Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Gli errori di Grillo, non ancora esposti dai criticoni dell'ultima ora



 di Claudio Martinotti Doria


Come sono solito fare lascio raffreddare gli animi dopo eventi importanti come le votazioni, leggo i vari commenti e critiche e cerco di cogliere quello che è sfuggito ai più o non hanno saputo cogliere e comunicare, approfondendo qualche tratto ed aspetto dei problemi enucleati
Certo Grillo ha commesso molti errori, alcuni anche ben individuati, soprattutto da Travaglio ed alcuni esperti di comunicazione, semiotica, ecc., come il fatto di essere andato da Vespa … ma l’errore principale è molto più esteso e persistente, ed è quello tipico dei politici di successo, o che credono di esserlo, la sovraesposizione, il parlare troppo e sempre, finendo per fare spettacolo, senza averne l’intenzione. La maggioranza dei politicanti lo fa in tv con quella ridicola e patetica selva di microfoni davanti a loro come fossero oracoli, Grillo lo ha fatto nelle piazze a contatto con la gente, e occorre rendergli merito della differenza, ma pur sempre in modo unilaterale, senza interazione e contrapposizione, il risultato finale non cambia, sempre di spettacolo si tratta.
Perché pensate che i democristiani negli anni in cui gestivano il potere in Italia si ritirassero frequentemente nei monasteri per i cosiddetti esercizi spirituali?
La politica seria, non dico quella nobile che in Italia ormai è estinta, ma quella appena appena accettabile e quindi non egoica, richiede delle pause più o meno prolungate per fare autocritica e formazione, meditare e dialogare con i colleghi, assumere informazioni nella realtà ed interagire e far partecipare realmente le persone, ricercare e selezionare le soluzioni ai problemi e studiarne l’applicazione, ecc.. Se si parla sempre ed in continuazione si perde il senso della misura e della realtà e si prendono solenni cantonate nelle aspettative e prospettive.
Se Grillo avesse seguito le orme di grandi personaggi dell’immaginazione letteraria (ma anche alcuni storici) e si fosse camuffato e travestito per infiltrarsi tra le persone reali e non quelle adoranti ed ossequianti attorno al palco, avrebbe colto certe riflessioni, commenti ed intenzioni, soprattutto ansie e paure, che gli avrebbero fatto capire meglio la reale situazione. 
 
Avrebbe colto molti affermare che “votando il movimento di Grillo poi non avrebbero saputo governare” oppure “che gli eletti del M5S non vengono seriamente selezionati e formati per svolgere il loro incarico” …
Credo non occorra aggiungere altro, in queste poche frasi e riflessioni da me riportate c’è il nucleo interpretativo della solenne sconfitta elettorale alle europee
Un caro saluto a tutti

Rifondare un mondo che sia anche di idee e non soltanto di soldi.

Sergio Di Cori Modigliani

 

Un'idea di Mondo: per rifondare un mondo che sia anche di idee e non soltanto di soldi.


di Sergio Di Cori Modigliani

Esce venerdì 23 maggio, in tutte le librerie, "Vinciamo noi", sottotitolo: "chi siamo e quale Europa vogliamo". Il libro è pubblicato e distribuito dall'editore Chiarelettere nel suo formato cartaceo, mentre la Casaleggio Associati -con il suo marchio Adagio- lo pubblica in formato e-book digitale.
 Il libro si avvale di due introduzioni, una di Beppe Grillo e l'altra di Gianroberto Casaleggio.

"Vinciamo noi" non era nato per diventare ciò che è, invece, oggi.
Originariamente avrebbe dovuto essere una specie di vademecum da usare come strumento di lavoro del progetto M5s in campagna elettorale, da far uscire quindi verso i primi di aprile e confinarlo nell' angusta dimensione del materiale propagandistico, che diventa completamente inutile un minuto dopo le avvenute elezioni.
Invece, d'accordo con la Casaleggio & associati, abbiamo fatto una scelta diversa, ed è il motivo per cui esce, intenzionalmente, il 23 maggio: come propaganda elettorale durerà soltanto 24 ore: la sua vera vita inizia il lunedì 26 maggio.
Perchè?

