Milei durissimo all’ONU: “No, all’Agenda 2030, no al Patto per il futuro. L’Argentina si dissocia”
di LEONARDO FACCO
È dal lontano 1884 che un’élite criminale – si rappresenta simbolicamente con dei lupi travestiti da agnelli – ha in animo di realizzare il distopico piano di socializzare il male, la schiavitù e la repressione. Con la tragica farsa pandemica li abbiamo visti agire globalmente, ma da decenni si muovono nell’ombra, come fanno gli scarafaggi, per dare costrutto a quell’idea di governo mondialista che incarna l’antitesi della libertà.
Dentro l’ONU si muovono come fossero a casa loro e da New York – sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite – tessono la tela della nostra prigione, una tela che viene presentata al pubblico come Agenda: prima 2010, poi 2015, poi, 2030 ed ora 2045.
Domenica scorsa, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato – per consenso, nonostante alcune defezioni tra i 193 Stati partecipanti e di cui parleremo più avanti – il “Patto per il Futuro“, l’ennesima piattaforma che estende l’orizzonte dell’Agenda 2030 al 2045 ed aggiunge ulteriori questioni improcrastinabili per “il bene della popolazione” tra le quali la censura dei social network, la regolamentazione dell’IA, il riconoscimento dei popoli indigeni e, ovviamente, l’ideologia di genere, o meglio sarebbe dire dei “disagiati degeneri”. Nel pacchetto, inoltre, non mancano “pace e sicurezza, sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, cooperazione digitale, diritti umani, giovani e generazioni future e trasformazione della governance globale”. C’è lo scibile umano in questo “manifesto socialista” per l’universo mondo: in tutto sono 56 i temi discussi.
Per comprendere ciascuna delle priorità approvate, bisogna aver chiaro un aspetto: l’Agenda dell’Onu ha un solo obbiettivo: implementare un governo mondiale, che tolga sovranità agli Stati-nazione e consegni il potere a burocrati e tecnocrati! Una visione allucinante che non solo è riuscita a plasmare l’Unione Europea (Mario Draghi è il loro miglior rappresentante), ma l’ha trasformata da «Area di libero scambio e libera circolazione delle persone» in «super-Stato altamente regolamentato e tassato» col fine di sostenere un imponente «Welfare», nel segno di una insostenibile «sostenibilità generale».
Proviamo a mettere il dito nella piaga di alcuni dei 56 punti approvati dal consesso di parassiti, assassini e criminali politici ricongiuntisi nella “Grande Mela”. Un vero e proprio concerto di chiacchiere «sdolcinate», di intenzioni «solidali» e soprattutto «inclusive», all’insegna del fantomatico «bene comune», il cui corollario è un concentrato di catastrofismo, paura, terrorismo psicologico ed obblighi inderogabili. A seguire qualche accenno:
- – Siamo in un momento di profonda trasformazione globale. Ci troviamo di fronte a crescenti rischi catastrofici ed esistenziali, molti dei quali causati dalle scelte che facciamo. Altri esseri umani stanno sopportando terribili sofferenze. Se non cambiamo rotta, rischiamo di precipitare in un futuro di crisi e crollo persistenti.
- – Riconosciamo che il sistema multilaterale e le sue istituzioni, con le Nazioni Unite e la sua Carta al centro, devono essere rafforzati per tenere il passo con un mondo in cambiamento. Devono essere adatti al presente e al futuro: efficaci e capaci, preparati per il futuro, giusti, democratici, equi e rappresentativi del mondo odierno, inclusivi, interconnessi e finanziariamente stabili.
- – Riconosciamo che lo sviluppo sostenibile in tutte le sue tre dimensioni è un obiettivo centrale in sé e che il suo raggiungimento, senza lasciare indietro nessuno, è e sarà sempre un obiettivo centrale del multilateralismo.Riaffermiamo il nostro impegno duraturo nei confronti dell’Agenda 2030.
- – Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale sono tra le più grandi sfide del nostro tempo, con impatti negativi che sono avvertiti in modo sproporzionato dai paesi in via di sviluppo e da quelli in situazioni vulnerabili. Ci impegniamo ad accelerare l’adempimento dei nostri obblighi ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e dell’Accordo di Parigi.
- – Riconosciamo che i nostri sforzi per porre rimedio all’ingiustizia e ridurre le disuguaglianze all’interno e tra i paesi per costruire società pacifiche, giuste e inclusive non possono avere successo se non intensifichiamo i nostri sforzi per promuovere la tolleranza, abbracciare la diversità e combattere tutte le forme di discriminazione, tra cui il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza correlata e tutte le loro forme e manifestazioni abominevoli e contemporanee.
- – Promuoveremo l’attuazione di queste azioni attraverso processi intergovernativi pertinenti e obbligatori, laddove esistano. Esamineremo l’attuazione complessiva del Patto all’inizio dell’ottantatreesima sessione dell’Assemblea generale attraverso una riunione a livello di Capi di Stato e di Governo. Siamo fiduciosi che entro quella data saremo sulla buona strada verso il futuro migliore e più sostenibile che vogliamo per noi stessi, per i nostri figli e per tutte le generazioni che verranno dopo di noi.
