Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

PER CONTATTI: claudio@gc-colibri.com

Se preferite comunicare telefonicamente potete inviare un sms al 3485243182 lasciando il proprio recapito telefonico (fisso o mobile) per essere richiamati. Non rispondo al cellulare ai numeri sconosciuti per evitare le proposte commerciali sempre più assillanti

Questo blog ha adottato Creative Commons

Licenza Creative Commons
Blog personale by Claudio Martinotti Doria is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.cavalieredimonferrato.it.
Permissions beyond the scope of this license may be available at www.cavalieredimonferrato.it.


Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

C'è che si prostituisce e chi no. Italia, un paese che ha esaurito le sue risorse e le potenzialità sono emigrate altrove


Di Claudio Martinotti Doria

Personalmente sono sempre stato diffidente e contrario alla suddivisione in categorie della società ed alla attribuzione di etichette alle persone, perché credo che il comportamento e quindi le caratteristiche individuali ed anche collettive siano soprattutto contingenti, circostanziali e determinate dall'adattamento epocale. Ma è indubbio che in Italia la popolazione sia divisa in due tronconi nettamente distinti, dal punto di vista sociologico, etico e culturale, e non mi riferisco al "pensiero" politico (del quale dubito vi sia traccia, di pensiero intendo).
Da una parte ci sono quelli che si sono prostituiti al parassitismo partitico, hanno cioè attinto alla greppia e ricevuto prebende, distribuite dalla politica corrotta a coloro che l'accettano e ne traggono beneficio, fossero anche solo briciole ed avanzi.
Dall'altra coloro che non hanno rinunciato alla loro dignità, onestà e soprattutto alla libertà, ed hanno cercato, compiendo sacrifici indicibili, di sopravvivere nonostante tutto, nonostante il berlusconismo, inteso nella sua accezione degenerativa, devastante dal punto di vista morale e spirituale, oltre che materiale.
Non sono un matematico, un sociologo, e neppure uno specialista in statistiche, e quindi non sono in grado di fornirvi le percentuali in cui si dividono questi due tronconi, ma purtroppo temo che la prima parte se non è la maggioranza è comunque fin troppo significativa e prevalente, ed ha preso sicuramente il sopravvento nella gestione pubblica del paese, per cui non nutro più alcuna speranza di recupero. Anzi temo che ormai ci sia la fila per prostituirsi, per poter partecipare al presunto banchetto per ricevere qualche beneficio, cambiando solo gli interlocutori politici in base alle previsioni delle probabilità del loro successo. Parlare di etica in queste condizioni si rischia di emettere solo dei suoni intraducibili.
Noi che non ci siamo prostituiti siamo una minoranza e rimarremo tali. E voglio precisare che non tutti coloro che si sono prostituiti sono da biasimare, ci sono responsabilità famigliari che non possono essere sottovalutate, bene o male si deve arrivare a fine mese ed i figli si devono far crescere e studiare e possibilmente mandare in televisione a far carriera … Per mantenere questo livello di parassitismo la pressione fiscale ha ormai quasi raggiunto il 70%, la più alta in assoluto al mondo, così come siamo ai vertici mondiali della corruzione e dell'inefficienza della giustizia, e poi si pretenderebbe di attrarre investitori dall'estero e di disporre di credibilità nella collocazione dei titoli di stato (che sono carta straccia). Scusate l'ottimismo, ma o si osserva ed interpreta la realtà o si guarda passivamente la televisione lobotomizzante.

