BRICS 2024 – Lo Stato dell’Arte
In generale, uno dei risultati più rilevanti di questi vertici sembra essere proprio quello di contribuire a tessere relazioni bilaterali più strette tra i paesi aderenti, sfruttando il canale sempreverde delle relazioni personali dirette tra i leader, che in tali occasioni si parlano senza filtri in colloqui one-to-one dove più facile sembra affrontare anche vecchie ed irrisolte questioni tra i paesi, così come accennare, lontano dai riflettori, temi strategici e delicati, cui un’eccessiva pubblicità potrebbe nuocere. Che poi è quanto accade, in misura molto più grande e con un grado di segretezza decisamente più alto, e tra partecipanti meno “ufficiali” (ma non per questo meno potenti, anzi) alle riunioni dei vari Bilderberg, Trilateral etc. E le conseguenze di questi incontri non hanno tardato di farsi sentire, come dimostra il fatto che il primo paese a condannare la rappresaglia israeliana verso l’Iran sia stata l’Arabia Saudita.
In realtà, sembra che su alcuni di questi, come il complesso insieme di misure necessarie ad uscire progressivamente dal “sistema dollaro” (comprendente non solo l’uso della moneta statunitense per gli scambi commerciali, ma anche tutte le altre strutture finanziarie collegate, come ad esempio il sistema di pagamenti SWIFT) i BRICS abbiano ormai superato questa fase e non si facciano più problemi a parlarne pubblicamente, anche se i paesi aderenti sembrano ancora lontani dal poter mettere in campo misure concrete. La morte del Dollaro è ancora lontana, e sono loro stessi – al di là dei “colpi di teatro” come la creazione della prima banconota del UNIT, la nuova valuta dei BRICS – ad ammetterlo. Ma la strada sembra segnata: il cammino sarà lungo, ma se è la Cina a percorrerlo, si può stare certi che non verrà abbandonato tanto facilmente.
In generale, molti sono gli spunti che sono emersi, su diversi fronti, ma per un’analisi più puntuale, rimandiamo alle sintesi apparse su Reuters (che sottolinea i punti in cui si fanno dichiarazioni concilianti verso l’Occidente) o su alcune fonti indipendenti, come la rivista Sovranità Popolare, che hanno pubblicato una sintesi dei punti più importanti della Dichiarazione Finale, ma anche alcuni interessanti post di analisti indipendenti, come questo di Alex Barnicoat su X che commenta i fatti salienti e gli incontri più rilevanti del vertice.
Tuttavia, mi sembra che una delle caratteristiche più importanti che differenziano il Sistema denominato BRICS dalle alleanze occidentali variamente denominate, parlando ad un livello molto alto, stia nel fatto che, mentre queste ultime hanno ormai adottato la logica del “o con noi o contro di noi” e tendano a considerare chi aderisce ai BRICS come un nemico (ho detto “tendano”, con Erdogan si può fare un’eccezione… ), nei BRICS la logica di fondo ammetta, e forse perfino incoraggi, una multilateralità dei paesi aderenti che per il solo fatto di aderire a qualche altra alleanza non vengono ostracizzati dagli altri. Certo, è anche una posizione dettata da rapporti di forza e da considerazioni di convenienza (buttare fuori l’India perchè fa incontri bilaterali con la Germania, tanto per fare un esempio, non sembrerebbe una mossa intelligentissima), ma in realtà questa sembra essere soprattutto un approccio di fondo, in primo luogo dei paesi inizialmente promotori. E non mi sembra poco.
L’incontro Putin-Erdogan ai margini del vertice BRICS24 – Fonte: Canale telegram @ItaliaBrics
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