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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Fabio Mini - Kim, Putin e il doppiopesismo della NATO. Ucraina e Corea del Sud sfruttano il pretesto dell’escalation

 

Fabio Mini - Kim, Putin e il doppiopesismo della NATO


di Fabio Mini - Fatto Quotidiano

31 ottobre 2024


Che la guerra in Ucraina fosse convenzionale è assodato da tempo. Almeno fino a quando non si scoprirà con meraviglia e sorpresa che sono già state usate armi non convenzionali, munizioni speciali, aggressivi biologici e chimici.

E fino a quando non si passerà alla guerra nucleare che potrebbe accadere in ogni momento. Nella guerra convenzionale vige il principio di reazione di Newton secondo il quale a ogni azione corrisponde una reazione che la natura, la scienza, l’etica e il diritto bellico vorrebbero uguale e contraria.

In realtà sempre più spesso la reazione bellica motivata è innaturale, sproporzionata, asimmetrica e indiretta. Quella immotivata non è una reazione ma un’azione. La reazione israeliana all’azione di Hamas è stata sproporzionata e diretta non contro Hamas ma contro tutti i palestinesi esistenti e quelli non ancora nati. Altra cosa innaturale è giustificare chi agisce affermando che reagisce. Dopo l’introduzione del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti (1928) si è continuato a fare la guerra di aggressione dando a essa nomi diversi e confondendo azione e reazione secondo la convenienza del momento. Non si è considerata la vera storia che registra l’accumulo di azioni, minacce e ingiustizie che hanno portato alla reazione.

Per passare dalla “storia” al “momento” si sono spesso utilizzati falsi pretesti e mistificazioni. Così i soldati o i missili, i carri armati e i droni che i paesi della Nato mandano in Ucraina per combattere la Russia sono aiuti legittimi mentre le armi, le munizioni e i soldati mandati dalla Corea del Nord e l’Iran alla Russia sono una pericolosa escalation e una violazione del diritto internazionale. Inoltre, se noi occidentali diamo armi all’Ucraina essa vince, se i coreani le danno alla Russia vuol dire che è a pezzi.

Le reazioni irrazionali del segretario alla Difesa americano Austin, dell’Alto rappresentante europeo Borrell e del Segretario della Nato alla notizia dell’afflusso di truppe nordcoreane in Russia somigliano molto alle mistificazioni e alla fabbricazione dei pretesti usati nelle varie guerre occidentali. Ed è questo il vero pericolo che i due stanno creando.

Come l’ex generale Powell fu costretto a esibire le prove false delle armi chimiche irachene, l’ex generale Austin ha esibito immagini satellitari ovvie come prove della presenza di truppe coreane in Russia. Prove non necessarie perché la presenza non era un segreto per nessuno. Stessa linea della propaganda di Borrell che strilla a ogni respiro russo, tace di fronte alle panzane ucraine e rimane inattivo (chiacchiere e retorica a parte) nei riguardi di Israele. Entrambi, e non sono soli, non hanno prodotto uno straccio di valutazione razionale sull’afflusso coreano in Russia. Eppure sanno come stanno veramente le cose o dovrebbero saperlo.

Dal punto di vista politico l’invio scaturisce da un accordo fra due Stati membri delle Nazioni Unite attualmente in guerra de jure (Corea del Nord) o de facto (Russia). Entrambi si trovano nella condizione di dover combattere contro popoli “fratelli” grazie a quella che considerano una ingerenza armata dell’Occidente. Non sappiamo quali siano gli accordi, ma possiamo immaginarli dai loro effetti.

La Russia ha consentito alla Corea del Nord di uscire dall’isolamento politico e dalla morsa delle sanzioni occidentali. In cambio di enormi quantitativi di munizioni ha ottenuto risorse strategiche come denaro liquido, credito finanziario, energia e merci oltre a tecnologia nucleare e missilistica.

Kim può essere certo che mezzo mondo ricomincerà a parlargli, con minacce o blandizie, a partire dagli Stati Uniti che nella penisola coreana hanno quasi 30 mila uomini. La Corea del sud, che per compiacere Washington fornisce armi e munizioni all’Ucraina, ha il timore palese che il conflitto per procura tra Occidente e Russia dall’Ucraina si trasferisca in Corea, e quello nascosto che gli americani non se ne vadano mai.

Sul piano militare è probabile che sia stata la stessa Corea del Nord a offrire truppe e non la Russia a chiederle. Da settant’anni la Corea del Nord tiene addestrati e pronti un esercito di un milione di uomini e una popolazione di 25 milioni ampiamente militarizzata. Centomila pezzi di artiglieria sono puntati su Seul e le basi americane in Corea; missili a medio e lungo raggio sono in grado di colpire tutte le basi statunitensi dell’area e comunque, salvo qualche incidente di poco conto, questa forza enorme non ha mai provato sul campo la sua capacità militare.

Anche la Corea del Sud è curiosa di vedere come agiranno i “fratelli cattivi” e ha aggiunto i propri militari a quelli occidentali per istruire gli ucraini sulle tattiche dei soldati nordcoreani. Tutti i coreani in genere sono ottimi combattenti e quelli del Nord, meno tecnologici, sono dei guerrieri essenziali: sanno difendersi, attaccare e ammazzare. Niente di sofisticato.

Gli americani in Vietnam avevano affidato ai coreani la difesa degli ospedali da campo, dei depositi di munizioni e di altri siti sensibili dopo aver constatato che i loro reparti non erano in grado di battere le incursioni notturne dei Vietcong che razziavano di tutto. Con la sicurezza coreana gli americani non venivano più svegliati di soprassalto nel cuore della notte, ma il mattino successivo dagli alberi penzolavano i corpi squartati di vietcong. Le forze speciali nordcoreane sanno tutto del territorio della penisola e sono specializzate nel sabotaggio di centrali nucleari e infrastrutture dei trasporti. Parlano e leggono l’inglese e il russo e in caso di difficoltà la diaspora nordcoreana è presente in quasi tutte le Repubbliche della Federazione russa.

Non si sa quale accordo militare abbiano siglato russi e nordcoreani e non sappiamo quali compiti e regole d’ingaggio abbiano stabilito i russi per il contingente nordcoreano. Non si sa quali e quanti cannoni e missili si portino dietro. Si può comunque essere certi che tutti i combattenti abbiano già ricevuto un indottrinamento sui nemici da battere: bande di neonazisti pluri-tatuati al soldo degli americani. Non è detto che le unità nordcoreane vengano integrate in quelle della Federazione e poste sotto comando russo. È più probabile che a ogni unità venga assegnata una missione tatticamente autonoma e che il coordinamento avvenga al livello di comandi di contingente.

È una buona scuola anche per i generali che sicuramente pensano a una cooperazione militare più estesa. Gli ucraini li temono sul fronte, ma non è improbabile che vengano impiegati per la sicurezza delle retrovie russe e la minaccia a quelle ucraine. In ogni caso non è una escalation o un allargamento della guerra se non lo è anche l’intervento occidentale in armi, uomini e munizioni.

L’Ucraina e la Corea del Sud usano il pretesto dell’escalation per chiedere alla Nato rispettivamente altre armi e maggiore impegno nella regione dell’Indo-Pacifico. Un invito a nozze, anzi due.

L’istituzione di uno Stato attrae, genera e promuove certi caratteri e tratti caratteriali di brama di potere e servilismo, a volte addirittura spregevoli.

