La decarbonizzazione rischia di diventare deindustrializzazione?
Secondo Federacciai al Forum SteelOrbis Italia, la decarbonizzazione rischia di trasformare l’Europa in un continente deindustrializzato.
“La decarbonizzazione rischia di trasformarsi in deindustrializzazione, e questo sarebbe un disastro per l’Europa“. A dirlo è Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, alla conclusione di un’analisi che ha esposto durante il Forum SteelOrbis Italy 2024.
“Penso che tutti dobbiamo lavorare per il cambiamento climatico, ma il modo in cui il green deal viene applicato all’Europa merita un’analisi più approfondita. In particolare, le misure che sono state adottate non hanno considerato l’analisi di impatto e l’analisi costi-benefici“.
Le conseguenze della chiusura delle acciaierie integrate
La chiusura delle acciaierie integrate porterà all’interruzione della produzione di un particolare tipo di acciaio piano essenziale per l’industria automobilistica, che non può essere prodotto tramite la tecnologia EAF (forni elettrici). Ciò costringe il settore automobilistico europeo ad importare materiale dal Giappone, dalla Cina e dalla Corea del Sud, cioè da quei paesi che sono concorrenti nel settore automobilistico.
Inoltre, come rileva Gozzi, non ci saranno grandi investimenti nella siderurgia europea da un punto di vista strutturale nei prossimi cinque o dieci anni, perché la siderurgia è un settore che guarda a lungo termine e per ora è difficile fare previsioni.
Non ci saranno rottami a sufficienza
A rendere ancora più critica la situazione, c’è la questione dei rottami che riguarda i forni elettrici, la cui produzione è prevista ampliarsi dal 25% al 43% nel 2030. Questo tipo di produzione necessita di rottami, che diventeranno quindi un materiale ancora più strategico e critico.
Nel caso specifico del mercato italiano, esiste anche il problema dei rottami più costosi sul mercato locale rispetto a quelli dei rottami importati, cosa che solleva preoccupazioni su come potranno essere alimentati tutti i forni elettrici che ci saranno. Una soluzione potrebbe essere la tecnologia DRI, una questione controversa e comunque non neutrale in termini di emissioni, che richiede ingenti investimenti e che necessita di gas per poter funzionare. Ma, come noto, i costi del gas in Europa sono diventati troppo alti per consentire alle aziende di competere sul mercato.
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