Il piano della “vittoria” di Zelensky
di Marco Travaglio - 18/10/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Sul wagon-lit, anzi sul “wagon-qui”, Totò-Antonio
Scannagatti e l’onorevole Cosimo Trombetta hanno un problema. È entrata
Isa Barzizza e i letti nella cuccetta sono solo due. Ma Totò ha un’idea:
“C’è a chi piace e a chi non piace. A me piace”. Questa: nella prima
parte della notte lui e la signorina dormiranno nel letto di sopra,
mentre viceversa nella seconda si sposteranno in quello di sotto, e
l’onorevole sempre da solo nell’altro. Passando dalla commedia alla
tragedia, anche Volodymyr Zelensky ha un problema: la guerra è persa, i
russi continuano ad avanzare nel Donetsk, ma anche verso Dnipro e
Kharkiv, mentre gli ucraini continuano ad arretrare e a morire. E della
geniale invasione di un fazzoletto di terra russa nell’oblast di Kursk,
che doveva costringere Mosca a trasferire le sue truppe dal campo di
battaglia principale, nessuno si ricorda più, a parte i 10 mila soldati
ucraini lasciati lì alla mercé dei nemici, che lentamente li hanno
circondati in 50 mila e li attaccano con bombe plananti in attesa che
pioggia, fango, neve e gelo facciano il resto. Ma ora Zelensky ha
un’idea: il “Piano della vittoria”, che suona benissimo, tantopiù che
mira a “porre fine alla guerra entro il prossimo anno” (dice così ogni
anno). E l’ha messa giù in 10 punti, di cui 3 segreti. Ma stranamente,
quando li ha esposti a Biden, alla Nato e alla Ue, gli hanno risposto:
“Tutto qui?”. Allora ha illustrato il Piano al Parlamento ucraino e si è
detto da solo che è molto bello. C’è a chi piace e a chi non piace: a
lui piace. E ha ragione: è bellissimo.
Funziona così: la Nato
autorizza gli ucraini a bombardare la Russia in profondità con le sue
armi, rafforza la difesa ucraina con altre vagonate di armi e miliardi
(purtroppo finiti), dispiega sul suolo ucraino un pacchetto deterrente
strategico ma (bontà sua) non nucleare e soprattutto abbatte tutti i
missili russi nei cieli ucraini (e perché no, anche in quelli russi)
come fanno l’Iron Dome israeliano e le due portaerei Usa con quelli
dell’Iran e di Hezbollah. In cambio l’Ucraina – ma solo nel dopoguerra –
entra nella Nato e rimpiazza parte delle truppe Usa in Europa con le
sue. Intanto, ça va sans dire, a un suo segnale convenuto, i russi
scappano, o si arrendono, o si ritirano, talmente terrorizzati dal Piano
della Vittoria da dimenticarsi di avere pronte 6 mila testate nucleari
in caso di intervento Nato. E così, come per miracolo, Kiev si riprende
la Crimea e le altre quattro regioni perdute senza più sparare un colpo.
Strano che nessuno ci avesse ancora pensato. Restano da svelare i tre
punti segreti, ma pare che Zelensky vi abbia annotato tre obiettivi
ancor più realistici: il palazzo del Cremlino come regalo di Natale,
l’annessione della Russia all’Ucraina e il suo fidanzamento con Taylor
Swift. C’è a chi piace.
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