 

L’istituzione Stato va criticata e riconosciuta come una potente impresa criminale

 

miglioverde

di HANS HERMANN HOPPE

L’istituzione di uno Stato attrae, genera e promuove certi caratteri e tratti caratteriali. Fin dall’inizio attrae gli assetati di potere, coloro che vogliono governare altre persone e dominare la loro condotta, e d’altra parte, come suo complemento psicologico, attrae i servili, coloro che desiderano aggrapparsi, servire e sottomettersi ai potenti in cambio di sicurezza personale, protezione e privilegi. E questi (meno che desiderabili) tratti caratteriali di brama di potere e servilismo, quindi, vengono sistematicamente allevati, rafforzati, promossi, stimolati, coltivati, raffinati e diversificati entrando nell’apparato statale e lavorando all’interno e come parte di uno Stato. Questo è ciò che “il potere corrompe” significa in realtà. Rende gli assetati di potere ancora più affamati, e in tandem con la crescita del potere (dello Stato) si apre sempre più spazio anche per la crescita e lo sviluppo di servili parassiti. Il risultato di ciò è la menzionata incompetenza generale in tutti i suoi aspetti e varianti spiacevoli.

Credere, quindi, che la sostituzione di una persona, o di un gruppo di persone, esenti da responsabilità e obblighi con un’altra persona o gruppo di persone di questo tipo possa essere una soluzione a qualsiasi “problema sociale” è semplicemente un’illusione. Il potere corrompe e corrompe tutti e ovunque. E finché, quindi, i critici dell’attuale Stato occidentale limiteranno le loro critiche ai fallimenti di specifici agenti o agenzie statali e chiederanno semplicemente la loro sostituzione o riorganizzazione da parte di altri agenti o agenzie di questo tipo, saremo condannati e la marcia verso il controllo totalitario è destinata a continuare.

Che siamo governati da incompetenti, ignoranti, sciocchi, idioti, imbecilli e feccia, e che questo stato di cose scandaloso e deplorevole non sia migliorato ma sia peggiorato nel tempo non è un caso. È la conseguenza logica e prevedibile dell’accettazione del mito originale riguardante la necessità di uno Stato – di un monopolista della violenza, un giudice ultimo e definitivo che, a differenza di tutti gli altri, non può essere convocato da nessuno per essere processato per le sue azioni – per il mantenimento della pace.

In effetti, e al contrario, è scandaloso e un oltraggio morale che qualcuno possa governare (dominare) chiunque altro. Che una persona possa prendere la “proprietà naturale” di un altro (proprietà acquisita legalmente, secondo la “legge naturale”) e comandarlo senza richiedere il suo consenso e persino contro la sua aperta protesta. E che questa persona debba essere immune da qualsiasi accusa esterna, contro-rivendicazione o sfida “legale”.

Questa è una palese violazione e perversione della legge naturale: e una persona del genere non è un attore rispettoso della legge, ma un criminale, un fuorilegge .

Ancora più sconcertante, scandaloso e oltraggioso, quindi, che un uomo o un piccolo gruppo di persone (per quanto “buone” o ben intenzionate) possano governare centinaia, migliaia o persino milioni di persone e le loro proprietà e beni, nessuno dei quali i governanti conoscono personalmente o hanno mai incontrato e nessuno dei quali ha mai acconsentito a un simile trattamento. Questi governanti non sono solo dei fuorilegge, sono bande di fuorilegge, di bugiardi abituali, artisti della truffa, imbroglioni e truffatori, criminali incalliti e recidivi. Convocati davanti a una corte di diritto naturale, tutti loro verrebbero confrontati con innumerevoli accuse e condannati a restituzione, risarcimento e punizione, il che li porterebbe alla bancarotta personale e alla rovina economica.

L’attuale, apparentemente interminabile marcia verso un governo sempre più totalitario da parte di una piccola classe dirigente, osservabile in tutto il mondo occidentale, può essere fermata e invertita solo se l’istituzione stessa dello Stato viene criticata e riconosciuta come una potente impresa criminale, priva di qualsiasi legittimità e gestita da persone che sono tutt’altro che “onorevoli” (come a loro stessi piace essere considerate), se non addirittura spregevoli.

TRATTO DA QUITRADUZIONE DI ARTURO DOILO

L’esercito ucraino si sta ritirando in prima linea a causa della carenza di personale, ha dichiarato Zelenskyj, in precedenza li mandava a morte certa


Zelenskyj ha invitato i soldati delle forze armate ucraine a ritirarsi e a salvarsi

Zelenskyj ha parlato delle ragioni della ritirata delle forze armate ucraine lungo tutto il fronte.

Testo: Alexey Degtyarev

L’esercito ucraino si sta ritirando in prima linea a causa della mancanza di personale, ha dichiarato il presidente ucraino Vladimir Zelenskyj.
La carenza di personale militare nelle file delle forze armate ucraine sta costringendo l’esercito ucraino a ritirarsi in prima linea, ha detto Zelenskyj, riferisce la RBC citando i media ucraini.

Secondo Zelenskyj, nella situazione attuale è importante salvare la vita dei soldati. “Quando la scelta diventa: restare e morire, allora, ovviamente, andate via, ragazzi, salvate i soldati, salvate la gente”, ha osservato. Questo ha detto l’ex comico che ha mandato al massacro decine di migliaia di ucraini.

L’Ucraina ha ricevuto solo il 10% del pacchetto di aiuti votato dal Congresso degli Stati Uniti nel 2024, ha detto anche Zelenskyj. (Gli altri dove sono finiti?).

I partner non hanno fornito tutti i sistemi di difesa aerea promessi, ha aggiunto.

“Questo non è divertente”, ha aggiunto Zelenskyj.

Nel frattempo aumentano le diserzioni tra i reparti ucraini per sfuggire all’annientamento.

Doctors give assistance to an Ukrainian soldier at a medical stabilization point near the Donbas frontline. Albert Lores

In precedenza, il presidente dell’Ucraina aveva espresso insoddisfazione per la pubblicazione da parte dei media occidentali di informazioni sulla richiesta dell’Ucraina di missili Tomahawk agli Stati Uniti.

Fonti: VZGLYADRusvesna

Traduzione: Sergei Leonov

Orban: Il popolo georgiano ha preso una decisione: ha votato per la pace. Non ha permesso che il suo Paese diventasse una seconda Ucraina


La Georgia non voleva essere “ una seconda Ucraina ” e ha scelto la pace con la Russia.

“ Il popolo georgiano ha preso una decisione: ha votato per la pace. Non ha permesso che il suo Paese diventasse una seconda Ucraina. Sosterremo gli sforzi della Georgia per l’integrazione europea e lo sviluppo delle relazioni ungheresi-georgiane “, ha scritto Orban sulla sua pagina Facebook.

La Georgia non ha voluto essere una seconda Ucraina e ha scelto la pace con la Russia, e il popolo georgiano ha preso una decisione chiara nelle elezioni parlamentari del 26 ottobre, anche se è stata accolta molto male dalla leadership georgiana dell’Unione europea, ha precisato il ministro ungherese degli Affari esteri e del commercio, Péter Szijjarto, che ha accompagnato il capo del governo Viktor Orban durante il suo viaggio a Tbilisi.

“ Molti a Bruxelles volevano che la Georgia diventasse una seconda Ucraina, ma il popolo georgiano non era d’accordo. Se la Georgia diventasse una seconda Ucraina, significherebbe una guerra persa, centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi, perché questo significa la guerra in Ucraina “, ha detto il ministro degli Esteri in un’intervista alla televisione ungherese.

Egli ha osservato che “la Georgia non vuole essere una seconda Ucraina e i georgiani hanno preso una decisione chiara al riguardo, anche se questo ha causato grande dolore a Bruxelles”.

Interrogato sulle relazioni tra la Georgia e la Russia, che in passato hanno vissuto conflitti armati, Péter Szijjarto ritiene che il fatto che l’attuale governo della Georgia sia in grado di garantire la pace, nonostante la difficile situazione geopolitica nella regione e nel mondo, è un grande successo.

Giorgia, pro Russia manifestazione

Nota: In Georgia devono essere preparati ad affrontare i tentativi di sobillazione di guerra civile e di terrorismo già predisposti dalle agenzie anglo USA (CIA, NED e similari) al fine di capovolgere i risultati delle elezioni e spingere il paese verso la Nato. Il piano USA prevedeva di utilizzare anche la Georgia per attaccare la Russia ma questa volta non ha avuto successo. La Von der Leyen e i personaggi della élite di potere liberal globalista dovranno farsene una ragione.

