Le masse senza volto e anima sono di vitale importanza per chi sta al potere
di CLAUDIO GRASS
Come singoli cittadini, come elettori e contribuenti siamo stati così profondamente, così costantemente, così incessantemente indottrinati, così ciecamente radicalizzati e così completamente e facilmente soggiogati e manipolati ideologicamente che, ormai, è diventato terribilmente difficile per chiunque di noi anche solo prendere in considerazione un punto di vista o un’opinione contraria alla nostra.
È quasi impossibile per un singolo individuo trovare la forza di carattere o la fermezza morale per sollevare dubbi, domande o obiezioni contro le diffuse proclamazioni dogmatiche (argomentazioni basate sull’idea che qualsiasi affermazione può essere vera e valida finché una figura autorevole la dichiara tale, anche se il buon senso o l’opinione pubblica si oppongono). È quasi inconcepibile per una persona comune sfidare le convenzioni e il conformismo e abbracciare invece gli istinti umani di base, cedendo a impulsi primordiali come curiosità, creatività e innovazione. È diventato impensabile, inaccettabile e persino imperdonabile nutrire, alimentare e perseguire qualsiasi pensiero originale, soprattutto se tale pensiero è percepito come dissenziente, deviante o sprezzante nei confronti delle miriadi di narrazioni forzate e “verità universali” imposte al corpo politico da tempo immemorabile.
Ad esempio, a nessuno è permesso mettere in discussione la necessità (o, più precisamente, la mancanza di essa) di una macchina statale o di un governo o di qualsiasi altro tipo di autorità centralizzata. In genere si dà per scontato e si vede come un “dato di fatto” che debba esistere una sorta di amministrazione centrale, “dall’alto verso il basso”, affinché una società civile possa emergere e funzionare. Nella maggior parte delle nazioni occidentali, si vede anche come ovvio che il modo più efficiente ed efficace per scegliere questa leadership importantissima e onnipotente sia quello di passare attraverso il processo democratico e accertare i desideri della maggioranza, di essere guidati dalla “volontà del popolo” e di impegnarsi per il “bene superiore” – o in altre parole, di dare priorità agli interessi dei molti rispetto agli interessi dei pochi, di massimizzare il benessere, la protezione e la prosperità dell’elettore “medio” rispetto alle esigenze e persino ai diritti naturali di qualsiasi individuo divergente -. La società nel suo insieme è vista come infinitamente più importante degli esseri umani che la costituiscono.
Questo tipo di visione brutalmente utilitaristica, completamente senz’anima e deplorevolmente materialistica dell’umanità è davvero allarmante. Guardare le persone come semplici parti di un tutto, disumanizzarle trattandole come ingranaggi intercambiabili in una macchina e negare loro la dignità umana fondamentale liquidando la loro individualità, le esperienze uniche, le scelte e i sacrifici che le hanno plasmate è un modo pericolosamente riduttivo e sconsideratamente miope di guardare il mondo e in particolar modo di cercare di comprendere il nostro ruolo o il nostro scopo in esso. Questa prospettiva insensibile e distorta, che valorizza i risultati umani, le imprese di ingegno o creatività e il progresso umano generale solo se servono e promuovono gli interessi della collettività, riduce inevitabilmente ogni individuo a un automa insignificante, disumano, facilmente sostituibile, dominato e controllato da comandi geneticamente pre-programmati e istinti primordiali e programmato per dare valore all’accettazione sociale, all’appartenenza al gruppo e al conformismo più di qualsiasi altra cosa.
Questo punto di vista è in maniera inquietante e preoccupante simile al modo in cui vediamo una colonia di formiche o un alveare. Ci meravigliamo del coordinamento, della sincronizzazione, della comunicazione, dell’assimilazione e dell’armonizzazione che queste straordinarie creature dimostrano. Siamo impressionati e affascinati dai loro comportamenti, modelli e abilità collettivi, e siamo catturati dalla loro capacità di agire in perfetta sintonia e di funzionare come un singolo “superorganismo” con uno scopo unificato e una volontà consolidata. La nostra ammirazione per le colonie di successo e gli alveari produttivi, il nostro rispetto per questi sistemi complessi e spettacolari e la nostra gioia per la precisione, la persistenza e la resilienza che permeano il lavoro della loro vita rendono quasi impossibile per la maggior parte delle persone infliggere qualsiasi danno a un tale collettivo, a patto che non rappresenti una minaccia fisica, ovviamente.
Dopo aver visto e pienamente apprezzato le meravigliose complessità, l’impenetrabile coesione e la meticolosa organizzazione di una colonia di formiche o l’ordine apparentemente spontaneo, l’efficienza e la produttività di un alveare, la stragrande maggioranza delle persone sane e sensate sarebbe istintivamente incline a proteggere e preservare formazioni naturali di questo tipo, poiché rappresentano una testimonianza del potere della collettività. Nessuno sano di mente farebbe sparire intenzionalmente e senza motivo il ronzio delle api o una dinamica colonia di formiche. Tuttavia, non si può dire lo stesso per i singoli membri di sistemi come questi. Una singola formica o un’ape solitaria non godono di tale riverenza; al contrario, sono trattate come parassiti, suscitano solo sentimenti di fastidio o disgusto e vengono quindi sommariamente e quasi automaticamente sterminate.
