Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

BlackRock sta colonizzando l’economia italiana, ha già ingenti partecipazioni in aziende leader come Eni, Enel e Intesa San Paolo, ecc..

La crescente influenza di BlackRock all’interno dell’economia italiana, sottolineata dalla possibile gestione degli asset di SACE (il gruppo assicurativo e finanziario controllato dal Governo italiano attraverso il ministero dell’Economia), rappresenta un chiaro esempio di come le principali istituzioni finanziarie globali stiano rafforzando il loro controllo su settori strategici delle economie nazionali.

In un contesto geopolitico sempre più dominato da dinamiche economiche e finanziarie, la presenza di Larry Fink, amministratore delegato di BlackRock, in eventi di rilevanza internazionale come il G7 italiano non appare casuale. Il gruppo, già fortemente radicato nel tessuto economico italiano con ingenti partecipazioni in aziende leader come Eni, Enel e Intesa San Paolo, mira a consolidare ulteriormente il proprio ruolo di attore chiave nella gestione della liquidità pubblica e privata.

Questa strategia si inserisce in un quadro più ampio di “colonizzazione” economica, dove i confini tra pubblico e privato diventano sempre più labili, e le decisioni strategiche per lo sviluppo delle infrastrutture finanziarie e industriali vengono prese da entità globali, spesso distanti dalle priorità locali. Questo fenomeno si inserisce nel contesto del neoliberismo dominante che ha caratterizzato le politiche europee negli ultimi decenni, dove le privatizzazioni e l’intervento dei grandi capitali stranieri sono stati favoriti a scapito della sovranità economica nazionale.

Parallelamente, la politica di Sahra Wagenknecht in Germania rappresenta un raro tentativo di riscoprire una sinistra autenticamente sociale, che pone al centro della propria agenda politica temi fondamentali come il lavoro, la casa e i diritti sociali collettivi, in contrapposizione alla deriva neoliberista della sinistra tradizionale. L’inquietudine verso il suo movimento, tanto tra le élite economiche quanto tra i partiti socialdemocratici, riflette il timore che una forza politica capace di coniugare pacifismo, internazionalismo e diritti sociali possa minare l’egemonia di un sistema politico-economico che ha finora privilegiato i grandi interessi privati e le politiche di austerità.

Il secondo attentatore di Trump è fortemente legato al regime di Kiev

I fili che legano l'aspirante assassino di Trump con il regime di Kiev

 

di Max Blumenthal* - TheGryZone



Prima di essere stato catturato con un AK-47 su un campo da golf vicino a Trump, Ryan Routh si era recato a Kiev per combattere per l'esercito ucraino e fungere da reclutatore per la Legione Internazionale. Routh ha dichiarato ai media statunitensi che “avevaa avuto incontri con i partner [del Ministero della Difesa ucraino] ogni settimana”.

Ryan Routh è stato arrestato oggi con un fucile tipo AK-47 a diverse centinaia di metri da Donald Trump mentre l'ex presidente stava giocando a golf. Secondo il Washington Post, “l' accaduto al campo da golf di Trump viene indagato come potenziale attentato”.

Nel 2022, Routh si sarebbe recato in Ucraina per reclutare nella Legione Internazionale. Secondo Newsweek Romania, che ha intervistato Routh nel 2022, il cittadino statunitense residente alle Hawaii sperava di combattere come volontario a fianco dell'esercito ucraino, ma all'età di 56 anni era troppo vecchio.

“Quindi il piano B”, ha raccontato Routh, “è stato quello di venire a Kiev e promuovere l'idea che molti altri venissero a unirsi alla Legione Internazionale. Abbiamo bisogno di migliaia di persone qui per combattere a fianco degli ucraini. 

Ci sono circa 190 Paesi sul nostro pianeta, e se i governi non inviano ufficialmente soldati qui, allora noi civili dovremmo raccogliere la fiaccola e farlo”.

Semafor ha descritto Routh come il capo del Centro internazionale di reclutamento volontario per l'Ucraina. Si è lamentato con l'agenzia che il governo ucraino non è entusiasta delle frotte di volontari che affluiscono a Kiev. “Ho avuto incontri con i partner [del Ministero della Difesa ucraino] ogni settimana e non sono ancora riuscito a convincerli a rilasciare un solo visto”.





Routh è apparso anche in un articolo del New York Times del 25 marzo 2023 su “I volontari statunitensi in Ucraina che mentono, sprecano e bisticciano”. Tra coloro che sono stati presentati insieme al volontario del North Carolina c'era Malcolm Nance, una star dei commenti della MSNBC, che ha falsamente detto al pubblico di essersi arruolato per combattere in prima linea contro i soldati russi quando, in realtà, passava il tempo a twittare da una stanza d'albergo di Leopoli.

Secondo il Times, Routh progettava di trasferire volontari “in alcuni casi illegalmente, dal Pakistan e dall'Iran all'Ucraina. Ha detto che decine di persone hanno espresso interesse.

Probabilmente possiamo acquistare alcuni passaporti attraverso il Pakistan, visto che è un Paese così corrotto”, ha dichiarato il losco giramondo in un'intervista da Washington DC.




Come ha scritto Alex Rubinstein per The Grayzone, la Legione Internazionale - nota anche come Legione Georgiana - “è diventata un rifugio per mercenari assortiti, pazzi, attivisti fascisti e persino assassini ricercati”. La Legione è guidata da Mamuka Mamilashvili, un signore della guerra georgiano implicato in numerosi crimini di guerra.

NAFO, il collettivo di trollaggio online pro-Ucraina, ha raccolto milioni per la Legione. Dopo la notizia dell'arresto di Routh, i membri del NAFO si sono adoperati per dissociarsi dall'aspirante assassino.

L'apparente tentativo di assassinio di Routh ha avuto luogo all'apice dell'isteria della guerra per procura, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che chiedeva all'amministrazione Biden di concedergli armi a lungo raggio e di dare il via libera agli attacchi in territorio russo. Un articolo pubblicato da Kiev il 14 settembre scorso da Fareed Zakaria, uno stretto alleato dell'amministrazione Biden, ha evidenziato il panico che ha attanagliato i combattenti per procura per una potenziale vittoria di Trump.

Secondo Zakaria, “il ritardo negli aiuti americani durante lo scorso anno, causato dalle lotte intestine tra i repubblicani ostinati del Congresso, ha contribuito al deterioramento della situazione sul campo, e molti ora temono cosa accadrà se Trump vincerà a novembre”.

Routh non ha ancora parlato dei motivi che lo hanno spinto a portare un fucile d'assalto in un campo da golf a poche centinaia di metri dalla zona in cui si trovava Trump. Forse il suo obiettivo non era solo l'ex presidente, ma anche una potenziale soluzione alla guerra per procura in Ucraina.

(Traduzione de l'AntiDiplomatico)


* Caporedattore di The Grayzone, Max Blumenthal è un giornalista pluripremiato e autore di numerosi libri, tra cui i best-seller repubblicani Gomorra, Golia, La guerra dei cinquanta giorni e La gestione della barbarie. Ha prodotto articoli di stampa per una serie di pubblicazioni, molti reportage video e diversi documentari, tra cui Killing Gaza. Blumenthal ha fondato The Grayzone nel 2015 per gettare una luce giornalistica sullo stato di guerra perpetua dell'America e sulle sue pericolose ripercussioni interne.

