Tornano gli euromissili: stavolta sono ipersonici
di Domenico Gallo - 17/07/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Al vertice di Washington che ha celebrato con toni
trionfalistici il settantacinquesimo anniversario della Nato non sono
emerse novità rispetto agli indirizzi strategici già assunti a Madrid
(2022) e a Vilnius (2023), ma è stato compiuto un notevole “passo in
avanti” nella costruzione di un solido sistema di guerra dell’Occidente
con il resto del mondo. Per quanto riguarda l’assistenza militare
all’Ucraina, superate ormai tutte le linee rosse, è stata preannunciata
la fornitura di ogni tipo di arma offensiva con la capacità di colpire
in profondità il territorio della Russia. Lo scopo delle forniture e
dell’addestramento militare della NATO è quello di consentire
all’Ucraina di costruire “una forza in grado di sconfiggere
l’aggressione russa”. Poiché quest’obiettivo non è a portata di mano, il
progetto è quello di proseguire la guerra a tempo indeterminato. Del
resto, nel documento finale non vi è nessuna visione di una pace da
raggiungere: la pace, semplicemente, non è prevista.
Quello che ha
suscitato qualche perplessità in una parte dei media è stato il
programma di riarmo massiccio deciso a Washington per i costi che
gravano sugli Alleati ed in particolare sul nostro Paese. In punto di
corsa al riarmo, il vertice di Washington è andato subito al sodo
precisando: “Accogliamo con favore il fatto che più di due terzi degli
alleati abbiano rispettato il loro impegno di almeno il 2% del Pil annuo
di spesa per la difesa ed elogiamo quegli alleati che lo hanno
superato. Gli alleati stanno facendo passi avanti: la spesa per la
difesa degli alleati europei e del Canada è cresciuta del 18% nel 2024,
l’aumento più grande degli ultimi decenni.” In questo tripudio di
armamenti e di spese folli, si inserisce una novità particolarmente
allarmante: la decisione di schierare, a partire dal 2026, missili
nucleari a raggio intermedio in Germania, in particolare i missili
Tomahawk e le nuove armi ipersoniche. Questa è la vera novità del
vertice di Washington, nascosta nelle pieghe dei giornali ed ignorata da
tutti i commentatori: sono tornati gli Euromissili.
Questo scenario
ci riporta alla mente gli anni più bui della Guerra Fredda, quando il
mondo viveva costantemente sotto la minaccia di un olocausto atomico.
Chi ha i capelli bianchi ricorda che quaranta anni fa ci fu un’accesa
mobilitazione in tutt’Europa contro lo schieramento degli euromissili,
specialmente in Italia ed in Germania. Questa mobilitazione ebbe
successo grazie alla scelta di Gorbaciov di sottrarsi alla reciprocità
violenta della corsa agli armamenti. Si pervenne così alla stipulazione
del Trattato per l’eliminazione dei missili nucleari a raggio intermedio
(Inf), siglato l’8 dicembre 1987. Il Trattato rappresentò una pietra
miliare nella storia del controllo degli armamenti nucleari, segnando un
passo decisivo verso un mondo più sicuro. Nel 2018 Trump si ritirò dal
Trattato Inf; adesso la prospettiva è stata completamente rovesciata, la
Nato si prepara a dislocare proprio quelle armi che sono state vietate
dal Trattato. C’è però una differenza fondamentale che rende le armi
moderne molto più pericolose: i missili ipersonici. I missili ipersonici
– con velocità superiore a cinque volte quella del suono (Mach 5),
rappresentano un “salto di qualità” nella corsa agli armamenti. I
missili ipersonici nucleari a raggio intermedio, avendo già oggi la
capacità di volare a circa 10.000 km/h, saranno in grado di raggiungere
Mosca in circa dieci minuti. Dati i tempi ristrettissimi che queste armi
impiegano per colpire, la risposta al loro uso non potrà che essere
affidata all’intelligenza artificiale. Nel caso di un incidente o di un
errore umano non potremo contare su un nuovo colonnello Petrov per
salvarci.
È il caso di ricordare che la notte del 26 settembre 1983,
in una delle fasi più calde della “guerra fredda” il mondo ha rischiato
l’olocausto a seguito di una guerra nucleare scoppiata per errore.
Quella notte, infatti, i sistemi di rilevazione satellitari dell’Unione
sovietica segnalarono il lancio di cinque missili diretti verso il
territorio della Russia. Il colonnello Petrov avrebbe dovuto segnalare
l’attacco e attivare la risposta che prevedeva il lancio di un
contrattacco nucleare massiccio. Il povero Petrov sudò freddo ma non
avvertì i suoi superiori. Voleva essere sicuro che l’attacco fosse
realmente in corso. Fu la mezz’ora più drammatica che si possa
immaginare nella vita di un uomo. Ma la sua resistenza umana ci salvò.
Dopo un numero interminabile di minuti il segnale sparì. Si era trattato
di un falso allarme dovuto a straordinari fattori geoclimatici. Se nel
1983 l’umanità è stata salvata dal fattore umano, con lo schieramento
dei missili ipersonici il fattore umano sarà bandito, la risposta sarà
affidata all’intelligenza artificiale, che non ha cuore né compassione.
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