Israele colpisce l'Iran: raid misurato, la partita sembra chiusa
Lo strike israeliano tanto temuto è arrivato e, dopo tanta trepidazione, sembra che si possa tirare un sospiro di sollievo: l’attacco è stato misurato. Israele parla di raid di precisione e contro obiettivi militari, non siti nucleari né infrastrutture energetiche, obiettivi che avrebbero innescato necessariamente la risposta iraniana (sconsigliati, peraltro, anche dall’America). Teheran minimizza. La grande guerra regionale dovrebbe essere scongiurata.
In Israele toni tiepidi
I media israeliani riportano la notizia del raid con toni meno trionfalistici del solito, come un atto dovuto e che ha ottenuto lo scopo prestabilito, anzitutto ripristinare la deterrenza. Significativo un titolo del Jerusalem Post: “Israele ha strutturato l’attacco all’Iran in modo che Teheran potesse negare i danni causati”.
I toni trionfalistici sono riservati al futuro, con l’avvertimento dell’IDF all’Iran di evitare qualsiasi tipo di risposta per non innescare un’escalation che avrebbe conseguenze catastrofiche per Teheran. Anche tale monito è un atto dovuto.
I media iraniani riportano la notizia con toni più che pacati, quasi riecheggiando il ritornello di una canzone che vinse un’edizione del festival di Sanremo: “Non mi avete fatto niente” (che riprendeva una commovente missiva scritta dal marito di una delle vittime dell’attentato al Bataclan, ma questa è un’altra storia, forse).
in Iran “situazione normale”
Questi alcuni titoli di Tansim, l’agenzia stampa di Teheran: “Le difese aeree dell’Iran affrontano con successo l’aggressione israeliana”. “Situazione normale a Teheran, si sentono diverse esplosioni a ovest della capitale”. “Nessun centro militare dell’IRGC [i guardiani della rivoluzione ndr] preso di mira a Teheran”. “Una fonte nega la notizia degli attacchi israeliani in 20 località dell’Iran”. “I voli [di linea] riprendono normalmente in Iran dopo l’aggressione israeliana”.
C’è anche chi, come l’ex analista della Cia Larry Johnson, sostiene che l’attacco israeliano sarebbe stato del tutto sventato dalle difese iraniane, implementate dalle sofisticate donazioni belliche russe. Possibile che quanto avvenuto sia frutto di un combinato disposto delle due dinamiche, cioè un attacco limitato israeliano che ha incontrato difese che non si aspettava.
Né è da escludersi, anzi è più che probabile, che quanto avvenuto sia l’esito di un qualche accordo sottotraccia ad altissimo livello. Un indizio in tal senso è la visita del Segretario di Stato Tony Blinken in Israele avvenuta proprio a ridosso dell’attacco e le dichiarazioni successive di Washington, che si è detta soddisfatta del raid israeliano, segno che ha ottemperato alle sue richieste.
Né sembra casuale che il 24 ottobre sia sbarcata in Israele una delegazione russa di alto profilo, ufficialmente per riprendere le trattative con Hamas allo scopo di liberare due ostaggi russi tenuti prigionieri a Gaza (Kommersant).
Al di là dei particolari e delle conseguenze di quanto avvenuto sulla persistente conflittualità mediorientale, quel che si può registrare al momento è che il pericolo di un’escalation sembra essere scongiurato.
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