorire interessi occulti e pianificati

 Il Comitato Cura Domiciliare Covid presenta richiesta di ...

Da http://www.insalutenews.it/in-salute/ozonoterapia-contro-il-covid-19-il-presidente-sioot-franzini-gli-anticorpi-crescono-del-100/

 

Ozonoterapia contro il Covid-19, il Presidente SIOOT Franzini: “Gli anticorpi crescono del 100%”

DI INSALUTENEWS.IT · 15 MAGGIO 2020

 

Roma, 15 maggio 2020 – “Se al comparire dei primi sintomi potessimo trattare con l’ossigeno ozono terapia tutti i pazienti Covid a domicilio, potremmo riaprire subito tutto, dai cinema alle palestre, fino alle scuole. Utilizzando questa pratica medica, che ha ottenuto il via libera dall’Istituto superiore di Sanità, questo virus potrebbe essere curato a casa come una normale influenza e nel giro di una settimana/dieci giorni si guarirebbe. Occorrerebbe solo fare subito il tampone a chi manifesta i sintomi da Covid-19 e, in caso di positività, cercare un medico ‘attrezzato’ che conosca la tecnica e sia disponibile ad offrire un’assistenza domiciliare dalle tre alle cinque volte nell’arco di dieci/quindici giorni”.

Così il presidente della Società Internazionale di Ossigeno Ozono Terapia, Marianno Franzini, durante un’intervista rilasciata via Skype all’agenzia Dire.

“Il Covid-19 è un virus invasivo – prosegue Franzini – ma non così tanto da essere resistente all’azione antivirale dell’ozono. Per cui, se questa terapia viene utilizzata in tempo riesce a non far progredire l’attività del virus, negativizzandolo, e impedendogli così di raggiungere i polmoni e il sistema circolatorio. L’ossigeno ozono deve però necessariamente basarsi su un accorgimento dei tempi, non si può far aspettare un paziente 10 giorni, perché il virus altrimenti va avanti”.

Attualmente nel nostro Paese l’ossigeno ozono terapia è utilizzata in pazienti Covid a livello sperimentale in circa 15 ospedali italiani, come “tecnica d’ausilio per aiutare il farmaco ad avere ancora più efficacia – spiega il presidente della SIOOT – accorciando anche i tempi di guarigione”.

Franzini anticipa quindi alcuni dati raccolti dalle varie strutture ospedaliere e contenuti in un report che sarà diffuso: “Abbiamo preso come riferimento 40 pazienti – spiega – alcuni dei quali hanno seguito la terapia farmacologica abbinata all’ossigeno ozono terapia, mentre altri solo la normale terapia farmacologica. Ebbene, questo è quello che abbiamo notato nei pazienti sottoposti a ‘doppia’ terapia in una settimana: la glicemia, che il Coronavirus fa alzare immediatamente anche ai non diabetici, grazie all’ossigeno ozono terapia si è abbassata del 50%; la creatinina, importante per la funzionalità del rene, è migliorata del 60%; i linfociti, che indicano la nostra risposta anticorpale, è cresciuta del 100%; la PCR, proteina di fase acuta prodotta dal fegato e rilasciata a seguito di un’infiammazione, è diminuita del 50%; il D-Dimero, quel valore che indica la percentuale di avere una trombosi vascolare, è calato del 54%”.

L’ossigeno ozono terapia, fa sapere inoltre Franzini, non perde la sua efficacia neppure in quei pazienti ex Covid che “dismessi dall’ospedale sono comunque affaticati e afflitti da una stanchezza cronica. Anche in questo caso l’ossigeno ozono può aiutarli nella ripresa di una normale attività”.

Ma se questa pratica medica fosse stata utilizzata fin dal principio dell’epidemia, probabilmente avrebbe evitato il ricovero di migliaia di pazienti nelle terapie intensive? “Non abbiamo la controprova perché di fatto l’ossigeno ozono terapia non è stata utilizzata da tutti e soprattutto da subito – risponde Franzini – ma credo che molti ricoveri si sarebbero potuti evitare. Era una ‘carta’ che andava giocata due mesi fa, quando eravamo nel clou dell’epidemia, ma il virus continua a girare, soprattutto in Lombardia dove lavoro, e siamo ancora in tempo per ricoverare di meno e salvare tante persone”.

Il presidente della SIOOT, infine, fa una precisazione: “In questi giorni è girata una fake news, secondo cui l’ozono non disattiverebbe il virus. Ma l’ozono, come riconosciuto anche dal Ministero della Salute, è un disinfettante naturale e non chimico. A testimoniarlo ci sono oltre 2mila studi pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche, prima fra tutte The Lancet. L’ozono, dopo pochi minuti che ha fatto la sua azione disinfettante, ritorna nella sua formula originale. L’ozono deriva dall’ossigeno – conclude – quindi è un disinfettante puro che non ha controindicazioni e funziona benissimo contro il Covid-19”.