Il pensiero di Massimo Fini collima in parte col mio a proposito della fine di questo sistema finanziario

Prefazione di Claudio Martinotti Doria

A parte qualche pecca dovuta alla non conoscenza della teoria della Scuola Economica Austriaca, per cui imputa al liberismo gravi responsabilità del collasso prossimo venturo dell'attuale sistema (mentre in realtà di vero liberismo non se ne visto molto, ma semmai molto "interventismo", cioè ingerenze statali e monopolistiche ed oligopolistiche ed oligarchiche nell'economia), per il resto il testo di Massimo Fini sembra ricalcare nella sua apparente brutalità quanto affermo da anni. Ritengo però che i cinesi non saranno così penalizzati come lui li dipinge, bene o male la proprietà privata continuerà ad essere riconosciuta, anche dopo il collasso finananziario globale che renderà carta straccia il denaro attualmente utilizzato, e quindi coloro che avranno comprato immobili, pur perdendo enormemente di valore, continueranno ad essere privilegiati, ed i cinesi stanno appunto comprando tutto quello che viene loro a tiro ...

La finanza sta divorando ciò che rimane del nostro pianeta di Massimo Fini - 15/11/2010
Fonte: Massimo Fini
La Cina sta superando gli Stati Uniti come prima potenza economica del mondo. Ad essere cinesi ci sarebbe da star contenti. Invece proprio i cinesi saranno i più fregati. Dopo aver pagato gli enormi prezzi del "take off" industriale, e offerto a questo Moloch i consueti sacrifici umani (nella Cina attuale il suicidio è la prima causa di morte fra i giovani e la terza fra gli adulti) si troveranno a primeggiare proprio quando quel modello di sviluppo economico, liberista e globale, cui hanno aderito di recente starà andando in frantumi. Saranno arrivati troppo tardi.
Il ministro delle Finanze italiano, Giulio Tremonti, in un’intervista al Corriere dello scorso inverno ha fatto trapelare fra le righe che entro tre anni dobbiamo aspettarci un altro colpo tipo "subprime". Lo ha detto in modo velato sottolineando che mentre i valori finanziari sono tornati ad essere quelli di tre anni fa, prima del crack, oggi nel mondo ogni secondo si emettono miliardi di dollari o di euro di debito pubblico. In altre parole: stiamo tamponando la crisi immettendo nel sistema altro denaro inesistente, più tossico dei titoli "tossici". Stiamo drogrando il cavallo già dopato perché faccia ancora qualche passo in avanti. Ma prima o poi il collasso definitivo per overdose arriverà. Potrà non essere quello ipotizzato da Tremonti fra tre anni ma quello successivo o quello successivo ancora, ma è certo che arriverà. Ci sarà il crollo del mondo del denaro, dell’"economia di carta" come la chiamò in un famoso e preveggente saggio del 1964 l’americano David T. Bazelon che, guarda caso, non era un economista ma un intellettuale. E quando la gente delle città si accorgerà che non può mangiarsi il cemento e bere il petrolio si riverserà, disperata, nella campagna, quel poco che ne sarà rimasta, venendo respinta a colpi di khalashnikov da coloro che, prudentemente, non l’avranno abbandonata. Disegnando scenari apocalittici del resto un’ottantina di anni prima di Bazelon il capo indiano Tatanga Jotanka, alias "Toro seduto", ci aveva avvertito: "Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche".
Il denaro, nella sua estrema essenza, è "futuro", rappresentazione del futuro, scommessa sul futuro, rilancio inesausto sul futuro, simulazione del futuro ad uso del presente. Ma noi abbiamo messo in circolazione una così colossale quantità di denaro da ipotecare questo futuro fino a regioni temporali così sideralmente lontane da renderlo, di fatto, inesistente. Prima o poi questo futuro, gravido dell’immenso debito di cui l’abbiamo caricato, dilatato a dimensioni mostruose e oniriche dalla nostra follia e dalla nostra fantasia, ci ricadrà addosso come drammatico presente. Tutte le correnti di pensiero, sia pur minoritarie, che ci hanno ragionato sopra (americane tra l’altro:
il bioregionalismo e il neocomunitarismo) parlano, per evitare l’apocalisse prossima ventura, di un ritorno "graduale, limitato e ragionato" a forme di autoproduzione e di autoconsumo che passano necessariamente per un recupero della terra e un ridimensionamento drastico dell’apparato industriale, finanziario e virtuale. I cinesi hanno abbandonato la terra in favore dell’industrializzazione e del libero mercato nel momento sbagliato. Saranno primi quando non avrà più senso esserlo.