Questa analogia regge molto bene come illustrazione di come i poteri forti guardano al singolo cittadino. Anche loro cercano di proteggere e preservare la collettività, anche loro apprezzano il “pubblico” nel suo insieme – dopotutto, non può esserci governo se non c’è un organismo che governa. Ecco perché le “masse” senza volto, senza anima, astratte, la “cittadinanza”, il “corpo politico”, o qualsiasi altro nome si scelga di dare a questo superorganismo umano, sono di vitale importanza per coloro che cercano potere e controllo. Tuttavia, nessun rispetto, o persino nessuna compassione, viene esteso al singolo cittadino.
Proprio come noi consideriamo la vita, la sofferenza e la morte dei suddetti insetti indifesi come totalmente insignificanti e del tutto irrilevanti per le nostre vite, così i governanti guardano ai governati. E proprio come la maggior parte di noi non ci penserebbe due volte prima di schiacciare una formica con la scarpa, così i poteri forti si sentono nello schiacciare individui fastidiosi.
L’unica vera differenza è che la maggior parte dei collettivi umani è controllata dall’illusione della scelta, dall’idea di autodeterminazione e dalla promessa di una consapevolezza personale. L’idea che la voce di tutti venga ascoltata nelle urne e la fantasia di “Vox Populi, Vox Dei”, pur essendo completamente prive di qualsiasi significato, sono riuscite a sostenere le democrazie occidentali per secoli. La fede cieca del pubblico nel fatto che “il sistema funziona”, che ogni voto conta quanto il successivo e che tutti hanno lo stesso potere di influenzare un risultato elettorale potrebbe sembrare scandalosamente ingenua all’osservatore razionale e lucido, ma è questo puro pio desiderio che sostiene quasi ogni nazione occidentale.
Ciò che è ancora più sorprendente è che anche quando l’inganno diventa evidente, questa illusione di poter scegliere rimane. In Occidente, siamo stati per decenni sottoposti all’illusione di scelta tra due partiti politici ideologicamente opposti. Tuttavia, tutto ha molto più senso una volta che ci si rende conto che l’ala destra e l’ala sinistra sono parte dello stesso volatile.
Ogni ciclo elettorale, incluso quello in cui ci troviamo (con il 2024 che sarà l’anno elettorale più importante della storia in base al numero di diverse elezioni nazionali in tutto il mondo), assistiamo a questa falsa dicotomia e tuttavia la stragrande maggioranza della popolazione ci casca ancora. Votare per chiunque si presenti come “conservatore” significa che sei o un fascista o un vero patriota. Al contrario, votare per i partiti di sinistra ti rende o morale e compassionevole o un marxista furioso. Questa è una visione del mondo ovviamente infantile, ma è la realtà attuale nel dialogo politico pubblico. È un modo intenzionalmente roboante, odioso e rumoroso di presentare le due scelte al cittadino medio ed è pensato per distrarlo dal fatto che in realtà non ha alcuna scelta.
Non importa chi vince, la macchina dello Stato continua a ronzare imperturbabile. Certo, potresti vedere alcune politiche popolari irrilevanti e in gran parte simboliche trasformate in legge, come un taglio delle tasse qui o un sussidio extra di welfare là, ma le cose che contano davvero, le decisioni, i finanziamenti, la gestione strutturale del paese sono totalmente inalterate. Guerre, divisioni, poteri e controllo del governo, soppressione della libertà di parola, continuano a crescere, insieme alle dimensioni della macchina dello Stato stessa.
Lo abbiamo visto nelle recenti elezioni europee. I media all’epoca sostenevano che il voto di quest’anno sarebbe stato storico e definitivo in Belgio, Francia e Regno Unito. Nulla di più falso. La gente ha votato per la destra nei primi due casi e per la sinistra nell’altro caso. Non è cambiato assolutamente nulla in tutti i casi, entrambe le guerre sono ancora in corso, l’inflazione creata dalla BCE è ancora in corso, le libertà individuali sono ancora ignorate. L’esempio della Francia è particolarmente illuminante, poiché il voto popolare è stato sostanzialmente ignorato quando i partiti precedentemente in guerra si sono uniti in una coalizione per impedir loro di prendere il comando.
Ciò che gli elettori non riescono a comprendere, ancora e ancora, è che la scelta che viene loro data è la stessa che Henry Ford dava ai suoi clienti quando si trattava di scegliere il colore della loro nuova auto: “Possono avere il colore che vogliono, purché sia nero”.
È del tutto irrazionale aspettarsi un risultato diverso quando continuiamo a fare sempre la stessa cosa. Partecipare a questo circo, rivoltarci contro i nostri vicini e permettere all’ossessione ideologica di accecare il buon senso e l’empatia umana non è la strada giusta. L’unica strada sostenibile per persone ragionevoli e amanti della libertà è cercare individui che la pensano come noi e semplicemente “uscire” da questo sistema irreparabilmente corrotto e irrecuperabile. Nel momento in cui tutti noi capiamo che il vero nemico non sta alla nostra sinistra né alla nostra destra, ma che ci ha schiacciato con il suo stivale sempre, è il momento in cui possiamo iniziare a riprendere il controllo delle nostre vite.
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE – TRADUZIONE DI ARTURO DOILO
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