Insomma, un concentrato di fandonie e menzogna, spiegato con un linguaggio politicamente molto corretto e corrotto! Citiamo anche alcuni dei capisaldi di questa nuova Agenda fabiana, che ha un debole per «Gaia»:
- – Riaffermiamo la nostra determinazione a stabilire, alla COP 29, un nuovo obiettivo collettivo quantificato (NCQG) partendo da un minimo di 100 miliardi di dollari all’anno, tenendo conto delle esigenze e delle priorità dei paesi in via di sviluppo.
- – Riduzione delle emissioni per l’intera economia, che coprano tutti i gas serra, i settori e le categorie e siano in linea con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5 °C, come informato dalla scienza più recente.
- – Proteggere tutti sulla Terra attraverso una copertura universale di sistemi di allerta precoce multi-rischio entro il 2027, anche attraverso l’attuazione accelerata dell’iniziativa “Allerte Precoci per Tutti”.
- – Promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili, compresi stili di vita sostenibili e approcci all’economia circolare come percorso per raggiungere modelli di consumo e produzione sostenibili e iniziative a rifiuti zero.
- – Pianificheremo il futuro e rafforzeremo i nostri sforzi collettivi per accelerare la piena attuazione dell’Agenda 2030.
Ce n’è abbastanza per far accapponare la pelle, per ricordarsi delle promesse fatte al WEF in cui ci dicevano che “non avremo nulla, ma vivremo felici”. E poi, il continuo richiamo alla “scienza”, tipicamente ispirato a quel potere tecnocratico che ha messo in lockdown l’intero pianeta per un’influenza stagionale.
Non bastasse, ecco a voi le aberranti proposizioni relative a quelli che gli eONUchi definiscono “diritti umani”:
- – Raddoppieremo i nostri sforzi (leggasi espropriazione, nda) per costruire e sostenere società pacifiche, inclusive e giuste e affrontare le cause profonde dei conflitti (che loro stessi causano, nda).
- – Affronteremo i rischi e le sfide legate al genere che emergono dall’uso delle tecnologie, comprese tutte le forme di violenza, compresa la violenza sessuale e di genere, la tratta di esseri umani, le molestie, i pregiudizi e la discriminazione contro tutte le donne e le ragazze che si verificano attraverso l’uso della tecnologia o sono amplificati da esso, anche nei confronti delle lavoratrici migranti.
- – Accelerare gli sforzi per raggiungere una copertura sanitaria universale per garantire a tutti i giovani il più alto standard raggiungibile di salute fisica e mentale, comprese le vaccinazioni e le immunizzazioni, nonché la salute sessuale e riproduttiva, e affrontare tutte le sfide che i paesi in via di sviluppo devono affrontare per raggiungere questi obiettivi.
- – Aumentare significativamente gli investimenti per colmare il divario di genere, anche nell’economia dell’assistenza e del supporto, riconoscendo il legame tra povertà e disuguaglianza di genere e la necessità di rafforzare il sostegno alle istituzioni in relazione all’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne.
Non serve andare oltre. Credo abbiate compreso che siamo di fronte al manuale d’istruzioni per la realizzazione del “Nuovo Ordine Mondiale”, possibilmente in forma accelerata, fondato sulle idee fallimentare di Malthus. Non a caso questo “Patto” ridefinisce anche il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che attualmente conta 5 membri permanenti (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Cina e Russia), includendo un nuovo membro per ogni continente.
Qualcuno si è opposto? Sebbene paesi come la Russia abbiano cercato di impedirne l’approvazione (sostenuta da Bielorussia, Iran, Corea del Nord, Nicaragua e Siria), la mozione è stata sconfitta con 143 voti favorevoli contro solo 7 contrari e 15 astensioni. Su tutti, però è arrivato il no – ufficialmente il dissenso – dell’Argentina, il cui discorso all’ONU è stato tenuto dal presidente, Javier MIlei, che ha chiaramente detto no all’Agenda 2030, no al “Patto per il futuro” e sì, invece, ad una nuova proposta, che lui ha chiamato «l’Agenda della libertà», sostenendo che “solo se l’ONU tornerà ad occuparsi di una reale e concreta difesa dei diritti individuali allora l’Argentina è pronta ad essere protagonista. L’ONU – ha ribadito Milei, citando Bastiat – dovrebbe tornare ad occuparsi di pace e di libertà di commerciare e non di perorare soluzioni collettiviste che pretendono di decidere come devono vivere tutti gli abitanti di questo mondo”.
Per la cronaca, anche Nayb Bukele è stato tutt’altro che tenero coi burocrati mondialisti.
QUI IL DISCORSO DI JAVIER MILEI AL PALAZZO DI VETRO
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