L’Ucraina perde il primo F-16
https://www.analisidifesa.it/2024/08/lucraina-perde-il-primo-f-16/
Ha suscitato scalpore e qualche polemica la notizia diffusa dal Wall Street Journal che uno dei 6 F-16 impiegati da alcune settimane dalle forze aeree ucraine è precitato il 26 agosto durante un massiccio attacco missilistico russo. Il WSJ cita funzionari statunitensi precisando che l’F-16 ”non è stato abbattuto dal fuoco nemico”, ma sarebbe caduto per ”un errore del pilota”.
Versione che lascia qualche dubbio innanzitutto perché proprio quel giorno il presidente Volodymyr Zelensky aveva annunciato il primo impiego operativo degli F-16 ucraini, il 26 agosto, in seguito al massiccio attacco russo con armi di precisione a lungo raggio contro le infrastrutture energetiche che supportano l’industria militare ucraina.
“Nell’ambito di questo enorme attacco, abbiamo utilizzato gli F-16 per abbattere alcuni missili e droni. E ringraziamo i nostri partner per averci fornito gli F-16. Naturalmente, questo non è sufficiente, non ne abbiamo molti e dobbiamo ancora addestrare i piloti”, aveva detto Zelensky come riportato da Analisi Difesa.
L’aeronautica di Kiev ieri ha reso noto che l’aereo è caduto e il pilota (Oleksii “Moonfish” Mes) è deceduto, confermando la data ma senza fornire dettagli sulle cause. Il pilota era noto in Ucraina e la sua foto era stata già diffusa in passato e pubblicata anche da Analisi Difesa in relazione all’inizio dell’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16..
“Oleksii Mes, un pilota dell’aeronautica militare ucraina, ha combattuto eroicamente la sua ultima battaglia nei cieli. Il 26 agosto, durante un massiccio attacco missilistico e aereo russo, Oleksii ha abbattuto tre missili da crociera e un UAV d’attacco. Ha salvato innumerevoli ucraini dal mortale attacco russo” si legge sul profilo X della forza aerea.
Ihor Polishchuk, sindaco della città nord occidentale di Lutsk ha detto che il pilota è morto lunedì in una missione di combattimento. Mes era uno dei primi piloti ucraini a essere addestrati all’uso di un F-16, spesso era stato intervistati dai media e si era recato a Washington per cercare di convincere gli Stati Uniti a inviare caccia da combattimento.
Secondo le forze armate di Kiev “durante l’avvicinamento all’obiettivo, la comunicazione con uno degli aerei è andata persa. Come si è scoperto in seguito, l’aereo si è schiantato mentre respingeva un massiccio attacco combinato di missili e aerei russi e dopo aver distrutto tre missili da crociera e un drone d’attacco” ma anche questo comunicato non chiarisce se il jet sia stato colpito da un missile aria-aria (lanciato da un caccia russo Sukhoi Su-35?) o da un missile terra-aria a lungo raggio russo (S-400?) o se si sia schiantato per una manovra errata di Mes.
La deputata Ucraina Maryana Bezuglaya (nella foto a lato), citando sue fonti non meglio specificate, ha affermato che l’F-16 è stato abbattuto dal sistema antiaereo Patriot delle forze armate ucraine a causa della scarsa comunicazione tra le unità, ma la leadership militare di Kiev attribuisce tutta la colpa al pilota che avrebbe “perso il controllo”.
Bezuglaya accusa i vertici militari di mentire denunciando “la cultura della menzogna nel Comando delle Forze aeree delle Forze armate dell’Ucraina, così come in altri alti ufficiali militari”.
Valutazione subito colta da Rodion Miroshnik, diplomatico russo incaricato di sovrintendere ai “crimini commessi dal regime di Kiev” per commentare la distruzione di un caccia F-16 in Ucraina.
“Un degno inizio per l'”arma miracolosa americana nelle mani dei beduini“, ha detto il diplomatico citato da Ria Novosti, osservando con ironia che le forze armate ucraine, abbattendo il loro F-16, non hanno permesso ai militari russi di ricevere il premio previsto per la distruzione dell’aereo e di altri mezzi militari occidentali.
Tutte le versioni citate restano plausibili. Da un lato, per evidenti ragioni di prestigio e di propaganda, i russi attribuiscono la massima priorità all’abbattimento degli F-16 così come da tempo la attribuiscono alla distruzione dei mezzi terrestri occidentali forniti all’esercito di Kiev.
Per questa ragione i velivoli sono stati mantenuti a lungo oltre 40 chilometri dalla linea del fronte per non esporli troppo alle difese aeree russe o ai Su-35: entrambi i dispositivi dispongono però di armi antiaeree a lungo raggio.
Inoltre non è chiaro da quali aeroporti operino gli F-16 ucraini lasciando così spazio ad ampi sospetti che gli aerei decollino e atterrino da basi situate in Moldova, Romania e Polonia per sottrarsi agli attacchi russi contro le basi aeree ucraine.
L’ipotesi del fuoco amico non è incredibile dal momento che già in passato, in tutte le guerre e in questa ha riguardato sia velivoli russi che ucraini, sono stati abbattuti propri aerei ed elicotteri per errore o difficoltà legate ai sistemi IFF di identificazione amico/nemico.
Kiev inoltre impiega da poco tempo questi velivoli e non è detto che i sistemi di rilevamento e aggancio dei bersagli aerei da parte della difesa aerea ucraina, composta da un’ampia gamma di sistemi diversi difficilmente integrabili pienamente tra loro, siano stati tutti messi a punto per riconoscerli come aerei amici.
Neppure l’ipotesi di un errore del pilota è da scartare poiché molti report e fonti specializzate citate nei mesi scorsi dai media statunitensi evidenziavano il limitato addestramento impartito ai pochi piloti ucraini addestrati e addestrabili all’impiego degli F-16. Inoltre, a dare credito alle dichiarazioni ufficiali di Kiev, l’F-16 perduto era impegnato nell’intercettazione con missili aria-aria di missili da crociera: non proprio una missione agevole per piloti con scarsa esperienza.
La perdita del primo F-16 ucraino, al di là dell’impatto mediatico, non altera il corso della guerra ma costituisce un episodio normale in un conflitto come questo in cui i belligeranti hanno sempre perduto velivoli da combattimento.
Semmai turba la narrazione e i toni esaltati da molti media che attribuirono a questi velivoli lo stesso ruolo di “arma miracolosa” attribuito invano in passato agli HIMARS, ai carri Abrams e Leopard, ai missili Storm Shadow e ATACMS e ad altri sistemi d’arma occidentali forniti a Kiev.
La notizia della perdita del primo F-16 è giunta lo stesso giorno in cui l’Olanda ha autorizzato le forze armate ucraine a impiegare gli F-16 forniti dall’Aja per colpire obiettivi in territorio russo. Lo ha dichiarato il generale Onno Eichelsheim capo di stato maggiore Difesa olandese. L’Olanda “non ha imposto alcuna restrizione all’uso o alla gittata degli F-16. L’Ucraina può utilizzare le risorse che le forniamo come desidera, a condizione che rispetti le leggi di guerra”, ha sottolineato il generale.
Degli 80 F-16 promessi da diverse nazioni europee e risalenti per lo più ai primi anni ’80, solo 6 (ora 5) sarebbero per il momento operativi con le forze aeree ucraine.
Foto: X, Telegram e Aeronautica Ucraina
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