Fauci alla sbarra: 7 ore di testimonianza tra amnesie e bugie in serie
di REDAZIONE
La trascrizione non è ancora disponibile e nessun giornalista è stato ammesso. Ma dai procuratori generali che hanno intentato la causa, i querelanti nel caso e il loro avvocato, e altre parti nella causa contro l’amministrazione Biden, abbiamo alcune informazioni sulla deposizione fornita da Anthony “I am the Science” Fauci. È stato il volto della risposta alla pandemia ed è accusato di collusione con le Big Tech per sopprimere il dissenso, in violazione del Primo Emendamento.
La sua deposizione non è stata pubblica, per questioni di “ordine pubblico”, e chissà come mai i principali media nazionali non hanno mostrato alcun interesse a conoscere questa storia. Tuttavia, abbiamo informazioni grazie ad alcuni tweet e a un articolo di uno dei querelanti. Ebbene, ciò che emergenza di più importante è che Fauci è stato afflitto da una grave forma di amnesia. Oltre sette ore di domande, come spiega il procuratore capo della Louisiana, Jeff Landry, a cui Fauci non ha risposto.
- “Oh! È stato fantastico trascorrere 7 ore con il dottor Fauci. L’uomo che da solo ha distrutto l’economia americana basandosi sulla “scienza”, per scoprire che non riesce a ricordare praticamente nulla che abbia a che fare con la sua risposta al Covid”!
Tutto ciò nonostante le centinaia di pagine e le numerose dichiarazioni pubbliche che sembrano confermare che la Casa Bianca, e molte agenzie governative, hanno lavorato a stretto contatto con Google, Facebook, Twitter e altri, per controllare la narrazione per la maggior parte dei due anni. E questi sforzi sono probabilmente in corso.
Eric Schmitt, il procuratore generale del Missouri, ha scritto:
- “Durante la testimonianza di, il trascrittore ha starnutito e Fauci pretendeva che indossasse la maschera. Questa è la mentalità nel novembre 2022 dell’uomo che ha bloccato il nostro paese e ha rovinato innumerevoli vite e mezzi di sussistenza. Gli esperti hanno seguito l’esempio. Il dissenso è stato censurato. In America. Mai più”.
Il querelante Aaron Kheritary, Brownstone Senior Scholar and Fellow, ha spiegato quanto segue:
- “Fauci ha confermato che, nel febbraio 2020, ha inviato Clifford Lane, suo vice al NAIAD, come rappresentante degli Stati Uniti per la delegazione dell’OMS in Cina. Lane ha convinto Fauci che dovevamo emulare i lockdown cinesi. Il PCC aveva annunciato che la Cina aveva contenuto il virus attraverso blocchi draconiani, un’affermazione ora nota per essere falsa. Dato il (sic) modello cinese di informazioni falsificate, Lane e Fauci avrebbero dovuto prendere l’affermazione di cui sopra con scetticismo. Insomma, Fauci apparentemente era disposto a basare la sua difesa dei lockdown sulle osservazioni di un solo personaggio che si basava sui rapporti di un dittatore”.
Jim Hoft, di Gateway Pundit, ha fornito osservazioni più dettagliate ancora. Citando qui integralmente il suo rapporto:
- Fauci è un abile bugiardo. Come abbiamo visto ormai da mesi nei suoi commenti pubblici, mente quando sente di poterla far franca o quando sente che non ci saranno conseguenze significative.
- Fauci mentiva spesso a meno che non venisse messo di fronte a fatti alternativi. Ad esempio, ha affermato di non avere davvero familiarità con Ralph Baric (creatore del virus COVID) o Peter Daszak (che ha mediato la concessione di denaro NIAID di Fauci al biolab cinese di Wuhan), fino a quando non si è trovato di fronte alla prova che il suo capo staff gli ha inviato un’e-mail descrivendo Daszak e Baric come parte della squadra di Fauci!
- Fauci ha affermato di non sapere che il suo team di comunicazione non si è coordinato con le società di social media per fermare “disinformazione e disinformazione”, fino a quando non è stato costretto ad ammettere di essere effettivamente a conoscenza di alcuni casi di coordinamento.
- Fauci ha continuato a sostenere l’affermazione ormai sfatata secondo cui il COVID-19 era un virus presente in natura.
- Fauci ha affermato che la disinformazione (informazioni con cui non è d’accordo) mettono a rischio la vita.