I banchieri centrali ed i loro complici politici stanno rubando dalle nostre tasche, spudoratamente, senza alcuna vergogna e pretendendo ossequio


Presentazione di Claudio Martinotti Doria

Ospito l'ultimo intervento dell'amico Francesco Carbone, massimo esponente della Scuola Economica Austriaca in Italia e presidente dell'associazione Usemlab, che con il suo proverbiale linguaggio incisivo, critico ed inequivocabile, non lascia spazi alle ipocrisie ed induce ad assumersi delle responsabilità in merito a quanto sta avvenendo a livello finanziario. L'indifferenza non è più tollerabile, gli strumenti culturali per informarsi e capire sono ormai alla portata di tutti e a costo zero, chi non si documenta e non effettua delle ricerche per cercare di capire la natura dei fenomeni in corso è un irresponsabile e non meriterà alcuna compassione quando gli eventi diveranno traumatici a livello collettivo.
E' sufficiente consultare quotidianamente i siti dell'associazione culturale Usemlab o del Movimento Libertario (di cui frequentemente pubblico degli estratti) per farsi un minimo di cultura pragmatica che tornerà utile per effettuare delle scelte appropriate, durante la sistemica, strutturale ed epocale crisi in corso, i cui maggiori effetti devastanti sono ancora al di là da venire.


Fonte: Associazione Culturale USEMLAB di Torino http://www.usemlab.com/index.php

Autore: Francesco Carbone

Ben Bernanke è un pazzo. Lo ripeto e lo sottolineo. Forse non avete letto bene: Ben Bernanke è un pazzo. Il banchiere centrale americano è un cialtrone monetario pazzo. Quelli che lo circondano sono pazzi come lui. Le università sono piene di cialtroni monetari che sfornano migliaia di potenziali nuovi cialtroni monetari.

Chi sono i cialtroni monetari? Lo spiega benissimo Gary North nel suo libro Cosa è il Denaro. Gesell come nome forse non vi dirà molto, ma era un grandissimo cialtrone monetario, forse il peggiore in assoluto. Keynes, nome senz'altro più noto, era un gran cialtrone monetario. Il tanto osannato (soprattutto qua nella terra dei cachi) Milton Friedman era un cialtrone monetario.

Bernanke è un cialtrone monetario assolutamente pazzo, ce lo ha dimostrato ancora una volta l'altro ieri con il suo nuovo giro di Quantitative Easing, tradotto per la massa: contraffazione del denaro in larga scala. Tuttavia, la cosa più triste non è tanto vedere questo cialtrone monetario pazzo alla guida della banca centrale più importante del pianeta, ma assistere alle masse che di fronte alle sue imprese criminali restano totalmente inermi e indifferenti.

E' tristissimo per esempio andare a curiosare sul sito di uno degli italioti più rinomati per canalizzare il malcontento popolare, e non trovare una riga sul banchiere centrale americano. Anche il canalizzatore non ha la più pallida idea di cosa venga perpetrato davanti ai suoi occhi, continua a occuparsi molto furbescamente degli effetti e non delle cause.

La gente generalmente sciopera o scende in piazza a protestare per conseguire due genere di risultati: ottenere dei privilegi di settore o ottenere interventi economici statali del tutto inutili e controproducenti. Sono richieste che a volte possono avere l'effetto di generare un vantaggio immediato e diretto, ma nel complesso e nel lungo periodo continuano solo a impoverire la società.

I canalizzatori di malcontento e i politici non fanno che sobillare il popolo contro se stesso. Risultato, aumento costante dell'acrimonia sociale. Li spingono a protestare per chiedere interventi che aggravano ancor di più la loro stessa situazione, promettendo le cure dei sintomi, ma inasprendo le cause a monte dei danni. E poi ci si meraviglia che le cose vadano sempre peggio.

