Scritto da Francesco Carbone

Foto di lingotti d'oro su tutte le pagine dei giornali. Titoloni straordinari a caratteri cubitali. E' già successo alla rottura dei 300 dollari, poi dei 400 dollari, poi 500, 600, 700, 800, 900, 1000, e anche a questi 1100. Solitamente è un segnale quasi infallibile che il prezzo è arrivato al termine di un'altra tappa intermedia.
Non pensiamo che la gente abbocchi a questi ottimi segnali contrarian e corra di gran carriera a comprarsene qualche oncia. Più probabilmente leggerà qualche riga e sfoglierà pagina chiedendosi forse la ragione di un argomento così inutile.
Qualora invece lo facesse davvero non ha mai capito il significato dell'espressione market timing. Chi ha capito cosa significa market timing da 8 anni compra e accumula qualcosa in più solo a seguito di ogni storno pesante, che puntualmente, nel giro di qualche giorno o settimana dai titoloni straordinari, arriva ad allontare per sempre gli eterni indecisi.
La massa, piuttosto, corre a vendersi l'ultima collanina rimasta in casa al punto compro oro più vicino con circa un 30% di sconto sul prezzo del mercato ufficiale (in questi giorni 13.5 euro al grammo per oro a 750, e 17.5 euro per oro fino a .999 contro i 24 euro al grammo dei mercati ufficiali)
Non deve neanche fare molta strada, oramai sono ovunque. Chissà come mai. Forse è solo un bel business facile facile con un grande margine dietro. Oppure dietro c'è qualcuno che grazie ai compro oro rastrella le ultime once di moneta onesta e reale rimasta in mano alle persone. Più probabilmente tutte e due le cose.
Nove anni fa, a distanza di qualche anno dalla laurea in economia, ci avvicinammo a questo strano metallo, dimenticato ai piedi della bolla dei titoli tecnologici, e scoprimmo casualmente la strada della vera scienza economica che inevitabilmente si incrocia con la nobile moneta di re e imperatori.
Non c'è scienza economica senza azione umana, e non ci sarebbe stata alcuna civilizzazione moderna senza le possibilità offerte da questo metallo quasi mistico, spontaneamente ed evolutivamente adottato dall'azione umana come mezzo di scambio, unità di conto, e quasi perfetta riserva di valore.
Ci sembrò incredibile che questo metallo fosse stato dimenticato così velocemente dall'uomo e dalla sua memoria ancestrale. Eppure era proprio così. In poche decadi la forza dell'indottrinamento statale era riuscita a rimuovere un attaccamento millenario, quasi connaturato allo stesso dna umano.
L'atto di fede nei governi, nelle banche centrali, e in una pseudoscienza dalle fallimentari premesse metodologiche, erano riusciti a compiere l'irrimediabile grazie al quale era diventato possibile trovare qualcuno disposto ad accettare meno di venti milioni delle vecchie lire per un chilo d'oro. Ce ne volevano più del doppio oltre 20 anni prima.
Sembrava uno scherzo, ma non lo era. Lo scherzo sembravamo farlo noi ai poveri ignoranti a cui comunicammo la straordinaria notizia. Con il portafoglio pieno di cisco, tiscali e tante altre schifezze, ci ridevano in faccia. L'opportunità di potersi garantire una pensione sicura grazie a uno scambio così assurdo era accolta come ridicola, risibile.
E' passato del tempo. Otto anni sembrano tanti ma non lo sono per un mercato bull. Chi riderà per ultimo ancora non è certo. Di certo l'oro da quei lontani giorni del 2000 resta forse l'asset che ha performato meglio di qualunque altro. Il cambio Dow Jones contro oro, nel frattempo è sceso da 40 a 10.
Nonostante ciò, pochissimi nel frattempo si sono ricreduti. La maggior parte è rimasta sempre scettica, lungo tutta l'ascesa, ripetendo ad ogni nuovo massimo che la salita era finita. Da quando poi l'oro ha superato i 1000 dollari, gridano alla bolla.
Dopo la doppia bolla delle borse, dopo la bolla del mercato immobiliare, dopo la bolla del petrolio e delle commodities, non restavano che altre due bolle possibili, quella dei debiti di governo, e quella dell'oro.
Finalmente quindi! Eccola qua, la bolla tanto attesa da chi si è fumato l'aria tossica di tutte le bolle precedenti. Quella dell'oro! Ma è vera bolla?
Ne parleremo in un prossimo articolo. Intanto, qualora non aveste ancora comprato i nostri libri, ve ne raccomandiamo l'acquisto. Le premesse di questo articolo sono argomentate nei nostri testi, insieme ad altri contenuti di fondamentale importanza per cogliere il quadro generale di questa crisi economica che non è mai terminata.
Francesco Carbone
presidente di USEMLAB
consulente finanziario presso ABS Consulting SIM