Lo Stato unabomber
di Andrea Zhok - 18/09/2024
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Fonte: Andrea Zhok
L'attacco israeliano attraverso i cercapersone in Libano sta suscitando, comprensibilmente, grande dibattito.
A
quanto pare una carica di 20 grammi di un potente esplosivo è stato
inserito a monte in uno stock di cercapersone Motorola (azienda USA)
provenienti da Taiwan 5 mesi fa. Questo stock era destinato al mercato
libanese, con acquirenti nel gruppo di Hezbollah. Al momento si parla di
11 morti e 4000 feriti, di cui 200 in condizioni critiche.
Un
attacco del genere naturalmente non può essere selettivo per
definizione. Anche laddove ci fosse stata la certezza dell'identità
dell'acquirente mesi fa, al momento dell'attacco l'oggetto poteva essere
in prossimità di chiunque. E infatti le immagini che vediamo
dall'ospedale di Beirut mostrano una variegata umanità coinvolta nei
ferimenti.
Un attacco del genere ha tutte le caratteristiche
definitorie dell'attacco terroristico. Si tratta di un attacco in zona
civile su soggetti civili, indiscriminato, il cui primario intento non
ha carattere né militare né difensivo, ma psicologico: si tratta di
impressionare il nemico con la propria capacità di colpirlo in forma
dura, remota e inaspettata.
Il colpo è indubbiamente riuscito.
Quale
sarà l'impatto psicologico lo vedremo probabilmente a breve, visto che
tutto lascia presagire l'avvio di un'azione militare israeliana in
Libano in tempi brevi.
Non va trascurato qui un messaggio secondario
che emerge dalla vicenda. Si tratta dell'ennesima pietra tombale
sull'oramai stecchita idea della globalizzazione come realizzazione di
un lieto villaggio globale, un paradiso di liberi scambi internazionali.
Qui non c'è naturalmente niente di casuale nel fatto che il fornitore
dei cercapersone esplosivi, Taiwan, appartenga ad una catena produttiva
legata all'Occidente (pur essendo il territorio formalmente parte della
Repubblica Popolare Cinese). Se finora si era in qualche misura
mantenuta l'idea che i manufatti sono semplicemente manufatti, e chi li
ha prodotti non conta, da oggi in poi è chiaro a chiunque che in ogni
manufatto si cela potenzialmente il tassello di una strategia politica,
militare, spionistica che va al di là dei meccanismi di mercato; e che
da chi compri l'auto, il televisore, il telefonino, il computer (ma
anche beni meno tecnologicamente elaborati) diviene cruciale non solo
dal punto di vista economico. Questo fatto credo spingerà in ancora
maggior misura i paesi estranei al blocco produttivo occidentale a
sviluppare catene produttive indipendenti, portando ad una separazione
progressiva tra il "miliardo d'oro" e il resto del mondo.
Ma,
tornando al Libano, è utile ricordare che Hezbollah, il bersaglio
esplicito dell'attacco, nasce come milizia paramilitare nel 1982, come
reazione difensiva dei gruppi sciiti all'invasione israeliana del Libano
nell'operazione "Pace in Galilea" (quella durante la quale avvenne il
massacro di Sabra e Shatila, per intenderci).
Nel tempo, tuttavia,
Hezbollah è divenuto un partito politico, che si presenta regolarmente
alle elezioni e che rappresenta il partito di maggioranza relativa
nell'assemblea legislativa libanese (nelle elezioni del 2022, 61 seggi
su 128).
Che Israele agisca con modalità di natura terroristica oggi
non solleva più neppure uno sbuffo, tanta è l'assuefazione. Dopo quello
che è accaduto nell'ultimo anno in Palestina il terrorismo tecnologico è
la modalità più civile ed elegante tra quelle messe in campo dall'IDF:
cosa vuoi che sia un attacco indiscriminato che unabomber nasconditi
rispetto a una bella bomba intelligente da 500 kg su un campo rifugiati?
Siamo oramai da tempo al di là di ogni limite morale e civile.
A
noi, sguardi periferici ed impotenti, non resta che cercare di
conservare la memoria del male, senza scuse, senza infingimenti,
registrarlo e ricordarcene in futuro, per quando arriveranno nuovi
discorsi sulla necessità inderogabile di "guerre umanitarie",
sull'esigenza di "esportare la democrazia", sull'imperativo categorico
del bianco cavaliere occidentale di difendere in ogni dove i "diritti
umani".
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