Premessa di Claudio Martinotti Doria
Una volta le argomentazioni che sono trattate nell'articolo che pubblico, tratto da Il Fatto Quotidiano, in Italia circolavano fra pochi emarginati e pubblicati solo sui propri blog ... ora possono essere lette da centinaia di migliaia di persone ... Seguite il corso dell'oro e dell'argento e vedrete quanto sono fondate queste valutazioni, per altro conosciute da parecchi anni da ogni libertario e studioso della teoria economica austriaca ed anche da me pubblicate in vari interventi nel mio blog nel corso degli anni.
Per chi invece ama soffrire ed autocommiserarsi, ci sono sempre in circolazione gli schemi di Ponzi (che colpiscono da circa un secolo) i cui promotori fanno promesse di rendimento e garantiscono il capitale versato come fossero politici di professione (che ormai possono solo più raccontare fandonie e tergiversare, nell'attesa del collasso del sistema finanziario e monetario mondiale), se qualcuno vuole consegnare loro i propri risparmi, può sempre sperare in qualche comparsata in televisione, dopo essere stato turlupinato ...
Nel frattempo vi rammento che un autorevole economista a Davos ha pubblicamente dichiarato che l'Euro è un cadavere ambulante che presto collasserà (figuriamoci allora cosa dovrebbe succedere al dollaro! Che invece viene paradossalmente cambiato in un rapporto di 1:46 con l'euro, mentre dovrebbe essere almeno alla pari ...), che l'University of Texas ha deciso di prendere in consegna l'oro fisico anziché dollari ! E si parla di 21,5 tonnellate … che lo stato dello Utah (lo stato più prospero e con la migliore qualità di vita degli USA) ha deciso di tornare all'oro ed all'argento come mezzi di pagamento, che nella confederazione Svizzera vi è una proposta di leggere per tornare al Franco Aureo (è probabile che il franco svizzero tornerà ad essere una moneta rifugio prossimamente …), in Inghilterra si vuole togliere la riserva frazionaria alle banche ed obbligarle al 100% di riserva, TANTO PER CITARE ALCUNI ESEMPI DI ASSUNZIONE DI CONSAPEVOLEZZA E RESPONSABILITA', in Italia invece si continua a cazzeggiare, le televisioni del cavaliere invitano addirittura le massaie a vendere l'oro e l'argento che posseggono in casa per convertirli in euro … e come se si giocasse e ballasse a bordo di una nave che sta affondando, ma forse non sanno neppure di essere a bordo di una nave, ed ancor meno si rendono conto che sta affondando, e temo che la nave non possegga neppure i salvagenti e le scialuppe di salvataggio.
Il debito Usa minaccia l’Ue più della Grecia
Fonte: Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it
Sono riusciti a non pagare tassi più alti mentre si indebitavano, ma non si può continuare. Di questo passo in un anno porteranno il loro debito alla cifra record di 16mila miliardi di dollari, circa 8 volte la somma di tutti i debiti europei
Girava una battuta lunedì sui mercati: “La revisione di Stantard & Poor’s del rating degli Usa ha sorpreso solo chi ha voluto farsi sorprendere”. In molti avevano già alleggerito le loro posizioni sulla Borsa e sui titoli di Stato americani di fronte alla oramai evidente incapacità del Congresso americano di governare un debito che ha battuto ogni record storico e uno sbilancio fra entrate e uscite (deficit pubblico) che è ancora al 10 per cento. Di questo passo gli Stati Uniti in un anno porteranno il proprio debito al 120 per cento del Pil per la cifra record di 16 mila miliardi di dollari, circa 8 volte la somma di tutti i debiti europei.
Non sarebbe un grosso problema per una nazione di grande forza economica come gli Usa se il governo e la Banca centrale americana, la Federal Reserve, non avessero barato: in tutti i Paesi del mondo avere più debito significa automaticamente pagare tassi più alti che riducono la capacità di indebitarsi a costringono i governi a misure restrittive. Per Washington a più debito hanno corrisposto minori tassi d’interesse perché la Fed ha comprato 4 mila miliardi di titoli di Stato americani e ha fornito alla presidenza Obama denaro fresco di stampa per finanziare la spesa pubblica. La Banca centrale ha sfornato negli ultimi anni miliardi di dollari dal nulla, senza giustificazione, senza dar conto a nessuno e soprattutto senza garanzie reali. A fronte di quella carta moneta esistono solo dei titoli di Stato emessi dal governo Usa: è come se per ottenere un prestito in banca si dessero in garanzia assegni scoperti della stessa banca con la promessa di onorarli in futuro. Un gigantesco castello di carta che ha consentito di nascondere per un poco i danni provocati dalla crisi finanziaria ma che sta per arrivare al capolinea. L’eccesso di denaro in circolazione non ha prodotto la crescita economica che ci si aspettava, non ha aumentato significativamente il tasso di occupazione e sta producendo l’effetto collaterale di un’inflazione galoppante negli Stati Uniti e in tutti i paesi che stanno ricevendo fiumi di investimenti in dollari. Il presidente della Fed Ben Bernanke e Obama hanno fatto una scommessa azzardata e la stanno perdendo: finanziare la ripresa con la stampa di carta moneta non ha mai fatto bene nella storia e questa volta non è diverso.
Ma anche in Europa, dove si è stampato molto meno denaro, i nodi stanno giungendo al pettine: i “piani di salvataggio” di Grecia e Irlanda fanno acqua da tutte le parti e per il Portogallo non si annuncia un futuro migliore. La Germania continua a non voler mettere mano seriamente al portafoglio e Francia, Olanda (e ora anche Gran Bretagna e Finlandia) la seguono su questa rotta, autolesionista nel lungo periodo. I paesi in crisi non riusciranno a ripagare i propri debiti e neppure a ripagare i debiti verso il fondo creato a Bruxelles per sostenerli. Si iniziano a studiare soluzioni alternative: allungamenti delle scadenze, default parziali, conversione dei bond in circolazione con nuovi bond e varie altre fantasie finanziarie. Le alchimie tuttavia non potranno cancellare la realtà della Grecia che non riuscirà ad uscire dalla recessione e che continua ad avere entrate fiscali in calo, dell’Irlanda che non riuscirà a ripagare il debito contratto con l’Europa perché il suo settore bancario è ancora in fortissima sofferenza e crisi di liquidità, e di un Portogallo che sarà il vero vaso di Pandora del debito quando, dopo le elezioni, il nuovo governo dovrà affrontare banche sull’orlo dell’insolvenza e fornitori di beni e servizi allo Stato che non vengono pagati da più di un anno. Poi toccherà alla Spagna, che mostra segni di ripresa e un buon andamento delle entrate fiscali, dati troppo buoni per essere veri ma abbastanza cattivi per convincere il presidente José Luis Rodriguez Zapatero a non ricandidarsi alle prossime elezioni. I grandi investitori nei giorni scorsi hanno ripreso a vendere i titoli di Stato di Madrid. E mentre tutto questo si sviluppa sotto i nostri occhi cosa fa l’establishment politico e finanziario mondiale? Poco e niente, tira a campare. Negli Usa Obama promette un futuro meraviglioso fatto di accordi bipartisan per rientrare dal deficit, in Europa ci si riunisce a Bruxelles per dare a bere ai mercati l’ennesima promessa, l’ennesimo prestito ponte che sposterà di qualche anno in avanti il momento del disastro.
www.suberbonus.name da Il Fatto Quotidiano del 20 aprile 2001