Loretta Napoleoni - Trump, i Bitcoin e la conferenza storica di Nashville
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di Loretta Napoleoni - San Diego, 30 luglio 2024
L’invito
ed il discorso di Donald Trump alla cripto conferenza sui Bitcoin
tenutasi a Nashville la scorsa settimana segna un’altra svolta storica
in una campagna elettorale sui generis, che si snoda sullo sfondo di
un’America nuova ed a molti sconosciuta. Accanto alla promessa di curare
la parte della nazione malata, la vecchia rust belt
industriale in declino da tre decenni, promessa riformulata durante la
convention del partito repubblicano, ecco l’annuncio della cripto
alleanza, un accordo strategico con quel segmento minuscolo, poco piu’
di una nicchia, dell’high tech, della finanza e della popolazione che ha
puntato tutto sulle criptovalute.
LEGGI: Loretta Napoleoni - L'America "malata" di J.D. Vance
A prima vista sembra assurdo che il binomio Trump-Vance voglia far presa su due Americhe diametralmente opposte - una impoverita, che guarda al passato industriale del Made in USA con nostalgia e ormai quasi senza speranza e l’altra ricca, super-dinamica, la Bitcoin nation, proiettata verso un futuro digitalizzato sempre piu’ radioso. Ma non e’ cosi’, tra di loro esiste un legame forte perche’ sono entrambe figlie dell’economia canaglia, il periodo di euforia capitalista post guerra fredda che ha rotto tutti gli equilibri economico-sociali negli Stati Uniti, ed in parte anche nel mondo, e creato un nuovo assetto geopolitico.
La rivoluzione digitale prende forma negli Stati Uniti in parallelo al declino industriale americano, negli anni Novanta, quando il grande capitale americano inizia a spostarsi in Cina ed in Asia inseguendo costi del lavoro sempre piu’ bassi e disertando le fabbriche della rust belt che cosi’ sono costrette a chiudere. Sempre in questo decennio il capitale finanziario si arricchisce altre misura con la leva finanziaria figlia dalla corsa verso il basso dei tassi d’interesse di Alan Greenspan, il governatore della Riserva Federale. Sono gli anni della globalizzazione e delocalizzazione selvaggia clintoniana, gli anni d’oro dell’economia canaglia, preludio del grande crollo del 2008.
La gestazione del Bitcoin e della tecnologia blockchain avviene sullo sfondo di questi cambiamenti, la prima cripto moneta nasce quale alternativa all’immaterialità del denaro cartaceo e con l’intento di rompere il monopolio monetario dello stato, uno stato apertamente a favore delle élite. Lanciato sul mercato all’indomani del crollo della Lehman Brothers e della crisi del debito sovrano, il Bitcoin diventa negli Stati Uniti prima e nel mondo subito dopo l’emblema dell’anti-establishment tecnologico, una minaccia seria allo status quo non solo monetario ma economico e sociale da parte di forze nuove virtuali. Venticinque anni dopo il Bitcoin è entrato a forza nel ‘mainstream’ finanziario, ha rotto l’ostracismo e l’opposizione delle istituzioni statali grazie ad un movimento globale che con gli anni è cresciuto. Che piaccia o meno, il Bitcoin ormai è una realtà che spinge verso cambiamenti radicali nella produzione e gestione del denaro.
Trump, anche lui inizialmente scettico nei confronti della prima cripto valuta, è stato abilmente coinvolto in questo movimento dall’élite delle cripto, un gruppo di imprese e techtitants tra cui Elon Musk, perche’ considerato meno ostile alla cripto rivoluzione della doppietta Biden-Harris. E la risposta di Donald Trump è stata entusiasta. Nella retorica trumpiana il Bitcoin diventa cosi’ un prodotto americano (nessuno sa chi fosse Satoshi Nakamoto l’inventore del Bitcoin), la cripto moneta in grado di risolvere il problema del deficit e potenzialmente anche di finanziare la rinascita industriale della nazione.
Piani ambiziosissimi, programmi economici decisamente futuristici che hanno lasciato a bocca aperta molti economisti tradizionali ma che potrebbero funzionare nella nuova America e dare a questa nazione l’opportunità di mantenere in un futuro prossimo venturo il primato monetario mondiale. L’uso del Bitcoin quale riserva di valore monetaria e l’utilizzo dell’incremento di valore quale fonte di finanziamento del deficit e dei programmi di risanamento industriale, non sono poi idee cosi’ assurde se fatte nel contesto della tanto attesa e piu’ volte auspicata cripto regolamentazione dei mercati. Non dimentichiamo che il denaro cartaceo e’ un atto di fede, dietro c’e’ solo la fiducia nello stato che lo emette e nulla piu’.
Che sia stato il caso o un piano ben determinato, l’idea di ricongiungere le due Americhe ignorate dalla politica tradizionale, quella malata e quella digitale, usando la seconda per risanare la prima e’ una leva elettorale fortissima. La domanda da porsi e’ cosa succedera’ se la doppietta Trump-Vance salirà alla Casa Bianca, diverranno queste promesse realtà? E se si, riuscirà Trump e Vance a creare un cripto ponte tra il grande passato industriale americano ed il futuro digitale della nuova America? Staremo a vedere.
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