Di fronte al cialtrone monetario americano che il 3 novembre ha annunciato di sparare in vena al sistema bancario (attenzione, bancario, non economico) una bella dose di 900 miliardi di dollari, le masse se ne stanno zitte e tranquille, forse neanche hanno fatto caso alla notizia.

Non sanno neanche come si scrive quella cifra per esteso. Non sanno che dall'inizio della crisi oramai l'iniezione di denaro digitale che riposa (per fortuna) nel sistema bancario, curandone i clamorosi buchi di cui era pieno come un groviera, ammontano a oltre 10 trilioni di dollari. Chiedete a chiunque di scrivervi la cifra 10 trilioni di dollari, o 10 mila miliardi di dollari, si perderà al settimo od ottavo zero. E si perderà troppo presto perché 10 trilioni di dollari si scrive con un 1 seguito da ben 13 zeri.

Le masse ignare, spolpate sempre più come fossero ciccia da macello, semplicemente non conoscono il significato economico di quanto sta facendo Bernanke. E fanno molto male ad ignorarlo, o a non approfondirlo, perchè ciò che sta facendo il cialtrone monetario riguarda tutti quanti, nessuno escluso, anche quelli che ancora devono nascere, soprattutto loro. Scendereste in piazza a protestare contro una tassa una tantum di 3000 euro per cranio? Bene, allora fareste bene a preoccuparvi perchè nel giro di due anni quella cifra ve l'hanno già sfilata oramai quasi tre volte. Anche se ancora non ve ne siete accorti.

Se leggete il libro Cosa è il Denaro capirete tante cose, ma se volete che vi riassuma tutto in poche parole, ecco qua: Bernanke, gli altri banchieri centrali e tutti quelli a loro più vicini stanno rubando dalle vostre tasche, spudoratamente, senza alcuna vergogna. Tuttavia, essendo economisti certificati da qualche altro cialtrone monetario e delegati a fare tutto questo dal governo, girano a mento alto come fossero galantuomini pretendendo il nostro rispetto: il rispetto per continuare a rubare dalle nostre tasche, nella maniera più irresponsabile, compromettendo i nostri piani per il futuro.

Volete comprendere a fondo la questione monetaria? Leggete il libro Cosa è il Denaro in vendita dalla prossima settimana. Considerato quanto appena successo il 3 novembre, non poteva esserci un timing migliore per leggersi un libro del genere. Badate bene, arrivare alla prossima crisi nella totale ignoranza come è successo nel 2008 non è più scusabile. La prossima volta non avrete altri da biasimare se non voi stessi. L'ignoranza non paga. Rende forse felici, ma non paga. E riuscire a pagare la prossima volta potrebbe essere questione di riempirsi o meno la pancia, non sarà più questione di potersi permettere il tv al plasma o l'ultimo aggeggio della mela morsicata.

Sapete leggere e scrivere, cominciate a studiare seriamente la questione monetaria perchè parte tutto da lì: dai cialtroni monetari di cui il mondo è pieno e dai danni che essi continuano a causare alla società e al libero mercato. Da Bernanke che regala centinaia di miliardi ai suoi amici, distruggendo il tessuto produttivo e sociale, al signoraggista nostrano (mascherato o meno che sia) che con propagande ignorantissime legittimizza la frode monetaria confondendo ancor di più le idee ai quei poveri malcapitati che finiscono con l'ascoltarlo.

L'Impero sta crollando, ma fino all'ultimo continueranno a negare l'evidenza e a dirvi che la situazione è sotto controllo