Trump fa campagna sotto continua intimidazione e minaccia di morte e con un servizio di sicurezza lacunoso

Trump fa campagna sotto continua intimidazione e minaccia di morte

È la demokrazia americana

L’ATTENTATORE È RYAN WESLEY ROUTH, IL MOVENTE DEL TENTATIVO DI ASSASSINIO A TRUMP È LA MANCATA GUERRA CON PUTIN IN SUPPORTO ALL’UCRAINA

Ryan Rough, il secondo attentatore di Trump, compare in uno spot pubblicitario di Azov del 2022.

Curiosamente, il primo attentatore, Thomas Matthew Crooks, era apparso in uno spot pubblicitario di BlackRock.

Le grandi di social media come Meta/Facebook stanno lavorando rapidamente per cancellare le pagine dell’assassino di Trump, Ryan Wesley Routh. Grazie a @realjakejacks, che è riuscito ad archiviare l’intera pagina Facebook, ne abbiamo traccia. La pagina conteneva post sul reclutamento di mercenari per l’Ucraina e sulla lotta di Taiwan contro la Cina. Includeva anche post sulla situazione a Maui dopo gli incendi e riferimenti alla FEMA.

Secondo quanto riportato da Fox News, il nome dell’assassino è Ryan Routh…

…che, stando ai suoi post sui social (per ora ancora attivi), sostiene le cause liberali, in particolare il reclutamento di persone per combattere in Ucraina)…

Secondo quanto riportato da Fox News, il nome dell’assassino è Ryan Routh…


Nel frattempo, mentre la colpa viene nuovamente attribuita ai sostenitori di Trump, si scopre che i servizi segreti si sono rivelati ancora una volta inadeguati…

“Il livello di minaccia è alto”, ha affermato Rafael Barros, agente speciale responsabile della sede di Miami dei Servizi Segreti, durante la conferenza stampa di domenica.

“Viviamo in tempi pericolosi”, ha aggiunto.

mentre la colpa viene nuovamente attribuita ai sostenitori di Trump, si scopre che i servizi segreti si sono rivelati ancora una volta inadeguati…

Tuttavia, il New York Post ha affermato che due persone hanno sparato al Trump Golf Club in Florida, prendendosi di mira a vicenda (una versione che nel frattempo è stata cancellata).

La Casa Bianca si è subito espressa con “sollievo” per il fatto che Trump non sia stato colpito:

“Il Presidente e il Vicepresidente sono stati informati dell’incidente di sicurezza al Trump International Golf Course, dove l’ex Presidente Trump stava giocando a golf. Sono sollevati di sapere che è al sicuro. Saranno tenuti regolarmente aggiornati dal loro team.”

Tuttavia, una cosa è certa: la stessa retorica che probabilmente ha scatenato il primo tentativo di assassinio non si è fermata…

La MSNBC ha risposto rapidamente con una proiezione quasi perfetta, chiedendo alla campagna di Trump di moderare i toni della sua retorica…

Anche se, naturalmente, tutti condanneranno subito la violenza politica…

…ma non ci avevano detto anche che “le parole sono violenza”?)

Mai è accaduto ilcontrario, che militanti  trmpiani abbiano attentato  alla vita di Obama o di Biden

IL premio Nobel Stiglitz, un utile idiota in difesa delle auto elettriche e contro le evidenze del mercato

 

Stiglitz, un utile idiota in difesa delle auto eleterriche

gli attacchi missilistici a lunga gittata contro obiettivi in Russia saranno interpretati come un atto di guerra della NATO


 “Mai sottovalutare la capacità di Biden di mandare tutto a puttane”.


A cura di Markus
Il 16 Settembre 2024

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Mike Whitney
unz.com

Giovedì il New York Times ha pubblicato un titolo in cui si affermava che l’amministrazione Biden era pronta a dare il via libera ad attacchi in profondità nel territorio russo. Ecco il titolo seguito da un estratto dell’articolo:

Biden è pronto ad approvare l’uso da parte dell’Ucraina di armi occidentali a lunga gittata in Russia

Il presidente Biden sembra sul punto di dare il via libera all’Ucraina per il lancio di armi occidentali a lunga gittata in profondità nel territorio russo, a condizione che non vengano utilizzate armi fornite dagli Stati Uniti, dicono i funzionari europei…

La Gran Bretagna ha già segnalato agli Stati Uniti che è desiderosa di permettere all’Ucraina di utilizzare i suoi missili a lunga gittata “Storm Shadow” per colpire obiettivi militari russi lontani dal confine ucraino. Ma vuole un permesso esplicito da parte di Biden per mostrare una strategia coordinata con Stati Uniti e Francia…

Lo stesso Biden ha segnalato che è in arrivo un allentamento delle restrizioni. Martedì gli è stato chiesto se fosse pronto ad accogliere le richieste sempre più insistenti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky:

“Ci stiamo lavorando proprio ora”, ha risposto…. Biden Poised to Approve Ukraine’s Use of Long-Range Western Weapons in Russia, New York Times

L’escalation proposta è una risposta al rapido deteriorarsi della situazione sul campo di battaglia, dove le forze armate ucraine, ormai allo stremo, si stanno costantemente ritirando lungo la linea di contatto, mentre il fronte si sgretola sotto gli incessanti attacchi aerei e i bombardamenti di artiglieria russi. Visto in quest’ottica, il piano di attaccare obiettivi nelle profondità della Russia non dovrebbe essere una svolta strategica, ma solo un modo per creare qualche problema ad un avversario sulla via della vittoria. Tuttavia, la risposta di Mosca è stata rapida e dura. Putin non ha usato mezze misure quando ha affrontato la questione con quello che è il discorso più minaccioso della sua ventennale carriera. Ecco cosa ha detto:

“Stiamo assistendo ad un tentativo di modificare i concetti, perché non si tratta di stabilire se il regime di Kiev sia autorizzato o meno a colpire obiettivi sul territorio russo. Sta già effettuando attacchi utilizzando veicoli aerei senza pilota e altri mezzi. Ma usare armi di precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale è una storia completamente diversa.

Il fatto è che – l’ho già detto e qualsiasi esperto, sia nel nostro Paese che in Occidente, lo confermerà – l’esercito ucraino non è in grado di utilizzare i sistemi di alta precisione a lunga gittata forniti dall’Occidente. Non possono farlo. Queste armi sono impossibili da utilizzare senza i dati di intelligence dei satelliti, che l’Ucraina non possiede. Questo può essere fatto solo con i satelliti dell’Unione Europea o con i satelliti degli Stati Uniti – in generale, con i satelliti della NATO. Questo è il primo punto.

Il secondo punto – forse il più importante, il punto chiave – è che solo il personale militare della NATO può assegnare missioni di volo a questi sistemi missilistici. I militari ucraini non possono farlo. Pertanto, non si tratta di permettere, o meno, al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i Paesi della NATO saranno, o meno, coinvolti direttamente nel conflitto militare.

