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La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Crowdstrike, BlackRock e l’attentato a Trump: qualcuno ha cercato di cancellare dati e prove compromettenti?

Crowdstrike, BlackRock e l’attentato a Trump: qualcuno ha cercato di cancellare dati e prove compromettenti?

di Cesare Sacchetti

Sono stati giorni alquanto convulsi quelli dell’ultimo fine settimana per i malcapitati che si sono trovati a viaggiare negli aeroporti europei ed americani.

Molti passeggeri in diverse parti del mondo sono rimasti fermi negli aeroporti in attesa che il sistema informatico andato in tilt riprendesse a funzionare.

Ad alcuni che hanno vissuto questa odissea sarà probabilmente sembrato di rivivere quello scenario apocalittico che si vede nel film della celebre saga di Die Hard, Live Free or Die Hard, nel quale l’agente della polizia di New York, John McClane, si trova a fare i conti con un massiccio attacco informatico concepito da un ex agente dell’agenzia per la sicurezza nazionale, che voleva approfittare dello stato di crisi generale per intascarsi laute somme di denaro.

Stavolta non è andata così, ma quando i sistemi di pagamento sono stati interrotti e le persone non hanno potuto viaggiare, la sensazione che si è avuta è stata quella di trovarsi di fronte ad un massiccio sabotaggio.

La società dalla quale è scaturito il “congelamento” dei sistemi informatici è Crowdstrike, una nota, o famigerata, compagnia informatica che probabilmente diversi lettori già ricorderanno per delle vicende passate.

Crowdstrike fu infatti al centro della famigerata bufala del Russiagate, quella operazione eversiva concepita da Hillary Clinton e Barack Obama nel 2016 che aveva come scopo quello di accusare falsamente Donald Trump di essere un agente fedele al Cremlino.

Quando partì tale operazione, il partito democratico americano dichiarò, falsamente, che i suoi server erano stati violati da qualche fantomatico hacker russo, e ad avallare tale dichiarazione fu proprio la citata Crowdstrike.

Se diamo uno sguardo all’assetto societario di questa compagnia, abbiamo una idea migliore di chi sono i suoi proprietari e del perché questi si siano prestati a partecipare ad una massiccia operazione illegale ai danni di Donald Trump.

I dati della società ci dicono che i due fondi di investimento che possiedono il maggior numero di azioni di Crowdstrike sono ancora una volta l’inseparabile coppia di BlackRock e Vanguard, e vorremmo rassicurare i lettori al riguardo.

I proprietari di Crowdstrike: BlackRock e Vanguard

Non abbiamo sviluppato una qualche ossessione al riguardo di queste due società, ma è semplicemente evidente che l’intera struttura dell’economia mondiale è stata concepita per creare due massicci serbatoi nei quali depositare tutte le azioni delle società più importanti del mondo e delle quali abbiamo fatto una lista nelle precedenti occasioni.

Soltanto di recente ci siamo di nuovo imbattuti in questi due fondi quando abbiamo riportato del massiccio attacco speculativo eseguito ai danni della società di Trump, la Trump Media, da parte di un fondo, l’Austin Wealth Fund, che finanzia diverse lobby israeliane e che, a sua volta, è di proprietà del duo BlackRock-Vanguard, a dimostrazione che il piano per uccidere il presidente Trump è stato concepito ai massimi livelli della finanza mondiale, e non certo da un solitario sparatore che da solo non poteva fare proprio nulla, tantomeno riuscire a passare indenne tutte le misure di sicurezza che avrebbero dovuto esserci per un evento politico così importante.

Non un glitch, ma un sabotaggio voluto

Non appena abbiamo finito di commentare il piano per uccidere Trump, ci imbattiamo in un massiccio “malfunzionamento” informatico che, a detta di diversi esperti del settore, non può essere il risultato di un problema di aggiornamento del sistema come ha dichiarato  l’amministratore delegato di Crowdstrike, ma una situazione voluta per giungere ad una situazione di caos voluto e preparato.

La catena di malfunzionamenti probabilmente voluti è partita dunque da qui per poi dipanarsi in ogni istituzione, pubblica o privata, che si serve di Microsoft come sistema operativo, poiché Windows utilizza gli aggiornamenti di Crowdstrike.

Ora non è certo un segreto che la società Microsoft fondata da Bill Gates sia un’altra di quelle società strettamente legate alla rete di BlackRock e Vanguard, in quanto, ancora una volta, nell’assetto proprietario incorriamo nei fondi nei quali ci sono i denari delle famiglie più ricche del pianeta, quali i citati Rothschild e Rockefeller, che preferiscono occultare tutta la loro immensa ricchezza in questo interminabile reticolato di scatole cinesi.

