Qualcosa in serbo
di Marco Travaglio - 21/06/2024
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
“Ci restano 3 o 4 mesi, forse meno, prima della
catastrofe”. Lo dice il presidente serbo Aleksandar Vucic in una
drammatica intervista al settimanale svizzero Weltwoche, disponibile sul
web. Dovrebbero vederla tutti: il personaggio è molto controverso, un
ex giornalista che entrò giovanissimo in politica con Milosevic, poi se
ne dissociò e ora si batte per la Serbia nell’Ue e fa accordi con gli
Usa senza recidere gli storici rapporti con Mosca. Il che non ha
impedito a Belgrado di firmare la dichiarazione anti-russa della
cosiddetta conferenza di pace di Lucerna. Qui però non si tratta di
sposare le posizioni di Vucic, ma di ascoltare ciò che racconta,
commosso, su quel che sente dire dagli altri leader europei: “Il treno
ha lasciato la stazione e nessuno può fermarlo… se le grandi potenze non
faranno nulla”. Il suo è il punto di vista di un Paese aggredito dalla
Nato fin dal 1999: “Condanno l’intrusione russa in Ucraina. Ma cos’hanno
fatto le potenze occidentali alla Serbia nel 1999 e nel 2008? Non ci
sono risposte alla domanda. Putin ha citato il precedente del Kosovo (le
stragi usate dalla Nato per giustificare l’intervento, come la Russia
usa quelle in Donbass, ndr): anche a questa domanda non ci sono
risposte”.
L’Europa è a un bivio: “Tutti parlano solo di guerra.
Nessuno vuole la pace, che è diventata una parola proibita. Si dice che
dobbiamo vincere per assicurarci la pace futura… nessuno cerca di porre
fine alla guerra… L’Occidente crede di poter sconfiggere facilmente
Putin: vogliono sfiancarlo in Ucraina, poi pensano che la Russia non
esisterà più sull’attuale territorio e nell’attuale forma e Putin sarà
rovesciato. Ma la pressione basta a distruggere la Russia e a rovesciare
Putin? Non credo. Non so se l’Occidente si stia sopravvalutando, ma
credo stia sottovalutando la Russia e Putin. In Europa tutti si
comportano come grandi eroi, ma non dicono ai loro popoli che pagheranno
un prezzo molto alto… Dovrebbero cercare di raggiungere un cessate il
fuoco e poi negoziare per 10, 20, 30, 50 anni, non importa quanti: sono
molto meglio di un solo giorno di aspri combattimenti come quelli in
corso. Nato e Usa non possono permettersi di perdere la guerra in
Ucraina. Ma anche Putin, se perde la guerra, perde tutto. Tutto è in
gioco per entrambe le parti. Perciò ci avviciniamo all’abisso. Ma questo
ci porta a un’altra domanda: chi è disposto a perdere 1, 2, 5, 10, 15
milioni di persone? Chiedetevelo. Io non voglio perdere un solo uomo:
non parteciperemo. La Serbia è stata uno dei campioni mondiali di guerra
nel XX secolo. Ora il mio sogno è mantenere la pace e la stabilità”. Se
i fatti gli daranno torto, qualcuno potrà rinfacciarglielo. Se gli
daranno ragione, non resterà vivo nessuno per riconoscergliela.
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