La prima riunione di esperti in sicurezza e consiglieri per la sicurezza nazionale sotto il formato ampliato BRICS+, tenutasi nel Palazzo Konstantinovsky di San Pietroburgo, ha rivelato importanti sviluppi per il futuro della cooperazione tra i Paesi emergenti. Al centro della discussione vi è stato il ruolo sempre più preminente dei BRICS e la loro espansione verso nuove nazioni interessate a partecipare a questa piattaforma, simbolo di un ordine mondiale multipolare.
Durante l’incontro, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha proposto quattro iniziative di sicurezza che i BRICS dovrebbero adottare per rafforzare la loro posizione globale: la coesistenza pacifica, l’indipendenza, l’autonomia e il vero multilateralismo, sottolineando la necessità di opporsi all’eccezionalismo occidentale. Il BRICS+, con una possibile espansione futura, è visto da Pechino come uno strumento per raggiungere questi obiettivi e rafforzare la cooperazione tra le economie emergenti in un contesto internazionale sempre più polarizzato.
Un altro tema centrale dell’incontro è stato l’approfondimento delle relazioni bilaterali tra i Paesi membri. La Russia, in particolare, ha sottolineato il rafforzamento dei legami con l’India, con il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Sergei Shoigu che ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale indiano Ajit Doval, evidenziando la solidità dell’alleanza russo-indiana, che ha superato con successo la prova del tempo. Contemporaneamente, il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha dichiarato durante un evento in Svizzera come i BRICS rappresentino un nuovo modello di cooperazione internazionale, in cui grandi potenze emergenti si uniscono per contrastare l’esclusività del G7 e promuovere un ordine globale più equo.
La cooperazione tra Russia e Iran è stata un altro tema di grande rilevanza. Durante l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale dell’Iran, Ali Ahmadian, è stato confermato che i due Paesi stanno sviluppando una partnership strategica, con particolare attenzione al Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud (INSTC). Questa infrastruttura di trasporto rappresenta una priorità per Mosca e Teheran, poiché offre una rotta commerciale alternativa per il commercio euroasiatico, aggirando le sanzioni occidentali e rafforzando l’interconnessione regionale. Inoltre, Putin ha annunciato che l’Iran entrerà ufficialmente a far parte dei BRICS, un passo che segna l’espansione dell’influenza di questo gruppo anche verso il Medio Oriente, consolidando una cooperazione più stretta tra i membri per la creazione di un’architettura di sicurezza strategica comune.
Parallelamente agli sviluppi geopolitici, il ministro russo Shoigu ha evidenziato come la cooperazione tra i consigli di sicurezza dei Paesi BRICS si stia espandendo, con l’obiettivo di formare una sicurezza indivisibile e un ordine mondiale multipolare. Questo approccio è in netto contrasto con la strategia collettiva dell’Occidente, che continua a imporre nuove sanzioni contro Iran e Russia, nel tentativo di frenare l’influenza di questi Paesi sullo scacchiere globale. Tuttavia, l’intensificazione delle sanzioni ha solo spinto Russia, Iran e Cina a rafforzare la loro cooperazione in settori chiave come la difesa, l’energia e le tecnologie avanzate, consolidando le loro relazioni bilaterali e multilaterali.
Un elemento chiave di questa cooperazione è la rivoluzione industriale che i BRICS stanno cercando di promuovere, con un focus particolare sulle nuove tecnologie. Durante il Forum BRICS sulla partnership per la nuova rivoluzione industriale, tenutosi in Cina, è stato discusso come le nazioni emergenti, tra cui Iran, possano accedere alle nuove tecnologie, nonostante le sanzioni occidentali. Questo sforzo congiunto punta a promuovere l’innovazione in settori come l’intelligenza artificiale e le tecnologie verdi, settori che sono visti come fondamentali per lo sviluppo sostenibile delle economie emergenti.
Un altro tema cruciale emerso durante la riunione di San Pietroburgo è il ruolo sempre più centrale della Cina come prima potenza commerciale mondiale e la crescente cooperazione con le nazioni del Sud Globale. La leadership cinese vede nel BRICS+ uno strumento per rafforzare la propria influenza geopolitica, offrendo ai Paesi emergenti un’alternativa ai meccanismi economici dominati dall’Occidente. In questo contesto, il Partenariato Economico Regionale Globale (RCEP), un accordo di libero scambio interasiatico, e la Belt and Road Initiative (BRI) rappresentano due delle principali direttrici attraverso cui la Cina sta espandendo la sua influenza economica.
Il cambiamento monumentale nelle relazioni internazionali che sta emergendo dal crescente potere dei BRICS e del Sud Globale sta riducendo l’influenza dell’Occidente collettivo, che continua a essere ossessionato dal mantenimento della propria egemonia globale. La politica estera degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei si scontra sempre più con la realtà di un mondo multipolare, in cui le potenze emergenti, guidate da Cina, Russia e India, stanno ridefinendo le regole del gioco. In questo contesto, l’ossessione occidentale di impedire l’ascesa della Cina e di infliggere una sconfitta strategica alla Russia appare insostenibile e destinata a fallire di fronte all’emergere di un nuovo ordine mondiale più equo e policentrico.
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