Il 13 aprile 2024, su openletter.earth, è apparsa una lettera firmata da 228 lavoratori del colosso tecnologico Apple. Nella lettera i lavoratori interni all’azienda chiedevano ad Apple di interrompere i finanziamenti a due particolari organizzazioni che avrebbero un coinvolgimento diretto nel conflitto israelo-palestinese. Vi riportiamo per intero un passo della lettera: “Siamo un gruppo di azionisti, dipendenti ed ex dipendenti che hanno deciso di parlare apertamente delle scelte che riguardano direttamente noi e i nostri cari. Siamo solidali con i nostri colleghi di Apples4Ceasefire che hanno chiesto di rimuovere 2 organizzazioni che finanziano insediamenti illegali da Benevity. Chiediamo che Apple debba prontamente indagare e cessare la corrispondenza delle donazioni a tutte le organizzazioni che promuovono insediamenti illegali nei territori occupati e sostengono l’IDF, compresi quelli elencati di seguito. Tale sostegno contravviene direttamente al diritto internazionale e al presunto impegno della nostra organizzazione per i diritti umani, nonché per l’ammissibilità della causa corrispondente […Cordiali sinceri, Azionisti e dipendenti attuali ed ex di Apple Inc..]”.
Pochi giorni fa, diverse newsroom internazionali hanno riferito che, di fianco al colosso Apple, anche Microsoft avrebbe incentivato comunicazioni interne volte alla promozione di raccolte fondi in favore di organizzazioni coinvolte nelle occupazioni illegali in Cisgiordania e, parallelamente, avrebbe messo UNRWA nella lista nera delle organizzazioni che potrebbero beneficiare dei contributi dell’azienda.
Microsoft, ad esempio, è stata criticata per aver promosso donazioni a organizzazioni che sostengono insediamenti illegali. La questione è emersa parallelamente alle notizie secondo cui l’azienda sta investendo pesantemente in Israele, con piani di espansione che prevedono l’assunzione di migliaia di nuovi dipendenti e la costruzione di nuove strutture a Gerusalemme e Be’er Sheva. Sono tantissime le informazione che oggi ci dicono che gli investimenti di Microsoft con un altissima probabilità supportano indirettamente le politiche del governo israeliano nei territori occupati, contribuendo al quadro del colonialismo in Cisgiordania.
Le controversie che circondano le azioni di Apple e Microsoft si inseriscono in una critica più ampia su come le grandi aziende tecnologiche siano coinvolte nel conflitto in corso attraverso il loro supporto finanziario e tecnologico alle iniziative del governo e dell’esercito israeliano. Queste rivelazioni fanno parte di un sempre più crescente controllo della stampa internazionale su come le aziende tecnologiche, spesso percepite come entità neutre o persino progressiste, possano giocare un ruolo decisivo nell’attuazione di politiche colonialiste in un conflitto come quello israelo-palestinese.
Le organizzazioni
1. Ma’aleh Adumim Foundation
La Ma’aleh Adumim Foundation è un’organizzazione con sede nell’insediamento di Ma’aleh Adumim, situato nella Cisgiordania occupata. L’organizzazione si occupa di raccogliere fondi per promuovere la crescita economica e sostenere l’espansione dell’insediamento israeliano. Tuttavia, Ma’aleh Adumim è considerato un insediamento illegale secondo il diritto internazionale, e la sua espansione è stata al centro di numerose controversie politiche e legali. La fondazione è quindi dedita a favorire politiche sociali verso gli israeliani in un territorio che di fatto è occupato illegalmente.
2. Ein Prat Academy for Leadership
L’Ein Prat Academy for Leadership è un’istituzione educativa che mira a formare giovani leader attraverso programmi di studio intensivi che combinano educazione ebraica, filosofia, e impegno civico. Fondata nel 2001, l’accademia si trova vicino all’insediamento di Kfar Adumim, anche questa nella Cisgiordania occupata. COme dichiarato sul sito web dell’accademia, l’istituto è frequentato principalmente da giovani israeliani, molti dei quali intraprendono ruoli di leadership nell’esercito, nella politica, e nella società civile.
3. Megilot Dead Sea Rescue Team
Il Megilot Dead Sea Rescue Team è un’organizzazione di volontariato specializzata nelle operazioni di salvataggio e soccorso nell’area del Mar Morto e delle circostanti montagne nei territori occupati. Nei territori occupati, il gruppo di ricerca lavora in stretta collaborazione con le autorità israeliane, con l’IDF e con le figure governative.
Queste organizzazioni, pur operando in contesti differenti, sostengono e contribuiscono con il loro operato i piani di espansionismo di Israele.
Microsoft e i dati di migliaia di palestinesi
Non è finita. Microsoft, in realtà, da anni è un patner di spessore del comparto di intelligence israeliano. Al-Munaseq dai primi riscontri online sembra essere un’app sviluppata per facilitare la comunicazione tra le autorità israeliane e i palestinesi con oltre 1 milioni di download. Ma bastano poche richerche per rendersi conto che l’app, facilmente scaribile dal playstore, benchè serva ai palestinesi come ponte burocratico per gestire diversi aspetti sotto il controllo digitale di Israele, richiede necessariamente accesso completo a qualsiasi dato presente sul dispositivo mobile di chi la scarica, rendendo il controllo totale. La connessione con Microsoft è diretta.
Infatti l’app Al-Munaseq utilizza la piattaforma cloud Microsoft Azure per ospitare e gestire i suoi dati. Questo significa che le infrastrutture e i servizi di Microsoft sono coinvolti nel supporto tecnico e nella gestione dell’app. Mahmoud Al-Afranji, coordinatore del Consiglio delle organizzazioni per i diritti umani in Palestina, ha sottolineato in un articolo su 7amleh: “L’applicazione costituisce una grave violazione della sicurezza della società palestinese in quanto combina informazioni personali dei registri civili, come luogo e data di nascita, informazioni sulla famiglia allargata, luogo di residenza con documenti militari, tracciamento dei movimenti. L’app può accedere a tutte le informazioni e i dati su qualsiasi altra applicazione sullo stesso telefono, inclusi i dati sulla posizione, le chiamate in entrata e in uscita, i messaggi e le e-mail. È come tenere in tasca lo Shin Bet per guardare costantemente ogni tuo passo”.
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