Una scelta strategicamente inconcepibile per un piddino, un forzista, un alfaniano; a loro poco importa veicolare idee progettuali sulle quali dibattere: ciò che conta è avere "quella" percentuale di voti elettorali sufficiente e necessaria per potersi sedere al tavolo giusto, quello in cui si negoziano le poltrone, le nomine degli enti pubblici, le presidenze delle fondazioni bancarie, le direzioni amministrative degli istituti finanziari che contano, presidenze di enti, gruppi mediatici, tutto quel mondo in cui gira danaro pubblico da poter utilizzare a fini privati. Per l'attuale classe politica dirigente italiana l'agenda consiste soltanto nel manovrare danaro, e quindi devono impegnarsi per garantire a se stessi il fatto che, comunque vadano le cose, l'Europa deve essere rappresentata da Schultz o da Juncker, entrambi solidi sostenitori dello status quo, per seguitare a imporre le politiche di Draghi, della Merkel, delle multinazionali dell'energia, dell'alimentazione, della finanza speculativa. 
Se poi vince Berlusconi, Renzi, Alfano, Monti, o la Meloni, poco importa.
Ciò che conta è che venga bloccato alla cittadinanza l'accesso alle istituzioni, e impedire a ogni costo la diffusione di una idea dell'attività politica civica che si basi sulla democrazia diretta, orizzontale e partecipata, al posto di quella delegata, rappresentata, verticistica. E' la ragione per la quale sono tutti alleati contro il M5s, l'unica forza politica che si oppone all'attuale stato di cose.
Per il M5s queste elezioni sono molto importanti, ma la propria posizione, il proprio progetto, il proprio comportamento, le proprie scelte, rimangono assolutamente invariate sia che il risultato elettorale sia del 12%, del 23% o del 42%: non è una questione di numeri.
Perchè non è una questione di soldi.
E' qualcosa d'altro.

Il libro è stato scritto e pensato nel rispetto di quest'ottica: presentare al grande pubblico di massa italiano il M5s, raccontando in maniera molto sintetica la sua genesi fin dalle origini, i punti salienti della propria progettualità, le proprie idee pragmatiche, in alternativa a questo modello sociale necrofilo e malvagio che ci è stato imposto dal cinismo egoista dell'attuale classe dirigente al potere.
L'ultima parte del libro presenta e spiega i 7 punti del programma elettorale per le europee, che rimangono intatti a elezioni avvenute, questo è il bello. Ecco perchè lo facciamo uscire il 23 maggio. E' un libro per tutti coloro che non sanno bene (o non hanno capito) che cosa sia il M5s, chi siano questi eletti, questi attivisti, questi militanti, questi sostenitori, e che cosa vogliono dalla realtà.

Il M5s interpreta un'idea di Mondo, e questo breve libro ha inteso divulgarlo alla massa.
E' un Mondo mobile e dinamico perchè è un movimento orizzontale e non è verticale.
E' un Mondo esistenzialista, perchè le proprie idee e progetti non nascono dopo aver letto un documento fresco di stampa appena giunto dal Fondo Monetario Internazionale o dalla Banca Centrale Europea, bensì ponendo le vite degli esseri umani in Italia al centro della propria pratica politica.
E' un Mondo privo di ideologia in cui non esistono più le divisioni del secolo scorso, quella tra destra e sinistra, perchè nell'Italia europea del 2014 le discriminanti che contano sono altre: corrotti e onesti, mafiosi e non, passivi e attivi, sudditi e cittadini, evasori e contribuenti, meritevoli e nominati, privilegiati oligarchi e lavoratori dipendenti/indipendenti, garantiti/precari.
E' un idea di Mondo che intende la parola "cittadino italiano" come membro di appartenenza a una comunità che deve (e vuole) occuparsi delle esigenze di tutti, nessuno escluso per nessun motivo, nè di razza, nè di censo, nè di religione, nè di genere, nè di regione, nè di provenienza. Un'idea di Mondo che abbatte l'incorporazione inconscia del popolo italiano che vive sempre se stesso come suddito, riverendo in maniera servile il monarca d'occasione, mai come cittadino adulto e consapevole, indipendente. 

E' un libro che raccoglie una sfida: quella di fornire a chiunque lo voglia o abbia la curiosità di informarsi, che cosa è il M5s, che cosa vuole nelle sue intenzioni progettuali e perchè. Va consigliato a chi sa poco o nulla del M5s, perchè non va in rete o guarda soltanto la tivvù generalista nei cui canali non viene mai spiegato il lavoro degli eletti e la stragrande maggioranza del popolo italiano non sa ciò che accade, non sa che cosa è il M5s, non sa che cosa hanno fatto o fanno gli eletti in parlamento. E' un libro da regalare alla zia Maria.

"Vinciamo noi" è uno strumento, una base da utilizzare per un dibattito e un confronto di idee, e la sua vita vera inizia lunedì 26 maggio. Il titolo è anche uno slogan elettorale, ideato e fortemente voluto da Beppe Grillo, che non va inteso come previsione elettorale, come speranza, come augurio, bensì come piattaforma di lancio di un'idea umana, eco-sostenibile, equo-sostenibile, tale da poter restituire al 100% degli italiani l'orgoglio della propria appartenenza al Bel Paese.