Se hanno ragione gli esperti informatici citati poco fa nel dire che non può essere stato un “glitch” a causare tale paralisi informatica, non resta che prendere in esame l’altra ipotesi, quella del sabotaggio e personalmente può esserci utile in questo caso la tempistica per comprendere meglio quanto è accaduto.

Soltanto dieci giorni fa c’è stato un tentativo di uccidere il presidente Trump concepito ai più alti livelli del potere mondialista e finanziario internazionale, e sette giorni dopo i fatti arriva questo massiccio disastro informatico che appare essere una sorta di tentativo voluto di destabilizzare e creare il caos tanto amato dai personaggi che già quattro anni concepirono la farsa pandemica.

Una situazione del genere oltre a destabilizzare diversi Paesi nel mondo è ideale per cancellare alcuni dati sensibili che qualcuno non vuole che vengano trovati, e questo rafforza l’ipotesi che ci sia un collegamento tra il tentato assassinio di Donald Trump e la parasili informatica scaturita da Crowdstrike.

Sono giorni nei quali stanno emergendo delle prove che Thomas Crooks è stato visitato da membri vicini alle istituzioni governative nei mesi precedenti, e questo dimostra che il 20enne studente ebreo di BlackRock aveva avuto appoggio ai massimi livelli, senza i quali è impossibile perforare la sicurezza di un candidato alle presidenziali americane.

Qualcuno poi, ancora una volta, sembra essere dotato del dono della preveggenza. Due giorni prima che Crowdstrike andasse in tilt, alcuni operatori sul mercato hanno piazzato le solite scommesse al ribasso, le ormai note put options, contro il titolo nella convinzione che da lì a breve qualcosa di nefasto sarebbe potuto accadere alla società in questione.

L’analista finanziario Champagne Joshi mostra il picco di scommesse anomale contro Crowdstrike

E’ lo stesso schema che si è visto con il piano per uccidere Donald Trump, quando soltanto un giorno prima dell’attentato, il fondo Austin Wealth, di proprietà dell’onnipresente BlackRock, scommetteva contro il tiolo di Trump.

Questa circostanza dovrebbe suscitare più di qualche riflessione poiché in entrambe le operazioni speculative, quella che ha preceduto l’attentato a Trump e quella dello stallo informatico, c’è la presenza del fondo BlackRock che forse aveva un interesse non solo a rientrare delle perdite subite dalla prima speculazione al ribasso contro il titolo di Trump, ma anche probabilmente a rimuovere alcuni elementi di prova che mostrano il ruolo di questa società in quello che è stato a tutti gli effetti un tentativo di golpe in America.

Ci sono degli uomini ai massimi livelli dell’alta finanza mondiale che sembrano sapere molto bene cosa succederà in futuro in quanto sono questi stessi poteri a concepire delle crisi e degli eventi necessari per raggiungere determinati fini.

La paralisi cibernetica era poi stata presa in considerazione qualche tempo fa come una opzione di riserva per la farsa pandemica.

La crisi informatica per sostituire la farsa pandemica: Cyber Polygon

I lettori più attenti ricorderanno infatti che quando l’operazione terroristica del coronavirus si stava spegnendo per le defezioni e opposizioni di diversi Stati al piano, su tutti la Russia, la Cina e gli Stati Uniti, dalle parti di Davos misero in atto una esercitazione chiamata “Cyber Polygon” che prevedeva appunto uno scenario di paralisi informatica globale dovuto a fantomatici attacchi informatici.

L’esercitazione fu annunciata nel maggio del 2021 dal forum di Davos che la eseguì nel luglio successivo, e quando iniziano le simulazioni di determinati scenari ed eventi terroristici da parte di questi istituti, nei quali ci sono sempre i fondi di BlackRock, ciò sta a significare che questi ambienti hanno già deciso quale scenario di crisi artificiale innescare per poi arrivare all’obiettivo già designato in anticipo, la tanto agognata governance mondiale.

Poco prima che iniziasse la farsa pandemica, “casualmente”, l’istituto Johns Hopkins lanciò la simulazione di una “pandemia” e ancora prima, nel 2010, la fondazione Rockefeller aveva elaborato un’altra simulazione nella quale si prevedeva lo scoppio sempre di una “pandemia” che avrebbe anch’essa favorito la cessione di sovranità degli Stati nazionali a favore di un conglomerato globale dominato dalle famiglie dell’alta finanza e del sistema bancario mondiale.

La logica del mondialismo è rigorosamente accentratrice e autoritaria, ma essa non può fare alcun passo in avanti senza appunto creare quelle crisi indispensabili per giungere al fine ultimo, e su quest’ultimo punto suggeriamo di leggere la corrispondenza tra Albert Pike e Giuseppe Mazzini, nella quale con mezzo secolo di anticipo si prevedeva il deflagrare di due guerre mondiali e di una terza necessaria per arrivare all’annientamento della civiltà cristiana.

