Kursk e donbass: cosa sta succedendo
di Enrico Tomaselli - 23/08/2024
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Fonte: Giubbe rosse
Mentre l'attenzione mediatica occidentale è tutta
concentrata sull'incursione ucraina nella regione russa di Kursk, le
cose non vanno affatto bene per Kiev nel Donbass.
Per quanto,
ovviamente, non ci sia niente di strano nel fatto che l'esercito ucraino
abbia deciso - nel quadro di un conflitto diretto - di entrare nel
territorio del paese nemico, questa iniziativa militare presenta non
pochi aspetti inconsueti. Il primo dei quali risulta ben visibile sui
media occidentali, assai più che sul campo di battaglia. Contrariamente a
quanto è sempre avvenuto, infatti, soprattutto la stampa statunitense
ha sin dal primo momento criticato l'operazione, mettendone in dubbio
l'opportunità operativa. Il che è singolare, non solo perché invece il
sostegno a Kiev è sempre stato totale ed acritico, ma perché con ogni
evidenza questa operazione è stata concordata, preparata, coordinata - e
fors'anche diretta - dai comandi NATO. Questa ambiguità, pertanto,
lascia perplessi.
Che l'incursione avesse l'intenzione di distrarre
truppe russe dal Donbass, non solo si è rivelato un calcolo errato, ma
soprattutto significa che l'intera operazione è stata mal concepita.
Perché concentrare lì un gruppo considerevole di forze (uomini,
corazzati, MBT, artiglieria, sistemi anti-aerei e anti-missile...),
scegliendo tra i reparti migliori e più preparati, non sembra affatto
una operazione diversiva. Che comunque non ha funzionato. Il fronte si
sta stabilizzando, e le unità russe schierate sugli altri settori del
fronte non sono state spostate qui.
Mentre infatti Syrsky raggruppava
il meglio del suo esercito, senza poi nemmeno lanciarlo in un vero
tentativo di sfondamento e penetrazione in profondità, il ritmo di
avanzata russo nel Donbass ha preso ad accelerare significativamente,
soprattutto nell'oblast di Donetsk - quello in cui il territorio ancora
sotto controllo ucraino è il più ampio. Nel giro di alcuni giorni, sono
caduti in mano russa tutta una serie di villaggi: Sveredonovka,
Novozhelannoye, Zavetnoye, New York, Zavizne, Viemka, Dzerzhinsk,
Scukne, Mezhevoye, Skuchnoye, Zhuravka, Novgorodskoye, Zhelannoye,
Komyshivka, Ptichye, Mezhevoy...
Particolarmente significativa
l'avanzata su Pokrovsk e Toretsk, due punti nodali della difesa ucraina
sul fronte del Donbass. Senza le forze dislocate a nord-est, nella
regione di Sumy, l'intero settore rischia di essere travolto, con
potenziali conseguenze disastrose per le forze armate ucraine nel loro
complesso. Nonostante l'iniezione di fiducia che - tra l'altro -
l'incursione verso Kursk si sperava apportasse al morale delle truppe,
il risultato sembra essere opposto: molti comandanti delle unità
schierate in Donbass, infatti, stanno criticando aspramente
l'operazione, proprio a causa delle conseguenze sul fronte sud-est, e si
segnalano nuovi casi di insubordinazione di interi reparti.
Insomma,
sembra che l'AFU (o meglio, la NATO...) abbia una strategia alquanto
vaga, e seppure - come in questo caso - riesca talvolta a fare scelte
tattiche di una qualche efficacia (almeno temporanea), quando poi si
passa sul piano operativo si rivela assolutamente estemporanea, mettendo
in campo azioni completamente avulse da un disegno più generale.
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