"Vinciamo noi" (come libro) inizia il suo percorso verso il pubblico il 23 maggio 2014.
Ma "vinciamo noi" come piattaforma di lancio del progetto politico della cittadinanza attiva, pensante, contributiva, inizia dal 26 maggio 2014, qualunque sia il risultato elettorale.
Perchè il M5s ha già vinto, questo è il senso di vinciamo noi che va al di là del 25 maggio.
Ha dimostrato che l'alternativa al potere della mafia e dei corrotti non è "una speranza" bensì una possibilità certa e tangibile: basta che ci sia la volontà politica per realizzarla. 
E molte persone cominciano a rendersene conto.
Il fine non consiste nell'essere invitati a tavola nella casa che conta, come risultato di un'alta percentuale di voti: più sono i voti, maggiore sarà la porzione di benessere e ricchezza collettiva che ci si potrà spartire secondo la consueta logica della lottizzazione.
Il fine politico del M5s - e dal 26 maggio sarà sarà sempre più chiaro ogni giorno di più- consiste nell'assumersi in prima persona la gravosa responsabilità dell'esercizio e gestione dell'esecutivo. 
Dal 26 maggio 2014 si entra in una nuova fase, qualunque sia l'esito elettorale.
E' stato attraversato il guado, quello che divideva l'Italia come sappiamo da una diversa idea di Mondo dell'Italia. E' stato attraversato sapendo che era popolato da coccodrilli famelici e da squali bulimici, abituati a sguazzare nel fango paludoso. Ma è avvenuto.

L'Italia non migliorerà, non si riprenderà, non crescerà, non si evolverà, passando da un governo di nominati a un altro, con invenzioni ragionieristiche e finte riforme.

L'Italia ritornerà a essere quel Bel Paese che era quando si affermerà una nuova idea di Mondo che restituirà il Senso all'identità di cittadinanza, che ci consentirà di eliminare la criminalità organizzata, di inventare un nuovo immaginario collettivo che sappia creare nuovi status symbol. Lo si può fare soltanto attraverso un processo lento, continuo, inesorabile.

Il M5s, a mio avviso, è ormai pronto per iniziare le necessarie manovre di avvicinamento alla gestione del potere centrale, per far riprendere il nostro paese che è stato sequestrato dalle associazioni a delinquere e sottrarlo al controllo delle mafie.

Queste elezioni europee sono l'ultima spiaggia per Berlusconi, Alfano, Renzi, Monti, Casini.

Per il M5s è la prima spiaggia.

E' quindi d'obbligo cominciare a divulgare, diffondere e spiegare alla gente che cosa è il M5s, che cosa vuole e come intende ottenerlo attraverso la propria idea di Mondo.

E' un'idea di Mondo per poter andare a costruire un paese, in Italia, in cui non siano più i grafici, gli indici statistici o i bilanci delle banche a stabilire se, come, quando e dove i cittadini hanno o non hanno il diritto di vivere, lavorare, evolvere.

Per rimettere al centro l'esistenza delle persone come Valore assoluto, e non più i soldi.

Vinciamo noi, perchè abbiamo scelto di sentirci di nuovo umani.

Buona lettura

L’economia americana è un castello di carte e presto ci sarà una nuova crisi economica



Vi allego due articoli interessanti di analisi e previsioni economiche, come al solito prelevate da siti stranieri, perché in Italia i media non riferiscono nulla. 
Con molta semplicità ma anche severità di giudizio, entrambi gli autori dei due articoli (che non sono certo degli sprovveduti, essendo il primo uno dei più importanti finanzieri elvetici ed il secondo un economista USA che è stato al servizio di Ronald Reagan negli anni 80) rivelano il livello di corruzione e malaffare che caratterizza la finanza americana e come la stessa economia basata sulla fiat money (moneta creata dal nulla) sia estremamente drogata, fragile e fasulla. E quindi generi gravi ingiustizie, discriminazioni e degenerazioni, penalizzando la società, in particolare la classe medio-bassa, sulla quale si riversano tutti i danni arrecati dal sistema parassitario politico-finanziario che continua a generare profitti fittizi appropriandosi dei risparmi e patrimoni delle famiglie e distruggendo ogni traccia di economia reale e moneta sana. 
Claudio Martinotti Doria


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Fonte: Ticino Live, Quotidiano della Svizzera Italiana http://www.ticinolive.ch
1 - Anche Marc Faber prevede un’imminente nuova crisi economica
marc_faber

