Porcate d’Italia: l’Autonomia Differenziata
di Raffaele Ragni
L’attuale legge elettorale è una “porcata”. Lo disse Calderoli, che ne fu l’autore nel 2005. La sua “nuova porcata” si chiama “autonomia differenziata”. Complici i finto-sovranisti di Meloni, che ottengono in cambio un tiepido appoggio leghista al premierato.
Questa legge è brutta, non perché spacca l’Italia, ma perché non dice niente, manca di sostanza politica: non è federalista, né centralista, non spiega con quali risorse le regioni virtuose dovrebbero accelerare e quelle inefficienti dovrebbero colmare il proprio ritardo.
Esultano i governatori leghisti Fontana e Zaia, che sventolano dinanzi all’elettorato nordista la nuova porcata di Calderoli come fosse un successo. Indubbiamente avranno maggior potere negoziale, ma non certo più soldi dal governo centrale, per migliorare quei servizi, oramai carenti anche al Nord. L’eccellenza padana è un lontano ricordo. Se la Lega perde voti, non è per il nazionalismo di Salvini, ma per l’incapacità degli amministratori leghisti di governare bene.
L’autonomia differenziata non è una legge costituzionale, ma una legge ordinaria: non modifica la struttura e l’operatività della Regione. È una legge quadro: stabilisce le norme fondamentali a cui una Regione deve adeguarsi per ottenere le 23 materie previste dell’art. 116 della Costituzione.
Il potere rimane allo Stato che, a richiesta della Regione, può attribuire in tutto o in parte quelle materie. Nulla di nuovo, nessun federalismo: l’Italia mantiene un decentramento di tipo regionale. La Regione continua ad essere un organo dello Stato, senza una vera finanza autonoma, ma potrà mantenere parte delle risorse raccolte sul territorio, se dimostra di saperle spendere meglio dello Stato.
La sinistra protesta rubando il tricolore ai nazionalisti, ma non sfugge quanto sia ridicolo e fazioso questo dissenso, a fronte della pochezza della riforma. Tranquilli, nessuna secessione: la Regione chiede, se vuole, lo Stato concede, se vuole.
L’articolo 4 della legge stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni, precisando che sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep) e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà autonomia.
Prima di finanziare le presunte eccellenze del Nord, lo Stato deve trovare i fondi per sanare le deficienze del Sud, affinché i meridionali abbiano servizi di qualità come i padani. Questi fondi, che ammontano a miliardi di euro, non ci sono e non ci saranno mai. Ce li darà l’Europa? Oppure aumenteranno le imposte statali e regionali?
Articolo di Raffaele Ragni
Fonte: https://sfero.me/article/porcate-d-italia-autonomia-differenziata
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