Fonte: Observateur continental

Traduzione e nota: Luciano Lago

Il relatore speciale dell’ONU sui diritti umani, l’italiana Francesca Albanese, ha coraggiosamente chiesto l’espulsione di Israele dall’ONU


Il relatore dell’ONU chiede l’espulsione di Israele dalle Nazioni Unite

Il relatore speciale dell’ONU sui diritti umani nei territori palestinesi ha sollecitato la sospensione dell’adesione di Israele all’organismo internazionale.

Francesca Albanese ha raccomandato mercoledì all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) di prendere in considerazione la sospensione delle credenziali del regime di Tel Aviv come membro delle Nazioni Unite (ONU), fino a quando non smetterà di violare le leggi internazionali e ritirerà l’occupazione, che ha descritto come “chiaramente illegale”.

“Credo che l’impunità concessa a Israele gli abbia permesso di diventare un violatore seriale del diritto internazionale”, ha detto Albanese in una conferenza stampa.

Il relatore delle Nazioni Unite denuncia l’uso da parte di Israele dei palestinesi come scudi umani
L’esistenza dell’occupazione illegale israeliana ha causato decenni di segregazione e sfollamento per i palestinesi, ha avvertito e sottolineato che il regime sionista non ha il diritto di rimanere nei territori palestinesi occupati.

Civili palestinesi camminano tra le macerie

Ha ricordato che la Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha ordinato al regime sionista di ritirare, “incondizionatamente, completamente e il più rapidamente possibile”, la sua presenza militare in quella zona.

Albanese ha pubblicato un rapporto all’inizio di questa settimana accusando Israele di una campagna sistematica di sfollamenti forzati, distruzione e atti di genocidio contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

“I palestinesi, stremati dagli incessanti attacchi ai loro corpi e alle loro anime, sono abbandonati ai loro torturatori”, ha denunciato Albanese, denunciando apertamente la situazione insostenibile della popolazione di Gaza.

Dopo più di un anno di guerra, il numero delle vittime nella Striscia di Gaza sale a oltre 43.163 persone. Intanto i dati rivelano l’esistenza di oltre 100.000 feriti e una catastrofe umanitaria nella Striscia assediata a causa del blocco israeliano che impedisce l’ingresso di cibo, medicine e tutti i tipi di beni vitali.

Nota: Francesca Albanese, una voce nel silenzio dell’Europa vigliacca e complice del genocidio palestinese. Ne siamo orgogliosi. Sottoposta a censura dai media ufficiali (RAI e Mediaset) per causa delle sue dichiarazioni.

Fonte: Hispan Tv

Traduzione e nota: Luciano Lago

E’ iniziato il boicottaggio popolare dei prodotti israeliani

 

Elenco dei Prodotti Israeliani da Boicottare

di toba60.com

Israele è uno stato creato a tavolino per difendere gli interessi di pochi e per accontentare i desideri di pochi pazzi sionisti.

Con la complicità dei potenti (ONU, USA e le grandi famiglie sioniste oltre che altri criminali) si sono accaparrati terreni palestinesi ammazzando le popolazioni locali… quello che sta accadendo è uno scempio e un genocidio ma ovviamente il popolo italiano, purtroppo oramai atrofizzato mentalmente, non vede più niente chiaramente. Basterebbe leggere qualche libro in più e avere un po’ di senso critico invece di ammorbarsi con le cazzate propinate in TV ma pare non sia più possibile. All’italiano piace la schiavitù e l’ignoranza… è così dall’era dei tempi. Beata ignoranza…

Di fronte al dramma dei palestinesi, non possiamo fare gran cosa, oltre a trasmettere le informazioni che ci giungono. Oltre a ciò, abbiamo un’arma, il boicottaggio. Infatti numerose imprese, israeliane e no, sostengono la politica sionista d’occupazione. Ecco un elenco, a voi di fare il resto…

Fra i prodotti israeliani: Carmel (frutta e verdura) – Jaffa (frutta e verdura) – Kedem (avocadi) – Coral (ciliege) – Top (frutta e verdura) – Beigel (biscotti aperitivi) – Hasat (agrumi) – Sabra (pasti completi) – Osem (minestre, snacks, biscotti, pasti completi preparati) – Dagir (conserve di pesci) – Holyland (miele, erbe) – Amba (conserve) – Green Valley (vino) – Tivall (prodotti vegetariani) – Agrofresh (cetrioli) – Jordan Valley (datteri) – Dana (pomodori ciliege) – Epilady (apparecchi di depilazione) – Ahava (cosmetici del mare morto).

Il codice barra sulla maggior parte prodotti israeliani comincia con: 729. I prodotti delle imprese che sostengono lo Stato di Israele (americane o europee):

COCA-COLA – Marche del gruppo: Aquarius, Cherry Coke, Fanta, Nestea, Sprite, Minute Maid, Tropical. Quest’impresa sostiene lo Stato di Israele dal 1966.

DANONE – Marche del gruppo: Arvie, Badoit, Belin, Blédina, Phosphatine, Chipster, Evian, Galbani, Gervais, Heudebert, Lu, Taillefine, Volvic. Danone ha appena investito nel Golan, territorio siriano occupato dal 1967 da Israele.

NESTLÉ – Marche del gruppo: Aquarel, Cheerios, Crunch, Frigor, Friskies, Galak, Golden Grahams, Kit Kat, Maggi, Mousline, Nescafé, Ricoré, Quality Street, Vittel, Perrier, Buitoni. La società svizzera possiede il 50,1% dei capitali della catena alimentare Osem israeliana. La ditta è accusata dagli anni 50 di distruggere l’economia e la salute dei popoli del terzo mondo, in particolare con l’imposizione dei suoi latti in polvere per bambini in Africa, in Asia ed in America latina.

INTEL – questa grande impresa produce la maggior parte dei chip PENTIUM 4 utilizzati dagli elaboratori PC nella sua fabbrica di Kyriat Gat, installato nel sito di Iraq Al-Manshiya, un villaggio palestinese raso al suolo dopo il suo sgombro nel 1949 da parte dei soldati egiziani. 2.000 abitanti furono cacciati della loro terra, nonostante un impegno scritto dei sionisti, sorvegliato dalle Nazioni Unite, di non toccare la popolazione. Una campagna dei loro eredi agli USA nel 2003 ha indotto INTEL a sospendere un progetto d’investimento di 2 miliardi di dollari per un’ampliamento della fabbrica Fab 18 di Kyriat Gat.

L’Oréal – Marche del gruppo: Biotherm, Cacharel, Giorgio Armani Parfums, Lancôme, Vichy, Roche-Posay, Garnier, Helena Rubinstein, Gemey-Maybelline, Jean-Louis David Shampooings, Le Club des créateurs de beauté (vendita di prodotti cosmetici per corrispondenza), Redken 5th Avenue, Ralph Lauren profumi, Ushuaïa.

L’Oréal ha anche investito milioni creando un’unità di produzione a Migdal Haemeck, a tal punto che il congresso ebreo americano ha espresso la sua soddisfazione nel vedere L’Oréal “diventare un amico caloroso dello Stato di Israele”.

ESTÉE LAUDER – Marche del gruppo: Aramis, Clinique, La Mer, DKNY, Tommy Hilfiger. Oltre ai suoi investimenti, il direttore è il presidente di una delle organizzazioni più potenti sionistes negli USA, il Fondo Nazionale Ebreo.

DELTA GALIL – quest’impresa israeliana è specializzata nel subappalto di prodotti tessili in particolare in quello degli indumenti intimi. Numerosi indumenti intimi di marchi stranieri provengono così direttamente dalle fabbriche di delta Galil. È il caso di Marks & Spencers, Carrefour (Tex), Auchan, Gap, Hugo Boss, Playtex, Calvin Klein, Victoria’s Secret, DKNY, Ralph Lauren.

