C’è del marcio in Inghilterra
Di Saura Plesio, Nessie
Non so da che mazzo di carte lo abbiano tirato fuori, il nuovo premier laburista britannico Keir Starmer, una faccia anonima e impersonale con un’espressione ben poco accattivante, e con un nome che pare la marca di uno yoghurt. So solo che da quando è stato eletto, la Gran Bretagna è diventata nel giro di due mesi, un paese passato repentinamente dal Common Law alla non comune brutale repressione. Dalla Magna Charta libertatum, promulgata nel 1215 dal re Giovanni Senzaterra, alla riedizione peggiorativa dei protocolli pandemici. Come il Canada ai tempi dei camionisti a cui bloccare i conti correnti se non si vaccinavano. Come l’Australia che durante la pandemia, inseguiva i renitenti perfino nei boschi per vaccinarli a forza. Come la Nuova Zelanda, il cui piano pandemico autorizza la polizia a fare qualsiasi cosa “ragionevolmente necessaria”, compreso l’uso della coercizione per somministrare “trattamenti sanitari preventivi” – tutti paesi appartenenti all’area Commonwealth. E’ forse questa la vostra Brexit? Allontanamento dalla liberticida Ue per poi creare, in proprio, un mercato multietnico di presunta “ricchezza comune” in forma distopica da film horror?
La sottoscritta pensava che il nucleo della distopia kalergiana fosse situato in Francia, così ben descritta da Jean Raspail ne “Il Campo dei santi”, libro del quale feci una recensione, Ed invece – toh – ecco che spunta un’Inghilterra immigrazionista, clemente con gli allogeni, quanto repressiva con gli autoctoni. Fino al rovesciamento del comune buon senso.
C’è del marcio, se la Gran Bretagna sta sprofondando sempre più
nell’abisso della sottomissione e del distruttivo correttismo politico.
Come ha affermato il neo-ministro della Sanità britannico Wess Streeting ,
d’ora in poi gli infermieri potranno non trattare con la dovuta cura i
pazienti che considerano “razzisti” o “sospetti di razzismo”. Sospetti e
sospettati! Cioè saranno gli infermieri stessi, in particolare se
extracomunitari, e non i magistrati a stabilire chi è razzista e chi no,
chi può essere curato e chi no. Un suggerimento prontamente accolto dal
Royal College of Nursering, l’Associazione infermieri britannica che ha
aggiornato in merito a ciò, il suo codice deontologico. Ovviamente, con
queste licenze, ecco profilarsi scenari di possibili faide fra
infermieri di colore e pazienti bianchi, ritenuti magari dei
“suprematisti”, “razzisti” o dei pericolosi “no vax”. Ve la ricordate
l’infermiera assassina del romanzo “Misery non deve morire” di Stephen
King, da cui trassero il film di Rob Reiner con Kathy Bates e James
Caan? Beh, avanti così e possiamo pure preconizzare uno scenario del
genere.
C’è del marcio se tre bambine sono rimaste accoltellate e uccise a Southport, ma fino all’ultimo chi di dovere non ha voluto informare circa l’identità e le generalità di quel Muganwa Rudakubana 17enne nato in GB ma di origini ruandesi, nel timore di fomentare disordini. Un paese serio, pensa innanzitutto a fare chiarezza e a informare i cittadini sugli autori dei delitti assicurandoli alla giustizia e a garantire incolumità e sicurezza agli abitanti delle sue città, in particolare difendendo categorie più deboli, come i bambini.
C’è del marcio se sui social si può passare per violenti “estremisti di destra” se solo si mette un’emoticon ritenuta sbagliata dalle procure, sotto un commento. Un giudice a nome John Temperly, infatti ha condannato a tre mesi di reclusione, un cittadino inglese solo per aver utilizzato una emoticon ritenuta “violenta”.
Potremmo anche fregarcene se non fosse che la gramigna poi si diffonde in fretta, e che il pronipote di Badoglio, Antonio Tajani di FI (l’anello più debole della compagine governativa), starebbe già progettando un ridicolo “ius scholae” per gli immigrati, che rappresenta una vera e propria finestra di Overton allo scopo di fare strame dell’attuale ius sanguinis. Quanto ci viene riportato da lassù in terra d’Albione, mai così vicina, è solo un assaggio di quanto può diffondersi per tutto l’emisfero occidentale. Una breve lapidaria puntualizzazione. La scuola italiana in dissesto permanente dal ’68 a oggi, non è in grado di formare cittadini italiani e di educare all’amore di patria, volete forse che formi degli stranieri, per il tramite di un surrettizio “diritto scolastico”?
Ma torno al Regno Unito e dico che c’è del marcio, se per applicare in modo ottuso e miope l’ideologia woke (in inglese, quella del presunto risveglio) in ogni settore della vita e della società, si viene a instaurare una sorta di pedagogia punitiva in perfetto stile sovietico.
Giorno di San Bartolomeo
Fonte: https://sauraplesio.blogspot.com/2024/08/ce-del-marcio-in-inghilterra.html
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