Se questa decisione verrà presa, non significherà altro che un coinvolgimento diretto: significherà che i Paesi della NATO, gli Stati Uniti e i Paesi europei sono parti in causa nella guerra in Ucraina. Questo significherà il loro coinvolgimento diretto nel conflitto, e cambierà chiaramente l’essenza e la natura stessa del conflitto.

Questo significherà che i Paesi della NATO – gli Stati Uniti e i Paesi europei – sono in guerra con la Russia. E, se questo è il caso, allora, tenendo conto del cambiamento dell’essenza del conflitto, prenderemo decisioni appropriate in risposta alle minacce che ci verranno poste. Il Presidente della Federazione Russa, RU

La dichiarazione di Putin necessita di alcuni chiarimenti. Sì, l’Ucraina ha già lanciato numerosi attacchi di droni contro obiettivi in Russia. Ma la distinzione che Putin sta facendo tra un attacco di droni e un attacco di missili a lunga gittata non riguarda l’entità delle esplosioni o la quantità di danni provocati ma chi effettivamente produce [le armi], le lancia, le guida utilizzando i satelliti e seleziona gli obiettivi. Se l’intera operazione è gestita e controllata dalla NATO e dagli Stati Uniti, allora non fa alcuna differenza se il missile viene lanciato dal territorio ucraino o meno.

Riassumiamo:

* Le armi di precisione a lunga gittata (missili) sono fornite dai Paesi della NATO

* Le armi di precisione a lunga gittata sono manovrate da esperti o da personale a contratto del Paese di origine

* Le armi di precisione a lunga gittata devono essere collegate ai dati di ricognizione spaziale forniti dagli Stati Uniti o dalla NATO

* Anche gli obiettivi in Russia sono identificati dai dati di ricognizione spaziale forniti dagli Stati Uniti o dalla NATO

Tutto si riduce a questo: se i missili sono forniti dalla NATO, lanciati da personale della NATO e gli obiettivi sono selezionati da esperti della NATO utilizzando dati di ricognizione spaziale forniti dalla NATO, allora, sotto ogni aspetto, la NATO è responsabile. E, se la NATO è responsabile, allora la NATO sta effettivamente dichiarando guerra alla Russia, motivo per cui Putin ha aggiunto questo punto finale:

Ciò significherà che i Paesi della NATO – Stati Uniti e Paesi europei – sono in guerra con la Russia. E, se questo è il caso, allora, tenendo conto del cambiamento dell’essenza del conflitto, prenderemo decisioni appropriate in risposta alle minacce che ci verranno poste.

I leader occidentali sono così consumati dal loro “vasto arazzo di bugie” che pensano che gli altri leader non riescano a capire le loro vere intenzioni. Questo incidente dimostra semplicemente che Putin non è stupido e ha una buona comprensione di ciò che sta accadendo. La sua risposta è: “Se lanciate missili contro obiettivi nel mio Paese, allora siamo in guerra”. Cosa c’è di così difficile da capire?

Fortunatamente, sembra che il messaggio di Putin sia arrivato ad alcuni alti funzionari del Pentagono. Ecco un breve spezzone tratto da un post della Tass:

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ritiene che nessun tipo di arma potrà cambiare le carte in tavola, permettendo al governo di Kiev di uscire vittorioso dal conflitto in corso, ha dichiarato il segretario stampa del Pentagono Patrick Ryder ai giornalisti durante un regolare briefing.

“Vorrei farvi notare i commenti del Segretario alla Difesa [Lloyd] Austin a Ramstein [base aerea statunitense] la scorsa settimana, quando aveva sottolineato che non c’è nessuna capacità… nessun proiettile d’argento che possa permettere all’Ucraina di avere successo”, ha dichiarato Ryder.

Ryder ha aggiunto che, secondo Washington, l’Ucraina dovrebbe concentrarsi sull’utilizzo delle capacità attualmente a sua disposizione in modo da ottenere una posizione più forte al tavolo dei negoziati. Nessuna arma può cambiare le carte in tavola per Kiev – Pentagono, Tass

(Il Pentagono non vuole creare una situazione tale da dover entrare in guerra con la Russia).

Tuttavia, la domanda che rimane è: quale sarà la risposta della Casa Bianca? Al momento in cui scriviamo non possiamo rispondere, anche se diversi leader dell’establishment della politica estera hanno espresso il loro sostegno a un’escalation verso la Terza Guerra Mondiale. Secondo il NY Times:

“Allentare le restrizioni sulle armi occidentali non causerà un’escalation da parte di Mosca”, hanno scritto 17 ex ambasciatori e generali in una lettera all’amministrazione questa settimana. “Lo sappiamo perché l’Ucraina sta già colpendo con queste armi il territorio che la Russia considera suo – compresa la Crimea e Kursk – e la risposta di Mosca rimane invariata”. New York Times

Numerosi esperti sono convinti che “Putin stia bluffando” (controllare con Google) e che le cosiddette “linee rosse” della Russia possano essere ignorate. Questo modo di pensare mi sembra particolarmente avventato e sconsiderato. Dopo tutto, nessuno sa cosa pensa Putin, per cui si dovrebbe attuare una politica che comporti il minor numero di rischi, non quella che potrebbe finire in uno scambio nucleare. Per saperne di più, si veda questo articolo dell’AP:

Sabato, il capo del comitato militare della NATO ha dichiarato che l’Ucraina ha il diritto legale e militare di colpire in profondità la Russia per ottenere un vantaggio bellico – riflettendo le convinzioni di un certo numero di alleati degli Stati Uniti – anche se l’amministrazione Biden esita a permettere che Kyiv lo faccia utilizzando armi di fabbricazione americana.

“Ogni nazione che viene attaccata ha il diritto di difendersi. E questo diritto non si ferma al confine della propria nazione”, ha dichiarato l’ammiraglio Rob Bauer, intervenendo al termine della riunione annuale del comitato, alla quale ha partecipato anche il generale statunitense CQ Brown, presidente degli Stati Maggiori Riuniti. NATO military committee chair, others back Ukraine’s use of long range weapons to hit Russia, AP

Alla faccia della moderazione, eh?

Molti leader occidentali nell’establishment della politica estera sono semplicemente incapaci di accettare l’umiliante sconfitta che l’Ucraina sta subendo. Ma Putin non può certo essere biasimato per questo. Putin non aveva forse cercato sinceramente, per 7 anni, di attuare gli accordi di Minsk, mentre le sue controparti in Germania e Francia avevano semplicemente usato quegli accordi come mezzo per potenziare le capacità militari dell’Ucraina? E Putin non aveva forse fatto pervenire a Washington modeste richieste di sicurezza un mese prima dell’invasione, richieste che Washington aveva ignorato senza nemmeno prenderle in considerazione? E gli Stati Uniti e il Regno Unito non avevano forse fatto fallire il piano di pace che Putin e Zelensky avevano già approvato un mese dopo l’inizio della guerra e che avrebbe potuto immediatamente porre fine al conflitto  e portare al ritiro delle truppe russe?

