Dicesi democrazia
di Marco Travaglio - 23/08/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Ormai, appena sento “democrazia”, mi viene la ridarella.
Specie quando la cerco nel vocabolario Treccani: “Forma di governo che
si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la
partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico”.
Da scompisciarsi. Il faro della democrazia sono gli Usa, dove si tiene
la Convention del Partito – indovinate un po’? – Democratico. Che, come
tale (ma lo fa anche il Repubblicano), affida agli elettori la scelta
del candidato alla presidenza con apposite primarie. Quelle repubblicane
le ha vinte Trump, dunque il candidato è Trump, che però è
antidemocratico. Invece quelle democratiche le ha vinte Biden, dunque il
candidato alla Casa Bianca è la Harris: che c’è di più democratico? Si
dirà: si è scoperto che Biden è rincoglionito. Sì, ma lo si sapeva da
tre anni e le primarie si sono tenute da febbraio a giugno di quest’anno
senza che nessuno aprisse bocca. Poi a luglio i Clinton e gli Obama han
deciso che doveva ritirarsi. Non perché era rinco (l’avrebbero
ricandidato pure da morto, seguitando a telecomandarne la salma), ma
perché s’era fatto sgamare nel tele-dibattito con Trump e rischiava di
perdere, e loro con lui. Così la Convention Democratica incorona la
Harris, considerata fino a ieri una mezza pippa. Già a settembre il
Washington Post implorava di ritirarsi sia Joe sia lei (“non è riuscita a
guadagnare terreno nel Paese e neppure nel partito”). Ma ora i
giornaloni, tra fiumi di bava e gridolini di giubilo, la trovano
improvvisamente geniale. Pazienza se non l’ha scelta un solo elettore: a
issarla sul trono provvedono gli Obama e i Clinton, in un tripudio di
familismo amorale che fa impallidire il nostro, ma nessuno nota per non
turbare il Nuovo Mondo a cuoricini e fiorellini.
Siccome si chiamano
Democratici, si credono democratici: un Democratico non può fare cose
antidemocratiche nemmeno se le fa. E tutti esultano per la grande
vittoria delle donne, perché Bill e Barack fanno democraticamente
parlare Hillary e Michelle. Poi Kamala fa parlare il marito Douglas
Emhoff, pure lui avvocato, e i nostri giornaloni si eccitano per la sua
storia molto femminista: “Avevo appena risolto il problema importante di
un cliente e quello, per ringraziarmi, mi organizzò un appuntamento al
buio. Fu così che ebbi il numero di Kamala e la chiamai”. Ma come, una
donna in omaggio come un pacco Amazon? E il #MeToo che dice? Mentre va
in scena il teatrino democratico, il NYT scopre che Biden a marzo ha
firmato un piano segreto (chissà cosa ne avrà capito) per puntare nuove e
vecchie armi nucleari contro Russia, Corea del Nord e Cina. È il suo
lascito al successore e a tutti noi: un regalino molto democratico, pure
troppo.
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