Di
Claudio Martinotti Doria
Descrivere
la degenerazione della situazione sociale e istituzionale del cosiddetto “mondo
occidentale”, con particolare riferimento al nostro Paese, sarebbe solo una ripetizione
ed elencazione noiosa di una molteplicità di argomenti e situazioni stressanti
già conosciute da tutti voi, descritte innumerevoli volte da molti articoli
miei e di altri autori pressappoco in sintonia con il mio pensiero. Pertanto
non vi tedio.
E’
evidente a chiunque disponga ancora d’intelligenza analitica autonoma, che
siamo ormai circondati, per non dire assediati, dalla stupidità, dall’egoismo,
dal parassitismo, dalla spocchia, dall’aggressività, dall’Ego individuale e
collettivo, ecc.. Finché il fenomeno è limitato alla società, influisce
pessimamente sulla qualità delle nostre vite, ma i danni rimangono limitati
alla sfera personale e locale.
Il
problema si fa più grave e pericoloso quando gli stessi comportamenti sono
adottati e manifestati a livello di leadership politica, ai massimi livelli
istituzionali.
Il
comportamento di molti leader di paesi importanti come la Francia, il Regno
Unito, la Germania, gli USA, l’UE, ecc., lascia sgomenti per la loro stupidità
e protervia, come se fossero completamente dissociati dalla realtà e
imponessero d’autorità la loro visione ingiustificata e infondata della realtà,
strumentale solo ai loro scopi. Che non sono quelli della popolazione da loro indegnamente
rappresentata, ma sono esclusivamente pertinenti a una nicchia sociale esiguamente
minoritaria, una élite finanziaria, i cui interessi evidentemente cercano di
favorire, pur con scarsissime capacità e competenze individuali, soprattutto a
livello strategico, tattico e propagandistico.
Da
appassionato di storia ho l’impressione che l’attuale leadership “occidentale”
stia manifestando una stupidità collettiva piuttosto pericolosa, che potrebbe
sfociare in qualche conflitto bellico non solo regionale, come è avvenuto
innumerevoli volte dal dopo guerra ad oggi, ma potrebbe estendersi a livello
continentale se non planetario. Perché quando si perde “la presa” sul popolo,
che non si beve più la disinformazione e mistificazione dei mass media
mainstream, allora non rimane che inventarsi come al solito dei nemici esterni
minacciosi per far deflagrare un conflitto, costringendo in tal modo la
popolazione a sottomettersi nuovamente alla loro autorità, mettendola di fronte
al fatto compiuto, promulgando leggi speciali e imponendo la legge marziale
dando maggiore potere ai militari.
Se
pensate che il mio solo allarmismo temo siate troppo ottimisti.
Finché
si trattava dei Paesi Baltici e della Polonia, era anche comprensibile, con
quello che hanno vissuto sulla pelle in passato, il nemico russo come spauracchio
può ancora far presa, non fosse altro che per relegare sempre più ai margini le
minoranze russe presenti in quei paesi. Ma quando anche i paesi scandinavi
assumono lo stesso spauracchio e si aggregano tra loro per esercitazioni
militari su vasta scala come se veramente si sentissero minacciati da un’inverosimile
invasione russa, allora la situazione diviene preoccupante. E ho taciuto
volutamente dell’Ucraina, perché lo ritengo uno stato nazista criminale, dopo
il colpo di stato di quattro anni fa, che può reggersi solo fomentando la
guerra con la Russia per ottenere finanziamenti esteri occidentali.
Non
c’è un solo tema, argomento, evento, iniziativa, dichiarazione, ecc., che
provenga dalla leadership europea e occidentale che si possa ritenere
intelligente e fondata sulla cultura del rispetto.
Ecco
il punto citato nel titolo. Oggi purtroppo si concepisce perlopiù il rispetto
in chiave superficiale, ipocrita, esteriore, apparente, confondendolo con la gentilezza,
la captatio benevolentia o la “moderazione”, e non si colgono le sue valenze
profonde, la sua accezione più ampia, motivo per cui l’ho definita “cultura”,
quindi non può limitarsi ad un atteggiamento, una tattica o un comportamento
occasionale.
Dev’essere
una cultura assimilata, un approccio esistenziale e propositivo permanente e
perseverante, una scelta e stile di vita cui mantenersi fedeli, perché è l’unico
modo che consenta di interagire con gli altri con pari dignità, tenendo conto
degli interessi e diritti di tutti i partecipanti, alla ricerca di una comune
condivisione e soluzione ai problemi, senza ricorrere all’uso della forza.
Forza che perlopiù si presume di possedere, ma che ormai sono in molti a
disporne (anche in eccesso), e non è misurandola reciprocamente e
approssimativamente che si potranno mai risolvere le reciproche divergenze.
Semmai dovrebbe essere l’intelligenza reciproca a essere misurata, il valore
aggiunto dell’apporto di ognuno dovrebbe essere appunto costituito dalle idee,
dall’esperienza, dalla disponibilità alla cooperazione, condivisione,
mediazione, collaborazione, ecc., finché si trovi un punto di convergenza, sul
quale elaborare piani, progetti, accordi, che poi dovranno essere rispettati. E
qui ci risiamo col rispetto. Se non si rispettano gli accordi stipulati si
perde credibilità, e allora si deve nuovamente ricorrere alla forza per
giustificare la propria infedeltà agli accordi, che è la politica adottata
continuamente dagli USA, che si ritengono esentati dall’adesione e dal rispetto
di qualsiasi accordo precedente in base alle mutate esigenze contingenti.