Sì, sì e sì. In ogni momento Biden avrebbe potuto porre fine alla guerra e salvare la faccia sulla scena internazionale; invece ha proseguito credendo di poter far sanguinare il naso di Putin e mandare in rotta le sue truppe verso il confine. Ora si trova di fronte alla triste opzione di ammettere la sconfitta e negoziare un accordo finale o gettare altra benzina sul fuoco e rischiare la Terza Guerra Mondiale. Ci viene in mente quello che Barack Obama aveva detto di Biden: “Non bisogna mai sottovalutare la capacità di Joe di mandare tutto a puttane”. Speriamo che si sbagli.

Da un articolo di Tass News Service:

I Paesi della NATO che hanno approvato attacchi con le loro armi al territorio russo dovrebbero essere consapevoli che le loro attrezzature e i loro specialisti saranno distrutti non solo in Ucraina, ma anche in qualsiasi punto da cui il territorio russo venga attaccato, ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sul suo canale Telegram, osservando che la partecipazione degli specialisti della NATO potrebbe essere vista come un casus belli.

“Tutti i loro equipaggiamenti militari e gli specialisti che combattono contro di noi saranno distrutti sia sul territorio dell’ex Ucraina che su quello di altri Paesi, nel caso in cui da lì venissero effettuati attacchi contro il territorio russo”, ha avvertito Medvedev.

Ha poi aggiunto che Mosca parte dal presupposto che tutte le armi a lunga gittata fornite all’Ucraina sono già “direttamente azionate da militari dei Paesi della NATO”, il che equivale ad una partecipazione alla guerra contro la Russia e a un motivo per avviare operazioni di combattimento. Le armi della NATO verranno colpite in qualsiasi Paese da cui la Russia possa essere attaccata – Medvedev, Tass

A nostro modesto parere, la questione se Putin stia “bluffando” o meno è irrilevante. L’opinione comune dell’intera leadership politica russa è che gli attacchi missilistici a lunga gittata contro obiettivi in Russia sono un atto di guerra. Quindi, se Biden darà retta ai suoi consiglieri e perseguirà questa folle linea d’azione, siamo certi che il Paese sarà in guerra con la Russia entro una settimana.

Che Dio ci aiuti.

Mike Whitney

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/hot-war-with-russia-never-underestimate-bidens-ability-to-fu-things-up/
14.09.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Tra l’inerzia dei vari paesi arabi o le loro vane minacce, solo lo Yemen colpisce realmente Israele, ultimamente con missili ipersonici

Il pericolo per Israele proviene dallo Yemen

Media israeliani: Il missile lanciato dallo Yemen ha percorso più di 2.000 chilometri fino alla zona di Tel Aviv, superando (almeno) due cacciatorpediniere americani e una fregata francese operanti nel Mar Rosso.

Dichiarazione delle Forze Armate Yemenite:

“La forza missilistica delle Forze armate yemenite ha condotto un’operazione militare specifica, prendendo di mira un obiettivo militare del nemico israeliano nella zona di Yafa (Tel Aviv), nella Palestina occupata.

L’operazione è stata condotta con un nuovo missile balistico ipersonico che è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, ma i sistemi di difesa nemici non sono riusciti a intercettarlo e a contrastarlo.

Ha percorso una distanza di 2040 km in 11 minuti e mezzo e causato uno stato di paura e panico tra i sionisti, poiché più di due milioni di sionisti si sono diretti verso i rifugi per la prima volta nella storia del nemico israeliano.

Questa operazione rientra nella quinta fase e rappresenta il culmine degli sforzi degli eroi della forza missilistica, che hanno compiuto sforzi enormi nello sviluppo della tecnologia missilistica in modo che potesse rispondere alle esigenze della battaglia e alle sfide contro il nemico sionista e riuscire a raggiungere i suoi obiettivi e aggirare tutti gli ostacoli e i sistemi di intercettazione su terra e mare, compresi quelli americani, israeliani e altri.

Le sfide geografiche, l’aggressione anglo-americana e i sistemi di monitoraggio, spionaggio e intercettazione non impediranno all’amato Yemen di svolgere il suo dovere religioso, morale e umanitario in solidarietà con il popolo palestinese. E il nemico israeliano dovrebbe aspettarsi altri attacchi e operazioni specifiche mentre ci avviciniamo al primo anniversario della benedetta Operazione del 7 ottobre, inclusa la risposta alla sua aggressione criminale sulla città di Hodeidah e le continue operazioni di supporto per il popolo palestinese oppresso”.
Questo il comunicato delle Forze Armate Yemenite.

Rimane in Israele una forte preoccupazione per la possibilità di nuovi attacchi yemeniti su Israele, oltre a quelli di Hezbollah.
L’unica possibilità per Israele è quella di mettere fine al “mattatoio” di Gaza, fermando i massacri della popolazione palestinese che avvengono tutti i giorni, nessuno escluso.

Fonte: Fronte della Resistenza (via Telegram)
Traduzione: Fadi Haddad

Dopo il secondo attentato fallito a Trump gli inquirenti USA considerano un possibile coinvolgimento del regime di Kiev

Gli Stati Uniti stanno studiando la traccia ucraina nell’attentato a Trump


ABC: gli Usa studiano la traccia ucraina nell’attentato a Trump
Washington , 16 settembre 2024, – IA Regnum. Negli Stati Uniti, nell’ambito di un’indagine sul tentato omicidio del candidato presidenziale americano Donald Trump, le forze dell’ordine stanno accertando il possibile coinvolgimento della posizione del politico sul conflitto ucraino nel crimine. La televisione ABC lo ha riferito il 15 settembre .
Secondo fonti, le autorità americane stanno studiando le possibili lamentele del sospettato, Ryan Wesley Root , 58 anni , legate al tema del conflitto in Ucraina. Presumibilmente, potrebbe essere “deluso dalla posizione di Trump su questo argomento”.

Come riportato da Regnum , il 15 settembre si è verificata una sparatoria vicino a un golf club a West Palm Beach (Florida), dove in quel momento si trovava Donald Trump. L’FBI ha definito l’incidente un tentativo di omicidio fallito . La polizia ha identificato un sospetto. Si è scoperto che era Ryan Wesley Routh. L’aggressore ha spinto la canna di una mitragliatrice attraverso la recinzione del Trump International Golf Club di Palm Beach. Il presunto colpevole si trovava a una distanza di 270-450 metri da Trump.

Secondo le agenzie di intelligence, il 58enne Ryan Wesley Routh (democratico) amava vantarsi delle sue qualità virtuose e difendeva le idee di sinistra sui social network. Ha visitato Kiev, ha partecipato al reclutamento di mercenari nelle forze armate ucraine, ha invitato le autorità statunitensi a inviare tutte le armi disponibili a Kiev e a inviare il contingente militare americano in Ucraina.
L’attuale presidente americano Joe Biden ha detto che il sospetto è stato preso in custodia. Ha elogiato il lavoro dei servizi segreti e delle forze dell’ordine, sottolineando la loro vigilanza e gli sforzi per garantire la sicurezza di Trump e del suo entourage. Biden ha incaricato il governo di garantire sicurezza all’ex capo di Stato al massimo livello e su base continuativa.

L’imprenditore americano Elon Musk si è chiesto perché il bersaglio dei criminali per la seconda volta consecutiva sia un repubblicano e non un democratico.

