Lo scandalo Dutroux: la rete pedofila del Belgio che arriva ai più alti livelli dell’UE e della NATO
di Cesare Sacchetti
C’è un posto dove una volta che si entra dentro, tanto più si scende
nelle sue viscere tanto più si viene sopraffatti da una sensazione di
orrore e sgomento.
E’ forse il posto più impensato agli occhi di una certa ingenua
opinione pubblica alla quale negli anni passati è stata somministrata la
falsa immagine di quel luogo come un posto innocuo, uno dove non
succede mai nulla, e dove la presunta civiltà Nord-Europea regna
pacifica e ordinata.
Quel posto è il Belgio, ed è in questo piccolo Paese di soli 10
milioni di abitanti che fu voluto come stato cuscinetto nel’1800 per
contenere eventuali pulsioni espansionistiche della Francia che si sono
consumate le violenze più mostrouse contro i bambini.
Il passato per le vittime di questa rete non è mai realmente passato
perché molte di loro, ancora oggi, sono tormentate dagli indicibili
abusi subiti.
Nel museo degli orrori del Belgio c’è questa vasta rete di pedofili
alla quale appartengono i personaggi più potenti del Paese, compresi
quegli uomini dell’Unione europea e della NATO che si trovano nella
capitale belga, Bruxelles, casa appunto del patto atlantico e delle
istituzioni comunitarie.
Questa scelta di porre a Bruxelles tutti gli ingranaggi più
importanti del cosiddetto ordine Euro-Atlantico non sembra essere stata
dettata soltanto da una presunta volontà di scegliere un piccolo Paese
per non scontentare Paesi più importanti dell’Euro-Atlantismo, quali
Germania, Italia o Francia, ma dal fatto che il Belgio per le massonerie
internazionali e per i circoli del potere mondialista e satanico occupa
un posto del tutto speciale.
Il caso Marc Dutroux: il mostro pedofilo del Belgio
In questo museo degli orrori c’è di tutto, e c’è anche la storia di
un uomo che forse non è molto conosciuto qui in Italia, ma che è stato
per diversi anni l’incubo di molte famiglie belghe che vedevano
improvvisamente sparire i propri bambini per poi leggere qualche tempo
dopo la triste notizia della loro morte.
Quest’uomo è Marc Dutroux,
un elettricista belga sposato in prime nozze con Françoise Dubois,
dalla quale si separerà nel 1983 dopo una lunga storia di abusi e
violenze nei confronti della sua consorte.
Marc Dutroux
Dutroux però non limita la sua indole violenta e perversa soltanto
alla moglie. C’è molto di più nella sua anima nera ed è già in quegli
anni che l’uomo inizierà a frequentare alcuni luoghi, quali i circoli di
pattinaggio sul ghiaccio a Charleroi, dove inizia a molestare alcune
donne che si recavano lì con i loro fidanzati, tanto che l’elettricista
ha ricevuto anche delle percosse dal fidanzato di una di queste, Armand
de Beyn.
Nel 1985 Dutroux assieme ai suoi complici quali la sua seconda moglie,
Michelle Martin, inizia a rapire, violentare le sue vittime,
adolescenti e bambine, e poi rivende le sue foto ai vari compratori
pedofili che sono in qualche modo i committenti di questi orrori.
Si inizia così con il rapimento della undicenne Sylvie D. , seguita
poi dalla 19enne Maria V. e dalla 18enne Catherine B. , che vengono
prelevate dalla banda di Dutroux, nella quale ci sono alcuni membri
ancora oggi mai identificati dalla polizia belga, e poi fotografate,
riprese nude e stuprate persino con un rasoio dagli orchi che in seguito
passavano il materiale ai loro mandanti.
Gli orchi pedofili però commettono qualche errore di troppo, e uno di
loro, Petegham, rivelerà troppo di sé alle ragazzine rapite, le quali
poi daranno alla polizia gli elementi necessari per risalire alla
identità dei rapitori e stupratori che infatti finiranno dietro le
sbarre nel 1989.
Dutroux riceve la condanna più pesante, 13 anni, e questa storia a
questo punto potrebbe chiudersi qui, poiché, si potrebbe pensare, che in
qualsiasi Paese normale un pedofilo e uno stupratore sia trattato con
la durezza e il rigore necessario e sconti tutta la sua condanna, che
forse in questo caso è stata sin troppo generosa considerata la pena
inflitta.
Non è però il caso di Marc Dutroux. Non è il caso del Belgio. Si
mette in moto un potente meccanismo che fa di tutto per favorire il
pedofilo belga, e aiutarlo a uscire dalla prigione nella quale sarebbe
invece dovuto rimanere per lungo tempo.