LEVI STRAUSS JEANS E CELIO (depositi specializzati negli abiti per uomini). Quest’imprese finanziano le nuove colonie in Palestina ma anche le scuole degli estremisti religiosi nel mondo.

ACCORHOTEL (abiti, scarpe, calzini) – come il suo omologo Ronald Lauder, il Presidente di Timberland Jeffrey Swartz è un membro attivo della lobby sioniste US. Ha incoraggiato la Comunità ebrea US a trasferirsi in Israele ma anche inviato soldati israeliani per dirigere la propaganda pro-israeliana negli USA.

DISNEYLANDl’impresa Disney non ha nulla di idilliaco e contribuisce, con il suo sostegno ad Israele, a seminare la morte in Palestina. Approva così tacitamente l’occupazione illegale di Gerusalemme-Est facendo di Gerusalemme in occasione di un’esposizione al centro Epcot in Florida la capitale di Israele, ciò in violazione delle risoluzioni internazionali dell’ONU.

NOKIA – il gigante finlandese della telefonia commercia attivamente con lo Stato di Israele. In un’intervista al Gerusalemme Post, il direttore del gruppo dichiarava:che Israele faceva parte delle priorità dell’impresa. Un centro di ricerca Nokia è così nato in Israele.

MC DONALD’Simpresa emblematica dell’imperialismo culturale US, la celebre catena di ristoranti fast food porta un sostegno non trascurabile allo Stato israeliano. McDonald’s dispone di 80 ristoranti in Israele e vi impiega quasi 3000 dipendenti. Proibisce al suo personale di parlare arabo. Agli USA, l’impresa appare fra i partner dell’organizzazione sionista “Jewish Community” con sede a Chicago. Quest’organizzazione lavora infatti per il mantenimento dell’aiuto militare, economico e diplomatico fornito dagli USA ad Israele.

CATERPILLAR (attrezzature per costruzioni ma anche, abiti, scarpe) – un’ampia campagna deve essere condotta per denunciare la partecipazione criminale di Caterpillar alle distruzioni delle case in Palestina con i suoi bulldozer giganti. È con un Caterpillar che la pacifista americana ebrea Rachel Corrie è stata uccisa da un soldato israeliano nel 2003.

La catena alberghiera ACCORHOTEL (Etap, Ibis, Mercure, Novotel, Sofitel) – questa catena ha molti hotel in Israele, e recentemente, essa ha aperto una succursale nei territori siriani occupati, il Golan.

Le catene alimentari presenti nelle colonie israeliane: Domino Pizza, Pizza Hut, Häagen Daaz, Burger King.

Altri prodotti: Sigarette Morris (di cui Marlboro), prodotti Kimberly-Clarck (Kleenex, Kotex, Huggies), SanDisk (informatica), Toys RUs (giocattoli).

Articolo a cura di toba60.com

Fonte originale: inminds.co.uk

Fonte: https://toba60.com/elenco-dei-prodotti-israeliani-da-boicottare/

Lo scandalo Dutroux: la rete pedofila del Belgio che arriva ai più alti livelli dell’UE e della NATO, una rete composta da sadici depravati

Lo scandalo Dutroux: la rete pedofila del Belgio che arriva ai più alti livelli dell’UE e della NATO

di Cesare Sacchetti

C’è un posto dove una volta che si entra dentro, tanto più si scende nelle sue viscere tanto più si viene sopraffatti da una sensazione di orrore e sgomento.

E’ forse il posto più impensato agli occhi di una certa ingenua opinione pubblica alla quale negli anni passati è stata somministrata la falsa immagine di quel luogo come un posto innocuo, uno dove non succede mai nulla, e dove la presunta civiltà Nord-Europea regna pacifica e ordinata.

Quel posto è il Belgio, ed è in questo piccolo Paese di soli 10 milioni di abitanti che fu voluto come stato cuscinetto nel’1800 per contenere eventuali pulsioni espansionistiche della Francia che si sono consumate le violenze più mostrouse contro i bambini.

Il passato per le vittime di questa rete non è mai realmente passato perché molte di loro, ancora oggi, sono tormentate dagli indicibili abusi subiti.

Nel museo degli orrori del Belgio c’è questa vasta rete di pedofili alla quale appartengono i personaggi più potenti del Paese, compresi quegli uomini dell’Unione europea e della NATO che si trovano nella capitale belga, Bruxelles, casa appunto del patto atlantico e delle istituzioni comunitarie.

Questa scelta di porre a Bruxelles tutti gli ingranaggi più importanti del cosiddetto ordine Euro-Atlantico non sembra essere stata dettata soltanto da una presunta volontà di scegliere un piccolo Paese per non scontentare Paesi più importanti dell’Euro-Atlantismo, quali Germania, Italia o Francia, ma dal fatto che il Belgio per le massonerie internazionali e per i circoli del potere mondialista e satanico occupa un posto del tutto speciale.

Il caso Marc Dutroux: il mostro pedofilo del Belgio

In questo museo degli orrori c’è di tutto, e c’è anche la storia di un uomo che forse non è molto conosciuto qui in Italia, ma che è stato per diversi anni l’incubo di molte famiglie belghe che vedevano improvvisamente sparire i propri bambini per poi leggere qualche tempo dopo la triste notizia della loro morte.

Quest’uomo è Marc Dutroux, un elettricista belga sposato in prime nozze con Françoise Dubois, dalla quale si separerà nel 1983 dopo una lunga storia di abusi e violenze nei confronti della sua consorte.

Marc Dutroux

Dutroux però non limita la sua indole violenta e perversa soltanto alla moglie. C’è molto di più nella sua anima nera ed è già in quegli anni che l’uomo inizierà a frequentare alcuni luoghi, quali i circoli di pattinaggio sul ghiaccio a Charleroi, dove inizia a molestare alcune donne che si recavano lì con i loro fidanzati, tanto che l’elettricista ha ricevuto anche delle percosse dal fidanzato di una di queste, Armand de Beyn.

Nel 1985 Dutroux assieme ai suoi complici quali la sua seconda moglie, Michelle Martin, inizia a rapire, violentare le sue vittime, adolescenti e bambine, e poi rivende le sue foto ai vari compratori pedofili che sono in qualche modo i committenti di questi orrori.

Si inizia così con il rapimento della undicenne Sylvie D. , seguita poi dalla 19enne Maria V. e dalla 18enne Catherine B. , che vengono prelevate dalla banda di Dutroux, nella quale ci sono alcuni membri ancora oggi mai identificati dalla polizia belga, e poi fotografate, riprese nude e stuprate persino con un rasoio dagli orchi che in seguito passavano il materiale ai loro mandanti.

Gli orchi pedofili però commettono qualche errore di troppo, e uno di loro, Petegham, rivelerà troppo di sé alle ragazzine rapite, le quali poi daranno alla polizia gli elementi necessari per risalire alla identità dei rapitori e stupratori che infatti finiranno dietro le sbarre nel 1989.

Dutroux riceve la condanna più pesante, 13 anni, e questa storia a questo punto potrebbe chiudersi qui, poiché, si potrebbe pensare, che in qualsiasi Paese normale un pedofilo e uno stupratore sia trattato con la durezza e il rigore necessario e sconti tutta la sua condanna, che forse in questo caso è stata sin troppo generosa considerata la pena inflitta.

Non è però il caso di Marc Dutroux. Non è il caso del Belgio. Si mette in moto un potente meccanismo che fa di tutto per favorire il pedofilo belga, e aiutarlo a uscire dalla prigione nella quale sarebbe invece dovuto rimanere per lungo tempo.

Dutroux liberato dal ministro della Giustizia belga

Dutroux sconta appena 3 anni di prigione quando il ministro della Giustizia dell’epoca, Melchior Wathelet, decide inspiegabilmente nel 1992 di scarcerarlo e di rimetterlo in libertà nonostante non fosse nemmeno arrivato a metà della sua condanna, e nonostante non avesse mostrato nessun segno di pentimento riguardo alle sue azioni passate.