Nel corso di un dibattito con la sua rivale democratica, la vicepresidente americana Kamala Harris, il 10 settembre, Donald Trump ha annunciato la sua disponibilità a negoziare con i leader di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Vladimir Zelenskyj . Se vince, Trump ha promesso di porre fine al conflitto. A suo avviso, l’attuale governo americano non sta cercando di fermare l’escalation.

Fonte: Regnum.ru

Traduzione: Sergei Leonov

Biden e la NATO dichiarano di fatto guerra alla Russia, ipocritamente e irresponsabilmente


Biden e la NATO dichiarano di fatto guerra alla Russia

Se questo articolo ha il merito di raccontare nel merito cosa significa la proposta di Zelenskyj di chiedere a USA e NATO, alla UE di contribuire agli attacchi missilistici all’interno della Russia e la soglia qualitativa che ciò rappresenta rispetto all’attuale impegno ad entrare in guerra, non riflette sufficientemente lo scompiglio che l’intervento di Putin ha causato… certamente Zelenskyj andrà a Washington per discutere degli obiettivi dei attacchi missilistici all’interno della Russia, un’escalation che potrebbe scatenare la Terza Guerra Mondiale, certamente Macron e la Gran Bretagna sostengono tale follia senza fare riferimento al loro popolo e nemmeno a un’Assemblea nazionale che vota quasi tutto… Ma ci sono state anche notevoli retromarce. Questo si traduce nei nostri media, compreso LCI , in una difficoltà nella scelta di una narrazione di fronte sia ai progressi russi che alle incoerenze degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden e alle elezioni, anche qui il tempo è sospeso tra elezioni che non cambiano nulla e probabili BRICS nel prendere iniziative. Danielle Bleitrach
di Stephen Bryen

Non c’è altro modo di interpretarlo: Washington e i suoi clienti della NATO stanno dichiarando guerra alla Russia.

Questo è il significato diretto della prossima visita del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj a Washington, dove le parti concorderanno gli obiettivi all’interno della Russia.

Dire che questa è stata una mossa sciocca e sconsiderata è un eufemismo. Questo è il passo più pericoloso possibile per gli Stati Uniti e la NATO – e probabilmente porterà alla Terza Guerra Mondiale.

Non credete alla retorica che “giustifica” l’uso di missili a lungo raggio contro la Russia. Putin ha sottolineato che mentre l’Ucraina ospiterà i missili, questi saranno lanciati dal personale della NATO che inserirà anche i dati di mira dai satelliti aerei che coprono il territorio russo. Questi satelliti sono americani.

Il prossimo incontro Zelensky-Joe Biden dovrebbe includere anche la vicepresidente Kamala Harris, in modo che si assuma la piena responsabilità di iniziare una guerra.

Missili Intercontinentali russi

Nessuno può presumere quale sarà il risultato. La Russia acquisirà armi nucleari e porrà fine definitivamente alla guerra in Ucraina? Abbatterà i satelliti americani? La Russia invierà razzi per colpire i depositi di rifornimenti in Europa, in particolare in Polonia, che è il punto di partenza delle forniture militari all’Ucraina?

Ci sono molte altre possibilità a disposizione della Russia. La Russia potrebbe trasferire armi nucleari all’Iran, ad esempio, o alla Siria.

La verità è che Washington vuole accogliere le proposte di Zelenskyj per attacchi profondi sul territorio russo, perché l’Ucraina sta perdendo la guerra e potrebbe essere sconfitta anche prima delle elezioni presidenziali di novembre.

La squadra Biden-Harris dovrà spiegare perché hanno continuato a sostenere un perdente, causando decine di migliaia di vittime, invece di cercare una soluzione diplomatica che fosse facilmente alla loro portata.

Anche in questo caso Washington ha bloccato un accordo in corso tra Ucraina e Russia, e Biden e Harris ne sono i diretti responsabili.

La strategia di Zelenskyj è facile da comprendere. Sa che tutto sta crollando e che l’Ucraina non sarà più in grado di combattere entro l’inverno, perché le sue infrastrutture, in particolare l’elettricità ma anche il carburante, si stanno prosciugando.

Il ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha affermato che l’energia elettrica dell’Ucraina è stata degradata del 70%, forse di più. La strategia di Zelenskyj è quindi quella di portare la NATO direttamente in guerra. E, stupidamente e arrogantemente, Washington sta giocando allo stesso gioco.

Nessuno, tranne il Regno Unito, vuole vedere una guerra in Europa. Il Regno Unito non è più un importante paese europeo e non dispone di un esercito di terra degno di questo nome.

Invece, il suo governo ha costruito alcune portaerei estremamente costose che funzionano male, se non del tutto, invece di rafforzare le sue forze armate e ricostruire le sue difese.

In ogni caso, il Regno Unito sta ballando al ritmo americano. Gli inglesi sono ansiosi di attaccare la Russia, ma non si sono preoccupati di scoprire cosa accadrà quando la Russia farà saltare in aria il Regno Unito.

La grande domanda è perché Washington vuole lanciare missili contro la Russia. Ciò significa che Biden, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e il segretario di Stato Antony Blinken sanno che la loro politica ucraina è un disastro.

Invece di cercare di aprire le comunicazioni con i russi, stanno alzando la posta e correndo enormi rischi, non avendo idea di come andranno a finire le cose a meno che non si preparino davvero a inviare truppe NATO e a utilizzare la forza aerea NATO nella guerra in Ucraina.

La Russia potrebbe non essere alla pari degli Stati Uniti in molte categorie militari, ma occupa un vasto territorio e possiede armi nucleari strategiche e tattiche.

Sappiamo da anni che l’esercito russo non distingue realmente tra sistemi nucleari tattici e strategici; piuttosto li vede lungo un continuum da utilizzare secondo necessità.

Ciò significa che la Russia può lanciare missili balistici intercontinentali e IRBM sottomarini contro obiettivi continentali degli Stati Uniti. La gente a Washington dovrebbe capire che gli Stati Uniti non hanno quasi nessuna difesa aerea continentale in grado di fermare un attacco nucleare russo.

Per anni gli strateghi si sono preoccupati della cosiddetta capacità di “first strike”. Non posso dire che la Russia abbia davvero questo, ma nessuno dovrebbe volerlo sapere.

Summit Nato a Washington

L’unica speranza è convincere i nostri attuali leader, che saranno presto sostituiti, che saranno ritenuti responsabili di aver iniziato una guerra senza alcun motivo per farlo.

Una delle caratteristiche del governo è che le persone prendono decisioni senza assumersi responsabilità. Nel caso della Terza Guerra Mondiale, indipendentemente dalla propaganda sui giornali americani, i nostri leader avranno molto sangue sulle loro mani se continuano a bombardare la Russia.

Fonte: Asia Times

Traduzione: Luciano Lago

Tra Harris e Trump, Bergoglio sceglie Xi Jinping, Nelle sue ultime esternazioni emerge la sua proverbiale rozzezza intellettuale

 

Tra Harris e Trump, Papa Bergoglio sceglie Xi Jinping

Le dichiarazioni alla stampa sul volo Singapore-Roma: entrambi “contro la vita”. Invece “ammira” la Cina di Xi Jinping, “una speranza per la Chiesa”


Papa Francesco Bergoglio (BBC)

Tra Kamala Harris e Donald Trump, Papa Bergoglio sembra avere pochi dubbi: sceglie Xi Jinping.

