Da dove arrivano i soldi che prestiamo all’Ucraina? Dai “mitici” Eurobond
Via libera all’ultimo pacchetto da 35 miliardi, per un totale di 118, ma dove li prendiamo tutti questi soldi che diamo a Kiev (e non ne siamo certi dispiaciuti)?
“Sì” del Parlamento europeo, e ieri anche del Consiglio, ad un pacchetto di aiuti finanziari extra da 35 miliardi all’Ucraina. Quante volte abbiamo letto un titolo simile? L’ultima volta, appunto per 35 miliardi di euro, il 22 ottobre. Precedentemente, ad esempio il primo febbraio 2024, i nostri politici si erano messi d’accordo per erogare 50 miliardi, “superando l’opposizione dell’Ungheria”.
Ma da dove vengono tutti questi soldi? Salvo sviste, non ci è mai parso di trovarlo spiegato nei vari articoli di stampa. Ma grazie al supporto del nostro consulente finanziario ed ex banchiere M. Manenti siamo riusciti finalmente a capirlo: si tratta di tanti oggetti quali questo: “Eu Mfa Ukr Next Gen Fx 3% Dec34 Eur”.
Il conto dell’Ucraina e quello della Grecia
Prima di parlare di questo interessante strumento è il caso di mettere le cose in prospettiva. Secondo il sito del Consiglo europeo, “dall’inizio della guerra di aggressione della Russia, l’Ue e i suoi Stati membri hanno fornito oltre 118,3 miliardi di euro a sostegno dell’Ucraina e della sua popolazione”. A titolo di benchmark/paragone, quando ci fu la crisi della Grecia (membro Ue), molti media e politici si scandalizzarono alla scoperta che il buco dei conti della Grecia era “non di 11,5 miliardi di euro come asserito dalla nazione stessa, bensì di una cifra che può arrivare fino a 14 miliardi” (Sole 24 ore, 18 agosto 2012).
Non vorremmo sbagliare ma 14 miliardi è circa il 12 per cento di 118 miliardi. Come dire che l’Unione aveva deciso che non era il caso di aiutare (“salvare”) una nazione europea, ma non vede problemi a salvarne (con poco successo, parrebbe) una extra europea. Bene per gli ucraini, non ne siamo certo dispiaciuti.
Da dove arrivano i soldi
Ma torniamo a noi. La domanda iniziale era: da dove arrivano i soldi? E la risposta in breve è: i politici promettono soldi che non hanno. Dunque, se li fanno prestare dal mercato. O, come forse loro stessi direbbero, “dagli speculatori”.
C’è di più: si tratta di Eurobonds, come si intuisce dalle prime due lettere di “Eu Mfa Ukr Next Gen Fx 3% Dec34 Eur”. Ricordiamo bene gli Eurobond, ripetutamente proposti da Giulio Tremonti anche ai tempi della crisi della Grecia. Ecco una delle argomentazioni contrarie, tradotta direttamente da un articolo di Le Monde del 17 dicembre 2010: “Se l’agenzia europea prestasse denaro a una Grecia che alcuni anni dopo si trovasse in una situazione difficile e non potesse rimborsare… cosa si fa?”
Sana preoccupazione che non ci pare alcun giornalista (almeno di Le Monde) oggi ricordi. Ma quelli erano greci, colpevoli forse di essere poco seri e magari anche spendaccioni. Qui sono ucraini, altra tempra.
L’Eurobond Ucraina
È così giunto il momento di decifrare il nostro amico Eu Mfa Ukr Next Gen Fx 3% Dec34 Eur, premettendo che ha tanti fratellini, con nomi simili ma dove variano alcune delle cifre. Quindi: i 30 o 50 o 118 miliardi di aiuti vengono dall’emissione di tanti strumenti simili a questo.
Che si legge così: Eu Mfa Ukr Next Gen Fx 3% Dec34 Eur è un’obbligazione (bond) a tasso fisso pari al 3 per cento annuo emesso dall’Unione europea con scadenza a dicembre 2034. Esempio pratico: acquisto EU MFA (eccetera) per 1.000 euro. Ogni anno la Ue mi assicura un rendimento di 30 euro (totale: 300 euro). O forse non proprio, in quanto il “rendimento effettivo a scadenza netto è pari al 2,55 per cento”.
In ogni caso, a dicembre 2034 l’emittente dell’Eurobond (chiaramente indicata: EU, Unione europea) mi restituisce i miei 1.000 euro. Che sono nel frattempo stati utilizzati per “aiutare il Paese a far fronte alle sue necessità finanziarie immediate e a lungo termine, specialmente nel contesto della guerra in corso”.
Quante obbligazioni sono state emesse con queste caratteristiche? Il prospetto parla chiaro: ammontare emesso 7.000.000.000, sette miliardi di euro. Detto per inciso, al 23 ottobre 2024 il bond si trattava sui mercati ad un valore di 100,84 euro, mentre acquistandolo a luglio lo si sarebbe portato a casa con soli 99,3 euro.
Conclusioni
È un mondo meraviglioso: chi vuole aiutare l’Ucraina può farlo senza muoversi dal salotto. Acquistando questi Eurobond avrà una piccola rendita, contribuirà ad aiutare l’Ucraina “nell’immediato e a lungo termine” e tra dieci anni rivedrà i propri soldi.
Certo,
resta il dubbio esternato dai tedeschi ai tempi di Tremonti: e se
l’Unione europea tra dieci anni si trovasse in difficoltà e non
riuscisse a restituire i soldi? Paura inutile: All’”emittente” sarà
sufficiente chiedere agli Stati membri di aumentare il loro contributo all’Unione europea: probabilmente aumentando le tasse (ai nostri figli e nipoti).
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