Netanyahu, il degrado dell'Impero e gli orrori di Gaza
“Nonostante tutte le menzogne che avete ascoltato, la guerra a Gaza ha uno dei rapporti più bassi tra combattenti e vittime non combattenti nella storia della guerra urbana”. Così Netanyahu nella suo tragico intervento al Congresso Usa. Non contento, ha aggiunto: “E volete sapere dov’è più basso” questo rapporto? A Rafah, nonostante avessero detto che l’attacco a Rafah si sarebbe risolto in una carneficina. Invece, ha raccontato Netanyahu, quando si è recato in visita alle truppe israeliane inviate a Rafah, avendo chiesto a un soldato se si erano registrate vittime civili, si è sentito rispondere: “Nessuna” [corsivo nostro]. Risposta che ovviamente il premier israeliano ha riportato come veritiera.
Questo il passaggio più immaginifico del discorso di Netanyahu, che non ha mancato di ricordare l’Olocausto e il pericolo del suo ripetersi; di accusare la Corte penale internazionale e quella di Giustizia internazionale di falsità; di denunciare l’antisemitismo di quasi tutto il mondo perché non accetta la versione israeliana su quanto accade a Gaza; oltre, ovviamente, a ricordare le mostruosità di Hamas, al solito aggravate da particolari agghiaccianti che non rispondono alla realtà; per poi finire con la solita intemerata contro l’Iran, definito nemico comune di Washington e Tel Aviv, da schiacciare insieme ai suoi proxy grazie anche a un’auspicata Alleanza di Abramo, cioè una Nato mediorientale che comprenda i Paesi arabi legati a Israele.
Non sono mancati gli elogi per i soldati israeliani, paragonati ai mitici guerrieri maccabei, che scacciarono i seleucidi per dare vita al regno di Giudea; i richiami storici alla proprietà ebraica della terra promessa; ma soprattutto la definizione del conflitto contro palestinesi, iraniani e proxy di Teheran come una guerra contro la barbarie: “Questo non è uno scontro di civiltà”, ha tuonato. “È uno scontro tra barbarie e civiltà. È uno scontro tra coloro che glorificano la morte e coloro per cui la vita è sacra” [corsivo nostro].
Bambini e cecchini
Se abbiamo riportato l’intervento non è solo per evidenziare la mendace prosopopea di Netanyahu, che è sempre uguale a se stesso nella sua funesta oratoria, ma soprattutto per segnalare il livello di degrado nel quale è precipitato l’Impero americano, con tutti i membri del Congresso – tranne i cento assenti tra democratici e i pochi repubblicani – in piedi ad applaudire quasi tutti i passaggi del suo discorso.
Uno spettacolo tragico, che stride non poco con le diuturne stragi di Gaza ad opera dei redivivi maccabei. Mentre Bibi parlava, infatti, Airwars, un’organizzazione che monitora le vittime di guerra collegata al Department of Media and Communications della London University, ha pubblicato uno studio approfondito sulle vittime di Gaza, concludendo che le informazioni provenienti dalle autorità sanitarie della Striscia sono esatte. E sono numeri insostenibili.
A ciò si può aggiungere la recente testimonianza di un medico americano, che ha raccontato di come i bambini palestinesi vengano uccisi dai colpi più che precisi dei cecchini, una “carneficina” di civili che non ha eguali, ha aggiunto il medico, e che assomma a tutti gli orrori combinati che ha visto in oltre 30 anni di missioni di soccorso prestate in patria e all’estero.
Testimonianza che conferma quanto riportato dal Guardian lo scorso aprile nell’articolo dal titolo: “‘Non è una guerra normale’: i medici affermano che i bambini a Gaza sono presi di mira dai cecchini israeliani”.
A commento delle parole di Netanyahu, riportiamo quanto ha scritto Gideon Levy su Haaretz in memoria della recente uccisione di Mohammed Bhar, un palestinese disabile azzannato dai cani dell’unità Oketz nel corso di una perquisizione.
Dopo che i cani avevano azzannato Bhar, e mentre questi urlava disperato, i soldati hanno cacciato i suoi familiari dalla casa con la promessa che avrebbero chiamato un dottore, cosa che poi non hanno fatto (i familiari sono riusciti a ritornare nella loro casa solo una settimana dopo, quando ormai il corpo del figlio era già in stato di decomposizione).
In memoria di Mohammed Bhar
“Israele sta perdendo ciò che resta della sua umanità”, è il commento di Levy. “Una delle cose peggiori che il 7 ottobre ci ha fatto è la perdita definitiva della nostra umanità. È improbabile che il danno sia reversibile. D’ora in poi contano solo le vite degli ebrei. D’ora in poi possiamo fare qualsiasi cosa ai palestinesi. Anche aizzare i cani contro i disabili. Non disturbateci per le atrocità che commettiamo, siamo troppo impegnati a crogiolarci all’infinito nelle atrocità che il 7 ottobre sono state perpetrate contro di noi, e solo contro di noi. Queste ci permettono di fare di tutto”.
“A Sde Teiman gli arti dei prigionieri palestinesi vengono amputati in modo quasi industriale. Questo è ciò che accade quando le persone vengono ammanettate per mesi senza soluzione di continuità. I giovani che muoiono per le torture o per mancanza di cure sono diventati di routine. Secondo un rapporto investigativo della CNN di maggio, alcuni detenuti vengono nutriti tramite cannucce e si rotolano nei loro pannoloni. A volte, di notte, gli vengono aizzati contro i cani nell’ambito di ‘perquisizioni’ [improvvise]”.
“Se non fosse per il Comitato contro la tortura in Israele, non ci sarebbe stata alcuna protesta contro queste cose nel nostro paese. Israele, che 25 anni fa era rimasto scioccato da un documentario della CBS che documentava come i soldati spezzassero gli arti dei palestinesi con delle pietre su una montagna vicina a Nablus, non ne vuole più nemmeno sentire parlare. Chiunque ne riferisca è un antisemita”.
“Adolf Eichmann [l’organizzatore dei campi di sterminio nazisti ndr.] fu detenuto in Israele fino al processo. Israele lo trattò umanamente. Nessuno pensò di ammanettarlo o bendarlo per mesi. Né gli aizzarono contro i cani di notte. Le sue fotografie dalla prigione riflettevano il volto che aveva allora Israele. Le fotografie di Sde Teiman riflettono il volto che ha Israele oggi”.
“[Alla fine] il volto della generazione sarà simile a un muso di cane”, recita la Mishnah, e questo non è mai stato così vero per descrivere il volto dello Stato di Israele oggi. La generazione [di cui parla la Mishnah ndr.] è la nostra generazione e il cane è il cane che i soldati hanno aizzato contro Mohammed Bhar, un giovane disabile di Shujaijeh. Poi lasciato morire agonizzante, cosa che non ha toccato il cuore di quasi nessuno in Israele”.
Non troviamo commento migliore allo spettacolo agghiacciante andato in scena ieri al Congresso degli Stati Uniti, dove il primo motore immobile di questi orrori è stato applaudito fino a spellarsi le mani da quasi tutti i parlamentari. A proposito della lotta tra barbarie e civiltà…
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