Nelle sue dichiarazioni alla stampa sul volo Singapore-Roma, di ritorno dalla sua visita in Oceania, Papa Francesco non ha saputo esprimere una preferenza tra i due candidati alla Casa Bianca. Rispondendo ad una domanda su chi avesse le carte più in regola per conquistare il voto dei cattolici, Bergoglio ha risposto che “entrambi sono contro la vita, sia quello che butta via i migranti, sia quella che uccide i bambini”.

Notate la “raffinatezza”, già dimostrata in passato, del linguaggio del Pontefice, che banalizza le posizioni dei due candidati su due temi, comunque la si pensi, di una certa complessità. Nella sua rozzezza intellettuale, limitare e contrastare l’immigrazione irregolare diventa “buttare via i migranti” e l’aborto diventa “uccidere bambini”.

“Nella morale politica, in genere, si dice che non votare è brutto, si deve votare e si deve scegliere il male minore“, ma tra “quella signora e quel signore, io non lo so”, ammette.

La Cina democratica

Ha le idee chiare Papa Francesco quando invece si parla di Cina. “Sono contento dei dialoghi con la Cina, il risultato è buono. Anche per la nomina dei vescovi si lavora con buona volontà”, assicura. “Per me – ha aggiunto – la Cina è una illusione, nel senso che vorrei visitarla”. “È un grande Paese, ammiro la Cina, rispetto la Cina. È un Paese con una cultura millenaria, con una capacità di dialogo e di capirsi fra loro, che va oltre i diversi sistemi democratici che ha avuto“.

Come? Un momento: “I diversi sistemi democratici che ha avuto”. La Cina?? Quando mai la Repubblica Popolare Cinese ha sperimentato un sistema democratico? Intendeva forse Taiwan?? Hong Kong?

Quindi la perla finale: “Credo che la Cina sia una promessa e una speranza per la Chiesa“.

Ci resta solo un dubbio: se queste affermazioni siano dovute ad uno stato confusionale di Sua Santità, o ad una sua vicinanza ideologica con la Cina comunista e il suo leader Xi Jinping, che evidentemente ai suoi occhi non sono “contro la vita”. Tutto bene…

I prezzi del petrolio sono arrivati al loro livello più basso dell’anno, sul mercato prevale un sentiment eccezionalmente ribassista sul petrolio.

Crollano i prezzi del petrolio. I fondi e i trader tagliano le scommesse al rialzo

I prezzi del petrolio continuano a scendere a causa delle persistenti preoccupazioni sulla domanda, mentre si diffonde il sentiment ribassista.

L’aumento dell’offerta globale di petrolio, combinato con una domanda più debole del previsto, ha portato a un crescente pessimismo tra i trader riguardo ai prezzi del petrolio. Questo sentimento negativo è stato ulteriormente alimentato dalla recente accelerazione delle vendite di contratti futures sul petrolio da parte di fondi speculativi.

All’inizio di questo mese, secondo Bloomberg, i gestori di fondi hanno ridotto la loro posizione netta lunga (cioè al rialzo) al livello più basso da quando le borse hanno iniziato a raccogliere questo tipo di dati nel 2011. Sembra proprio che i trader abbiano abbandonato le loro scommesse rialziste di inizio di luglio.

Prezzi ai livelli più bassi dell’anno

I prezzi del petrolio sono arrivati al loro livello più basso dell’anno. La prospettiva di un ritorno delle esportazioni di petrolio libico, insieme ai dati economici cinesi molto deboli e alle scarse prospettive di crescita economica, hanno pesato sul sentiment del mercato.

A contenere il ribasso dei prezzi è arrivata la decisione dell’OPEC+ di posticipare di due mesi l’aumento pianificato della produzione (da ottobre a dicembre). Tuttavia, ciò non è stato sufficiente ad invertire il sentimento ribassista del mercato e i prezzi sono scesi ulteriormente dopo l’annuncio.

Gli umori di mercato sono eccezionalmente ribassisti

La scorsa settimana, il greggio WTI ha registrato la sua peggiore performance settimanale da ottobre 2023, con un calo dell’8%. WTI e Brent si sono attestati ai livelli più bassi da giugno 2023, rispettivamente a 67,67 e 71,06 dollari al barile (oggi, 13 settembre, il Brent quota 72,24 dollari al barile).

Goldman Sachs, JP Morgan, Citi e Bank of America hanno già tagliato le loro previsioni di crescita del PIL cinese al di sotto dell’obiettivo ufficiale del governo di Pechino di una crescita economica di circa il 5% per quest’anno.

Secondo gli analisti, se non ci sarà un miglioramento della domanda cinese o una ripresa dell’economia americana, non sarà possibile invertire l’attuale sentiment eccezionalmente ribassista sul petrolio.

l’industria siderurgica e manifatturiera europea è a rischio esistenziale. L’Europa diventerà un museo industriale?

 

Allarme EUROFER: la siderurgia e l’industria europea rischiano di scomparire

Secondo EUROFER, l’industria siderurgica e manifatturiera europea è a rischio esistenziale. L’Europa diventerà un museo industriale?

Prima o poi i nodi vengono al pettine. E questi nodi erano stati previsti da anni (ma sarebbe meglio dire da almeno un decennio), tra il totale disinteresse dei media mainstream e dell’opinione pubblica.

Adesso, le associazioni imprenditoriali e industriali lanciano allarmi quasi quotidiani circa la deindustrializzazione dell’Europa. Come segnala EUROFER (European Steel Association), gli ultimi sviluppi nel settore siderurgico e nelle catene del valore critiche mandano segnali preoccupanti di un costante deterioramento, che mette a repentaglio la sopravvivenza e la transizione dei produttori di acciaio e dei loro principali clienti manifatturieri in Europa, come l’industria automobilistica.

Tutte le minacce per l’industria europea

Se non verranno prese misure rapide e radicali nelle politiche industriali, energetiche e commerciali dell’Unione Europea (UE), la prosperità del nostro continente è destinata a crollare. L’industria europea è infatti minacciata dalle importazioni a basso costo, dalle pratiche commerciali sleali, dalla sovraccapacità e dalla minore ambizione climatica dei paesi esterni alla UE.

In altre parole, il rischio di deindustrializzazione dell’Europa è concreto come non mai.

Una situazione esplosiva

Le ultime notizie che arrivano dalla Germania e dall’Europa orientale e centrale sono solo la punta dell’iceberg di problemi che stanno avendo un impatto non solo sull’acciaio, ma anche su catene del valore come l’automotive e l’eolico. Per EUROFER la situazione è esplosiva e sia l’industria che la decarbonizzazione sono a rischio. L’Europa potrebbe diventare un museo industriale alimentato da tecnologie pulite cinesi e americane

Il settore siderurgico europeo è una cartina tornasole per la salute di tutto il sistema industriale e i sintomi della deindustrializzazione si sono diffusi alla catena del valore. Se non ci sarà un cambiamento immediato e drastico nelle politiche della UE il destino del Vecchio Continente è segnato e non ci sarà modo di tornare indietro.

