La resa dei conti si avvicina per l’Impero USA ed i suoi Antagonisti
di Luciano Lago
Al punto in cui sono giunte le cose, possiamo
sperare o scommettere che un grande conflitto non si verifichi,
piuttosto che questo si allontani nel tempo o sia scongiurato a breve
termine, tuttavia sembra chiaro che il contrasto tra l’Occidente a guida
USA e quanti si oppongono al dominio dell’egemone stia sul punto di
esplodere.
Come qualcuno ha preannunciato:
i nodi si stanno stringendo, dall’Ucraina al Medio Oriente, a Taiwan, l’escalation procede su tutti i principali fronti.
Gli anglo USA vogliono schiacciare la Russia a tutti i costi e per questo hanno sospinto gli ucronazisti di Kiev, affiancati dalla Nato, ad attaccare sul territorio russo ed attaccheranno sempre più in profondità con missili a lungo raggio.
Lo
hanno preannunciato al massimo livello. Non è più possibile
dissimulare, i fatti sono scoperti e la quantità di armi della Nato, di
istruttori e assistenti della Nato che operano tra Ucraina e nel
territorio russo è sotto gli occhi di tutti.
Tutte le linee rosse
sono saltate da tempo e la volontà degli anglo USA di sconfiggere la
Russia, rovesciare Putin e sobillare una divisione interna nel paese
euroasiatico è scritta nero su bianco nei loro documenti. I ponti sono
saltati e non sono più possibili negoziati con gli stessi attori che
hanno strappato tutti gli accordi precedenti come carta straccia.
Non
solo le armi ma anche l’indicazione degli obiettivi, l’intelligence, le
attività di comando e controllo sul campo sono tutte affidate ai
comandi Nato e la Russia questo lo ha già ben chiaro. Putin parlerà a
giorni ed annuncerà la sua risposta che sarà definitiva.
Nel frattempo in Bielorussia Lukashenko lancia l’ultimo avvertimento e preannuncia che, a qualsiasi violazione della frontiera del suo paese, risponderà con l’uso di armi nucleari tattiche, quelle che gli sono state consegnate dalla Russia sulla base del trattato di sicurezza dei due paesi che fanno parte entrambi della SCO. La dottrina di sicurezza è la stessa per la Russia e per la Bielorussia e prevede questo in caso di pericolo per la sicurezza dello Stato. A buon intenditor……
Lukashenko, Bielorussia
In Medio Oriente infuriano i massacri continui attuati da Israele contro Gaza e i palestinesi, mentre le provocazioni contro l’Iran, contro il Libano, sugli Hezbollah, contro la Siria, con omicidi mirati, bombardamenti, attacchi a sedi diplomatiche, non si esauriscono ma piuttosto si intensificano. Al tempo stesso l’Asse della Resistenza non demorde e prepara la sua risposta. Israele è sulla graticola da oltre 15 giorni in attesa dell’attacco dell’Iran che avverrà nel momento e nel modo in cui Israele e anglo-USA non se lo aspettano.
Dall’altra parte dell’oceano gli USA intensificano l’invio di armamenti a Taiwan determinando la rabbia di Pechino che si sta preparando a riprendere il controllo della sua isola che, geograficamente e per accordi internazionali sottoscritti, gli appartiene. Il momento dell’azione potrebbe scattare da un giorno all’altro con l’ultimo invio di missili ATMCS degli USA sull’isola (in corso) e con il trasferimento di un contingente di truppe speciali USA. Una sfacciata provocazione da parte di Washington che sta esasperando la proverbiale pazienza cinese.
Flotta cinese
La paura nei circoli di Washington e di Londra è quella che le situazioni di crisi possano esplodere tutte insieme in modo incontrollato e questo sarebbe un disastro per le possibilità di reazione della alleanza fino ad oggi egemone. Il conflitto è ormai globale e contrappone i blocchi in ogni area di crisi con interazione reciproca.
Gli Stati Uniti sono ormai da tempo abituati a fare la guerra con i proxi, gli ucraini, i curdi, i radicali islamici, i gruppi terroristi addestrati dalla CIA, all’occorrenza con i messicani o colombiani, ma inviare i propri marines sarebbe troppo impegnativo. Per questo motivo la prossima spedizione contro la Russia vedrebbe impegnati gli europei, in particolare polacchi, baltici, romeni e moldavi. L’appoggio aereo, radar e logistico sarebbe garantito.
Contro l’Iran sarebbe più complicato e non è possibile attaccare contemporaneamente l’Iran e la Russia, tanto meno mentre potrebbero essere impegnati sul fronte di Taiwan. A Washington qualcuno più avveduto inizia a rendersene conto ed a lanciare l’allarme.
Di
conseguenza a Washington non rimarrebbe che ripiegare sul suo abituale
sistema di sobillazione interna per ottenere i suoi obiettivi di
disgregazione e divisione nei paesi antagonisti dell’Impero americano,
principalmente la Russia, l’Iran e la Cina. Facile a dirsi ma molto più
difficile attuare quando già sono saltati tutti i ponti e dall’altra
parte sono a buon punto i preparativi di guerra e di difesa.
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