Breve introduzione di Claudio Martinotti Doria

Avrete certamente letto dell'iniziativa del presidente della FED Bernanke (soprannominato "elicottero", perché è disposto a spargere dollari anche con gli elicotteri, pur di sostenere l'economia americana) che ha deciso di comprare i buoni del tesoro USA per svariate centinaia di miliardi di dollari, semplicemente stampando nuovi dollari, cioè carta straccia con la quale presto potranno tapezzare le pareti di casa, come si faceva coi marchi negli anni '20 nella Repubblica di Weimar. Le teste fini che si definiscono economisti e che lavorano per i governi, perlopiù di scuola keynesiana e monetarista (non certo della Scuola Economica Austriaca) hanno sempre negato o minimizzato i rischi di una simile follia espansionistica del debito, sia pubblico che privato, che deriva dal stampare denaro disonesto, privo di valore effettivo, le cui ripercussioni inevitabilmente sono deleterie, perché favoriscono la spesa pubblica arbitraria ed i conflitti bellici, i malinvestimenti, le speculazioni estreme e gli abusi finanziari, l'indebitamento ingiustificato, i conflitti esasperati, il malcontento e gravi disuguaglianze sociali, il consumismo compulsivo ed esasperato, ecc.. Non occorre essere degli economisti, ma è sufficiente applicare il buon senso comune, per capire che gli USA con questo tipo di comportamento, prima o poi crolleranno sotto il peso di una situazione insostenibile, da loro stessi creata, che non può più essere camuffata e mistificata, il bluff non può durare in eterno. Da anni di fronte alle tristi e tragiche condizioni in cui versa in particolare in nostro paese, faccio la battuta che a salvarci ci penseranno i cinesi, che spero comprino il nostro paese e lo amministrino meglio di quanto abbiano fatto i nostri pessimi governanti. Ebbene, fra breve non sarà più una battuta, perché dopo che avranno "comprato" gli USA, per loro comprare l'Italia sarà uno scherzo … Il breve filmato allegato all'articolo (cliccate sul link) vi rivelerà la provocazione, assai realistica.
L'articolo che pubblico nel mio blog, che come al solito proviene dal Movimento Libertario, l'unico che ha il coraggio in Italia di affrontare certi argomenti, in pochi minuti e con estrema semplicità vi rivelerà in che condizioni versano gli USA e vi farà capire quanto sia veritiera ed ormai imminente la previsione effettuata dalla Scuola Economica Austriaca del "Crack up Boom" (fate una ricerca in Internet per sapere cos'è), e prima correrete ai ripari e maggiormente tutelerete i vostri risparmi e patrimoni personali e famigliari, che rischiano di dissolversi, disintegrarsi. E poi non ditemi che non vi avevo avvertito.


USA, LO SPOT VIETATO PER NASCONDERE IL DEBITO PUBBLICO

Fonte: Movimento Libertario http://www.movimentolibertario.it
di MAURO MENEGHINI

LO SPOT CHE LE TV AMERICANE NON HANNO VOLUTO TRASMETTERE:
http://www.youtube.com/watch?v=OTSQozWP-rM&feature=player_embedded