Con
comportamenti del genere la diplomazia perde qualsiasi efficacia, valore e
funzionalità, diventa un puro esercizio di retorica e ipocrisia, un rituale
esteriore vanificato, spogliato di ogni importanza e significato se non
mediatico e propagandistico.
Che
gli interessi siano contrastanti è ovvio, fa parte del gioco delle parti, ma il
rispetto reciproco dovrebbe essere sacralizzato e si dovrebbe rimuovere solo ed
esclusivamente quando un soggetto istituzionale si rende indegno, e in questo
caso tutte le parti in gioco dovrebbero riconoscerlo senza mezze misure e
ipocrisie, e il colpevole dovrebbe essere moralmente condannato. E non come
avviene ora che tutti quanti si accodano al soggetto più forte, o ritenuto
tale, anche se il suo comportamento è improntato costantemente alla mancanza di
rispetto per chiunque non si allinei alle proprie decisione autoritarie e arbitrarie.
Lo
stesso discorso vale in ogni località nazionale nel gioco delle parti politiche
avverse.
Se
ci fosse la cultura del rispetto nei nostri politicanti (se ci fosse non
sarebbero politicanti ma politici), l’obiettivo primario dovrebbe essere l’interesse
della popolazione, e qualsiasi proposta dovrebbe essere vagliata con questo
criterio, e non come avviene continuamente, falsificando l’interpretazione
della realtà e dei dati econometrici solo per pervenire a dileggiare l’avversario,
anche quando propone qualcosa di valido.
Se
si applicasse come criterio privilegiato la cultura del rispetto, si
perverrebbe ad approvare proposte favorevoli alla popolazione e alla nazione, e
non solo agli interessi di esigue minoranze privilegiate, siano essere interne
o esterne ai propri confini.
La
cultura del rispetto costituisce le fondamenta di qualsiasi edificio politico
istituzionale e sociale si voglia costruire, altrimenti sarà solo un bluff di
breve durata, destinato a collassare alla prima occasione.
Per
costruire una solida, condivisa e assimilata cultura del rispetto, occorrono
alcune generazioni, ma si deve pur cominciare in qualche modo, iniziando da
ogni singolo soggetto che dovrebbe sforzarsi di cambiare atteggiamento e
comunicare con maggiore adesione alla realtà dei fatti, cioè in maniera sincera
e non ipocrita e accondiscendente. Occorre rinunciare al quieto vivere e alla
ricerca esclusiva dei propri interessi individuali e familistici, per iniziare
a promuovere gli interessi comunitari e collettivi, riconoscendo attorno a sé non
dei nemici ma semmai degli avversari temporanei, che solo tramite la
comunicazione, intensa e rispettosa, seppur critica, potranno partecipare contribuendo collaborativamente,
riconoscendo il valore di quanto si propone, se effettivamente quanto esponiamo
contiene qualcosa di valido.
Proseguire
nel pregiudizio e nelle critiche oltranziste non approda a null’altro che all’incomprensione
e al collasso della convivenza pacifica, facendo il gioco del “divide et impera”,
strategia da sempre applicata dai guerrafondai, che hanno tutto l’interesse a
fomentare disordini e conflitti, essendo i possessori del mastodontico apparato
industriale militare e della security, nonché delle principali multinazionali e banche mondiali.
Urlare
più forte o millantare credito non sempre identifica il vero detentore del
potere, ma è la comprensione delle origini e delle dinamiche degli eventi e dei
fenomeni e la loro accurata descrizione, la sola modalità che consente di
limitare i danni o addirittura impedire che se ne arrechino, Comunicare in modo
appropriato e realistico è ancora il mezzo più potente che esista per impedire
ai facinorosi di prevalere, in tutti gli ambiti.
Pretendere
il rispetto in ogni circostanza dovrebbe divenire una prassi consolidata, il
confronto non dovrebbe mai essere considerato una sfida, una competizione, altrimenti
si fa il loro gioco, e si è perdenti in partenza. Se veramente volete disarmare
un avversario irrispettoso, applicate il rispetto fino in fondo, rivelando come
stanno le cose, svelando gli altarini e gli espedienti, i trucchi e le
mistificazioni e valorizzando esaustivamente quanto proponete come soluzione. Questo
sarebbe un vero atto rivoluzionario, in un’epoca in cui si vorrebbe imporre l’omogeneizzazione
del pensiero passivo, cioè l’accettazione delle falsità preconfezionate e
mediaticamente propagate.
Più
persone adotteranno la cultura del rispetto come stile di comunicazione e
strumento propositivo, soprattutto nell’ambito di uno stesso gruppo omogeneo,
come ad esempio una compagine di governo, e più aumenteranno le probabilità che
col tempo tale modello di riferimento identifichi una “politica di valore” e
diventi un modello di riferimento da emulare, in una sorta di contagio politico
culturale positivo. Per riuscire in tale intento occorre essere fortemente
motivati e saper perseverare, sapendo che il tal modo si fanno gli interessi di
tutti in un mondo nel quale, in netto contrasto, pressappoco tutti si dedicano ai
propri.
1 commento:
Youre so cool! I dont suppose Ive read anything like this before. So nice to seek out somebody with some unique thoughts on this subject. realy thanks for starting this up. this website is something that is needed on the web, somebody with slightly originality. helpful job for bringing something new to the web! real money casino
Posta un commento