La sindrome di Berlino
di Marco Travaglio - 17/08/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Immaginate che accadrebbe se la magistratura tedesca, per i
gasdotti Nord Stream 1 e 2 distrutti il 26.9.22, avesse appena spiccato
un mandato di cattura contro un sommozzatore russo. I Paesi Nato
direttamente o indirettamente colpiti dal sabotaggio dell’infrastruttura
strategica invocherebbero l’articolo 5 del Trattato Atlantico, che
impegna i membri a fare guerra a chiunque ne attacchi uno con le armi.
Il 15.11.22, quando un missile che l’Ucraina giurava essere russo cadde
in Polonia uccidendo due civili, si rischiò la Terza guerra mondiale.
Poi si scoprì che Zelensky &C. mentivano agli alleati: il missile
era loro. Ma, anziché dichiarare guerra a Kiev, la Nato stese un velo
pietoso e continuò a finanziare e armare l’infido alleato che tentava di
fregarla. La scena si ripete ora che i giudici tedeschi e il WSJ
smontano l’ennesima menzogna ucraina: a sabotare i gasdotti non fu
Mosca, come da due anni giurano Zelensky &C., da sempre ostili ai
Nord Stream, ma il capo dell’esercito ucraino Zaluzhny (ora ambasciatore
a Londra). Che ebbe l’ok di Zelensky, poi la Cia lo scoprì e costrinse
il presidente ucraino a cambiare idea. Ma non Zaluzhny, che andò fino in
fondo. L’indomani Podolyak, consigliere di Zelensky, tentò di indurre
la Nato a far scattare l’art. 5 contro Mosca parlando di “attacco
terroristico pianificato dalla Russia per aggredire l’Ue”. E il 9.10
giurò che “l’omicidio della figlia di Dugin, le esplosioni dei gasdotti
Nord Stream e quella sul ponte di Kerch hanno la stessa firma. Ed è
russa” (invece era ucraina).
Il premio Pulitzer Seymour Hersh
sostiene invece che il mandante è Biden e ricorda gli spudorati annunci
dei vertici Usa. Il sottosegretario Victoria Nuland, 27.1.22: “Se Mosca
invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro il Nord Stream 2 non andrà
avanti”. Biden il 7.2.22: “Se la Russia invade, il Nord Stream 2 non
andrà avanti. Metteremo fine a tutto questo. Garantisco che saremo in
grado di farlo”. Blinken, quattro giorni dopo il blitz, lo definì
“un’opportunità straordinaria per eliminare una volta per tutte la
dipendenza dall’energia russa”. Nuland il 28.1.23: “Sono molto
soddisfatta, e penso che anche l’amministrazione lo sia, di sapere che
il Nord Stream 2 è ridotto a un rottame in fondo al mare”. Sia come sia,
tutti – da Biden a Zelensky – sapevano che era stata Kiev. Però
tacquero, depistando le indagini della Germania, prima vittima (con
Mosca) dell’attentato. L’art. 5 parla chiaro: la Nato dovrebbe entrare
in guerra contro l’Ucraina, o almeno smettere di finanziarla e armarla.
Invece tutti tacciono. Pure la Germania, che riesce ad accusare Kiev di
aver distrutto un bel pezzo della sua economia e contemporaneamente a
prometterle altre armi. Da oggi la sindrome di Stoccolma si chiama
sindrome di Berlino.
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