12 maggio 2014
Intervistato dal giornale economico Bilan, il finanziere svizzero Marc Faber ritiene che attualmente i mercati finanziari non siano in buona salute.
Famoso per la la sua lettera finanziaria mensile intitolata Gloom, Boom & Doom Report, Marc Faber aveva previsto il crash della Borsa del 1987, il crollo delle azioni giapponesi due anni dopo e la crisi dei subprimes (prestiti ad alto rischio finanziario concessi a clienti ad alto rischio debitorio) americani.
Il giornale economico Bilan lo ha intervistato a Tokyo, dove Faber partecipava a una seduta del Consiglio di amministrazione di Indochina Capital.
Qui di seguito alcuni passaggi dell’intervista.
Bilan : Teme una nuova crisi dei subprimes negli Stati Uniti ?
Faber : All’inizio dei subprimes, i poveri potevano acquisire beni senza avere soldi. La Federal Reserve incoraggiava i prestiti. Janet Yellen, l’attuale presidente della Fed, fra il 2005 e il 2009 era presidente della Banca della Federal Reserve di San Francisco. Era responsabile della California, dell’Arizona e del Nevada, i tre Stati dove la bolla immobiliare è stata più massiccia.
Non sono dunque sicuro che abbia le qualifiche necessarie per essere presidente della Fed. Inoltre, negli Stati Uniti gli interessi del debito sono pagati a un tasso inferiore al 2%. Se salgono a un livello normale il fardello potrebbe raddoppiare a oltre 500 miliardi di dollari l’anno, contro gli attuali 260 miliardi.
Questo aumenterebbe considerevolmente il debito degli Stati Uniti. Sono certo che avverrà una nuova crisi ma è difficile dire quando e dove, in quanto la stampa di moneta può ritardare la scadenza.
Nel settore bancario i bonus rimangono molto alti. Questo settore ha imparato qualcosa dal fallimento di Lehman Brothers ?
Purtroppo no. Si sarebbero potuti ridurre considerevolmente i bonus in maniera semplice : lasciando fallire qualche banca. Al contrario gli Stati Uniti le salvano con i soldi del contribuenti. In questo modo gli impiegati delle banche possono continuare a ricevere i bonus.
Ci si potrebbe aspettare che i comitati incaricati delle compensazioni mettano un freno, ma non hanno nessun interesse a farlo. Pagano lauti bonus ai management e in cambio ricevono soldi. Faccio parte di diversi comitati, conosco bene il sistema.
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Fonte: Ticino Live, Quotidiano della Svizzera Italiana http://www.ticinolive.ch

2  - Paul Craig Roberts : l’economia americana è un castello di carte
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14 maggio 2014
L’economia americana è un castello di carte; ogni suo aspetto è fraudolento, sino all’illusione di una ripresa, anch’essa basata su statistiche fraudolente.
Il capitalismo americano è solo un miraggio. Tutti i mercati finanziari sono truccati. Le massicce dosi di liquidità versate nei mercati finanziari dal Quantitative easing della Federal Reserve non fanno che gonfiare i prezzi della Borsa e le obbligazioni, portando a tassi d’interesse a zero o negativi. Il capitale è talmente abbondante che il suo costo è quasi gratuito.
Le grandi società, come i colossi bancari e i costruttori di automobili, che fanno fallimento non ne hanno diritto. Il debito pubblico e la creazione di moneta sono usati per coprire le perdite private e mantenere a galla le società “too big to fail” , non ai danni degli azionisti ma di chi non possiede azioni in queste società.
I benefici generati non garantiscono l’utilizzo efficace delle risorse del capitalismo in materia di protezione sociale, soprattutto da quando questi profitti si ottengono sostituendo il lavoro domestico con una manodopera straniera a buon mercato.
Il risultato percepito è il declino del potere di acquisto dei consumatori, parallelamente all’aumento delle ineguaglianze dei redditi e delle ricchezze. Gli Stati Uniti stanno conoscendo un’esplosione senza precedenti di queste ineguaglianze.
[...] Il capitalismo è stato trasformato da potenti interessi privati che controllano i governi, i tribunali e gli organismi di regolamentazione.
Wall Street non adempie più ad alcuna funzione positiva, è una macchina predatrice, un peso morto per la società.
Wall Street realizza benefici di front-running attraverso la vendita di prodotti finanziari fraudolenti contro i quali scommette con titoli d’investimento, piazzando effetti leva sulle azioni a livelli senza precedenti, piazzando posizioni che non può assicurare e truccando i mercati delle materie prime.
La Federal Reserve e il “Plunge Protection Team” del tesoro americano favoriscono questo saccheggio sostenendo il mercato borsistico con l’acquisto di azioni a termine, proteggendo la stampa di moneta e con vendite allo scoperto all’interno del mercato a termine dell’oro del Comex.
L’economia americana si basa sulla manipolazione dei prezzi, sul controllo speculativo dei prodotti, sul sostegno del dollaro da parte di Stati fantoccio di Washington, su statistiche ufficiali manipolate e falsificate, sulla propaganda dei media finanziari e sull’inerzia di paesi come la Cina e la Russia, direttamente coinvolti sia economicamente che politicamente nel sistema di pagamenti in dollari.
Siccome la maggior parte dei governi mondiali è incompetente, l’incompetenza di Washington passa inosservata e questa è la nostra salvezza.
La stabilità economica realizzata nel corso dell’amministrazione Reagan è stata distrutta dalla cupidigia di Wall Street, che minacciava le società che non producevano profitti più elevati e non delocalizzavano all’estero la produzione di beni e servizi per il mercato americano.
I costi della manodopera hanno stimolato gli incassi e il corso delle azioni, colmando l’appetito vorace di Wall Street, hanno messo fine all’aumento del livello di vita negli Stati Uniti, ad eccezione di quello dei più ricchi. Questa deregolamentazione finanziaria fa pesare sull’economia il rischio di bolle speculative.
Gli americani sono un popolo di incoscienti. Al loro posto chiunque avrebbe ridotto Wall Street in cenere. Continueranno a essere sfruttati e continueranno ad accusare i governi stranieri della loro situazione disastrosa : l’Irak, l’Afghanistan, la Russia. Un popolo tanto incosciente è preda ideale per furti e saccheggi e la sua economia diventa inevitabilmente un castello di carte.

