Julian Assange è finalmente atterrato in Australia da uomo libero
26 Giugno 2024
Dopo sei ore e trentasette minuti di viaggio, Julian Assange è arrivato all’aeroporto di Canberra, in Australia, da uomo libero. L’attivista ha viaggiato su un charter di Stato australiano, e dovrà pagare il volo di tasca propria, per un totale di oltre mezzo milione di dollari. Per coprire i costi del volo, la moglie del giornalista Stella Assange ha lanciato una campagna di raccolta fondi che a ora ha già coperto più della metà della cifra da versare. Il volo è partito dall’aeroporto di Seipan, territorio USA situato nelle Isole Marianne Settentrionali, dove precedentemente si era svolto il processo che, in seguito a un patteggiamento, lo ha dichiarato ufficialmente un uomo libero. Ora Assange non potrà più tornare negli Stati Uniti, ma dopo anni di detenzione e persecuzioni può dire definitivamente chiusa la propria odissea.
Il volo di Assange è atterrato a Canberra alle 11:39 di oggi, mercoledì 26 giugno. All’attivista è stata negata la possibilità di viaggiare su voli commerciali, motivo per cui gli è stato assegnato un aereo statale di cui dovrà coprire interamente le spese, pari esattamente a 520.000 dollari. Visti gli ingenti costi del volo, Stella Assange ha lanciato una raccolta fondi sotto l’hashtag “FreedomFlight“, che solo alle 9.19 di oggi aveva raggiunto la cifra di 313.657 dollari. In seguito al rilascio di Assange, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha rilasciato un lungo comunicato in cui scrive che il giornalista “si è dichiarato colpevole di avere cospirato con Chelsea Manning, all’epoca analista dell’intelligence statunitense, per ottenere e divulgare illegalmente documenti riservati relativi alla difesa nazionale”. Per tale motivo “ad Assange è proibito tornare negli Stati Uniti senza permesso”.
La nota del Dipartimento di Giustizia segue il processo di ieri tenutosi proprio a Seipan, e terminato con lo stesso patteggiamento descritto. Nello specifico, l’accordo ha portato a una condanna a cinque anni di detenzione, gli stessi che Assange ha già scontato nel carcere britannico di Belmarsh, da cui è stato rilasciato ieri mattina. Secondo la Corte, i 62 mesi di detenzione scontati da Assange risultano “giusti, ragionevoli e proporzionati” comparati all’effettivo periodo di detenzione di Chelsea Manning. Essendosi Assange assunto le proprie responsabilità, e avendo già scontata la pena prevista, gli è stato permesso di rientrare in patria.
[di Dario Lucisano]
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