Dutroux liberato dal ministro della Giustizia belga
Dutroux sconta appena 3 anni di prigione quando il ministro della
Giustizia dell’epoca, Melchior Wathelet, decide inspiegabilmente nel
1992 di scarcerarlo e di rimetterlo in libertà nonostante non fosse
nemmeno arrivato a metà della sua condanna, e nonostante non avesse
mostrato nessun segno di pentimento riguardo alle sue azioni passate.
L’ex ministro della Giustizia belga, Watelet
Il pedofilo era ancora fiero di quanto fatto in passato. Non
aspettava altro che qualcuno gli desse l’opportunità di fare ancora del
male a innocenti bambine e adolescenti belghe, e quella opportunità gli è
stata data dal Guardasigilli belga, a dimostrazione che dietro Marc
Dutroux c’era e c’è, ancora oggi, un inconfessabile mondo di segreti e
una rete di potenti che fa di tutto per proteggere i suoi fedeli servi,
quali era il mostro Dutroux.
L’ex ministro belga ha proprio quel profilo di potente legato a
doppio filo sia alle istituzioni belghe sia a quelle comunitarie, dato
che dopo questo suo incredibile regalo fatto a Dutroux e ad altri
pedofili da lui rimessi in libertà, farà il grande salto, arrivando nel
1995 a diventare membro della Corte di Giustizia europea, un tribunale
alquanto controverso per le sue pronunce molto a favore della lobby
progressista, e sul quale è abbastanza nota l’influenza del famigerato
magnate di origini ebraiche, George Soros, già noto in Italia per la sua
speculazione in Italia contro la lira nel 1992.
Dutroux non solo riesce a riguadagnare la libertà, ma arriva a
prendere persino un sussidio dallo Stato di circa 1200 euro dopo aver
convinto un medico, che forse aveva voglia di essere convinto, che lui
aveva problemi psichici e che aveva bisogno del sussidio statale per
poter vivere.
Il medico poi, non contento già del regalo fatto all’ex galeotto, gli
darà anche delle pillole per dormire che Dutroux ovviamente non userà
su sé stesso ma sulle sue future vittime.
Il pensiero che attanaglia e ossessiona il pedofilo è sempre stato lo stesso anche nel corso della sua detenzione.
Ricominciare da dove si era interrotto verso la fine degli anni’80 per un incidente di percorso.
Tornare a far parte di quella rete pedofila che gli commissionava
rapimenti e video di pedopornografia che in alcuni casi sembrano persino
aver varcato la già orribile soglia dello stupro per approdare invece
in quella dell’omicidio, in quel genere di film proibiti chiamati nel
mondo pedofilo “film snuff” sui quali si dirà in seguito di più.
Dutroux libero: iniziano i nuovi rapimenti
E’ così che Dutroux si mette in contatto con un operaio e affittuario
di una delle sue case, Claude Thirault, un criminale di piccolo taglio,
al quale darà espresso incarico di costruire degli scarichi per le acque sotto una delle sue nuove case.
Nemmeno questo ha apparentemente attirato le attenzioni della
polizia. Marc Dutroux risultava essere disoccupato eppure riusciva ad
essere proprietario di ben 7 case nonostante non producesse sulla carta
nessun reddito.
Era chiaro che quando si trattava di guardare su quest’uomo le
autorità avevano ordine di guardare altrove o di far finta di non aver
visto quello che in realtà si era visto eccome.
Thirault si mette così all’opera per accontentare le richieste del
pedofilo, quando poi vede in giardino due ragazzine che camminavano
vicino la casa.
Dutroux non si trattiene e non sembra avere la minima paura di
rivelare il motivo della loro presenza a Thirault, al quale dirà proprio
queste parole.
“Se le vuoi rapire, farai 150,000 franchi (4mila euro).. Le
afferri da dietro, gli metti una droga sedativa sotto il naso, le
trascini nell’auto e poi chiudi le portiere.”
La orribile confessione del pedofilo sembra smuovere il piccolo
criminale che decide di informare le autorità delle vere attività di
Dutroux.
La polizia così si reca a casa dell’ex detenuto nel 1993, vede il
seminterrato nel quale in quel momento non c’erano bambine o
adolescenti, fa un secondo ritorno nella casa di Marcinelle, nel giugno
1994, ma nemmeno in questa occasione trova apparentemente nulla, anche
se gli ufficiali sembrano accorgersi che i lavori sono stati interrotti.
Soltanto un anno dopo queste visite, forse non più di tanto
approfondite poiché la polizia belga non pensa nemmeno a mettere
sorveglianza un uomo con un passato di orrendi abusi e rapimenti ai
danni di minorenni, si manifestano i casi che sconvolgono il Paese
intero.
Scompaiono nel giugno del 1995 due bambine di 8 anni, Julie Lejeune e
Melissa Russo, alle quali purtroppo seguono soltanto a due mesi di
distanza al 17enne An Marchal e la 19enne Eefje Lambrecks.