- Fauci ha rifiutato di ammettere la ricerca sul “gain of function”, dicendo che era un termine troppo ampio da definire.
- CURIOSITÀ: fino a poco tempo fa la figlia di Fauci lavorava per Twitter.
- FATTO DIVERTENTE: Fauci è un ipocondriaco. che pretendeva di far mettere una mascherina ad una persona in aula che ha starnutito.
- FATTO DIVERTENTE: in un altro spasmo di ipocondria di Fauci, Fauci ha vistosamente aggredito il procuratore generale della Louisiana, Jeff Landry, dopo che Landry ha starnutito sulla manica della sua giacca.
- Fauci è abile. Ogni volta che veniva presentato a un argomento per lui ostico, si rifiutava disonestamente di definire i termini chiave di quell’argomento, in modo da evitare di essere inchiodato e ritenuto responsabile. Ad esempio, quando ha discusso l’argomento della ricerca sulla “gain of function”, ha rifiutato di riconoscere il significato del termine, obiettando che era un termine così ampio da non poter essere definito.
- Fauci ha ripetutamente affermato di “non ricordare”, oppure di semplicemente di non capire, sperando che l’avvocato che poneva la domanda non sarebbe stato in grado di coglierlo in flagrante sulla bugia che sosteneva. Ad esempio, ha ovviamente mentito a un certo punto quando ha affermato di non sapere cosa fosse Meta (società madre di Facebook), fino a quando non è stato costretto ad ammettere che, in effetti, sapeva cosa fosse Meta.
- Un’altra tattica di Fauci? Minimizzare ogni fatto negativo
(1) minimizzando il significato della comunicazione;
(2) fingeva di leggere le prove chiave che gli erano state presentate;
(3) fingendosi falsamente umile e affermando di non comprendere appieno lo studio scientifico in questione;
(4) affermando che, mentre “conosceva” determinate persone perché incontra così tanti medici e scienziati come parte del suo lavoro. - Altre tattiche di inganno di Fauci: assumersi i meriti e scaricare sui subordinati i demeriti. Ha sfacciatamente sostenuto che, mentre era a capo del NIAID e del suo budget di 6 miliardi di dollari, non aveva alcuna conoscenza di ciò che i suoi diretti subalterni stavano facendo proprio sotto il suo naso.
- Fauci ha sostenuto che l’idrossiclorochina era “pericolosa” e aveva effetti collaterali “tossici”. Fauci ha affermato che l’HCQ era inefficace nel trattamento del COVID, ma non ha potuto citare un singolo studio a sostegno della sua affermazione. Ha negato anche l’elenco di 371 studi sull’HCQ e sulla sua efficacia nel trattamento della malattia quando gli è stato presentato l’elenco.
- Fauci ha ammesso di aver mentito al pubblico. In uno dei momenti più sorprendenti durante la sua deposizione, ha ammesso di aver consapevolmente rilasciato false dichiarazioni sulla salute pubblica all’inizio della pandemia, consigliando alle persone di non usare maschere per scoraggiare il pubblico dall’esaurimento della fornitura di maschere.
- Fauci ha ammesso di aver avuto le sue idee di lockdown dai cinesi comunisti, che avevano adottato restrizioni estreme nel gennaio 2020.
Jenin Younes, avvocato dei querelanti che lavora con la New Civil Liberties Alliance, ha scritto su Twitter: “Una delle mie citazioni preferite dalla deposizione di Fauci oggi: «Ho un lavoro quotidiano molto impegnativo nel gestire un istituto da sei miliardi di dollari. Non ho tempo per preoccuparmi di cose come la Dichiarazione di Great Barrington»”. Eppure – ribadisce la Yunes – ci sono tanto di e-mail in cui Fauci si esprime “molto pubblicamente e con forza contro la Dichiarazione di Great Barrington.
In conclusione, abbiamo qui un resoconto rivelatore della sorprendente testimonianza di Fauci, che, per quelli di noi che hanno seguito questo caso da vicino fin dall’inizio, è scioccante solo perché conferma la pienezza del tradimento che da tempo sospettavamo fosse all’origine dell’esperienza dei lockdown negli Stati Uniti. Abbiamo anche confermato che la frase “distanziamento sociale” in realtà non è altro che un eufemismo per un assalto completo in stile cinese a tutto ciò che una volta chiamavamo libertà in Occidente.
TRATTO DA QUI – TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
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