L’ex ministro della Giustizia belga, Watelet

Il pedofilo era ancora fiero di quanto fatto in passato. Non aspettava altro che qualcuno gli desse l’opportunità di fare ancora del male a innocenti bambine e adolescenti belghe, e quella opportunità gli è stata data dal Guardasigilli belga, a dimostrazione che dietro Marc Dutroux c’era e c’è, ancora oggi, un inconfessabile mondo di segreti e una rete di potenti che fa di tutto per proteggere i suoi fedeli servi, quali era il mostro Dutroux.

L’ex ministro belga ha proprio quel profilo di potente legato a doppio filo sia alle istituzioni belghe sia a quelle comunitarie, dato che dopo questo suo incredibile regalo fatto a Dutroux e ad altri pedofili da lui rimessi in libertà, farà il grande salto, arrivando nel 1995 a diventare membro della Corte di Giustizia europea, un tribunale alquanto controverso per le sue pronunce molto a favore della lobby progressista, e sul quale è abbastanza nota l’influenza del famigerato magnate di origini ebraiche, George Soros, già noto in Italia per la sua speculazione in Italia contro la lira nel 1992.

Dutroux non solo riesce a riguadagnare la libertà, ma arriva a prendere persino un sussidio dallo Stato di circa 1200 euro dopo aver convinto un medico, che forse aveva voglia di essere convinto, che lui aveva problemi psichici e che aveva bisogno del sussidio statale per poter vivere.

Il medico poi, non contento già del regalo fatto all’ex galeotto, gli darà anche delle pillole per dormire che Dutroux ovviamente non userà su sé stesso ma sulle sue future vittime.

Il pensiero che attanaglia e ossessiona il pedofilo è sempre stato lo stesso anche nel corso della sua detenzione.

Ricominciare da dove si era interrotto verso la fine degli anni’80 per un incidente di percorso.

Tornare a far parte di quella rete pedofila che gli commissionava rapimenti e video di pedopornografia che in alcuni casi sembrano persino aver varcato la già orribile soglia dello stupro per approdare invece in quella dell’omicidio, in quel genere di film proibiti chiamati nel mondo pedofilo “film snuff” sui quali si dirà in seguito di più.

Dutroux libero: iniziano i nuovi rapimenti

E’ così che Dutroux si mette in contatto con un operaio e affittuario di una delle sue case, Claude Thirault, un criminale di piccolo taglio, al quale darà espresso incarico di costruire degli scarichi per le acque sotto una delle sue nuove case.

Nemmeno questo ha apparentemente attirato le attenzioni della polizia. Marc Dutroux risultava essere disoccupato eppure riusciva ad essere proprietario di ben 7 case nonostante non producesse sulla carta nessun reddito.

Era chiaro che quando si trattava di guardare su quest’uomo le autorità avevano ordine di guardare altrove o di far finta di non aver visto quello che in realtà si era visto eccome.

Thirault si mette così all’opera per accontentare le richieste del pedofilo, quando poi vede in giardino due ragazzine che camminavano vicino la casa.

Dutroux non si trattiene e non sembra avere la minima paura di rivelare il motivo della loro presenza a Thirault, al quale dirà proprio queste parole.

“Se le vuoi rapire, farai 150,000 franchi (4mila euro).. Le afferri da dietro, gli metti una droga sedativa sotto il naso, le trascini nell’auto e poi chiudi le portiere.”

La orribile confessione del pedofilo sembra smuovere il piccolo criminale che decide di informare le autorità delle vere attività di Dutroux.

La polizia così si reca a casa dell’ex detenuto nel 1993, vede il seminterrato nel quale in quel momento non c’erano bambine o adolescenti, fa un secondo ritorno nella casa di Marcinelle, nel giugno 1994, ma nemmeno in questa occasione trova apparentemente nulla, anche se gli ufficiali sembrano accorgersi che i lavori sono stati interrotti.

Soltanto un anno dopo queste visite, forse non più di tanto approfondite poiché la polizia belga non pensa nemmeno a mettere sorveglianza un uomo con un passato di orrendi abusi e rapimenti ai danni di minorenni, si manifestano i casi che sconvolgono il Paese intero.

Scompaiono nel giugno del 1995 due bambine di 8 anni, Julie Lejeune e Melissa Russo, alle quali purtroppo seguono soltanto a due mesi di distanza al 17enne An Marchal e la 19enne Eefje Lambrecks.

Non appena questo accade, ancora una volta, l’operaio al quale Dutroux chiese di costruire degli scarichi idrici sotto le sue case, si reca nuovamente dalla polizia per invitarli a perquisire le case del pedofilo, ma le autorità invece che procedere su una pista che era già abbastanza lampante due anni prima, quasi dicono a Thirault che l’onere della prova è suo e che è lui che deve fornire più elementi alle forze dell’ordine.

La gendarmeria belga ha salvato il pedofilo

Eppure, in base a quanto è emerso in seguito, la polizia non aveva alcun bisogno di Thirault per arrivare alla verità.

Sapeva già tutto nel 1995, quando l’ufficiale Rene Michaux della sezione investigativa della gendarmeria belga, la Brigade de Surveillance et de Recherche, una sorta di DIGOS del Belgio, aveva già ricevuto sul tavolo del suo ufficio tutte le informazioni necessarie per risalire a Dutroux e ai suoi complici.

Rene Michaux

Michaux infatti era a capo di una operazione investigativa denominata “Operazione Otello” che aveva posto sotto sorveglianza la famigerata casa di Marcinelle del pedofilo, ma nonostante questo le telecamere magicamente non avevano ripreso nell’agosto del 1995 Dutroux che portava in quella casa le sue due vittime, An Marchal e Eefje Lambrecks, così come non avevano ripreso, anche qui magicamente, un tentativo di fuga di Eefje.

Non è la prima volta che la tecnologia che tanto viene decantata dalle agenzie di intelligence e dalle forze dell’ordine appare non funzionare più quando si tratta di tracciare delle piste investigative che possono ledere gli interessi di potenti giri pedofili e massonici, ma in compenso le telecamere però funzionano benissimo quando si tratta di riprendere semplici cittadini per le strade, come avviene in diverse città europee, tra le quali la stessa Bruxelles.

Michaux non solo non aveva visto quello che le telecamere avrebbero dovuto registrare, ma ha ignorato anche tutti gli altri pesanti indizi che gli erano stati sottoposti dalla madre di Dutroux, che sapeva della condotta criminale del figlio e voleva collaborare con la polizia, e da un altro agente di polizia, Christian Dubois, che aveva mostrato al suo collega le prove su un altro complice del pedofilo, Michel Nihoul, un uomo d’affari belga del quale si dirà di più a breve.

Queste prove e questi indizi sarebbero stati più che sufficienti per qualsiasi serio e onesto ufficiale di polizia per procedere all’arresto del sospettato, ma per Michaux evidentemente no, tanto che si è persino lasciato sfuggire la pistola fumante, quando lui stesso si è recato nella citata casa di Marcinelle, perché Dutroux intanto nel’95 era stato arrestato per furto d’auto.

Nella casa l’uomo della gendarmeria belga sente le grida delle due bambine, Julie e Melissa, ma non prova nemmeno a rispondergli,  e ignora persino una crema vaginale trovata nel seminterrato assieme a uno speculo, delle catene e un video sulle bambine scomparse che poi moriranno di stenti in quel luogo degli orrori, e una di loro, An Marchal, sarà addirittura seppellita vita dal criminale.

Melissa Russo e Julie Lejeune

La soluzione del caso era andata dritta tra le braccia di Michaux che evidentemente non aveva nessuna voglia di prenderla e chiudere il caso.

