Svolta per il Conflitto NATO Russia in Ucraina
di Luciano Lago
L’operazione
speciale è finita e questa si è trasformata in guerra aperta della Nato
contro la Russia. Forse in molti non si sono ancora resi conto delle
conseguenze dell’invasione del territorio russo attuata dalle forze
ucraine e Nato.
L’avventura di Zelensy nella regione di Kursk ha scatenato una serie di processi disastrosi per il futuro dell’Ucraina.
Intanto,
come prima conseguenza, l’invasione di militanti ucraini (e mercenari
Nato) del territorio russo ha prodotto un cambio di pensiero nella
direzione russa del governo come anche nei comuni cittadini…
I
combattenti russi percepivano prima la difesa del Donbass come una
campagna militare all’estero ma adesso tutto è cambiato e si è preso
atto che le frontiere della Federazione Russa sono cambiate
radicalmente. Quanto più a lungo duri questa situazione, tanto
più fortemente si radica la convinzione che l’operazione speciale è
terminata ed una guerra contro l’occidente è iniziata, una guerra
esistenziale per la sopravvivenza della Russia, attaccata da 40 nazioni
della Nato.
I politici della UE continueranno a sostenere che questa è una guerra ibrida? Molte volte abbiamo detto che gli USA in passato non hanno mai vinto una guerra ma, riflettendo bene, sarà che volessero davvero vincere o piuttosto solo distruggere i paesi dove sono sbarcati? Il dubbio viene pensando a come hanno ridotto i paesi dove sono intervenuti, dal Vietnam all’Afghanistan, passando per la Serbia, l”Iraq, la Libia, la Siria, e vari altri.
Il Piano di Washington
Sembra
chiaro che il piano di lunga data di Washington era quello di
infliggere una sconfitta strategica alla Russia, disarticolare e
balcanizzare lo stato russo ed impadronirsi delle sue risorse. Tutto è
scritto nero su bianco sui vari Think Tank collegati al Pentagono che
delineano le strategie di lungo periodo che deve seguire l’America per
mantenere la sua egemonia mondiale (vedi “The New American Century“)
L’occidente a guida USA fornisce l’impressione che, per mantenere la propria sussistenza, gli rimane come
ultima chance la violenza armata, la sobillazione ed anche la
pirateria, quale arma per sequestrare beni di altri ed incamerare per i
loro interessi.
Se si legge l’Atlantic Council, importante
organo atlantista, si sostiene che la strategia USA deve cambiare, vista
la situazione del Mar Rosso dove gli Houthi hanno paralizzato il
commercio navale collegato a Israele ed ai suoi alleati e questi
guerriglieri si sono dimostrati una minaccia molto grave per i traffici
marittimi e gli interessi occidentali. Così esiste la possibilità che
altri gruppi possono attuare la stessa strategia in altri punti chiave
della circolazione marittima, stretti di Malacca, Magellano, Gibilterra,
Golfo Persico, ecc..
Per questo anche la Nato,
suggerisce, Atlantic, deve dotarsi di armi e proxi che possano a loro
volta attuare lo stesso tipo di minacce alla circolazione delle navi
russe, petroliere in particolare, per bloccare una delle fonti
principali di ingresso economico della Russia.
Non sarà
certo che la Russia possa vincere contro le 40 nazioni della Nato che
stanno combattendo contro le forze russe in Ucraina ma tanto meno è
plausibile che una massima potenza nucleare possa perdere in una guerra
esistenziale.
Le notizie definitive dal teatro bellico dicono che il
panico regna in Ucraina mentre il fronte del Donbass ha già collassato
e Zelensky ed i suoi si incolpano a vicenda, l’ex comico incolpa i
militari, i comandanti incolpano i soldati per scarso rendimento, tutti
responsabilizzano la giunta di Kiev per la conduzione demenziale della
guerra.
Secondo il canale ucraino di Telegram, Resident, questi informa che le forze armate ucraine considerano l’operazione di Kursk un tradimento
e i soldati ucraini non vogliono morire per gli interessi della giunta
di Kiev. Non si capisce perché le migliori unità siano state inviate al
territorio russo invece di utilizzarle per difendere il Donbass e altre
aree dell’Ucraina che dovevano essere difese dalla travolgente avanzata
russa.
Il caos è totale e lo stesso Zelensky sta screditando le
forze armate incolpando per il disastro mentre cerca nuove armi e nuovi
aiuti in occidente.
La speranza di Zelensky era quella di potersi
sedere ad un futuro tavolo negoziale con la Russia esibendo una carta di
ricatto costituita da territori russi occupati ed ostaggi civili russi
da scambiare con la restituzione dei territori dell’Ucraina di
anteguerra.
Zelensky non ha capito che quello che lui
potrebbe trovare sul tavolo è soltanto, nel migliore dei casi, una
imputazione di genocidio da parte del suo stesso popolo o, nel peggiore,
una corda da appendersi al collo ed uscire di scena con soddisfazione
anche dei suoi patrocinatori.
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