Innocenti invasioni
di Marco Travaglio - 02/10/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Massima solidarietà ai colleghi titolisti che da 31 mesi
chiamano “invasione” l’invasione della Russia in Ucraina e ora non sanno
come chiamare quella di Israele in Libano. Sennò poi dovrebbero
chiedere sanzioni economiche, commerciali e militari contro Tel Aviv,
invii di armi al governo libanese aggredito contro l’aggressore
israeliano (da bombardare anche sul suo territorio, sempre per
“legittima difesa” ci mancherebbe), accusare chi si oppone di voler
spianare la strada al nuovo Hitler come quel pappamolla di Chamberlain a
Monaco 1938, paragonare le milizie libanesi alla Resistenza
antifascista, reclamare il sequestro degli asset israeliani nelle banche
occidentali, l’ostracismo globale per scrittori e artisti israeliani
vivi e morti, giornalisti, fotografi, direttori d’orchestra, soprano,
calciatori, tennisti, atleti olimpici e paralimpici, docenti e
ricercatori giù giù fino ai gatti, tutti agenti di Netanyahu. E poi
bandire tutti i siti e i social della stampa israeliana e dare la caccia
agli hacker, troll e hater israeliani che a suon di fake news truccano
tutte le elezioni dell’orbe terracqueo a vantaggio dei complici di Bibi.
Troppo complicato. Molto più semplice chiamare l’invasione con un altro
nome.
Premio Pulitzer al Corriere per il sontuoso “Invasione
limitata in Libano”. Come quella ragazza che rimase “un po’ incinta”.
Quindi sì, Israele invade, ma appena appena, un cicinìn. In fondo è solo
un’“offensiva di terra”, ma senza offesa per nessuno. Una visitina: toc
toc, è permesso? Per Repubblica non è che una serie di “incursioni”,
anzi “operazioni di commando contro Hezbollah”. Sì, vabbè, sono “oltre
confine” di uno Stato sovrano, ma che sarà mai. Per Domani e Verità è
un’“incursione”: una sola. Per Messaggero e Libero, Israele “entra in
Libano”, come uno che va un attimo in bagno. Meraviglioso il Giornale:
“Bibi: ‘Iraniani presto liberi’. Via al blitz in Libano”. Ecco cos’è
l’invasione: un “blitz” in Libano per liberare gli iraniani, che fra
l’altro non hanno mai chiesto di essere liberati. Riformista: “Israele
verso l’ingresso in Libano”, ma è ancora sull’uscio e sta suonando
educatamente il campanello. “Ehi, c’è nessuno in casa?”. Sul dizionario
dei sinonimi del Foglio l’invasione si chiama “deterrenza contro l’asse
del male”, anzi – garantisce Giuliano Ferrara – “autodifesa”. Adriano
Sofri, che di morti ammazzati se ne intende, fa una bizzarra equazione
fra “le guerre della Russia e dell’Iran”. Solo che è Israele che ha
bombardato per primo l’Iran, oltre a Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria,
Yemen e Iraq. Parrebbe quasi, parlando con pardòn, l’“aggressore”. Ma
non esageriamo. Manca poco che la chiamino “operazione militare
speciale”. Che poi “speciale” è pure troppo: meglio “ordinaria”
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