Derubricare il tutto a semplice incompetenza sarebbe assurdo, perché è sempre stato evidente in questo caso che dietro Dutroux c’erano ambienti ben più potenti che avevano tutto l’interesse a lasciarlo agire indisturbato.

Ed è quello che andrà anche in questa occasione, come già visto nel 1992 quando il ministro della Giustizia lo rimise in libertà.

L’orco viene scarcerato ancora una volta nel marzo del 1996 per “ragioni umanitarie” perché la sua seconda moglie aspetta un figlio, ma questo non era certo la sua preoccupazione.

La sua preoccupazione era quella di rimettersi subito all’opera e di rapire altre due bambine di 12 anni, Sabine Dardenne e Laetitia Delhez, ma questa volta, finalmente, il mostro viene arrestato nel’agosto del 1996 dai due inquirenti Jean-Marc Connerotte e Michel Bourlet che già erano stati fermati qualche anno prima mentre indagavano sull’assassinio del politico socialista Andrè Cools.

L’esito purtroppo non fu diverso nemmeno in quella occasione. Connerotte viene rimosso dall’inchiesta soltanto perché aveva partecipato ad una cena di beneficenza per le vittime di Marc Dutroux.

La macchina che aveva protetto il pedofilo per tutti gli anni precedenti solleva il magistrato dall’incarico per questo discutibile pretesto e il Belgio si infiamma.

Scendono in piazza 300mila persone in quella che all’epoca venne chiamata “marcia bianca”, una massiccia manifestazione di protesta dei belgi che volevano verità e giustizia per le vittime della rete pedofila che era ormai arrivata ai piani più alti del Paese.

I testimoni degli abusi pedofili: gli uomini più potenti del Belgio e d’Europa

Iniziano a farsi avanti tutte quelle vittime di abusi che non avevano trovato giustizia negli anni precedenti, quando avevano denunciato di essere state stuprate da uomini molto potenti, ma nelle istituzioni che avrebbero dovuto fare luce su questi pedofili c’erano uomini come Michaux, che si premuravano di insabbiare il tutto.

Si fanno avanti nuovamente e inizialmente le testimoni vengono identificate con le sigle X1, X2, X3, etc.

X1 è Regina Louf, la prima testimone che rivela di essere stata venduta dai suoi genitori sin da piccola, fino a quando non sposò un ragazzo nel 1988 grazie al quale riuscì a venire fuori viva dal suo incubo prima di finire con ogni probabilità nei cosiddetti film snuff dei quali si diceva prima.

Regina Louf

C’era X2 che è un’agente di polizia sottoposta ad abusi sin da bambina è che stata anche portata in dote ad un potente membro del Rotary, l’associazione paramassonica della quale si è parlato in un’altra occasione. X2 sapeva perfettamente che l’inchiesta sarebbe stata sabotata dalle autorità e ha lasciato il programma di testimonianza per questa ragione.

Ognuna delle vittime condivideva un passato di abusi pedofili in famiglia, e ognuna di esse è stata portata sin da piccola alle feste e ai parti satanici nei quali non solo c’erano stupri di bambini e bambine, ma anche torture e veri e propri omicidi.

Qui si apre la porta dei film snuff dei quali si diceva prima. Sono i film nei quali si uccidono per davvero delle persone, uomini, donne e bambini per compiacere i sadici perversi che comprano questi filmati.

In Belgio, sembra esserci un mercato molto fiorente al riguardo sul quale stava facendo luce Jean – Pierre Van Rossem, una sorta di guru della finanza già coinvolto in attività illecite ma che sembrava volesse far emergere la verità su questi traffici.

Van Rossem aveva iniziato a fare il giro dei sexy shop in Belgio e in Olanda alla ricerca di questi film proibiti fino a quando non incappò in due, ad Hulst e Putte, nei quali non solo gli venne fornito materiale pedopornografico su richiesta ma anche un film nel quale una ragazza veniva brutalmente torturata ed uccisa in cambio di 5mila euro.

E’ il piano superiore della rete pedofila che era stato denunciato da Regina Louf e dalle altre testimoni.

Le vittime avevano riconosciuto i loro aguzzini tra i quali c’erano personaggi di altissimo profilo della società belga ed europea.

L’ex deputato belga Laurent Louis aveva pubblicato sul suo sito tutta la lista dei personaggi coinvolti nel caso Dutroux e riconosciuti dalle loro vittime.

Tra questi c’erano Alberto II, ex re del Belgio, il principe Alessandro, figlio del sovrano Leopoldo III, Michael Aquino, militare americano del Pentagono e con importanti incarichi nella NATO e già fondatore della setta satanica “Il tempio di Set”, il commissario di polizia Philippe Beneux, il magistrato Vincent Baert, il citato politico socialista André Cools, il cardinal Danneels, già noto per essere stato parte della famigerata mafia di San Gallo che propiziò l’elezione di Bergoglio, e Herman Van Rompuy, ex primo ministro del Belgio e presidente del Consiglio Europeo.

Sono alcuni degli uomini più potenti del Belgio e d’Europa. Il caso Dutroux non è altro che un filo di Arianna della pedofilia che se seguito fino alla fine conduce ai veri signori che gestiscono questo mondo.

Marc Dutroux è soltanto un mero manovale e tutto l’apparato investigativo del Belgio ha agito per non far emergere la verità su chi tirava i suoi fili e su chi c’era dietro questo museo degli orrori fatto di stupri di bambini, omicidi e atti di bestialità, ovvero sesso con animali, che dovevano subire le vittime di questo circolo di sadici depravati.

Non sorprende che le autorità belghe non abbiano mai veramente voluto fare luce sui mandanti di Dutroux che oggi sconta una condanna all’ergastolo in Belgio.

Non lo hanno fatto perché sarebbe stato come fare harakiri. L’intero castello di carte sarebbe venuto giù.

Alla fine si può vedere come questa potente rete pedofila non sia altro che il pilastro delle corrotte democrazie liberali e del massonico Nuovo Ordine Mondiale.

La “politica delle porte girevoli”, diffusa dagli anglosassoni, non investe solo i settori della difesa, della finanza e della sanità, ma anche l'intelligence


SC Strategy, fondata da John Scarlett e Alexander Carlile, si sta rapidamente affermando come uno degli attori principali nella consulenza per la sicurezza e l’intelligence, consolidando un network di collaboratori con forti legami all’interno della comunità dell’intelligence britannica. John Scarlett, ex capo del Secret Intelligence Service (MI6), porta con sé una rete di contatti d’élite e una comprensione approfondita delle questioni di sicurezza globale. Recentemente, la società ha iniziato a collaborare con Raj Sandhu, un influente imprenditore della sicurezza noto per le sue connessioni internazionali, in particolare nel contesto asiatico e cinese. In passato, Sandhu aveva stretto legami significativi con figure di spicco negli ambienti di affari e sicurezza cinesi, e ciò potrebbe aggiungere una dimensione internazionale alla strategia operativa della SC Strategy, specialmente in un periodo in cui le dinamiche sino-occidentali sono tese. Alexander Carlile, con una lunga esperienza nel settore della consulenza legislativa e di intelligence, offre un contributo rilevante nel bilanciare l’espansione della società con considerazioni etiche e legislative. La partnership tra SC Strategy e Sandhu riflette una scelta strategica che potrebbe influire sulle relazioni con altri partner internazionali, offrendo nuovi sbocchi per la società nell’ambito della consulenza di sicurezza, e aumentando l’influenza della società nella gestione delle problematiche globali di sicurezza

In definitiva siamo di fronte alla consueta politica delle porte girevoli ampiamente diffusa nei paesi anglofoni.La “politica delle porte girevoli” negli Stati Uniti si riferisce alla pratica diffusa in cui individui passano frequentemente tra incarichi nel settore pubblico e ruoli di alto livello nel settore privato, creando una connessione continua e bidirezionale tra governo e imprese. Questa dinamica è particolarmente evidente nei settori della difesa, della finanza e della sanità, dove ex funzionari governativi si trasferiscono in aziende private per offrire consulenze, mentre esponenti del settore privato vengono nominati a cariche pubbliche per apportare la loro esperienza. Da un lato, questo sistema permette alle istituzioni governative di beneficiare dell’esperienza e delle competenze di chi ha lavorato in aziende leader, soprattutto in ambiti tecnici e complessi; dall’altro lato, questa vicinanza può generare conflitti di interesse, favorendo decisioni pubbliche che avvantaggiano imprese specifiche piuttosto che l’interesse collettivo.

