Chi sono i veri estremisti antidemocratici?
di Mario Adinolfi - 30/09/2024
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/chi-sono-i-veri-estremisti-antidemocratici
Fonte: Mario Adinolfi
Ora che hanno vinto le elezioni anche in Austria, possiamo
smettere di lanciare ogni volta l’allarme contro “l’estrema destra” cioè
contro i partiti che contrastano l’attuale gestione delle politiche
europee sull’asse franco-tedesco? Macron, Scholz, Von der Leyen agiscono
con una politica fondata su quattro pilastri: guerra a oltranza con
relativa impennata della spesa per armamenti, green deal, denatalità
risolta con immigrazione, sedicenti “diritti civili” da espandere
secondo la piattaforma lgbt e l’ideologia woke. Il leader austriaco del
Fpoe, Herbert Kickl, ha vinto ieri le elezioni gridando il suo sì alla
pace in Europa e il no alla “follia arcobaleno”.
Il primo partito in
Italia, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Slovacchia, Olanda,
Finlandia, Svezia è oggi un partito definito di “estrema destra”, al
Parlamento europeo i gruppi politici alla destra del Ppe hanno più
eletti del Ppe. Si possono continuare a considerare Le Pen, Orban,
Meloni, Salvini, AfD, Fico e da oggi Kickl portatori di istanze per cui
vota un europeo su tre, come pericolosi estremisti? O forse c’è un
generale rifiuto di opzioni politiche dominanti che dalla guerra
all’ambientalismo ideologico alle imposizioni woke sono tutto tranne che
democratiche? Se c’è un estremismo con tentazioni totalitarie in atto è
quello delle élites dominanti in Europa che, fingendo che niente stia
accadendo, hanno riproposto gli equilibri del quinquennio 2019-2024
anche per il prossimo.
I tedeschi hanno riproposto la Von der Leyen
alla presidenza della Commissione Ue, Macron ha preteso per l’ex marito
dislessico del suo ex primo ministro la vicepresidenza, alla politica
estera europea è stata messa la Kallas che è addirittura più
guerrafondaia del suo predecessore Borrell, un bel socialista danese
alla “energia e politiche abitative” (snodo cruciale del green deal) e
gli austriaci del governo sconfitto domenica hanno avuto il commissario
all’immigrazione. La riproposizione di questo equilibrio europeo, che
già nel 2019 era precario e imperniato su un asse Ppe-Pse più che
scricchiolante, nel 2024 ha palesemente ignorato l’esito elettorale
delle europee di giugno decidendo di non considerare l’avanzata
clamorosamente netta rispetto al 2019 delle proposte politiche
alternative a quell’asse. Le vicende cruciali del Covid dal 2020 e della
guerra dal 2022 hanno tolto legittimazione a questa leadership europea,
che si è voluta imporre di nuovo senza correggere minimamente rotta e
anzi estremizzando le posizioni su quelli che ho definito i “quattro
pilastri”. Dunque gli estremisti antidemocratici sono loro, che
ripropongono un approccio ideologico alle questioni sempre più gradito
alle élites tecnocratiche e sempre meno sopportato dai ceti popolari.
Oggi
ho sgranato gli occhi davanti a un titolo in prima pagina del Corriere
della Sera: “AfD, l’abbaglio dei suoi elettori”. In un lunghissimo
articolo che poi prende tutta pagina 19, la acclamatissima Milena
Gabanelli scrive in sostanza che i milioni di tedeschi che votano AfD
sono scemi poco acculturati. Eppure la Gabanelli trascrive il programma
di questo partito tedesco che ha preso oltre il 30% di media nelle tre
regioni in cui si è votato a settembre: basta sanzioni e guerra alla
Russia, no al green deal, alzare la soglia per l’esclusione totale dalle
tasse, mutui a zero interessi per famiglie con figli, stretta
all’immigrazione e rinvio nei paesi d’origine per i non integrati, tagli
dell’imposizione fiscale sulla classe media da pagare con la forte
riduzione della politica dei sussidi. Francamente, non un programma
politico irragionevole. Ma secondo la Gabanelli chi lo vota non sa far
di conto, perché per lei chi vota AfD è un poveraccio a cui conviene
campare di sussidi. Mi diverte pensare che Milena Gabanelli era una
giornalista del Manifesto, l’ultimo quotidiano d’Europa a qualificarsi
esplicitamente come testata “comunista”. Oggi ai comunisti i poveri un
po’ fanno schifo e un po’ li considerano scemi. Anzi, “nazisti”. E in
questa trasformazione di coloro che una volta difendevano il
proletariato in élite borghese tecnocratica da Corriere della Sera
(stasera la Gabanelli ripeterà le stesse sciocchezze da Mentana al tg
La7, stesso editore il buon Urbano Cairo) che del proletariato ha
sostanziale disprezzo e nulla capisce delle istanze che da lì
provengono, sta il disastro della lettura offerta della contemporaneità,
del ribaltamento della realtà.
Il pericolo totalitario non viene da
questi partiti che vincono ovunque a raffica libere e democratiche
elezioni, ma dalle élites tecnocratiche che si arroccano e non vogliono
far arrivare nessuna delle nuove istanze sul terreno concreto delle
decisioni da assumere. Il quinquennio 2019-2024 è stato per loro
strepitoso, sono riusciti a imporre di tutto alle obbedienti perché
sazie popolazioni occidentali, anche la grande rapina del Covid e quella
persino più ricca delle armi con la guerra permanente sommata al
controllo delle fonti energetiche: un fiume continuo di centinaia e
centinaia di miliardi pagati dalla fiscalità generale di cui pochissimi
sono i beneficiari. Chi paga invece sono i ceti medi e medio-bassi, le
famiglie, le piccole imprese. Ecco, la Gabanelli studi l’impatto di
Covid e guerra su questo che è il nuovo “proletariato dei penultimi”, io
ci ho scritto un libro che potrebbe aiutarla a capire. Questi segmenti
sociali colpiti direttamente dalla scelte delle élites tecnocratiche ora
si ribellano con un vastissimo voto che indica ovunque una volontà di
riappropriazione del proprio destino. Sbaglia chi lo confonde col
nazionalismo o magari salta qualche sillaba e evoca direttamente il
nazismo. Semplicemente, i ceti popolari hanno cominciato a rispondere
alle élites che prima colpiscono i loro primari interessi, poi vogliono
pure farli passare per scemi o “estremisti di destra”. Ottanta milioni
di americani tra qualche settimana voteranno per Trump presidente e
allora, altro che Kickl in Austria, sentirete gli strilli, che saranno
alla fine strilli contro la democrazia. Perché per queste élites la
democrazia esiste solo se la controllano attraverso la loro efficace
informazione “somministrata”. Se in centinaia di milioni si svegliano,
allora le élites strillano al fascismo. Credo che il giochino però stia
funzionando sempre meno.
Centinaia di milioni di persone tra Stati
Uniti e altri 50 paesi occidentali, l’ultimo è l’Austria ieri, dicono no
ai “quattro pilastri” delle élites tecnocratiche e lo dicono
pacificamente con il voto. Smettete di sentirvi superiori e giudicare,
provate a fare quello di cui c’è davvero bisogno, cioè dare retta alla
voce del popolo che è la voce di Dio. In democrazia funziona così. Se
non lo farete, sarete voi i responsabili di sbocchi non democratici a
cui sembrate tendere quando rifiutate e denigrate ovunque l’esito delle
libere elezioni.
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