Per chi suona la campana in Libano ?
di Luciano Lago
Come riferiscono i corrispondenti in Libano, la Resistenza libanese ha attaccato obiettivi israeliani con missili e razzi in risposta alle atrocità israeliane nelle zone meridionali del Libano.
Il Movimento di Resistenza Islamica del Libano (Hezbollah), nella sua quarta ondata di attacchi, ha preso di mira al-Jalil (Galilea) con missili nel nord dei territori occupati, secondo una dichiarazione rilasciata questo sabato.
A seguito di questo attacco, le sirene d’allarme sono risuonate nella zona occupata di Safad e negli insediamenti circostanti nel nord della Palestina occupata.
Fuga dei profughi dal Libano
Allo stesso modo, Hezbollah ha bombardato la base militare sionista e l’aeroporto di Ramat David con razzi Fadi 3.
Come
risposta agli ai bombardamenti israelani, la Resistenza libanese ha
lanciato quasi 100 razzi, un missile balistico e missili Fadi 3 contro
obiettivi israeliani.
Tuttavia in questo momento c’è un clima di attesa in Libano e in tutta l’area Medio Orientale collegato alle prossime azioni di Israele, circa una possibile operazione di terra, e la reazione di Hezbollah. Quest’ultima non ha ancora utilizzato contro Israele la parte più importante dei suoi missili e dei suoi droni che potrebbe infliggere grossi danni al nemico sionista.
D’altra parte non è chiaro quali siano le intenzioni dell’Iran, chiamato più volte in causa da Israele, se intenzionato ad intervenire nel conflitto a sostegno di Hezbollah o se voglia rimanere ai margini del conflitto. Certo è che l’Iran, rimanendo passivo di fronte alle gravi azioni di Israele (ricordiamo l’omicidio di Teheran del dirigente Hezbollah Ismail Haniyeh), perderebbe di credibilità di fronte all’opinione pubblica araba e islamica che si aspetta una reazione diretta.
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian
Così come altrettanto svilita rimane la posizione della Turchia di Erdogan, altra potenze islamica dell’area, fino a che Ankara non prenda misure concrete per contenere la furia omicida di Israele contro la popolazione libanese.
Arrivati
a questo punto le condanne e le minacce verbali contano poco e sono
solo parole che non fermano i massacri e gli omicidi di massa delle
popolazioni palestinesi e libanesi che Israele sta attuando
indisturbato, contando sulla sua impunità garantita dai suoi protettori
anglosassoni.
Si potrebbe dire che “la campana sta
suonando” in Libano per richiamare ciascuno alle sue responsabilità.
Sarà da vedere chi ne raccoglierà il richiamo.
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