Significati impliciti nell’affondamento del Bayesian
Di Claudio Martinotti Doria
IL Bayesian è un grande veliero moderno (yacth - nave) da 56 mt di lunghezza con un albero da 75 mt di altezza, talmente importante e peculiare da essere descritto in un’apposita scheda su Wikipedia. Non è una nave comune e diffusa come modello, la Perini Navi di Viareggio ne ha costruite solo una decina su commissione, con un lusso e una dotazione strumentale tecnologica senza precedenti. L’azienda produttrice tiene corsi di formazione e aggiornamento per gli equipaggi che poi dovranno occuparsi di farli navigare per conto degli acquirenti, già questo fatto fa decadere ogni dubbio su eventuali incompetenze per rendere il personale di bordo responsabile di qualche colpa, o capro espiatorio. Senza contare la dotazione tecnologica di bordo, talmente avveniristica che diventa difficile descriverla, per cui a eventuali manchevolezze umane provvederebbe in automatico qualche sistema di allarme. Si potrebbe dire che ogni possibile rischio è stato previsto adottando adeguate contromisure.
Se i giornalisti avessero letto la scheda tecnica sulla nave non avrebbero scritto quelle assurdità sulle improbabili (spesso ridicole) cause dell’improvviso affondamento.
Il mio breve intervento non ha alcuna intenzione d’informare su fatti di cronaca inerenti l’evento, di articoli sul web ne troverete a iosa, con la lista dei passeggeri, delle vittime e delle ipotetiche cause, motivazioni, mandanti, strane coincidenze e correlazioni, ecc..
Mi limito solo a riflettere su cosa possa significare un simile grave evento nella panoramica generale dell’attuale momento storico e geopolitico che stiamo vedendo e che ci riserva quasi ogni giorno delle sorprese, spesso per nulla piacevoli per non definirle angoscianti.
A bordo del veliero c’erano persone potenti e colluse con alcuni servizi segreti occidentali e similmente all’episodio avvenuto l’anno scorso sul Lago Maggiore, erano a bordo apparentemente per festeggiare qualcosa. Una specie di gita turistica finita male. Similitudini paradossali e tragiche.
Il veliero era ritenuto inaffondabile, i tecnici spiegano che è strutturato in un modo tale che tramite sottostante zavorra (sotto lo scafo) è in grado di inclinarsi lateralmente fino a 75 gradi, quindi neppure una tempesta oceanica o un uragano potrebbe scalfirlo e/o affondarlo.
Infatti pare sia attualmente in fondo al mare a poca distanza da Palermo a 50 mt di profondità, piegato con il lunghissimo albero ancora integro in posizione orizzontale, e pare non vi siano danni allo scafo, anche se i servizi segreti britannici pare impediscano di immergersi e scattare foto (a volte non saprei dire se siamo più una colonia britannica o statunitense …).
Se c’erano a bordo documenti sensibili e una scatola nera, avranno già provveduto a farli sparire o sostituire con qualcosa di innocuo.
Da un evento di una tale gravità si può evincere qualche concetto di base.
In primo luogo per colpire persone tanto potenti occorre esserlo altrettanto se non di più, quindi chiaramente c’è una lotta in corso tra “titani”, in parte scoperta, ma perlopiù nascosta, sottotraccia, dissimulata, camuffata, resa invisibile tramite abili sotterfugi e coperture, in modo che passi perlopiù inosservata.
In secondo luogo occorre possedere mezzi, strumenti e armi altamente tecnologiche e sofisticate, ignote al pubblico, quindi mai usate pubblicamente e riportate mediaticamente, ma semmai collaudate segretamente e sempre utilizzate con cautela e riservatezza, prendendo ogni precauzione per evitare testimoni e fughe di notizie.
In terzo luogo avere la determinazione di agire in modo così deciso e diretto significa lanciare un messaggio duro che andrà certamente a destinazione ben interpretato dalla controparte. Non ci sono spazi per gli equivoci o i malintesi.
Le motivazioni possono essere molteplici, possiamo solo ipotizzare non avendo sufficienti elementi per un’analisi accurata. Potrebbe essere una punizione o vendetta, una ritorsione, un’azione preventiva per evitare che arrecassero danni, nel caso tramassero qualcosa, ecc..
Una cosa è certa, le armi che a noi sembrano già alquanto tecnologicamente avanzate, che stanno provando e perfezionando sugli scenari di guerra in corso, sono un’inezia in confronto a quelle di cui dispongono le grandi potenze, forse frutto di retro-ingegneria, che sono in grado di colpire chiunque e ovunque, simulando un evento climatico o accidentale, come sono convinto sia avvenuto ad esempio nell’isola di Maui nelle Hawaii l’estate scorsa.
Temo che il possesso di tali armi micidiali e l’impunità cui sono ormai abituati da troppo tempo i veri detentori del potere e le sempre più estese complicità e alleanze reciproche, potrebbero indurre queste forze contrapposte a ricorrervi sempre di più fino ad abusarne, rendendoci sempre più spettatori passivi e perplessi, se non a volte vittime di effetti collaterali.
Non so voi, ma io sono alquanto preoccupato e inquieto.
Un caro saluto.
Claudio Martinotti Doria
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