E all’epoca ci fu un altro saggio di questa strategia. Non appena a luglio del 2021 finirono le prove tecniche di Cyber Polygon, nel mese di agosto si verificarono degli strani problemi informatici nei portali della regione Lazio, e francamente pensiamo che il tempismo di questi personaggi è così imbarazzante che si smaschera da solo.

L’operazione terroristica del coronavirus era già allora agonizzante nonostante il massiccio terrorismo della tossica falsa controinformazione che stava portando diverse persone alla isteria collettiva,  e si rincorrevano altri scenari di crisi per poter proseguire quanto iniziato nel 2020.

Stavolta la ratio scatenante ci appare diversa, poiché questo tipo di scenari per avere una qualche probabilità di riuscita devono vedere una massiccia partecipazione di tutti gli attori più importanti sulla scena, circostanza questa che non si è verificata data l’opposizione dei BRICS e l’assenza dell’impero americano che ormai ha iniziato la sua dismissione dopo l’amministrazione Trump e che ha determinato il crollo dell’anglosfera che ha dominato la politica mondiale dal 1945 in poi.

Siamo di fronte pertanto con ogni probabilità al sabotaggio che non ha un’ottica di giungere ad un preciso risultato politico, ma quella piuttosto di provare ad arrecare danni all’avversario e di cancellare, come detto in precedenza, le tracce di gravi crimini commessi da questi personaggi.

Israele e la sua rete di cyber spionaggio mondiale

Ci appare ora però altrettanto interessate prendere in considerazione per un momento la stretta integrazione del sistema informatico mondiale che ha causato la paralisi dello scorso fine-settimana con lo stato di Israele.

In questi giorni sulle reti sociali sta circolando un intervento del primo ministro israeliano, Netanyahu, che afferma che le tecnologie attuali consentono di spegnere una nazione con un click, esattamente come si vede nel film con Bruce Willis citato all’inizio di questa analisi.


Israele vuol dire certamente anche cyber tecnologia. Qualche anno fa, l’ex amministratore delegato di Microsoft, Steve Ballmer, dichiarò che Microsoft è una compagnia americana quanto israeliana.

Israele aveva già iniziato massici investimenti in questo settore perché lo stato ebraico voleva essere sicuro di avere una posizione di assoluto dominio sul terreno dove si sarebbe combattuta la vera battaglia del futuro, quella della cibernetica e del flusso di informazioni che passano attraverso la rete e i dispositivi elettronici.

Israele ha infatti concepito il famigerato software Pegasus proprio per raggiungere tale scopo.

Attraverso Pegasus sono stati spiati politici, giornalisti, e vari attivisti politici che rappresentavano una “minaccia” agli occhi di Tel Aviv.

Lo stato ebraico voleva dominare e sfruttare questa tecnologia anche nell’ottica di ricattare i suoi nemici sempre per restare fedeli al motto del Mossad “attraverso l’inganno farai la guerra”.

E’ così che sono stati attirati nella trappola del ricatto diversi pedofili che si recavano sull’isola del miliardario di origini ebraiche, Jeffrey Epstein, che aveva il preciso compito di riprendere questi politici e personaggi del mondo dello spettacolo durante i loro abusi nei confronti di bambini, per poi passare tale materiale incandescente al Mossad che si premurava di ricattare tutti i personaggi ripresi in tale scene.

Ci si chiede allora cosa attendersi nei prossimi mesi considerate le reazioni di panico e di isteria da parte di un potere morente che cerca di quando in quando di dare colpi di coda per provocare danni alla parte avversa.

Noi crediamo che da qui a novembre ci saranno probabilmente altri atti destabilizzanti dal momento che costoro sembrano in preda ad un delirio satanico che li porta a mettere in atto sabotaggi di vario tipo pur di creare caos e destabilizzazione.

Il fallimento dell’attentato al presidente Trump è qualcosa che probabilmente i signori del caos non avevano previsto, e ora si ritrovano ad affrontare una situazione persino peggiore di quella precedente.

Il quadro poi per costoro non è migliorato poiché la rinuncia di Biden all’ultimo poco cambia e anzi peggiora di gran lunga le cose, dato che Kamala Harris non potrà nemmeno correre in diversi stati nei quali sono stati superati i tempi massimi per presentare un candidato diverso da Joe Biden.

Siamo vicini alla chiusura del cerchio e la bestia è sempre più agonizzante.

I lettori dovranno mantenere i nervi saldi e stare alla larga da quei luoghi che continuano a rimettere in circolo le stesse vecchie montature e depistaggi di due anni, quali nuova farsa pandemica et similia, e concentrarsi sull’obbiettivo finale.

La definitiva sconfitta del Nuovo Ordine Mondiale è sempre più imminente.

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