Non appena questo accade, ancora una volta, l’operaio al quale
Dutroux chiese di costruire degli scarichi idrici sotto le sue case, si
reca nuovamente dalla polizia per invitarli a perquisire le case del
pedofilo, ma le autorità invece che procedere su una pista che era già
abbastanza lampante due anni prima, quasi dicono a Thirault che l’onere
della prova è suo e che è lui che deve fornire più elementi alle forze
dell’ordine.
La gendarmeria belga ha salvato il pedofilo
Eppure, in base a quanto è emerso in seguito, la polizia non aveva alcun bisogno di Thirault per arrivare alla verità.
Sapeva già tutto nel 1995, quando l’ufficiale Rene Michaux della
sezione investigativa della gendarmeria belga, la Brigade de
Surveillance et de Recherche, una sorta di DIGOS del Belgio, aveva già ricevuto sul tavolo del suo ufficio tutte le informazioni necessarie per risalire a Dutroux e ai suoi complici.
Rene Michaux
Michaux infatti era a capo di una operazione investigativa denominata
“Operazione Otello” che aveva posto sotto sorveglianza la famigerata
casa di Marcinelle del pedofilo, ma nonostante questo le telecamere
magicamente non avevano ripreso nell’agosto del 1995 Dutroux che portava
in quella casa le sue due vittime, An Marchal e Eefje Lambrecks, così
come non avevano ripreso, anche qui magicamente, un tentativo di fuga di
Eefje.
Non è la prima volta che la tecnologia che tanto viene decantata
dalle agenzie di intelligence e dalle forze dell’ordine appare non
funzionare più quando si tratta di tracciare delle piste investigative
che possono ledere gli interessi di potenti giri pedofili e massonici,
ma in compenso le telecamere però funzionano benissimo quando si tratta
di riprendere semplici cittadini per le strade, come avviene in diverse
città europee, tra le quali la stessa Bruxelles.
Michaux non solo non aveva visto quello che le telecamere avrebbero
dovuto registrare, ma ha ignorato anche tutti gli altri pesanti indizi
che gli erano stati sottoposti dalla madre di Dutroux, che sapeva della
condotta criminale del figlio e voleva collaborare con la polizia, e da
un altro agente di polizia, Christian Dubois, che aveva mostrato al suo
collega le prove su un altro complice del pedofilo, Michel Nihoul, un
uomo d’affari belga del quale si dirà di più a breve.
Queste prove e questi indizi sarebbero stati più che sufficienti per
qualsiasi serio e onesto ufficiale di polizia per procedere all’arresto
del sospettato, ma per Michaux evidentemente no, tanto che si è persino
lasciato sfuggire la pistola fumante, quando lui stesso si è recato
nella citata casa di Marcinelle, perché Dutroux intanto nel’95 era stato
arrestato per furto d’auto.
Nella casa l’uomo della gendarmeria belga sente le grida delle due
bambine, Julie e Melissa, ma non prova nemmeno a rispondergli, e ignora
persino una crema vaginale trovata nel seminterrato assieme a uno
speculo, delle catene e un video sulle bambine scomparse che poi
moriranno di stenti in quel luogo degli orrori, e una di loro, An
Marchal, sarà addirittura seppellita vita dal criminale.
Melissa Russo e Julie Lejeune
La soluzione del caso era andata dritta tra le braccia di Michaux che
evidentemente non aveva nessuna voglia di prenderla e chiudere il caso.
Derubricare il tutto a semplice incompetenza sarebbe assurdo, perché è
sempre stato evidente in questo caso che dietro Dutroux c’erano
ambienti ben più potenti che avevano tutto l’interesse a lasciarlo agire
indisturbato.
Ed è quello che andrà anche in questa occasione, come già visto nel
1992 quando il ministro della Giustizia lo rimise in libertà.
L’orco viene scarcerato ancora una volta nel marzo del 1996 per
“ragioni umanitarie” perché la sua seconda moglie aspetta un figlio, ma
questo non era certo la sua preoccupazione.
La sua preoccupazione era quella di rimettersi subito all’opera e di
rapire altre due bambine di 12 anni, Sabine Dardenne e Laetitia Delhez,
ma questa volta, finalmente, il mostro viene arrestato nel’agosto del
1996 dai due inquirenti Jean-Marc Connerotte e Michel Bourlet che già
erano stati fermati qualche anno prima mentre indagavano sull’assassinio
del politico socialista Andrè Cools.
L’esito purtroppo non fu diverso nemmeno in quella occasione.
Connerotte viene rimosso dall’inchiesta soltanto perché aveva
partecipato ad una cena di beneficenza per le vittime di Marc Dutroux.
La macchina che aveva protetto il pedofilo per tutti gli anni
precedenti solleva il magistrato dall’incarico per questo discutibile
pretesto e il Belgio si infiamma.
