Un ragionamento semplice
di Daniele Perra - 20/07/2024
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Fonte: Daniele Perra
L'Ucraina non ha risorse umane spendibili in un conflitto convenzionale ad alto numero di perdite.Ciò significa che l'Occidente può pure continuare ad inviare soldi ed armi (in misura sempre minore, ad onor del vero), ma se non ci sono gli uomini che le possono utilizzare, la situazione sul campo non cambierà di un centimetro.
Questo, a sua volta, impone un altro tipo di considerazioni. Parte dei soldi inviati continueranno a finire nei conti esteri della cerchia Zelensky; parte delle armi inviate (almeno quelle meno ingombranti - la metà, e forse oltre, dei carri armati inviati a Kiev sono già stati distrutti al fronte) continueranno a finire sul mercato nero, dove i gruppi criminali ucraini (con ampie ramificazioni nell'area caucasica) le distribuiranno a gruppi terroristici di varia natura (non ultimo il sedicente "Stato Islamico" - Vilayat Kavkaz). Gli attacchi terroristici a Derbent, nel Daghestan, ed in Crimea, in particolare, ci dicono una cosa precisa: i servizi della NATO hanno spostato il loro obiettivo. Il "nuovo corso" impone la destabilizzazione dei corridoi di trasporto nord-sud dello spazio eurasiatico. Derbent si affaccia sul Mar Caspio (ha una popolazione in buona parte musulmana sciita). E proprio attraverso il Mar Caspio, costrette anche dai rispettivi regimi sanzionatori, Russia e Iran hanno ampiamente rafforzato la loro cooperazione strategica (la "dottrina Raisi") negli ultimi due anni. L'attentato di Derbent, dunque, è da intendersi anche in chiave anti-iraniana. Si badi bene che il "settarismo", storicamente e culturalmente, non è mai appartenuto alla regione caucasica. È stato qui introdotto a cavallo degli anni '80 e '90 del secolo scorso, in prossimità e dopo la dissoluzione dell'URSS. Si pensi, ad esempio, che in Cecenia esistevano alcuni clan tribali ebraici. E lo stesso plurisecolare confronto tra "vecchi credenti" cosacchi e montanari caucasici ha spesso assunto le caratteristiche dell'assimilazione reciproca.
In conclusione, tornando all'Ucraina, preme sottolineare che gli Stati Uniti non hanno alcun interesse in un confronto diretto con la Russia (in questo senso si dovrebbe interpretare la "controlled escalation" del conflitto). Hanno, invece, grande interesse nel trarre profitto dalla guerra. L'Ucraina, come noto, non ha alcuna possibilità reale di poter ripagare i prestiti ricevuti. Di conseguenza, i fondi di investimento nordamericani (BlackRock e così via) faranno lucrosi affari su ciò che rimarrà dell'economia di questo sciagurato Paese. All'Europa, invece, come da copione (si pensi ai Balcani), rimarranno le briciole e le spese per la ricostruzione.
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