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Quando la tecnologia si ferma: Cosa insegna la dipendenza dai pagamenti digitali in Cina e Germania – l’analisi dell’economista Haering.
Il 12 settembre 2024 è stata una giornata difficile per chi, in Germania, si affida esclusivamente ai pagamenti digitali. Dalle prime ore del mattino fino alle 16, in molti negozi e supermercati del paese, non è stato possibile utilizzare carte di debito, credito e persino il sistema Giro. La causa? Un malfunzionamento nei terminali di pagamento gestiti da TeleCash, che ha colpito quasi un quarto dei più di un milione di dispositivi di pagamento distribuiti in Germania.
Mentre i bancomat ancora in funzione hanno permesso di prelevare denaro contante, molti si sono trovati a riflettere sui pericoli di una società senza contanti. Cosa succede quando la tecnologia si blocca e non abbiamo un piano B? Ne scrive Norbert Haering, economista e giornalista di lungo corso (1).
Quando i pagamenti digitali falliscono
Il guasto non ha solo colpito le carte di pagamento: avrebbe potuto facilmente coinvolgere anche gli smartphone, sempre più utilizzati per pagamenti in molti ambiti della vita quotidiana. Parcheggi, eventi e persino negozi richiedono spesso un pagamento tramite app. E se non fosse possibile utilizzare né carta né smartphone? La risposta è semplice: non si potrebbe nemmeno comprare un caffè o un biglietto del treno.
Per fortuna, questa volta non si trattava di un attacco informatico. Tuttavia, il fatto che un intero sistema possa essere paralizzato solleva interrogativi seri. Se attaccare un singolo fornitore di servizi di pagamento può bloccare gran parte del paese, questi diventano bersagli allettanti per eventuali hacker.
La lezione dalla Cina
L’esperienza della Germania è significativa, ma la Cina offre un esempio ancora più drammatico. Nelle grandi città cinesi, il contante è ormai quasi scomparso. Si paga tutto con lo smartphone, dalle bollette ai pasti. Tuttavia, cosa succede quando uno smartphone non può essere ricaricato? Questa domanda ha trovato una risposta reale il 6 settembre 2024, quando un tifone ha colpito la provincia di Hainan, causando enormi danni e blackout.
In poche ore, la mancanza di elettricità ha lasciato le persone senza la possibilità di ricaricare i loro telefoni, e quindi senza la possibilità di acquistare cibo e acqua. Un video diventato virale ha mostrato lunghe file di persone in attesa di ricaricare i propri dispositivi presso un generatore allestito da alcuni imprenditori locali. Senza smartphone, non potevano fare nulla: erano, letteralmente, bloccati.
Una dipendenza pericolosa?
Questi episodi mettono in evidenza una preoccupante dipendenza dai sistemi digitali. La spinta verso una società senza contante è motivata da praticità e profitto, ma sta minando un’infrastruttura robusta e sicura come quella del denaro contante. E mentre aziende tecnologiche e finanziarie guadagnano sempre di più, i cittadini rischiano di rimanere senza risorse in situazioni critiche.
La domanda che dobbiamo porci è: vale davvero la pena sacrificare la sicurezza e l’accessibilità del contante per una digitalizzazione senza limiti?
Il futuro dei pagamenti
La tecnologia è senza dubbio un potente alleato nella nostra vita quotidiana, ma dobbiamo chiederci se una totale dipendenza dai pagamenti digitali sia davvero la strada giusta. Gli esempi di Cina e Germania ci mostrano chiaramente i rischi di non avere un piano alternativo. Forse è il momento di rivalutare l’importanza del contante, non solo come un retaggio del passato, ma come una risorsa vitale in un mondo sempre più tecnologico.
NOTE
(1) = Norbert Haering ha iniziato la sua carriera come analista per Commerzbank, nel 1997 è passato al giornalismo economico. Ha lavorato per Börsen-Zeitung, poi al Financial Times Deutschland, ora scrive per Handelsblatt. Nel 2014, è stato premiato con il Keynes Society Prize for Economic Journalism 2014.
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