Fetori fuori scena
di Marco Travaglio - 01/09/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Bisogna ringraziare il più stupido fra i politici stupidi
d’Europa, Emmanuel Macron, per aver detto ciò che tutti intuiscono da
anni su cos’è diventata la democrazia occidentale. Dopo aver perso tre
elezioni in due mesi – Europee, primo turno e ballottaggio delle
Legislative – contro il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il
Rassemblement national di destra, il piccolo Napoleone dell’Eliseo
rifiuta di incaricare la candidata della prima forza parlamentare, la
progressista Lucie Castets. I voti del Front, che tanto gli piacevano
quando gli servivano per limitare i danni al secondo turno con le
desistenze, ora gli fanno schifo. E spiega testualmente il perché: “Se
nomino la Castets, lei abrogherà la riforma delle pensioni e aumenterà
il salario minimo a 1.600 euro”. Eh già: se la sinistra, cioè la forza
più votata, va al governo, farà politiche di sinistra cancellando quelle
macroniste di destra travestite da centro che han portato gli elettori a
premiare la sinistra. Anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai poveri,
metterà le mani nelle tasche dei ricchi. E sostituirà il bellicismo
macroniano col pacifismo, facendola finita con gli annunci di truppe a
Kiev, gli incitamenti a usare le nostri armi per bombardare la Russia e
il fischiettio sui massacri di Israele. Sulla politica sociale e ancor
più su quella estera, Mélenchon e Le Pen sono molto meno distanti fra
loro che da Macron.
La confessione di Micron fa scalpore in Francia.
Non Italia, dove ci siamo portati avanti col lavoro: è dall’operazione
Napolitano-Monti (2011) che i poteri invisibili che comandano da dietro
le quinte mettendo in scena il teatrino destra-sinistra, tentano di
abituarci all’idea che chi governa non deve seguire il programma per cui
è stato votato, a meno che non l’abbiano scritto loro. Lo disse Draghi
dalla Bce nel 2013 dopo l’irruzione dei 5Stelle in Parlamento: “Le
riforme proseguiranno col pilota automatico”. Cioè con re Giorgio, che
si fece rieleggere per sventare Rodotà al Colle, tener fuori dal governo
i vincitori e rimandarci gli sconfitti (governo Letta Pd-FI-Centro).
Idem nel 2018, quando il M5S rivinse, fu respinto da Renzi, si accordò
con la Lega e Conte fu rimandato indietro da Mattarella perché i
“mercati” non volevano all’Economia il prof. Savona, moderatissimo ma
allergico ai piloti automatici. Il golpe bianco si ripeté nel 2021 con
l’operazione Renzi-Mattarella-Draghi contro il Conte-2, anch’esso
renitente al pilota automatico. Nel 2022 Letta, pur di punire Conte per
leso bellicismo, condannò il Pd alla disfatta. Ora son tutti pronti a
ricominciare, ove mai la Meloni – dopo il no alla Von Sturmtruppen –
seguisse Crosetto&Tajani contro le eurofregole di guerra alla
Russia. Cambiano i burattini, ma i burattinai sono sempre gli stessi.
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