Vito Petrocelli
"A Kazan i BRICS sono diventati grandi" - Vito Petrocelli (Presidente Istituto Italia-Brics)
Il presidente dell'Istituto Italia-Brics ed ex presidente della Commissione affari esteri del Senato, Vito Petrocelli commenta i risultati del Vertice dei Brics a Kazan a l'AntiDiplomatico
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-a_kazan_i_brics_sono_diventati_grandi__vito_petrocelli_presidente_istituto_italiabrics/51962_57331/
di Alessandro Bianchi
L'annuale
Vertice tra i leader dei Paesi BRICS si è svolto quest'anno a Kazan in
Russia. Il documento finale suddiviso in 134 punti e 43 pagine affronta
diverse tematiche con un approccio di "lungo periodo", come ha
sottolineato il presidente Vladimir Putin nel suo discorso di apertura.
Si chiede, tra l'altro, una riforma globale delle Nazioni Unite (ONU),
compreso il Consiglio di Sicurezza, per renderlo più democratico,
rappresentativo ed efficace, un ulteriore sviluppo dell'associazione, la
condanna delle sanzioni unilaterali, la risoluzione delle crisi
regionali, in particolare in Ucraina e in Medio Oriente. Oltre alle
parole del documento, quello che emerge con forza dirompente è la
dimostrazione plastica di un mondo nuovo che è "divenuto grande", come
dichiara a "Egemonia", il presidente dell'Istituto Italia-Brics ed ex
presidente della Commissione affari esteri del Senato, Vito Petrocelli.
L'INTERVISTA
Il Vertice DI Kazan ha riunito decine di capi di stato da
tutto il mondo del cosiddetto Sud Globale dando un segnale della forza
del nuovo mondo che avanza. Quale è il principale messaggio inviato
all’occidente?
Io credo che il messaggio principale
mandato dall'evento di Kazan a tutto l'occidente è che i Brics sono
diventati ormai grandi: non sono più soltanto grandi da un punto di
vista economico, finanziario e produttivo ma rappresentano già da alcuni
anni l'alternativa valida ad altri consessi multipolari per il sostegno
delle posizioni politiche del Sud del mondo. Inoltre il messaggio è
chiaramente il riflesso del maggiore successo della Presidenza russa di
quest'anno. Qual è questo successo al di là di quello che tutti quanti
hanno potuto vedere, ossia la grande partecipazione di leader, capi di
Stato e primi ministri a questo evento? Il successo sta nell’essere
riusciti a tenere l’agenda dei lavori centrata sui temi dell’inclusione,
della partecipazione paritaria e delle questioni di interesse
collettivo. La presidenza russa non ha imposto i “suoi” temi di politica
internazionale, economica e sociale, nonostante la crisi ucraina ancora
in corso. Questo è il successo più grande del vertice.
Anche
i media corporativi occidentali, alla fine, hanno dovuto ammettere il
fallimento del tentativo dell’isolamento della Russia, ammettendo
indirettamente il successo del Vertice BRICS in Russia. CNN, BBC e
Bloomberg su tutti. Questo porterà ad una posizione più flessibile e
conciliante in futuro, oppure in occidente si sceglierà di perseguire
ancora la via dello scontro con il mondo di Kazan?
In
effetti il successo del vertice di Kazan è stato talmente tanto grande e
talmente tanto evidente che i più grandi quotidiani e media occidentali
hanno dovuto ammettere il fallimento della strategia di isolamento
della Russia e di demonizzazione del presidente Putin. Cosa succederà a
questo punto è difficile da dire e un po’ dipenderà da chi vincerà le
elezioni presidenziali americane. La vittoria di Trump allenterebbe la
tensione nel conflitto ucraino ma molto probabilmente la farebbe
aumentare in maniera esponenziale in Medio Oriente. Siccome le due crisi
sono strettamente collegate, francamente non saprei se la vittoria di
Trump potrebbe essere più foriera di un periodo di relativa pace e
tranquillità. E’ certo invece che la vittoria di un ennesimo candidato
democratico farà impennare nuovamente le ambizioni degli ultra
atlantisti e dei neocon americani che si nascondono dietro il partito
domocratico.
Tra le proposte avanzate dal Presidente Putin e inserite nella dichiarazione finale del Vertice quali la convincono di più?
La
proposta più interessante tra quelle presentate dal presidente Putin
riguarda il consolidamento della sicurezza energetica globale. Il gruppo
di Brics rappresenta il grosso dei paesi produttori di risorse
energetiche ma rappresenta anche un cospicuo numero di paesi che sono
tra i più grandi consumatori delle risorse stesse. Mantenere i rapporti
di partnership con interesse mutuo e collegiale rappresenterà forse il
limite che il gruppo Brics deve affrontare per non cadere nelle vecchie
dispute sul controllo dei prezzi del petrolio e del gas. Questo
resta il tema dei temi anche per il prossimo futuro, insieme a quello
della disponibilità idrica nel pianeta, argomento purtroppo poco
considerato nei documenti BRICS.
Il presidente Putin ha annunciato 13 paesi che sono divenuti
"partner" e candidati all'ingresso. Quali, in particolare, potrebbero
dare maggiore impulso all’organizzazione?
