Benvenuti fra noi
di Marco Travaglio - 16/07/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Oltre all’orecchio destro di Trump e a quel che resta di
Biden e del suo Secret Service, il proiettile esploso sabato sera da
Thomas Matthew Crooks ha colpito anche Zelensky. Che ieri, tomo tomo
cacchio cacchio, appena riavutosi dallo choc, ha dichiarato con l’aria
di dire la cosa più logica del mondo (quale effettivamente è) che, al
summit autunnale di pace, “dovranno esserci anche rappresentanti russi”.
Prima o poi, ne pronuncerà anche il nome (non è difficile: Vladimir
Putin) e revocherà il suo decreto del 4 ottobre 2022 che proibisce a
tutti gli ucraini, cioè anche a lui, di negoziare con i russi. In attesa
che qualche atlantoide nostrano dia anche a lui del putiniano, non
basta una Treccani per raccogliere gli insulti, le calunnie, le gogne,
gli ostracismi subìti da chi osa dire la stessa cosa da due anni e
mezzo: la guerra fra Russia e Ucraina si chiude solo con un negoziato
fra Russia e Ucraina con i rispettivi alleati (Cina e Brics, Usa e
Nato). L’avevano capito le stesse Russia e Ucraina già nel marzo 2022,
cioè 28 mesi e centinaia di migliaia di morti fa, quando si accordarono
con la mediazione di Erdogan e Bennet. Poi gli oltranzisti Nato
paracadutarono Boris Johnson su Kiev per intimare a Zelensky di non
firmare e di far massacrare il suo popolo per sconfiggere la Russia.
Un’idea paranoica che era già costata cara a Napoleone e a Hitler. E ora
ha condannato a morte l’Ucraina, precipitata da 44 a 28 milioni di
abitanti, semidistrutta nelle infrastrutture, decimata nei suoi giovani,
ancor più fallita economicamente e ora anche militarmente. Ma ha
devastato anche l’Europa con le sanzioni che dovevano abbattere il
sanzionato Putin e hanno rovinato i sanzionatori. E ha trascinato la
Nato nell’ennesima sconfitta, come se non bastassero i disastri nei
Balcani, in Libia, in Niger e dintorni e la fuga ignominiosa da Kabul.
Intanto
Putin, che dovevamo isolare, ci ha isolati con tutti i Brics presenti e
futuri. E assiste sadicamente alla disgrazia dei leader che puntavano
sulla sua e cadono come birilli: Johnson, Truss, Sunak, Draghi, Letta,
Marin, Morawiecki, Macron, Scholz, Biden… Resta da capire se potrà
essere Zelensky, lo sconfitto, a convocare i negoziati dopo averli
irrisi per due anni, o se l’Ucraina dovrà trovarsi un rappresentante più
credibile per la nuova parte in commedia, anzi in tragedia. E si vedrà
se Putin, il vincitore, aderirà al vertice autunnale o attenderà il 20
gennaio, quando la Casa Bianca avrà un nuovo inquilino che gli pare
tanto di conoscere. Di certo nessuno chiederà un parere ai cani da
riporto e da compagnia della cosiddetta Europa, che infatti,
diversamente da Zelensky, non hanno ancora neppure sentito gli spari di
Butler. Magari qualcuno li avviserà poi a cose fatte, come si addice
alla servitù.
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