Inarrestabile il declino della UE? Il tempo per cambiare rotta sta finendo
Una recente analisi di Bloomberg evidenzia come l’apatia e la resistenza dopo la strigliata di Mario Draghi per contrastare la debole crescita della produttività nell’Unione Europea, prevalgano su tutto.
Dopo decenni di allarmi e di crescita al di sotto della media, i leader dell’Unione Europea (UE) si trovano improvvisamente di fronte a una raffica di prove che dimostrano che il declino sta diventando inarrestabile.
Secondo Bloomberg, la UE è ad un bivio critico, con una combinazione di paralisi politica, minacce esterne e malessere economico che minaccia di porre fine alle sue ambizioni di diventare una forza globale a pieno titolo. Invece di agire come un blocco economico coeso e dinamico, gli stati membri sembrano sempre più concentrati a difendere i propri interessi nazionali.
Incapace a rispondere tempestivamente ai problemi reali
Il presidente francese, Emmanuel Macron, noto per il suo europeismo, ha ceduto il potere di veto del suo governo all’estrema destra. Nel frattempo, la più grande casa automobilistica tedesca, la Volkswagen, sta considerando di chiudere per la prima volta in assoluto le sue fabbriche in patria. A complicare ulteriormente la situazione, i giganti della tecnologia statunitensi stanno voltando le spalle al mercato europeo a causa delle nuove restrizioni sull’intelligenza artificiale.
Questi sviluppi confermano l’incapacità della UE di agire come un blocco economico coeso e dinamico, erodendo il suo status e degradando la sua capacità di rispondere ai problemi reali. Questi includono la politica industriale cinese, l’aggressione militare russa e persino una futura amministrazione antagonista negli Stati Uniti.
La recente apatia o resistenza da parte dei governi europei, dopo l’appello di Mario Draghi a maggiori investimenti e obbligazioni comuni per contrastare la debole crescita della produttività, sottolinea come la regione abbia praticamente rinunciato a provarci.
Il mondo sta radicalmente cambiando mentre l’Europa non vuole cambiare
Il problema fondamentale è che il mondo sta vivendo cambiamenti radicali dovuti al crollo climatico, al cambiamento demografico e al passaggio a un’economia post-industriale. Tutti fenomeni su cui l’Europa è in grave ritardo in termini di capacità e volontà di risposta. I rivali geopolitici della regione stanno cercando di sfruttare queste trasformazioni, mentre troppi dei membri più grandi della UE sono gravati da modelli economici che non funzionano più e da elettori che non vogliono abbracciare cambiamenti.
Come ha detto l’ex presidente polacco Aleksander Kwasniewski in un’intervista, “Qualcosa sta cambiando in modo molto, molto drammatico e molto, molto profondo in questo mondo. Non possiamo reagire efficacemente, perché siamo troppo lenti“.
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