Una corsa contro il tempo a Washington per “salvare” Zelensky e la sua giunta dalla punizione russa
di Luciano Lago
Nell’Amministrazione
Biden a Washington sono in corso contatti febbrili per cercare una
soluzione per il conflitto in Ucraina prima che la situazione diventi
ingestibile.
Il prossimo e inevitabile collasso
dell’esercito ucraino è la prima preoccupazione dei circoli democratici
di Washinton che paventano quanto questo disastro influenzerebbe l’esito
delle elezioni di Novembre della Kamala Harris.
Sembra
chiaro che l’operazione disperata e insensata di Zelensky di puntare
sull’invasione delle regioni russe di Kurst e limitrofe di Belgorod è un
azzardo che farà precipitare la situazione delle forze ucraine in
ritirata dal Donbass, quelle regioni dove i russi proseguono l’avanzata
inarrestabile verso i centri chiave il cui controllo sarà risolutivo per
l’esito della guerra.
Distogliere le forze di riserva dal
teatro principale delle operazioni è un errore che Zelensky dovrà pagare
molto caro e non è ancora chiaro chi gli abbia suggerito tale mossa.
Forse gli stessi che adesso se ne vogliono liberare.
L’intrusione nel territorio russo è una buona mossa propagandistica per la propaganda ucraina ed occidentale ma, da un punto di vista di strategia militare, è una mossa avventata e senza logica.
Entro
Settembre si prevede che si verificherà il collasso delle forze
ucraine, sia quelle impegnate nel Donbass che quelle in territorio
russo. A queste ultime, prive di rifornimenti logistici,
distrutte dal martellamento della artiglieria russa e dell’aviazione,
non rimarrà che arrendersi o perire.
Questo il panorama
fosco che si prospetta ai circoli democratici di Washington e agli
euroburocrati di Bruxelles che fino ad oggi hanno spinto Zelensky,
puntando su una sconfitta della Russia.
Per tale motivo a Washington
hanno in mente di eliminare Zelensky, in modo soft o cruento (questo è
indifferente) e sostituirlo con altro elemento per trovare una via
negoziale che permetta di uscire dall’impasse.
Facile
a dirlo ma impossibile nella pratica, visto che Putin ha dichiarato che
non c’è più nulla da negoziare con un governo che attacca i civili,
donne e bambini, colpisce le ambulanze, gli ospedali e distrugge le
chiese ortodosse, applicando le “tecniche israeliane”.
Per la
Russia esiste soltanto la via maestra di schiacciare gli ucronazisti,
eliminare tutti i personaggi della giunta banderista di Kiev e
giustiziare i criminali di guerra.
L’Ucraina è già uno
stato fallito che viene alimentato artificialmente dai finanziamenti
degli USA e della UE ma si prevede che anche quelli si esauriranno ed
allora il paese sarà probabilmente spartito tra gli stati che ne
reclamano le spoglie, dalla Polonia all’Ungheria, alla Romania.
Gli
oligarchi della giunta ucraina si sentivano sicuri e protetti dalla
amicizia con Washington e dalla protezione della Nato ma avevano
trascurato di imparare le lezioni dalla storia.
L’aveva detto a suo tempo il vecchio Kissinger: “Essere nemici degli USA può essere pericoloso, ma esserne amici è fatale”.
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