Il crollo della produzione automobilistica minaccia l’intera economia europea

 

Il crollo della produzione automobilistica minaccia l’intera economia europea

La produzione automobilistica delle principali case europee sta registrando una contrazione senza precedenti a causa della perdita di competitività delle nazioni europee – in primis della Germania – degli alti costi energetici e del fallimentare tentativo di transizione all’elettrico. La crisi del settore minaccia l’intera economia europea, in quanto rappresenta oltre il 7% del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’UE e oltre 13 milioni di posti di lavoro. Secondo un’analisi di Bloomberg News, quasi un terzo dei principali impianti di autovetture delle cinque più grandi case automobilistiche europee – BMW, Mercedes-Benz, Stellantis, Renault e VW – sono stati sottoutilizzati l’anno scorso, producendo meno della metà dei veicoli che hanno la capacità di produrre. Le vendite annuali di auto in Europa si assestano intorno ai tre milioni, ben al di sotto dei livelli antecedenti al 2020. Una prova inequivocabile della crisi del settore è stata la proposta della più grande casa automobilistica europea per vendite, la Volkswagen (VW), di chiudere per la prima volta nella sua storia le fabbriche tedesche e di abolire le garanzie occupazionali in vigore da decenni negli stabilimenti di Wolfsburg, Hannover, Braunschweig, Salzgitter, Kassel ed Emden.

L’annuncio dell’azienda ha innescato un animato dibattito con i sindacati, mettendo in crisi per la prima volta il modello produttivo tedesco che per anni si è basato sull’accordo tra industria, sindacati e politica. Negli ultimi anni, però, quel modello è stato intaccato da ampie proteste dei lavoratori a causa dell’alta inflazione non compensata dalla crescita dei salari. Per fine settembre sono previsti colloqui tra VW e il sindacato IG Metall per un nuovo accordo di lavoro per sei dei suoi stabilimenti tedeschi. Lo scenario non è più roseo per gli altri marchi automobilistici europei, ma anche per altri settori dell’economia del Vecchio continente.

Oltre all’aumento dei costi di produzione, dovuti agli alti costi energetici, e alla concorrenza con Paesi come Stati Uniti e Cina, le case automobilistiche europee devono scontare gli ingenti costi del passaggio all’elettrico: proprio la Volkswagen è stata costretta ad intraprendere un’azione di riduzione dei costi, con l’obiettivo di risparmiare 10 miliardi di euro (11 miliardi di dollari) entro il 2026, nel tentativo di razionalizzare la spesa per sopravvivere alla transizione verso le auto elettriche, sebbene il mercato dell’elettrico stenti a decollare. Diverse aziende automobilistiche, a causa della scarsa domanda, hanno ridimensionato i loro obiettivi di elettrificazione. Tuttavia, proprio VW non ha modificato i suoi obiettivi per il 2030, che prevedono di portare i veicoli elettrici a rappresentare il 70% delle vendite in Europa e il 50% negli Stati Uniti e in Cina, nonostante i ripetuti avvertimenti sul rallentamento della domanda. Secondo Bloomberg, la situazione è particolarmente critica in Germania, dove le case automobilistiche devono affrontare la transizione ai veicoli elettrici, dopo aver dominato per decenni nella produzione di automobili con motore a combustione interna.

Le cose non vanno meglio per Stellantis, la cui produzione in Italia è calata del 25,2% nel primo semestre dell’anno, secondo il consueto report elaborato da Fim-Cisl e presentato a Torino dal segretario nazionale Ferdinando Uliano. Inoltre, giovedì 12 settembre, il gruppo ha dichiarato che avrebbe sospeso la produzione della piccola auto elettrica Fiat 500 per quattro settimane a causa della scarsa domanda. “La misura è necessaria a causa dell’attuale mancanza di ordini legata alle profonde difficoltà sperimentate nel mercato europeo delle auto elettriche da tutti i produttori, in particolare quelli europei”, ha affermato Stellantis in una nota. La scarsa domanda a livello globale di veicoli elettrici ha spinto le case automobilistiche di tutto il mondo a rivedere al ribasso i loro programmi di produzione. La mancanza di infrastrutture adeguate, come le colonnine di ricarica, e i problemi tecnici e logistici che ancora presentano i veicoli elettrici hanno contribuito al crollo della domanda.

Le nazioni europee pagano l’assenza di competitività causata dagli alti costi energetici, dovuti in particolare all’interruzione delle forniture russe a buon mercato a causa delle sanzioni, e all’assenza di sovvenzioni statali. In particolare, la Germania, con l’auto imposizione di un freno al debito e rigide regole contabili che cerca costantemente di aggirare, non ha potuto sostenere la sua produzione industriale, pesantemente colpita dalla perdita del gas russo: una sentenza della Corte costituzionale federale tedesca di Karlsruhe, infatti, ha stabilito che la decisione del governo di trasferire i fondi non utilizzati per la pandemia verso iniziative per il clima e il sostegno dell’industria nel cosiddetto Fondo per il clima e la trasformazione (KTF) era illegale. Di conseguenza, il ministro dell’Economia dei Verdi, Robert Habeck, ha avvertito che sono a rischio il ruolo della Germania come polo di investimenti, così come i posti di lavoro. Una situazione che accomuna gran parte dei Paesi europei, che risentono peraltro proprio del calo industriale tedesco. Le difficili condizioni produttive hanno costretto molte aziende automobilistiche, ma non solo, a ridurre la produzione o a delocalizzare. L’ultimo caso di Volkswagen rappresenta un duro colpo per il già traballante governo tedesco, sconfitto dal partito di destra “Alternativa per la Germania” alle elezioni regionali in Turingia. La crisi del settore automobilistico si inserisce in un contesto già precario per l’economia europea che ha registrato una recessione tecnica nel primo trimestre del 2023 e che ora rischia un ulteriore rallentamento economico a causa della depressione di un settore chiave come quello automobilistico.

[di Giorgia Audiello]

Missili a lunga gittata forniti al regime di Kiev: quali sarebbero le reazioni e i primi obiettivi della Russia

 

Missili a lunga gittata a Kiev: quali sarebbero i primi obiettivi della Russia

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

Dunque la questione, così come l'ha esposta in modo sintetico e preciso Vladimir Putin, è chiara. Quando il discorso verte «sull'impiego di armi di alta precisione a lunga gittata di produzione occidentale, è completamente un'altra storia»: si tratta dell'aperta entrata in guerra di USA, UE, NATO contro la Russia e non più per interposta Ucraina. E la Russia non può che rispondere in maniera adeguata all'attacco portato dall'Occidente e non dai militari di Kiev.

Non si tratta del disco verde concesso alla junta di Kiev a colpire il territorio russo: si è già a un livello oltre il quale c'è lo scontro totale che i guerrafondai del complesso militare-industriale occidentale vogliono a tutti i costi e a cui i sanguinari criminali dei governi euroatlantici apportano il proprio nefando contributo.

Tra l'altro, come aveva già dichiarato il Ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, l'Occidente ha già da molto tempo eliminato ogni limitazione all'impiego di armi a lunga gittata per colpire il territorio russo. Ora stanno solo cercando di presentare la cosa al pubblico in maniera più carina ed elegante, anche con la messa in scena della visita a Kiev di Antony Blinken e David Lammy di mercoledì scorso.