Un nuovo spot pubblicitario sul debito pubblico statunitense del gruppo “Cittadini contro il debito pubblico” che le grandi reti televisive ABC, A&E e History Channel si sono rifiutate di trasmettere. Lo spot è un omaggio al film del 1986 “The Deficit Trials” che le reti televisive, anche allora, si rifiutarono di trasmettere.
Probabilmente si tratta di argomenti troppo scottanti per queste reti televisive. Ma forse è giunto il momento di raccontare la verità al popolo americano. Nel 1986 il debito pubblico era di 2 bilioni di USD. Oggi ha raggiunto a passi da gigante i 14 bilioni. Il sogno americano si infrange davanti ai nostri occhi, ma le reti televisive, probabilmente, non sono disposte a spiegare al loro pubblico cosa gli sta succedendo.
La verità è che sotto nessun aspetto questo filmato si può considerare offensivo. Lo spot è ambientato nell’anno 2030 e il protagonista è un professore cinese che tiene una lezione sui grandi imperi, mentre sullo sfondo scorrono le immagini degli Stati Uniti d’America, spiega ai suoi studenti l’atteggiamento dei grandi imperi:
“Hanno tutti compiuto lo stesso errore. Si sono scostati dai loro principi fondanti che li hanno resi grandi. L’America cercò di uscire dalla recessione aumentando le spese e le tasse. Giganteschi “provvedimenti congiunturali”- spese, cambiamenti nel sistema sanitario, la soprafazione alla libera imprenditoria e debiti pressanti”
Probabilmente è quello che viene dopo quando il professore dice: “Naturalmente noi possedevamo la maggior parte del loro debito così che ora lavorano per noi”. Ora potete ritenere questa pubblicità offensiva? Qui a seguito lo spot e tirate le vostre conclusioni.
Certamente questa pubblicità chiarisce un paio di concetti. Di mese in mese decine di migliaia di posti di lavoro e miliardi di dollari vengono trasferiti in China. Nel 1985 il deficit della bilancia commerciale americana con la China era di 6 milioni di dollari all’anno. Solo in agosto di quest’anno il deficit commerciale americano è stato di oltre 28 miliardi.
Il governo cinese ha un avanzo commerciale talmente elevato, nell’ordine di centinaia di miliardi di dollari, che i funzionari governativi americani sono permanentemente in viaggio verso la China per farsi prestare sempre più soldi per permettergli di continuare a vivere oltre le loro possibilità. Ma il debitore prima o poi cade nelle maglie del creditore e gli americani saranno presto nelle mani dei cinesi. Ma non è detto che debba essere per forza così. Non dobbiamo fondere l’economia americana in un’economia unica mondiale, dove si confrontano operai americani con milioni di operai cinesi, che guadagnano meno di 1 dollaro all’ora, e non ha senso metterli in concorrenza.
Fabbiche, patrimoni e posti di lavoro abbandonano l’America con incredibile velocità. Dal 2001 sono state chiuse 42.400 fabbriche americane. In America si vive una deindustrializzazione ma il triste è che questo non viene ritenuto un problema dagli americani. Alla fine del 2009 lavoravano meno di 12 milioni di americani nel settore produttivo. L’ultima volta che nell’industria vi erano meno di 12 milioni di occupati era il 1941.
Per ogni dollaro, che i cinesi spendono per beni o servizi americani, gli stati Uniti ne spendono 3,9 per beni o servizi cinesi.
Dopo questi presupposti non riesco a spiegarmi perché le reti televisive si rifiutino di trasmettere questo filmato. Vogliamo provare a farlo noi?

Politici da nausea e megalomani emulanti


di Claudio Martinotti Doria

Mai la politica era cosi degenerata nel nostro martoriato paese, al punto tale che le parole non possono essere sufficienti a rappresentare lo sdegno, la repulsione e la condanna inappellabile della popolazione civile non videodipendente ed ancora dotata di pensiero autonomo e dignità, non ancora prostituitasi e corrotta da questo malaffare e malcostume diffuso a tutti i livelli
Neppure il duce, ai tempi del suo massimo potere negli anni '30, avrebbe osato tanto nella personalizzazione della politica e nell'abuso del potere, neppure i suoi gerarchi avrebbero potuto eguagliare gli attuali cortigiani dell'immorale megalomane che pretenderebbe di comandare il paese, che sono stati da lui investiti di incarichi istituzionali e politici, privi di qualsiasi merito e competenza, che solo a guardali, anche senza ascoltarli, viene già il voltastomaco, altroché gastrite!
Se ancora qualcuno non considera questa cricca al governo un'associazione a delinquere ed a scopo di business per arricchimento personale, familistico e partitico, è un ingenuo che merita di essere depredato di tutto, come infatti sta avvenendo gradualmente nel nostro paese, dove gli onesti sono sempre più depauperati da questi parassiti insipienti ed arroganti, che hanno distrutto tutto ciò che aveva un benché minimo valore e potenzialità nel nostro paese, beni materiali e soprattutto immateriali, come la speranza in una vita migliore.
Le immani responsabilità, di cui questi omuncoli e quaquaraquà saranno investiti dalla storia, li travolgerà come uno tsunami e di loro rimarrà solo un pessimo ricordo, che ognuno di noi cercherà di rimuovere per evitare conati di vomito.