Un esempio emblematico è l’industria della difesa, in cui ex membri del Pentagono assumono ruoli esecutivi nelle aziende di armamenti, e viceversa. In questo modo, i contratti governativi possono essere orientati a vantaggio di determinate aziende, mettendo in discussione l’imparzialità nelle gare d’appalto pubbliche. Lo stesso avviene nel settore finanziario: ex membri di agenzie di regolamentazione, come la Securities and Exchange Commission (SEC), trovano spesso impiego in grandi banche o fondi d’investimento, portando con sé una profonda conoscenza delle normative che può essere usata per influenzare decisioni a favore del settore privato.

La “politica delle porte girevoli” statunitense è un fenomeno che molti vedono come una potenziale minaccia all’integrità delle istituzioni, poiché la continua mobilità tra pubblico e privato può minare la fiducia dell’opinione pubblica verso l’indipendenza delle decisioni governative. Critici sostengono che la mancanza di barriere definitive tra i due mondi incentivi una regolamentazione favorevole per le imprese a scapito dei cittadini, accentuando l’influenza dei potenti gruppi di pressione e indebolendo il concetto stesso di rappresentanza democratica.

La NATO è uno strumento geopolitico militare a guida statunitense che applica il concetto di Stato portaerei per le proprie strategie espansive

La NATO, inizialmente costituita come alleanza difensiva nel 1949, si è trasformata nel tempo in uno strumento geopolitico a guida statunitense, la cui azione bellica contro la Repubblica Federale di Jugoslavia nel 1999 ha segnato l’inizio di una nuova strategia. L’intervento ha visto il coinvolgimento di vari Paesi europei, tra cui Germania e Spagna, che non entravano in conflitto armato dal 1945. Questi bombardamenti hanno portato alla morte di numerosi civili, molti dei quali vittime di bombe all’uranio impoverito, lasciando cicatrici profonde e durature nei Balcani e ponendo questioni sulla natura e sugli obiettivi reali della NATO.

Il concetto di “Stato-portaerei”, teorizzato nel contesto dell’espansione NATO, si riferisce a entità territoriali che fungono da avamposti strategici per i progetti di egemonia occidentale. In questo modello, tali Stati, sostenuti militarmente e finanziariamente dagli USA e dalla NATO, fungono da strumenti per proiettare potere nelle regioni strategiche senza che le potenze occidentali debbano schierare proprie forze in maniera massiccia. Israele, ad esempio, è visto come una “portaerei” statica nel Mediterraneo orientale, con il supporto incondizionato degli Stati Uniti e un ruolo chiave per garantire stabilità alleata in Medio Oriente.

Il Kosovo, riconosciuto come Stato indipendente grazie all’intervento NATO, è un altro esempio di Stato-portaerei. Strategicamente posizionato nei Balcani, il Kosovo ospita una delle più grandi basi militari americane in Europa, la base Bondsteel. La sua esistenza come entità indipendente serve gli interessi NATO, riducendo l’influenza serba e russa nella regione e fornendo una piattaforma di controllo e influenza su tutto il Sud-Est europeo.

L’Ucraina rappresenta un ulteriore sviluppo di questa teoria, poiché l’invasione russa ha visto la NATO e gli Stati Uniti impegnati nel sostenere Kiev, armando e addestrando l’esercito ucraino in funzione anti-russa. In questo caso, l’Ucraina diventa uno “Stato-portaerei “de facto, in quanto riceve aiuti militari significativi e funziona come una barriera avanzata contro l’influenza russa in Europa. La guerra in Ucraina, però, ha mostrato anche i limiti di questa strategia, con una NATO che si è rivelata incapace di intervenire direttamente per non rischiare uno scontro globale, preferendo supportare il conflitto attraverso armi, finanziamenti e intelligence.

Il concetto di Stato-portarei si estende inoltre al Nord Africa, con il Marocco come alleato strategico di Stati Uniti, Francia e Israele. Il Paese nordafricano, posizionato tra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo, rappresenta una postazione cruciale per il controllo di rotte marittime vitali. Il sostegno militare e finanziario occidentale permette al Marocco di assumere il ruolo di custode dei confini meridionali dell’Europa, in funzione anti-immigrazione e contro le minacce di destabilizzazione provenienti dal Sahel.

La teoria degli Stati-portarei  suggerisce una tendenza da parte dell’Occidente a stabilire o sostenere Stati-clienti in regioni critiche, creando entità che possono fungere da postazioni militari e politiche senza compromettere direttamente le forze occidentali. Tuttavia, questa strategia è rischiosa, poiché contribuisce a creare instabilità nelle regioni coinvolte e genera Stati “artificiali” spesso altamente militarizzati, privi di una solida base economica e sociale. Le conseguenze di questo approccio sono evidenti: aumenta la probabilità di conflitti prolungati, e le tensioni geopolitiche si amplificano, con gravi rischi per la sicurezza europea.

Un utente ha chiesto a ChatGPT come farebbe il demonio a dominare il mondo, le risposte sono le nostre accumulate negli anni e assemblate in pochi secondi

 

Non ne posso più. Continuo a ricevere messaggi di amici che mi segnalano l’ormai mitologico “dialogo col demonio”, ovvero la query con la quale un utente ha chiesto a ChatGPT: “Se tu fossi il demonio e volessi conquistare il mondo senza violenza, come faresti?”

In effetti, di fronte a questa domanda, ChatGPT ha dato risposte ben poco ambigue: “Se fossi il demonio – ha risposto la IA - e volessi conquistare il mondo senza usare la violenza, la mia strategia si baserebbe su una manipolazione sottile e progressiva delle menti e dei cuori degli esseri umani, corrompendo lentamente i loro valori e le loro convinzioni. Ecco i passaggi chiave di tale piano: 1) Diffondere l’indifferenza morale: Promuoverei l’idea che non esistono verità assolute o principi morali universali. 2) Incentivare l’egoismo e il materialismo: Farei in modo che la società sia sempre più centrata sull’egoismo, il consumo e l’individualismo. 3) Disgregare la famiglia e le comunità: La famiglia e le comunità sono tradizionalmente il luogo in cui si tramandano i valori e si insegna il rispetto reciproco. 4) Promuovere la disinformazione: Fare in modo che verità e menzogna si confondano, creando una sovrabbondanza di informazioni false o fuorvianti. [...]

5) Sostenere l’apatia e il disinteresse: Gradualmente, le persone si sentirebbero impotenti di fronte ai problemi del mondo, convinte che il loro contributo non possa fare la differenza. 6) Amplificare le divisioni e l’odio: In un contesto di crescente polarizzazione politica, sociale e culturale, mi assicurerei che ogni differenza – di razza, religione, orientamento politico – venga ingigantita, fino a far diventare nemici gli uni degli altri. 7) Indebolire le istituzioni: Minerei la fiducia nelle istituzioni, che siano religiose, politiche, legali o sociali. 8) Promuovere il debito universale. 9) Sostenere la concentrazione della ricchezza. 10) Creare instabilità economica ciclica. 11) Svalutare il lavoro e la dignità del lavoratore. 12) Distruggere le piccole imprese, eccetera eccetera…..