(Fonte : paulcraigroberts.org)

Recensione del libro di Manfredi Lanza “Casate aleramiche nei secoli”



di Claudio Martinotti Doria


Manfredi Lanza, autorevole collaboratore della rubrica di storia locale Patria Montisferrati ha recentemente pubblicato il libro “Casate aleramiche nei secoli” presso le Edizioni Il Fiorino di Modena, un testo che per noi monferrini riveste una particolare importanza per i motivi che mi appresto a spiegare.
Per coloro che, bontà loro, seguono fin dagli albori la sopra citata rubrica, l’ultima produzione di Manfredi Lanza costituisce un ripasso ed un approfondimento con qualche integrazione, per tutti gli altri costituisce una vera scoperta delle casate aleramiche con molte sorprese su come queste nel corso dei secoli siano divenute prestigiose ed importanti ed abbiamo influito sulle sorti del Mediterraneo ed in parte del continente europeo. 
Manfredi Lanza in una foto del 2007 
Leggendo queste righe alcuni potrebbero affermare che erano già a conoscenza dell'importanza storica degli aleramici, senza rendersi conto che si riferiscono prevalentemente a quello che presumono di sapere sulla storia del Monferrato, riferendosi prevalentemente se non esclusivamente alla sola casata aleramica dei marchesi di Monferrato, che coi marchesi di Occimiano costituivano il ramo “oddoniano” (discendenti dal figlio di Aleramo, Oddone), ma il ramo con maggiori casate marchionali è stato quello “anselmiano” (dal figlio Anselmo, quello sopravvissuto più a lungo cronologicamente).
Fu infatti il figlio di Anselmo, Oberto (tipico nome obertengo, marca da cui proveniva la moglie di Anselmo, successivamente i matrimoni aleramici avvennero invece con donne arduiniche), ad avviare il troncone aleramico anselmiano, che ha dato vita ai marchesi di Sezzè (Sezzadio), del Vasto (detti anche del Guasto, che in seguito alla scissione avvenuta nel 1142 hanno dato vita ai marchesi di Saluzzo e Busca, Ceva-Clavesana, Carretto- Savona, Cortemilia-Loreto), Incisa, Bosco, Ponzone.
Marchesati che occuparono vaste porzioni dell'attuale Piemonte meridionale, in particolare le Langhe e gli Appennini, e ampie aree e città costiere della Liguria ed il suo entroterra. Alcuni monferrini avvezzi a recarsi al mare in rinomate località liguri si sorprenderanno a scoprire che molte di queste località furono possedimenti aleramici
Rammento che Aleramo ebbe tre figli, Guglielmo, Anselmo e Oddone, dalla prima moglie, che rimane sconosciuta, mentre dalla seconda moglie, Gilberga (o Gerberga), figlia di re Berengario, non risulta vi sia stata discendenza.
Per i monferrini, piuttosto digiuni di storia aleramica (che confondono con la storia del solo Monferrato), non per colpa loro ma per il fatto che di elementare divulgazione storica locale se ne fa poca, leggere il libro di Manfredi Lanza è un’operazione non solo di apprendimento ma anche di acquisizione di una sana dose di umiltà, perché si potrà scoprire che altri personaggi e casate sono state grandi quanto i Monferrato ed alcuni matrimoni, alleanze, azioni belliche e strategie diplomatiche dei personaggi di spicco di queste casate aleramiche sono state particolarmente importanti ed hanno influito sul corso della storia di alcuni vasti territori, come ad esempio la Sicilia, alla pari se non più di quanto abbiano fatto i marchesi di Monferrato nell'allora “Lombardia” o nel Vicino Oriente.
Le Tre Marche 
Le tre marche volute da re Berengario nel 950-51
Manfredi Lanza, rammento per coloro che non ne avessero mai sentito parlare, è un discendente aleramico dei marchesi Lancia di Busca, divenuti Lanza tra il XV ed il XVI secolo in seguito al dominio aragonese in Sicilia, poi elevati al rango di Principi di Trabìa in Sicilia nel 1601. La casata ha accumulato nel corso dei secoli una cinquantina di titoli nobiliari, tra signorie, baronie, comitati, marchesati, ducati e principati, divenendo Pari del Regno di Sicilia (che erano in tutto dodici), finché a fine '700 tramite un matrimonio con l'ultima discendente della potente dinastia dei Branciforte divennero primi tra i Pari del Regno.
Manfredi Lanza da oltre una trentina di anni si dedica a studi e ricerche storiche di famiglia, e si potrebbe pertanto considerare uno storico aleramico qualificato, perché conosce i procedimenti accademici per condurre ricerche storiche ed è alquanto scrupoloso e preciso per indole oltre che per applicazione perseverante, e possiede una notevole padronanza della lingua italiana fino all’erudizione, che di questi tempi potrebbe anche risuonare anacronistica, ma in realtà è una forma di ricercatezza rispettosa nei confronti del lettore destinatario dei suoi testi.
I suoi sono testi che non sono e non vogliono essere puramente divulgativi ma neppure riservati agli addetti ai lavori, quindi non troppo tecnici né semplificati eccessivamente. Perché la storia è ostica, e qualche sforzo lo si deve pur fare per cercare di capirne qualcosa, soprattutto nei meandri complessi ed estremamente ramificati delle genealogie, degli intrecci matrimoniali, delle ascese nobiliari e di potere, dei continui cambi di alleanze politico militari, che erano tipiche dei tempi medievali e rinascimentali descritti e delle casate che gestivano il potere, estremamente frazionato e mutevole dell'epoca.
Sono diversi i pregi di questo libro, ad esempio le cartine realizzate personalmente dall’autore per collocare i vari feudi, corti e possedimenti aleramici, che è un particolare che agevola la comprensione di quanto si legge e che spesso manca negli autori che si limitano al solo testo trascurando l’iconografia, soprattutto cartografica. Iconografia che lo stesso autore nell'introduzione desidererebbe arricchire, come anche la documentazione, eventualmente in un altro volume più esauriente di questo che vuole solo essere un compendio, una propedeutica che induca ad approfondimenti.
Apprezzabili, in quanto di assoluto rilievo storico, i capitoli finali dove sono riportate come Appendici Documentarie le traduzioni di alcuni dei pochi testi storici originari che si conoscono, che citano Aleramo, che sono solo nove, e questo la dice lunga su quanto poco si sappia e sia stato accertato storicamente e quanto invece sia frutto di congetture, ipotesi, teorie, interpretazioni, miti e leggende, ecc.. E sono altresì di notevole utilità per il lettore le note ed i commenti dell'autore ai documenti riportati, che aiuta a comprendere quelli che sono stati i legami, gli sviluppi, le evoluzioni dei rapporti dal punto di vista storico.
 