Sono in
effetti tanti i paesi che ambiscono a entrare nel gruppo BRICS. Io credo
che più di un paese tra i 13 divenuti "partner" potrebbero
legittimamente dare impulso alla funzionalità e all’efficienza
dell'organizzazione. Nonostante i nuovi ingressi, i paesi che hanno
dimostrato di avere la maggiore capacità di attività la maggiore
capacità propositiva restano Cina e Russia. Io penso quindi che paesi
importanti potrebbero essere quelli che portano un contributo ulteriore
alla capacità di organizzare, oltre che in riferimento al contesto
geografico. Ne nominerei tre. L’ingresso di Cuba sarebbe un grande
risultato, per superare il decennale embargo americano e una parte della
soluzione ai problemi che i cubani devono affrontare ogni giorno oramai
in maniera antistorica. Nel continente asiatico sarebbe importante per
esempio l'ingresso della Malesia per il particolare rapporto che ha con i
paesi già aderenti al blocco, per la sua posizione geostrategica e
politica rispetto alle recenti crisi internazionali. Infine l’europea
Bielorussia perché è un paese che è stato capace di sperimentare forme
antiche ma innovative di economia, di sostegno allo sviluppo sociale e
di lotta ai rigurgiti neofascisti e neonazisti.
L’Italia sta sfruttando al meglio le potenzialità economiche con il mondo di Kazan? E quali consigli darebbe al governo Meloni?
L'Italia
non sta sfruttando per niente le potenzialità offerte dal mondo di
Kazan, persino dopo l'espansione del gruppo dei Brics. Escludendo i
valori della nostra bilancia commerciale con la Repubblica Popolare
Cinese, tutti i parametri con gli altri paesi Brics sono o stagnanti o
in declino. Questo mostra che il nostro paese, nonostante il governo
cosiddetto sovranista, sta seguendo la solita linea di allineamento
cieco, sordo e muto agli interessi dei nostri alleati anglosassoni. La
Meloni non si è discostata dalla linea ultra atlantista seguita prima di
lei da Draghi con l’appoggio trasversale anche del Movimento 5 stelle
prima della giravolta di Conte sull’invio di armi in Ucraina. Una lunga
tradizione di sudditanza agli interessi USA. Mi sembra inutile dare
consigli a chi ha vinto le elezioni con un programma e sta facendo
tutt'altro, purtroppo in continuità con il passato. Siamo una colonia e
lo resteremo.
Lei è stato esautorato nel 2022
dalla carica di presidente della Commissione esteri per le sue posizioni
sul conflitto in Ucraina e il coinvolgimento italiano, che oggi
riflettono il sentimento della maggioranza dei cittadini. Cosa è
cambiato nella politica italiana da allora?
Il 1 Marzo del 2022, oramai due anni e mezzo fa, ho votato al
Senato contro l'invio di armi italiane al regime ucraino. Da allora a
oggi poco è cambiato nella politica italiana e ancora meno nella
rappresentazione che danno del conflitto i media italiani, a differenza
del parziale cambio di rotta di alcuni media stranieri. Le pagine web
dei principali giornali italiani di oggi non hanno danno il vertice
BRICS tra le prime 5 notizie, se si eccettua il Corriere della Sera. Ci
sono articoli di politica interna, sulla manovra economica, sullo
scandalo del portavoce del ministro della cultura, sui migranti in
Albania. Non parla del vertice Brics Repubblica (e non c’è da
meravigliarsi) e non parla del vertice Brics e del grande significato di
questo evento nemmeno il Fatto Quotidiano, oramai organo di stampa del
partito 5 Stelle, a significare che anche quell'area politica non vuole
dare risalto a qualcosa che anche per i grandi media internazionali
ormai è evidente: il cambio di rotta di un mondo multipolare che negli
ultimi anni sta facendo valere le proprie proposte contro il progetto
unipolare anglosassone.
Vuole mandare un messaggio a chi l’accusava allora, mentre oggi porta avanti le stesse posizioni, ma dall’opposizione?
Il
Movimento 5 stelle ha fatto un'inversione ad U, dopo aver partecipato
alla mia liquidazione da presidente della commissione affari esteri del
Senato nel 2022 perché palesemente contrario a una linea politica
guerrafondaia. Oggi Conte si è ricreduto, ha cambiato idea, si è pentito
senza scusarsi con chi ha sempre tenuto la posizione contraria a
qualsiasi coinvolgimento italiani nel conflitto. Troppo facile oggi che
il voto dei cinque stelle è inutile. Lascerei un messaggio chiaro: chi
era già contrario alla guerra è sempre più forte, perché sono sempre più
numerose le persone che non ne possono più della retorica
guerrafondaia, della retorica neofascista, dell'appoggio ai neonazisti
di Kiev. Le ragioni di Mosca erano corrette: il conflitto non l'ha
cominciato Putin ma è stato iniziato dagli ucraini appoggiati
dall'occidente e l'accerchiamento della Russia da parte della NATO è
effettivamente la causa principale della reazione di Mosca. La
pace non si raggiunge semplicemente cambiando idea, ma con una coerenza
da tenere a qualsiasi prezzo. Io sono molto soddisfatto di occuparmi
oggi del nuovo mondo multipolare con l’Istituto Italia BRICS. Vado
avanti convinto di essere dalla parte giusta della storia e del futuro,
diversamente da quanti cambiano orientamento come le bandierine lo
cambiano con il variare del vento.
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