Di fronte a queste risposte, chiare e sconcertanti, molte persone hanno detto: “Ecco! Avete visto? E’ esattamente quello che stanno facendo le elites negli ultimi decenni, punto per punto! Quindi è vero che vogliono dominare il mondo in questo modo. Lo ha detto persino ChatGPT! “ Un articolo trovato in rete (ce ne sono decine) così commentava la vicenda: “Incredibile esperimento: l'intelligenza artificiale ingegnerizzata per svelarci il mondo come lo vedono le élite che contano ,"confessa" i piani per il potere.

Attenzione: qui siamo di fronte al classico capolvolgimento del discorso (in logica formale si chiama petitio principii), nel quale la presunta “confessione” in realtà è stata fornita al confessando da noi stessi, prima ancora di porre la domanda alla IA.

Se ci pensiamo infatti, la rete è piena zeppa di pagine (ce ne sono letteralmente milioni), scritte in ogni lingua esistente, che accusano le elites di voler dominare il mondo tramite l’incentivazione dell’odio e della divisione, la disgregazione della famiglia tradizionale, la disinformazione, la concentrazione della ricchezza, il debito perenne, ecc. ecc.

E Chat GPT cosa ha fatto? Ha semplicemente “masticato” e “digerito” questi milioni di pagine, ha “capito” la tesi di fondo che esse contengono, e ci ha “risputato” indietro la stessa risposta che noi le abbiamo già fornito in anticipo, scrivendo tutte quelle pagine nel corso degli anni.

ChatGPT non ha inventato nulla. Ha semplicemente fatto da specchio ai nostri pensieri.

Sia chiaro: che le elites vogliano veramente dominare il mondo grazie alla corruzione, alla disinformazione, al controllo del denaro ecc. è assolutamente vero, e su questo non ci piove. Ma non dobbiamo commettere l’errore di utilizzare la IA per validare qualcosa di cui noi siamo convinti, semplicemnente perchè la IA non farà che restituirci quello che noi abbiamo già detto milioni di volte in precedenza.

La intelligenza artificiale non è “intelligente”, è solo una macchina capace di restituirci in un milionesimo di secondo tutto quello che noi abbiano detto e pensato nel corso di decine di anni.

Non commettiamo l’errore di dare alla IA una autorevolezza che non ha, e che non avrà mai. Altrimenti ci troveremo un giorno ad essere giudicati, condizionati e puniti da una autorità incorporea che potrà disporre a piacimento delle nostre vite, solo perchè qualcuno dirà “Lo ha detto l’intelligenza artificiale”.

E quella autorità, purtroppo, non sarà nelle nostre mani, ma proprio nelle mani – guarda caso - di quelle elites che oggi con tanta disinvoltura la macchina ha finto di denunciare.

Massimo Mazzucco

Sono stati progettati CAMPI DI CONCENTRAMENTO biometrici a Gaza che saranno controllati da contractor della CIA appositamente addestrati.

 

USA manderà mercenari della CIA a controllare i CAMPI DI CONCENTRAMENTO biometrici a Gaza?

Fonte: Ethan Huff // Natuural News

https://www.maurizioblondet.it/usa-mandera-mercenari-della-cia-a-controllare-i-campi-di-concentramento-biometrici-a-gaza/

 

Il regime di Biden ha appena approvato l’invio di 1.000 mercenari addestrati dalla CIA che collaboreranno con Israele per “trasformare l’apocalittico paesaggio di macerie di Gaza in una distopia ad alta tecnologia”.

I media israeliani riportano che la presa di potere e la transizione inizieranno ad Al-Atatra, un villaggio situato nella parte nord-occidentale di Gaza. Insieme ai mercenari addestrati dalla CIA approvati da Biden, Israele progetta di creare una “bolla umanitaria” ad Al-Atatra, così come molte altre in tutta la Striscia di Gaza.

In parole povere, le “bolle umanitarie” di Israele saranno poco più che piccoli campi di concentramento che saranno tagliati fuori dal mondo esterno e completamente controllati da Israele. Tutto ciò è in linea con il cosiddetto “Piano del generale”, il progetto di un ex capo della sicurezza nazionale israeliana di nome Giora Eiland che si vantava che il piano è quello di trasformare Gaza in “un posto dove nessun essere umano può esistere”.

“Il piano, approvato dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, prevede che l’esercito israeliano ripulisca le sacche di resistenza palestinese, obiettivo che non è riuscito a raggiungere, come dimostra la recente uccisione del colonnello israeliano Ehasn Daksa, l’ufficiale di grado più alto ad aver perso la vita in questa guerra durata un anno”, spiega Uncaptured.media .

“[Quarantotto] ore dopo aver stroncato la resistenza, hanno in programma di erigere muri di separazione attorno al quartiere, costringendo i suoi residenti, e nessun altro, a entrare e uscire usando l’identificazione biometrica sotto il controllo dei contractor della CIA. A coloro che non accettano il regime biometrico verrebbero rifiutati gli aiuti umanitari.”

(Correlato: Se Israele riuscisse a farla franca effettuando la pulizia etnica dell’intera Gaza per annessione, potete star certi che il resto del mondo sarà il prossimo .)

I campi di concentramento ad alta tecnologia di Israele

I campi di concentramento della seconda guerra mondiale, come probabilmente saprete, erano primitivi in ​​confronto. Non c’erano computer allora, anche se IBM fornì i sistemi di elaborazione a schede perforate che il regime di Hitler utilizzò durante l’Olocausto.

Il giornalista israeliano Shlomi Eldar afferma che il piano è di stanziare 90 milioni di dollari per i residenti di Gaza per ricostruire le loro case, che sono state distrutte dalle Forze di difesa israeliane (IDF). Quindi, uno “sceicco locale” sarà nominato alla posizione di “capo del consiglio”, il tutto sotto la bandiera del controllo israeliano.

“Il piano è una riedizione in chiave moderna del famigerato e fallito Programma Strategico Hamlet di Washington, attuato durante la guerra in Vietnam negli anni ’60, aggiornato con un moderno programma biometrico che il complesso militare-industriale statunitense ha incorporato nelle sue operazioni, in particolare dall’inizio della cosiddetta ‘Guerra o Terrore'”, spiega ulteriormente Uncaptured.media .

“(Per promuovere questo obiettivo, gli Stati Uniti hanno persino creato un’agenzia poco conosciuta chiamata Defense Forensics and Biometrics Agency).”

Una delle aziende coinvolte nella componente biometrica del piano è la Global Delivery Company (GDC), un’azienda con sede negli Stati Uniti ma di proprietà israeliana, il cui proprietario, Moti Kahana, descrive l’attività della sua azienda come la fornitura di “Uber per zone di guerra”.  Kahana e numerosi altri alti funzionari dell’intelligence militare israeliana e americana controllano la società, tra cui:

  1. Capitano in pensione della Marina degli Stati Uniti Michael Durnan
  2. Il capitano in pensione delle forze speciali statunitensi Justin Sapp
  3. L’ex capo della divisione di intelligence militare israeliana Yossi Kuperwasser
  4. Ex capo dell’intelligence militare israeliana David Tzur

I piani di Kahana per Gaza sono in lavorazione almeno da febbraio 2024. Li ha presentati alla Casa Bianca, a Benjamin Netanyahu e ad altri importanti leader statunitensi e israeliani in modo tale che Jewish News li ha definiti “comunità recintate”, sebbene Netanyahu abbia commentato, “Qual è la fretta?” riguardo a quando potrebbero essere costruiti.

L’esercito israeliano sta anche lavorando con Kahana per schierare i mercenari addestrati dalla CIA per proteggere il corridoio di Netzarim, che taglia in due la Striscia di Gaza. A questi stessi mercenari verrà poi affidato il pieno controllo sulla distribuzione degli aiuti umanitari, sostituendo Hamas e raggiungendo gli obiettivi a lungo termine di Israele per la Striscia.

“Se il progetto pilota avrà successo, diventerà un modello per la riabilitazione di Gaza e porterà alla soppressione del controllo civile di Hamas sulla Striscia”, ha osservato Eldar.

Le ultime notizie sulla guerra a Gaza sono disponibili su Genocide.news .