Aleramo, capostipite della dinastia aleramica, vissuto nel X secolo
 
Per la cronaca e gli appassionati cito i nove (e non soltanto sette come taluni storici riferiscono) atti che riguardano o coinvolgono Aleramo:
1. Donazione di Auriola = Darola da parte dei re Ugo e Lotario II, Pavia 933 o 934
2. Concessione della corte di Foro e della villa di Ronco nel comitato di Acqui da parte di re Ugo e Lotario II, Pavia, 6 febbraio 938 o 940
3. Intercessione dei conti Aleramo e Lanfranco in una donazione di re Ugo e Lotario II alla contessa Rotruda, Pavia, 29 marzo 945
4. Placito presieduto dal conte palatino Lanfranco alla presenza di Lotario II. Aleramo figura tra gli intervenienti. Pavia, 13 aprile 945
5. Intercessione in un diploma di re Lotario II in favore di un certo Varemondo. Lucca, 5 luglio 948
6. Diploma dei re Berengario II e Adalberto in favore di Aleramo, con intercessione di Gerberga, la quale non è ancora qualificata come sposa del nostro. 25 marzo di un anno compreso tra il 958 e il 961
7. Atto di fondazione, con Gerberga, del monastero di Grazzano. 11 agosto 961
8. Diploma di Ottone I. Ravenna 22 o 23 marzo 967
9. Placito tenuto da papa Giovani XIII e dall'imperatore Ottone I. Aleramo è citato tra i presenti al quarto posto. Ravenna, 7 o 17 aprile 967
Altro motivo di pregio del libro di Manfredi Lanza è la semplicità con cui riesce a precisare alcuni punti salienti, come l’inizio della dinastia aleramica di Monferrato, che i più sprovveduti divulgatori popolari di storia locale fanno ancora risalire ad Aleramo definendolo erroneamente primo marchese di Monferrato, mentre lui è il capostipite dell’intera dinastia, che come abbiamo visto si è frammentata in parecchie casate, mentre altri autori poco più competenti, fanno risalire al figlio Guglielmo (morto prematuramente, cosa frequente nel medioevo) o al figlio Oddone, mentre invece sarebbe da attribuire al nipote Guglielmo (che sarebbe il terzo famigliare denominato Guglielmo, considerando anche il padre di Aleramo che era un conte franco, mentre invece sarebbe da considerare il primo come Guglielmo di Monferrato, e sarebbe pertanto corretto denominarlo Guglielmo I e non III come spesso riportato).
Voglio però rammentarvi che storicamente non si ha alcuna traccia di marchesi di Monferrato citati in documenti rinvenuti, fino al 1111 quando viene citato Ranieri nella sua qualifica di marchese di Monferrato. Il compianto storico Geo Pistarino riteneva che, indipendentemente dai documenti rinvenuti, si potesse con accettabile approssimazione far risalire il marchesato di Monferrato già alla seconda metà del secolo precedente, ai tempi cioè dei marchesi Oddone II e Guglielmo IV. In precedenza è probabile che il Monferrato come entità statuaria e feudale fosse solo abbozzata, embrionale, ben al di là da definirsi e strutturarsi, ed è quindi un azzardo storico parlarne come se fosse già esistente ed attiva. 
 
