Il re è rinco
di Marco Travaglio - 30/06/2024
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-re-e-rinco
Fonte: Il Fatto Quotidiano
A un certo punto del raccapricciante faccia a faccia
dell’altra notte, si è avuta la netta sensazione che, se Trump avesse
chiesto a bruciapelo a Biden “come ti chiami?”, il Capo del Mondo Libero
non avrebbe saputo rispondere. Ma, per tutti i 90 minuti del derby fra
il mascalzone esagitato e il mascalzone rintronato, le domande che
galleggiavano sul capoccione phonato del primo e su quello incollato del
secondo erano altre. Come ha potuto la Culla della Democrazia ridursi a
una scelta tanto imbarazzante? Chi sta guidando davvero gli Usa e
l’Occidente verso la terza guerra mondiale? Per quanto tempo ancora i
dem americani e i commentatori internazionali al seguito pensavano di
poter negare ciò che il mondo intero vede a occhio nudo da anni sullo
stato pietoso in cui versa il “commander in chief”? Solo pochi giorni fa
Repubblica spacciava una doverosa inchiesta del WSJ sulla salute
mentale di Biden per un “attacco dei repubblicani”. E Domani spiegava
che il presidente Usa sta una favola, ma i “trucchi” e le “fake news a
basso costo” della “campagna di Trump vogliono farlo apparire confuso,
lavorando su inquadrature e tagli per trasmettere un’idea falsata”.
Certo, come no.
Poi l’altra sera, come nella fiaba del re nudo ma
senza bisogno del bambino, tutto il pianeta ha visto Rimbambiden al
naturale: saltava di palo in frasca, biascicava frasi incomprensibili
(poveri interpreti), infilava il prezzo dell’insulina nella risposta
sull’Ucraina e i chip coreani in quella sull’età, vantava come un
trionfo l’invereconda fuga da Kabul, ripeteva che Putin vuole invadere
la Polonia e poi l’intera Europa, cose così. E non di fronte a un
campione di dialettica, ma a un odioso e rozzo bullaccio che ficca i
migranti e i veterani dappertutto, spara (anche lui) cifre a casaccio e
mente (anche lui) a ogni respiro. Al confronto, il peggior politico
italiano pare Churchill. Biden s’è distrutto da solo, con scene pietose
che ricordano il tramonto dell’altro impero, quello sovietico,
plasticamente incarnato dal corpo mummificato e surgelato di Breznev
issato sulla balconata del Cremlino per mostrarsi ancora vivo con
meccanici scatti del braccio. Eppure, fino all’altroieri, chi osava dire
che l’Occidente è in mano a un rinco era un nemico della democrazia e
un servo di Trump, oltreché di Putin. E i nemici delle “post-verità”
trumpiane accreditavano quella bideniana per “non fare il gioco” di The
Donald, senza accorgersi di lavorare proprio per lui. Perché, a quattro
mesi dal voto, è difficile cambiare cavallo in corsa. E perché la
reputazione della “democrazia” americana, diretta per finta da
Rimbambiden e per davvero da una cricca di fantasmi mai eletti che gli
fan dire e fare ciò che vogliono, è irrimediabilmente compromessa.
Nessun commento:
Posta un commento