La storia delle aggressioni israeliane contro il Libano
di Mick Armstrong - 15/10/2024
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Fonte: Come Don Chisciotte
L’ultimo assalto omicida di Israele al Libano fa parte di un modello ricorrente di aggressione imperialista. Israele ha già invaso il Libano tre volte: nel 1978, nel 1982 e nel 2006. In ogni occasione, Israele ha inflitto morte e miseria orribili, distruggendo infrastrutture vitali e costringendo migliaia di persone a lasciare le loro case.
Le tre precedenti invasioni, tuttavia, sono solo una parte della storia dell’aggressione concertata di Israele contro il popolo libanese. Per oltre 50 anni, Israele ha effettuato ripetuti raid aerei, operazioni di sabotaggio, attacchi navali, incursioni al confine e ha finanziato le operazioni militari delle forze fasciste libanesi. E per molti anni Israele ha mantenuto l’occupazione del Libano meridionale.
Dopo la sconfitta dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) in Giordania nel 1971, il Libano divenne il principale centro della resistenza palestinese all’occupazione sionista. Per contrastare le forze palestinesi, Israele attaccò il Libano più di 6.200 volte tra il 1968 e il 1975.
A seguito degli attacchi aerei israeliani, alcuni campi profughi palestinesi nel sud del Libano furono completamente rasi al suolo. Nell’ottobre del 1977, circa 300.000 rifugiati, soprattutto musulmani sciiti libanesi, erano fuggiti dal Libano meridionale.
Questi attacchi provocarono un’opposizione popolare di massa tra i lavoratori e i poveri del Libano. Dopo l’assassinio da parte degli israeliani di tre leader palestinesi a Beirut nel 1973, 250.000 manifestanti, circa un decimo della popolazione libanese, marciarono per protesta. L’esercito libanese, tuttavia, si rifiutò di muovere un dito per combattere Israele e cercò invece di schiacciare la resistenza.
Le continue incursioni nel Libano meridionale radicalizzarono la popolazione del sud, prevalentemente sciita, e portarono alla rapida crescita del Partito Comunista Libanese, dell’Organizzazione dell’Azione Comunista e di altri gruppi socialisti. Questi gruppi organizzarono milizie armate per respingere gli attacchi israeliani.
Israele a sua volta armò e addestrò milizie fasciste in Libano. La milizia più numerosa, la Kataeb o Falange, si era ispirata direttamente ai fascisti spagnoli del generale Franco degli anni Trenta.
Nel marzo 1978, Israele invase il Libano meridionale fino al fiume Litani nel tentativo di schiacciare le forze guerrigliere dell’OLP. La Forza di Difesa Israeliana fece uso di bombe a grappolo fornite dagli Stati Uniti contro la popolazione civile, uccidendo tra i 1.100 e i 2.000 libanesi e palestinesi e costringendo tra i 100.000 e i 250.000 a fuggire come rifugiati.
Israele installò il proprio alleato di estrema destra, la milizia dell’Esercito del Libano del Sud, per presiedere il territorio libanese a sud del fiume Litani. Durante i suoi lunghi anni di governo militare, l’Esercito del Libano del Sud, che è stato compattato, armato e addestrato da Israele, è diventato famoso per la sua brutalità. Nel 1985, istituì il centro di detenzione di Khiam, dove venivano praticate torture su larga scala contro gli oppositori popolari.
Nel 1982, Israele invase nuovamente il Paese. Questa volta le truppe israeliane avanzarono fino alla capitale libanese Beirut. Assediarono la città per quasi due mesi per ridurre la popolazione alla fame. Poi scatenarono i loro alleati fascisti libanesi per compiere un orribile massacro della popolazione dei campi profughi di Sabra e Shatila.
In alcune zone del Libano meridionale, l’organizzazione islamista Amal è stata in grado di mobilitare settori della popolazione sciita contro i palestinesi e la sinistra, che incolpavano della devastazione operata da Israele. Amal ha scimmiottato la Falange fascista con i suoi massacri di palestinesi. Tuttavia, negli anni successivi, una lotta concertata delle forze di sinistra e nazionaliste arabe riuscì a cacciare gli israeliani da tutte le zone del Libano meridionale, tranne una piccola striscia.
Nel 2006, Hezbollah si era affermato come una forza potente in Libano, sia politicamente che militarmente. Israele ha quindi invaso di nuovo il Libano, deciso a eliminare Hezbollah e a indebolire così gravemente la posizione strategica dell’Iran, alleato di Hezbollah.