Area di influenza politico militare del marchesato di Monferrato durante il medioevo
 
Questi aspetti spesso trascurati dagli storici ortodossi, accademici e cattedratici, che non si occupano di divulgazione ma solo di essere valutati da loro pari, cui essi si rivolgono con un linguaggio e modalità non facilmente accessibili, creano confusione nei già scarsi lettori di testi storici e li allontanano infastiditi, perché diventa praticamente impossibile capire a chi e cosa si riferiscono gli storici che usano denominazioni e conteggi diversi secondo i momenti e le fonti, mentre parlano dello stesso personaggio, epoca e territorio. Un minimo sforzo per andare incontro al lettore che non è uno specialista, gli storici di professione dovrebbero farlo, e non solo con le note a piè di pagina o dei rimandi ma proprio nella stesura del testo principale. Altrimenti la storia sarà sempre considerata materia ostica e noiosa, nonostante il fascino e l'influenza che ha esercitato ed esercita tutt'ora.
Tra gli argomenti, eventi e personaggi su cui l'autore si sofferma, sono sicuramente degni di nota e desteranno interesse, alcuni che mi accingo ad elencare sinteticamente:
- i riferimenti alla formazione originaria della Marca Aleramica, la più piccola delle tre Marche (le altre due sono la Obertenga e l'Arduinica) volute a metà del X secolo da re Berengario in chiave antisaracena, accennando alla sua successiva espansione e frammentazione.
- la descrizione della nascita della leggenda aleramica ad opera di numerosi autori tardo medievali, che vengono scrupolosamente citati nei loro apporti, come mai avevo riscontrato in testi storici precedenti.
- le origini dell'epopea siciliana dei marchesi del Vasto ad opera di Bonifacio (figura di altissimo profilo, uno dei più potenti marchesi d'Italia che dominava vastissimi territori liguri-piemontesi), che trasferì una cospicua parte della sua famiglia presso la corte normanna di Sicilia, tra cui Adelaide che andò in sposa al Granconte Ruggero I d'Altavilla mentre stava ultimando la conquista dell'isola. Da questo matrimonio nascerà Ruggero II che diverrà re di Sicilia e per mezzo secolo la rese prospera e pacifica ed espanse il suo regno a tutto il meridione d'Italia e a vari porti e isole mediterranee, con scarso ricorso alle armi, rendendolo un vero e proprio centro commerciale e culturale del Mediterraneo, dove si parlavano tutte le lingue conosciute e si concentravano a corte i maggiori intellettuali ed artisti dell'epoca. In seguito a queste vicende avvenne una delle più significative ed importanti emigrazioni della storia, trasferendo circa 100 mila “lombardi” cioè monferrini, liguri e piemontesi, nella Sicilia, per colonizzarla, vivendo pacificamente con gli arabi, i bizantini ed i normanni già insediati. Furono definiti gli immigrati latini, e si insediarono principalmente nella Sicilia centro-orientale, ancora adesso definita area lombarda, dove ancora recentemente il grande linguista e glottologo tedesco Gerhard Rohlfs ne riconobbe e studiò le tracce idiomatiche.
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- Fu Adelaide a reggere per un decennio il governo dell'isola alla morte del marito nel 1101 e a trasferire la capitale da Mileto di Calabria a Palermo. Successivamente, cessati gli impegni di governo, nel 1113 si recò, con molte navi colme d'oro e merci preziose portate in dote, presso la corte del re Baldovino di Gerusalemme per convolare a nozze. Quindi l'aleramica Adelaide del Vasto divenne contessa di Sicilia e regina di Gerusalemme e madre del futuro re di Sicilia Ruggero II, che spesso viene ricordato nei vari testi e documentari storici, compresa la prestigiosa BBC, come uno dei migliori re normanni mai esistiti, mai facendo cenno che era per metà aleramico. E non fu solo una questione di sangue ma soprattutto di educazione: se fu un regnante così accorto e saggio è grazie all'educazione aleramica ricevuta dalla madre e dallo zio Enrico.
Statua di Federico II di Svevia
- dai fatti sopra descritti discenderà anche il famoso imperatore Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi, figlio di Costanza a sua volta figlia di Ruggero II di Sicilia: era quindi un pronipote di Adelaide del Vasto, quindi non era solo un normanno ma in misura significativa era anche un aleramico. Federico si sposò quattro volte e due delle mogli erano di discendenza aleramica ed a lui si legò come collaboratore di fiducia Manfredi II Lancia (Lanza), figura di spicco del casato aleramico, che decretò da allora il completo trasferimento di tutta la sua discendenza nel meridione d'Italia; il casato, con alterne fortune correlate alle dinastie regnati, dagli Angiò agli Aragonesi, prevalentemente infeudati nella Sicilia nordorientale, nelle antiche terre dei lombardi, ha proseguito fino ai giorni nostri.
Federico IIStatua di Federico II di Svevia
- interessante anche l'esposizione dell'autore alle origini del conflitto secolare che contrapporrà gli aleramici, in particolare i Monferrato e Saluzzo con i Savoia, che risalgono alla marchesa Adelaide di Torino ultima discendente arduinica che si imparentò con i conti di Moriana sposando il figlio del capostipite Umberto Biancamano, prima che assumessero prevalentemente la denominazione di conti di Savoia agli inizi del XIII secolo.
- l'autore accenna anche alla fondazione di numerosi monasteri da parte degli aleramici, concessi soprattutto ai cistercensi, ulteriore segnale dei forti legami che gli aleramici, soprattutto anselmiani, ebbero con i territori francesi ed i loro governanti, in particolare con la Borgogna.
- pur sorvolando sull'esauriente capitolo sui marchesi di Monferrato, devo accennare al modo approfondito con cui l'autore delinea la notevole figura storica di Corrado di Monferrato, figlio di Guglielmo V detto il Vecchio, e la sua epopea in Terra Santa, sia per il cospicuo apporto che fornì in termini di materiale, mezzi e uomini che trasportò con la flotta da lui noleggiata a sostegno delle forze crociate, sia per la difesa di Tiro e la sua rivalità con Riccardo I di Inghilterra, detto Cuor di leone, che probabilmente fu il mandante del suo assassinio mentre era in procinto di assumere la reggenza di Gerusalemme.
- interessante l'interpretazione dell'autore che, riferendosi all'importante figura di Guglielmo VII di Monferrato, che portò il marchesato alla sua massima espansione per poi fare una fine indegna ed infame ad opera degli alessandrini, si delinea il declino dell'aristocrazia autoctona in Piemonte e prenda il sopravvento la supremazia delle città commerciali, divenute poi città stato, accelerando l'esaurimento del periodo medievale per dare spazio all'età mercantile e borghese.
Situazione agli inizi del '300, si possono notare i confini di alcuni marchesati aleramici citati nel libro
- comprensibile l'interpretazione dell'autore, essendo di discendenza aleramica anselmiana, che alla fine della dinastia dei Monferrato con il marchese Giovanni nel 1305, se il marchesato fosse stato assegnato ai Saluzzo, come era rivendicato, invece che ai Paleologo di Bisanzio, la storia sarebbe stata molto diversa e sicuramente più legata intimamente alla dinastia aleramica, che avrebbe potuto proseguire.