Scendono in piazza 300mila persone in quella che all’epoca venne chiamata “marcia bianca”,
una massiccia manifestazione di protesta dei belgi che volevano verità e
giustizia per le vittime della rete pedofila che era ormai arrivata ai
piani più alti del Paese.
I testimoni degli abusi pedofili: gli uomini più potenti del Belgio e d’Europa
Iniziano a farsi avanti tutte quelle vittime di abusi che non avevano
trovato giustizia negli anni precedenti, quando avevano denunciato di
essere state stuprate da uomini molto potenti, ma nelle istituzioni che
avrebbero dovuto fare luce su questi pedofili c’erano uomini come
Michaux, che si premuravano di insabbiare il tutto.
Si fanno avanti nuovamente e inizialmente le testimoni vengono identificate con le sigle X1, X2, X3, etc.
X1 è Regina Louf, la prima testimone che rivela di essere stata
venduta dai suoi genitori sin da piccola, fino a quando non sposò un
ragazzo nel 1988 grazie al quale riuscì a venire fuori viva dal suo
incubo prima di finire con ogni probabilità nei cosiddetti film snuff
dei quali si diceva prima.
Regina Louf
C’era X2 che è un’agente di polizia sottoposta ad abusi sin da
bambina è che stata anche portata in dote ad un potente membro del
Rotary, l’associazione paramassonica della quale si è parlato in un’altra occasione.
X2 sapeva perfettamente che l’inchiesta sarebbe stata sabotata dalle
autorità e ha lasciato il programma di testimonianza per questa ragione.
Ognuna delle vittime condivideva un passato di abusi pedofili in
famiglia, e ognuna di esse è stata portata sin da piccola alle feste e
ai parti satanici nei quali non solo c’erano stupri di bambini e
bambine, ma anche torture e veri e propri omicidi.
Qui si apre la porta dei film snuff dei quali si diceva prima. Sono i
film nei quali si uccidono per davvero delle persone, uomini, donne e
bambini per compiacere i sadici perversi che comprano questi filmati.
In Belgio, sembra esserci un mercato molto fiorente al riguardo sul quale stava facendo luce Jean – Pierre Van Rossem,
una sorta di guru della finanza già coinvolto in attività illecite ma
che sembrava volesse far emergere la verità su questi traffici.
Van Rossem aveva iniziato a fare il giro dei sexy shop in Belgio e in
Olanda alla ricerca di questi film proibiti fino a quando non incappò
in due, ad Hulst e Putte, nei quali non solo gli venne fornito materiale
pedopornografico su richiesta ma anche un film nel quale una ragazza
veniva brutalmente torturata ed uccisa in cambio di 5mila euro.
E’ il piano superiore della rete pedofila che era stato denunciato da Regina Louf e dalle altre testimoni.
Le vittime avevano riconosciuto i loro aguzzini tra i quali c’erano
personaggi di altissimo profilo della società belga ed europea.
L’ex deputato belga Laurent Louis aveva pubblicato sul suo sito tutta la lista dei personaggi coinvolti nel caso Dutroux e riconosciuti dalle loro vittime.
Tra questi c’erano Alberto II, ex re del Belgio, il principe
Alessandro, figlio del sovrano Leopoldo III, Michael Aquino, militare
americano del Pentagono e con importanti incarichi nella NATO e già
fondatore della setta satanica “Il tempio di Set”, il commissario di
polizia Philippe Beneux, il magistrato Vincent Baert, il citato politico
socialista André Cools, il cardinal Danneels, già noto per essere stato
parte della famigerata mafia di San Gallo che propiziò l’elezione di
Bergoglio, e Herman Van Rompuy, ex primo ministro del Belgio e
presidente del Consiglio Europeo.
Sono alcuni degli uomini più potenti del Belgio e d’Europa. Il caso
Dutroux non è altro che un filo di Arianna della pedofilia che se
seguito fino alla fine conduce ai veri signori che gestiscono questo
mondo.
Marc Dutroux è soltanto un mero manovale e tutto l’apparato
investigativo del Belgio ha agito per non far emergere la verità su chi
tirava i suoi fili e su chi c’era dietro questo museo degli orrori fatto
di stupri di bambini, omicidi e atti di bestialità, ovvero sesso con
animali, che dovevano subire le vittime di questo circolo di sadici
depravati.
Non sorprende che le autorità belghe non abbiano mai veramente voluto
fare luce sui mandanti di Dutroux che oggi sconta una condanna
all’ergastolo in Belgio.
Non lo hanno fatto perché sarebbe stato come fare harakiri. L’intero castello di carte sarebbe venuto giù.
Alla fine si può vedere come questa potente rete pedofila non sia
altro che il pilastro delle corrotte democrazie liberali e del massonico
Nuovo Ordine Mondiale.