Come sempre accade, Israele è stato sostenuto dagli Stati Uniti, che hanno posto il veto alla risoluzione delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco. Inizialmente, la maggior parte degli Stati arabi sunniti circostanti era felice di vedere Israele affrontare il proprio rivale regionale.
Ma questa volta il rullo compressore israeliano è stato fermato sul nascere perché Hezbollah è riuscito a galvanizzare un ampio sostegno popolare al di fuori della sua base comunitaria sciita. Dopo 33 giorni di intensi combattimenti, l’Israel Defence Force è stata costretta a ritirarsi con la coda tra le gambe.
Da tempo Israele progetta un nuovo assalto contro Hezbollah per riparare alla sconfitta subita nel 2006. La giustificazione pubblica di Israele questa volta è che sta semplicemente rispondendo agli attacchi missilistici di Hezbollah, un’organizzazione listata come terroristica,
Ma lo Stato israeliano e, notoriamente, il suo apparato di sicurezza Mossad sono da tempo tra i più abili e plateali esponenti del terrorismo – autobombe, assassinii individuali, avvelenamenti e operazioni di sabotaggio – in tutto il mondo. Il recente attacco coordinato israeliano ai cercapersone e ai walkie-talkie è solo la loro ultima atrocità terroristica.
Ancora una volta la spinta bellica di Israele è sostenuta dagli Stati Uniti e da altre potenze occidentali come l’Australia. L’amministrazione americana non vede di buon occhio la prospettiva di una guerra con l’Iran, che l’assalto di Israele a Hezbollah aprirebbe. Ciononostante, gli Stati Uniti continuano a fornire gli armamenti da cui Israele dipende in modo vitale per portare a termine l’assalto al Libano e inviano altre navi da guerra e truppe in Medio Oriente per sostenere Israele. Perché?
Perché, a prescindere dai suoi “eccessi”, Israele è una forza strategica fondamentale che difende gli interessi dell’imperialismo statunitense in Medio Oriente. Con le sue enormi ricchezze petrolifere e la sua posizione strategica, compresa la vitale via commerciale internazionale del Canale di Suez, la regione è di vitale importanza per il capitalismo mondiale.
Di conseguenza, l’establishment statunitense, compresi entrambi i principali partiti politici, continua a fornire il sostegno politico e l’enorme hardware militare necessario a Israele per condurre le sue ripetute guerre e per portare a termine il suo genocidio a Gaza.
Il quotidiano liberale israeliano Haaretz ha riassunto la relazione di Israele con l’imperialismo occidentale già nel settembre 1951:
“A Israele è stato affidato un ruolo non dissimile da quello di un cane da guardia… Se l’Occidente preferisce, per un motivo o per l’altro, chiudere gli occhi, può contare sul fatto che Israele punisca severamente gli Stati vicini la cui mancanza di buone maniere nei confronti dell’Occidente ha superato i limiti adeguati.”
In effetti, la maggior parte delle innumerevoli guerre di Israele non sono state condotte contro i palestinesi, ma contro gli Stati arabi confinanti. Già nel 1956, Israele ha chiarito il suo ruolo di protettore degli interessi imperialisti occidentali unendosi alle vecchie potenze imperiali di Francia e Gran Bretagna in una guerra contro l’Egitto. La guerra fu una risposta alla nazionalizzazione del Canale di Suez da parte del nuovo governo nazionalista egiziano guidato da Gamal Abdel Nasser.
Da allora, Israele ha condotto una guerra dopo l’altra contro gli Stati arabi circostanti. Fu la fulminea vittoria militare di Israele nel 1967 su Egitto, Siria e Giordania a dimostrare agli Stati Uniti il valore di Israele come potenza nella regione.
Sulla scia della guerra del 1967, gli Stati Uniti cominciarono a sostenere Israele con un maggiore supporto politico, finanziario e militare. Israele è diventato il principale difensore degli interessi imperialisti occidentali in una regione instabile. L’ultima guerra di Israele non fa eccezione a questo schema.
In Occidente, anche da parte del governo Albanese, ci sono state molte critiche ipocrite per le devastazioni inflitte al Libano. Ma gli appelli dei leader occidentali al cessate il fuoco e alla “moderazione” da parte di Israele non sono altro che uno spettacolo.
I ricchi e potenti degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dell’Australia sanno da che parte è imburrato il loro pane. Una vittoria di Israele serve molto ai loro rapaci interessi capitalistici. Dobbiamo opporci con forza a questa guerra.
Fonte: https://mronline.org/2024/10/04/israels-history-of-aggression-against-lebanon/
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
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