Cartografia di inizio '300, si possono notare i confini di alcuni marchesati aleramici

- affascinante il rilievo che l'autore fornisce nel corso del testo a personaggi di discendenza aleramica, che per il grande pubblico, ma credo anche per molti storici, sono assolutamente sconosciuti, che si sono distinti nelle arti e nelle scienze, nella cultura e nella documentazione storica, ed anche nelle committenze architettoniche ed artistiche, ad imperitura testimonianza della potenza raggiunta da questi casati aleramici. Oltre a fatti di cronaca che ebbero grandissimo risalto all'epoca e si protrarranno divenendo miti e leggende o spunti per opere letterarie e più recentemente anche mediatiche (ad es. La baronessa di Carini).
- infine reputo molto interessante l'indicazione dell'autore di quali marchesi aleramici siano ancora in vita ai giorni nostri, oltre ai Lanza già citati, riferisce dei Carretto che possedevano vasti territori liguri fino a Ventimiglia, compresa la Val Bormida che governarono per parecchi secoli fino al subentro dei Savoia, ed alcune famiglie sono ancora iscritte all'Albo d'Oro della Nobiltà italiana. Altro ramo aleramico non estinto sono i Ponzone, pur essendosi ridotto al titolo comitale e non più marchionale, e i marchesi di Incisa, di cui esistono tuttora due rami minori.
Concludendo, personalmente auspico che l'autore, sostenuto da un editore locale, possa pubblicare successivamente un altro libro, ancora più esauriente di questo, che di per sé è già più che apprezzabile e che consiglio di leggere soprattutto per gli argomenti e le informazioni inedite e misconosciute che contiene.

Coloro che fossero interessati ad ordinare il libro, potranno farlo presso l'Editore:



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Manfredi Lanza, Casate aleramiche nei secoli, Edizioni Il Fiorino, Modena 2013.
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