La metafisica del capovolgimento
- Categoria: Palestina
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Se c’è un’arte nella quale i sionisti sono diventati maestri, nel corso dei secoli, è quella del capovolgimento del discorso. Hanno raggiunto livelli talmente sublimi, in questa tecnica dialettica, che secondo me non si accorgono nemmeno più di metterla in atto. Gli viene naturale, fa parte del loro DNA.
Partendo dal presupposto di essere sempre e comunque la vittima, infatti, il meccanismo del capovolgimento diventa qualcosa di automatico, di spontaneo, di naturale.
Lo schema di base da utilizzare è sempre questo: “Siccome noi abbiamo avuto Auschwitz, allora abbiamo ragione su tutto.” Da cui consegue che: “Siccome abbiamo ragione su tutto, possiamo girare e rigirare la realtà dei fatti a nostro piacimento, perchè tanto nessuno ci può dare torto”. “E se per caso qualcuno ci provasse – dice il retropensiero – siamo subito pronti a dargli dell’antisemita. Il che dimostra ancora una volta l’assunto iniziale, ovvero che il mondo ce l'ha con noi, e che abbiamo ragione noi.”
Questa circolarità di pensiero gli permette di autoassolversi in qualunque momento. Per loro qualunque situazione è win-win: vincono in ogni caso. Anche quando ammazzano uno dei più importanti negoziatori di Hamas, solo per poi accusare Hamas di “non volere la tregua”. La colpa è sempre degli altri, loro sono solo le vittime innocenti.
Naturalmente – come abbiamo già detto in passato – tutto questo può accadere solo con la totale complicità dei media occidentali, che evitano sistematicamente di mettere in evidenza questo abuso costante della logica da parte dei sionisti.
Ma non basta il silenzio complice dei media per spiegare il fenomeno, perchè a sua volta questo silenzio è figlio di una dottrina politica di lunga data, che nasce più di cento anni fa, nel momento in cui - come disse Arthur Koestler – “un popolo ha promesso ad un altro popolo la terra di un terzo”. (Con la dichiarazione Balfour, nel 1917, gli inglesi promisero agli ebrei la terra degli arabi).
Una volta decisa questa dottrina, è chiaro che per essere conseguenti bisogna avallare tutti i crimini, tutte le violazioni dei diritti umani, e le violazioni della logica stessa, pur di sostenerla a tutti i costi.
Tutto ciò che avviene oggi sotto i nostri occhi, e che ci appare a prima vista inspiegabile, trae origine da questo capovolgimento iniziale: nel momento in cui l’occidente – per sue esigenze personali – decide di violare il diritto millenario di un popolo di vivere a casa sua, tutto ciò che accade oggi in Palestina non può che essere letto come figlio di questa stortura iniziale.
E finchè questa stortura non sarà corretta alla radice – riconoscendo ai palestinesi il diritto di tornare a casa loro - sarà perfettamente inutile sperare di vedere un miglioramento della situazione sul campo.
Massimo Mazzucco
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