Il dramma del pilota automatico con le curve
di Pierluigi Fagan - 11/06/2024
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-dramma-del-pilota-automatico-con-le-curve
Fonte: Pierluigi Fagan
Leggo e ascolto molte analisi italiane su quanto successo
col voto del weekend, a livello macro cioè europeo, che procedono
secondo presupposti del pensiero in uso prima del voto, non registrando
la violenta curva che i fatti politici hanno preso nel weekend. Curva la
dinamica politica, dovrebbe curvare anche il pensiero altrimenti si va
lunghi e fuoristrada.
La posizione "nulla di nuovo sotto il Sole" è
ansiolitica, non a caso presente in tutti i primi commenti mainstream
del tipo "sì, era tutto previsto e comunque la maggioranza politica
della Commissione è ancora forte". Così anche molti commenti di area
critica pensano che tutto verrà facilmente normalizzato, magari usando
proprio la Meloni per aprire ponti a destra rassicuranti. Magari, come
ho sentito dire da qualcuno, per traghettare le destre meno intemperanti
nell'Agenda Draghi. Mi sa che le facoltà di lettura politica generale
vanno sull'appannato spinto.
I governi dei due piloni storici
dell’europeismo e da ultimo dell’atlantismo armato ed aggressivo sono
stati massacrati, i due premier hanno i rispettivi partiti al 15%.
Macron ha perso un terzo dalle elezioni del '19, Scholz ha portato il
partito alla consistenza del 1888, un balzo indietro di 136 anni.
I
due partiti star del nuovo corso europeista neoliberale-green sono stati
massacrati anche peggio. Se i raggruppamenti vincenti hanno
incrementato solo entro un +10 seggi (popolari 10, identitari 9,
conservatori 4) i pur “piccoli” verdi ne hanno persi da soli 18 ed i
liberali addirittura 23. I Verdi in Germania hanno perso il 20% del
proprio elettorato rispetto alle politiche, l’SPD il 45%. Al momento i
tedeschi hanno evitato l’isteria macroniana di nuove elezioni ma è
bastato un giorno, oggi CDU/CSU e AfD le invocano a gran voce e
francamente i sembrano inevitabili, la somma dei tre partiti in
coalizione è pari alla CDU/CSU. Il tutto paralizzerà ogni azione
politica a livello europeo per mancanza di governo. I francesi ai primi
di luglio un governo ce l’avranno ma se fosse di destra sarebbe tutto da
vedere come funzionerà il condominio con Macron.
Gira l’ironia che
Macron e Scholz l’hanno fatto apposta per svincolarsi dalle grinfie
rapaci di Biden e mettersi in posizione neutra sia mai che a novembre
arrivi Trump. Naturalmente è ironia, ma nei fatti è così ovvero era
tutta una balla l’unità d’intenti di Normandia con elezioni americane a
cinque mesi e previsioni non certo confortanti per Biden e l’intero
impianto della sua politica estera.
In teoria fra quattro giorni ci
sarebbe il G7, ma avranno due leader dimezzati più di là che di qua. Ad
ottobre poi andrebbe rinnovato Stoltenberg alla NATO ma senza chiarezza
sul presidente americano e con le incertezze europee verrà solo
prorogato con operatività sospesa. Guerra mondiale? Tranquilli, c'è
sempre Netflix.
Non solo chi ha vinto, le -destre- è stato fino ad
oggi dal tiepido al contrario alla attiva partecipazione alla guerra
russo-ucraina anche perché se non hanno direttamente preso i soldi da
Putin per anni o fatto lingua in bocca e sesso non protetto in vari modi
anche perché a livello ideologico sono allineati su Dio, Patria e
Famiglia, ma storicamente sono inquadrati come Euroscettici e per
l’ottima ragione che sono forze per lo più legate al concetto di Nazione
ed il sovranazionale non l’hanno mai digerito.
Milei,
dall’Argentina, ha subito cinguettato che è finita l’Agenda 30 delle
Nazioni Unite: “Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo
sostenibile, è inumana e pensata da burocrati per burocrati. Alle nuove
destre, il compito di porre un freno.”. Tenuto conto che Trump ha dietro
il complesso carbonifero-petrolifero, Putin ha il petrolio e alle
destre europee non dispiacerebbe pragmaticamente di tornare alle
forniture russe la cui mancanza ha messo in ginocchio la Germania e
rinunciare allegramente alle paturnie sulle automobile elettriche che in
Europa non siamo strutturalmente in grado di produrre, il programmino
progressista verdolino lo vedo male.
Quanto alla Meloni ruota di
scorta di Ursula, fossi in lei mi metterei alla finestra. Rischia di
trovarsi Trump tra cinque mesi con in mano la sua polaroid in cui fa la
nipotina piccina di zio Biden e tutta la destra europea che ride e fa le
fusa al ritorno del vecchio ultraconservatore populista, brutta
posizione. Dati i trascorsi passati poi, pure suicida.
A proposito
della UvdL, i giornali italiani che sono inqualificabili come livello di
analisi e commento politico, sono partiti non giornali, ne danno per
certo la rielezione, ma i giornali in Europa che non sono partiti, non
ne sono affatto certi. Si vocifera di almeno un 10% di parlamentari
delle stesse forze della coalizione attuale che avevano già detto che
non l’avrebbero votata e ci sono ragioni di equilibri interni al PPE e
nel rapporto tra PPE e le altre, disastrate, forze politiche che
lasciano molti dubbi. Comunque sarà cosa lunga, ci metteranno forse mesi
a trovare la quadra, se la troveranno, un motivo in più per mettere il
cartello “work in progress” a Bruxelles, comprare tempo e non rispondere
al telefono quando chiama Washington.
Poi? Poi c’è da capire che
programma politico avranno queste destre. Le destre, viepiù quelle
estreme, sono state opposizione nei propri paesi oltreché in Europa, da
sempre. L’opposizione è scomoda per chi anela il potere ma permette di
non lambiccarsi troppo il cervello per dire qualcosa di politico
effettivo, basta dire che sei contro il governo in carica e l’ideologia
dominante. Meloni stessa apre bocca solo per criticare gli ex governi
PD.
Ne sa qualcosa la sinistra che sdoganata dopo il crollo del Muro
di Berlino s’è trovata a dover dire o gestire cose che ignorava del
tutto, l’economia, la finanza, la politica internazionale in base a
conoscenze che non aveva se non nel dolce vagheggiare di ideologie un
tanto al chilo.
Va bene, delle destre sappiamo che piace meno green e
meno africani, meno libertinaggio e meno tasse ok, ma questo non è un
programma politico è una lista di desideri compulsivi.
Destre forti
che però non si sa come vogliono governare stante che probabilmente non
ne sono neanche capaci per mancanza di training e sinistre che stanno
uguali ma sono senza forza alcuna. Al centro, si ripresenta il grande
blob in grado di dire e fare tutto il suo contrario, in modalità
“gestione provvisoria”.
Sarebbe il momento di fare dei progetti sul
mondo, su come stare al mondo, su come prendere seriamente
responsabilità per la nostra diffusa insipienza, mancanza di realismo,
idee confuse scambiate per pezzi di realtà, ma chi ne è capace? Passata
la vita in modalità destruens, chi sa più fare il costruens?
Meglio rassicurarsi, non è successo niente, andrà tutto come al solito. Cioè sempre peggio.
Nessun commento:
Posta un commento