L’Asse della resistenza ha messo in crisi la macchina militare israeliana
“Israele”
minaccia di perseguire penalmente i soldati che si rifiutano di tornare
a Gaza. Maariv: le truppe israeliane stanno per “affondare nel fango di
Gaza”.
Secondo quanto riferito, l’esercito israeliano ha avvertito
diversi soldati che saranno perseguiti se non tornano nella Striscia di
Gaza, in un contesto in cui negli ultimi mesi sono aumentati i casi di
tali rifiuti.
Secondo l’emittente pubblica israeliana KAN, almeno 20 soldati israeliani di una brigata di fanteria si sono rifiutati di tornare in guerra a Gaza, dove i combattenti palestinesi hanno messo in atto una vigorosa difesa contro gli invasori dall’ottobre dello scorso anno.
Circa 10 soldati, aggiunge il rapporto, hanno ricevuto avvertimenti ufficiali secondo cui sarebbero stati perseguiti per aver disobbedito agli ordini militari.
Diversi soldati israeliani hanno affermato che non possono tornare a Gaza dopo mesi di combattimenti, ma sono comunque pronti ad assumersi altri compiti.
Le famiglie dei soldati hanno detto che i loro parenti “sono costretti ad andare a Gaza o ad affrontare la prigione”.
“Nella loro compagnia sono rimasti solo pochi soldati in grado di combattere… Questo è il nostro momento come genitori per aiutarli ad affrontare un sistema che non si preoccupa di loro”, hanno osservato.
Questo sviluppo avviene in un momento in cui l’esercito israeliano soffre di carenza di personale.
Soldati israeliani
Il mese scorso, il ministro israeliano per gli affari militari Yoav Gallant ha affermato che l’esercito del regime ha bisogno di 10.000 nuovi soldati immediatamente.
Secondo i dati ufficiali israeliani, dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi un totale di 704 soldati israeliani, di cui 339 in battaglie di terra nella Striscia di Gaza.
Tuttavia, quasi 11 mesi dopo l’attacco, il regime di Tel Aviv non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi dichiarati nella Striscia di Gaza, nonostante abbia ucciso almeno 40.602 palestinesi, per lo più donne e bambini, e ne abbia feriti altri 93.855.
Maariv: le truppe israeliane stanno per “affondare nel fango di Gaza”
Giovedì, il quotidiano israeliano Maariv ha avvertito che l’esercito del regime è sul punto di “affondare nel fango di Gaza”.
“In questo agosto nero, circa 15 soldati israeliani sono morti nelle battaglie a Gaza e nel nord (con il Libano), e questo è il prezzo di una guerra di logoramento”, ha scritto il giornale.
“Agosto sarà ricordato come uno dei mesi più sanguinosi”, ha continuato Maariv.
Inoltre, ha affermato che “Israele” “insiste nel mantenere il Corridoio Filadelfia e il Passo Netzarim in nome della sicurezza, e questo è attualmente il principale punto di contesa nei negoziati”.
Per mesi, i mediatori hanno cercato di raggiungere un accordo tra “Israele” e Hamas per garantire uno scambio di prigionieri e un cessate il fuoco e consentire l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Ma gli sforzi si sono arenati a causa del rifiuto del primo ministro Benyamin Netanyahu di soddisfare le richieste di Hamas di fermare la guerra.
“Tra poche settimane le stagioni cambieranno e arriverà la pioggia. Prima di sprofondare nel pantano, prendiamoci un momento… e consideriamo davvero le alternative di sicurezza per chiudere i negoziati, rilasciare gli ostaggi e cessare il fuoco”, ha scritto il giornale israeliano Maariv.
Nota:
Sul fronte nord con il Libano la situazione è altrettanto
insostenibile. Le postazioni israeliane sono costantemente sotto il
fuoco di razzi e missili lanciati da Hezbollah e circa 90.000 coloni
sono stati obbligati a sloggiare dalle loro case e fattorie, quasi tutte
espropriate alle famiglie palestinesi. Questo ha fatto crescere il
malcontento contro il governo e una buona parte di questi coloni sono
ripartiti da Israele per ritornare ai loro paesi d’origine.
Il
porti israeliani come Haifa ed Eliat sono continuamente bombardati dai
missili degli Houthi dello Yemen o dalle milizie sciite irachene. Questo
ha determinato il blocco dei porti e una crisi negli approvvigionamenti
ed una forte crisi economica. Tuttavia Washington provvede a colmare i
buchi inviando miliardi di dollari al governo israeliano per sopperire
alle sue necessità.
Fonte: Al Manar
Traduzione e nota: Luciano Lago
Nessun commento:
Posta un commento