Lo schema è questo, ha detto Lavrov il 12 settembre, specificando che si tratta, tra l'altro, di un'informazione disponibile: la NATO passa a Kiev, «oltre ad armi sempre più a lunga gittata, anche i dati dell'Intelligence militare-cosmica, utilizzati per localizzare e colpire gli obiettivi».

Stando così le cose, quindi, in Russia ci si comincia a domandare quali possano essere gli obiettivi verso i quali Kiev potrebbe voler puntare i missili guidati dai tecnici occidentali, secondo gli schemi presumibilmente discussi tra Blinken e Zelenskij, e la capacità di risposta dei comandi russi.

Le dichiarazioni di Lavrov erano state indirettamente anticipate da The Guardian che, su fonti militari, aveva scritto che Londra ha dato il via libera a Kiev per colpire in profondità il territorio russo con missili “Storm Shadow”; ma di questo, aveva specificato il quotidiano britannico, non verrà data notizia pubblica, presumibilmente nemmeno dopo l'incontro di venerdì tra Keir Starmer e Joe Biden. Sempre secondo The Guardian, Kiev avrebbe avuto il consenso anche per l'impiego dei missili USA “ATACMS”: ciò sarebbe avvenuto col pretesto della presunta consegna di missili balistici iraniani a corto raggio “Fath-360” alla Russia, di cui però né Mosca né Teheran hanno dato notizia.

Dunque, Zelenskij avrebbe consegnato a Blinken il piano del possibile impiego dei missili USA, con l'elenco di potenziali obiettivi. Ma, a parere ad esempio del deputato della Duma Alexander Tolmacev, è dubbio che tale sia stato redatto nell'ufficio presidenziale ucraino: si tratta caso mai di un piano messo a punto dai burattinai, “vocalizzato” per bocca di Zelenskij.

L'americanista Boris Mežuev ha dichiarato a NEWS.ru che Zelenskij usa il piano come un'arma per dimostrare la propria “invulnerabilità”: tale piano non ha una grande importanza militare; mira solo a cercare di dividere la società russa dal governo. Secondo un altro americanista russo, Malek Dudakov, in ogni caso per Kiev la maggior parte degli obiettivi militari russi da colpire con i “ATACMS” rimarrebbe irraggiungibile per Kiev, che potrebbe invece mirare a colpire città e infrastrutture energetiche russe.

Ora Washington, riporta la CNN citando un funzionario USA, sta cercando di convincere Kiev a impiegare i “ATACMS” su obiettivi russi ad alto valore strategico. Il Pentagono, si dice, dispone di «una riserva limitata di sistemi a lunga gittata... dunque sta cercando di convincere l'Ucraina a usarli con il massimo effetto, invece che su obiettivi compositi, considerati da Washington di scarso valore strategico». Così, la Casa Bianca considera la Crimea e le navi militari della penisola come gli obiettivi più adatti per un uso efficace degli “ATACMS”.

In caso di attacchi con “ATACMS” e “Storm Shadow”, afferma il senatore Dmitrij Rogozin, la guerra passerà inevitabilmente a una nuova fase: «gli attacchi a quartier generali di raggruppamenti, campi d'aviazione, poligoni, infrastrutture energetiche e di trasporto, influenzeranno la scelta di mezzi più potenti e a lunga gittata contro il nemico. È possibile che la gamma di obiettivi si allarghi, anche alla capitale ucraina, dove la junta si sente ancora al sicuro».

Lo speaker della Duma Vjaceslav Volodin ha dichiarato che più armi a lungo raggio l'Occidente fornirà all'Ucraina, più forte risponderà la Russia, a difesa dei propri cittadini: «Zelenskij se ne frega dei cittadini ucraini. Non pensa alla loro sicurezza. Da tempo ha portato i suoi genitori in Israele e la sua famiglia vive a Londra».

Sul piano “tecnico”: i missili “ATACMS”, del tipo “terra-terra”, in base alle diverse modificazioni (M39 o M57) possono raggiungere dai 165 ai 300 km. Avendo una lunghezza di circa 4 metri e un diametro di 610 mm, solo uno di questi missili può adattarsi al sistema lanciarazzi “Himars”, a differenza dei sei missili “GIRLS” del diametro di 227 mm. I britannici “Storm Shadow” vengono invece impiegati con l'aviazione; hanno una lunghezza di 5,1 m e un diametro di 0,48 m, con raggio d'azione di circa 250 km.

Ma non è corretto confrontare direttamente i missili USA e quelli britannici, afferma il direttore del Centro per la ricerca militare ed economica Prokhor Tebin: «il “ATACMS” è un missile balistico con base a terra; il “Storm Shadow” è un missile da crociera a bassa rilevabilità lanciato dall'aria, con raggio d'azione maggiore e maggiore flessibilità d'uso rispetto alla maggior parte delle varianti del “ATACMS”.

Anche l'esperto militare bielorusso Aleksandr Zimovskij ritiene che ormai da tempo Washington abbia dato disco verde a Kiev all'impiego di missili alati “AGM-158 JASSM”, messi a punto dagli USA proprio in caso di guerra USA-NATO contro la Russia. In caso di tale guerra, ci sarebbe però il rischio di ritorsioni, dice Zimovskij, a differenza di attacchi missilistici per mano ucraina, che non comporterebbero il rischio di risposta russa verso gli Stati Uniti o i paesi NATO. Una constatazione, quella di Zimovskij, ormai decisamente invecchiata, alla luce delle precise dichiarazioni di Vladimir Putin sull'impiego di armi a lunga gittata occidentali, per definizione non alla portata dei militari ucraini.

In ogni caso, Zimovskij ricorda che esistono due modifiche dei “JASSM”: “AGM-158A JASSM” con una gittata di 370 km; “AGM-158B JASSM-ER” può raggiungere i 1.000 km, ed è probabile che entrambe le versioni siano già in mano a Kiev. Possono essere impiegati dagli “F-16”, già consegnati all'Ucraina. A loro volta, gli F-16 sarebbero in grado di lanciare i missili a lungo raggio senza entrare nelle aeree a portata delle contraeree russe e, secondo i calcoli di Zimovskij, una volta decollati gli F-16, ad esempio dalla base aerea di Priluki, nella regione di Cernigov, i missili “AGM-158B JASSM-ER” potrebbero raggiungere città come Mosca, Nižnij Novgorod, Penza, Volgograd e Stavropol.

Ancora più diretti i guerrafondai del Institute for the Study of War americano (da cui, come giustamente notava qualche mese fa il Centro di Iniziative per Verità e Giustizia, giungono le veline prontamente rilanciate dai media italiani) che tracciano una mappa dettagliata delle «centinaia di obiettivi militari e paramilitari russi conosciuti che rientrano nel raggio d'azione dei “ATACMS ucraini». Hanno anche la faccia tosta di definirli “ucraini”!

Insomma, non fanno più nemmeno finta di “volere gli accordi”: nero su bianco proclamano la “santità” della guerra e si dicono sicuri di vincerla e starsene al sicuro a casa loro.

Belve sanguinarie di Washington, Bruxelles, Londra e sicari vari!